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www.ildialogo.org “Dall'io e Dio” al “noi in Dio” a costruire il Regno”.,di Mario Mariotti

“Dall'io e Dio” al “noi in Dio” a costruire il Regno”.

di Mario Mariotti

Se proviamo e pensarci, sono secoli, anzi, mi sbaglio, sono millenni che l'uomo porta avanti la propria ricerca su Dio, la quale ha come sbocco il definirsi delle varie religioni. All'interno di esse ci sono quelle più dogmatiche, più fondamentaliste; che si appoggiano su di una verità rivelata che sarebbe gia inclusiva di tutto; e quelle più problematiche, che si impegnano ed approfondire, ed arricchire di significato e di senso, quella che sarebbe la Verità rivelata. L'uomo costruisce il suo Dio, lo definisce, lo sostanzia quale contenitore dei propri desideri, delle proprie paure, del proprio bisogno di ricerca di senso, all'interno del mistero dell'avventura umana, che parte dalla polvere e alle fine torna alla polvere.

In genere l'uomo Dio lo fa a proprie immagine e somiglianza, e poi dichiara di essere egli stesso immagine e somiglianza di Lui. Noi vediamo allora la teologia, il discorso su Dio, svilupparsi nei secoli e millenni fino ed arrivare nella nostra giornata, e sembra quasi che il motore generatore di essa teologia sia la condizione di un suddito che si sforza al massimo per tessere le lodi del proprio Signore, un po’ perché pensa che il non credere in Lui possa essere un peccato che Lui gli farà scontare; un po’ per tenerselo buono; un po’ per acquisire dei meriti ai suoi occhi; un po’ per confermare le propria fede in Lui rispetto a coloro che ne considerano l'esistenze problematica e a coloro che pensano che Egli non esiste.

In tutte le storie umane sono presenti le religioni, é presente la dimensione del "sacro", del "separato", di ciò che ha attinenza con la Divinità; e sempre in tutte le storia umane il potere dei forti sui deboli, dei ricchi sui poveri, degli oppressori sugli oppressi accalappia questa sacralità, se ne appropria, la usa per sacralizzare sé stesso e per definirsi portatore ed esecutore della volontà di Dio.

Abbiamo avuto dei pensatori che, dal gran che hanno approfondito la conoscenza di Dio, lo hanno conosciuto meglio di quanto Lui conosca sé stesso! Infatti, in queste certezze di conoscenze, la prima cosa che é stata inserita é stata quella della di Lui volontà, per cui, con sulle labbra il dogma del “Dio lo vuole”, non c'é stato potere che non si sia autofondato e porcheria che non sia stata compiuta. Si é rapinato, torturato, arrostito, ucciso in nome di Dio, definendo il tutto volontà di Lui, e ciò potrebbe indurci nella tentazione di pensare che questa sia la prova fondamentale della non-esistenza di Dio stesso, perché, se Lui fosse esistito, non sarebbe riuscito e trattenersi dallo spedire quegli esecutori della “sua volontà” nel punto più disagiato, rovente e schifoso dell'inferno.

Ma non tutti i teologi sono stati complici e corresponsabili della suddetta traduzione maligna delle verità teologiche nella concretezza storica che ben conosciamo. Ci sono stati, e ci sono anche quelli che, meglio che teologi, andrebbero definiti ricercatori della Verità, e questi ultimi coi frutti della loro ricerca hanno cercato di liberare la Verità stessa dalle traduzioni blasfeme di coloro che la Verità, invece di cercarla, ne hanno fatto la propria verità e l'hanno usata per imporsi sugli altri e servire il loro vero dio, sua santità mammona.

Io con questa riflessione voglio rivolgermi e questi ultimi, e stimolarli con le seguenti provocazioni. Perché, invece di porci noi da una parte e Dio dall'altra, e questo anche per dissetare il nostro desiderio pur legittimo di conoscenza, non proviamo e passere dall'Io e Dio di Mancuso al Noi e Dio di Molari per finire al Noi in Dio del sottoscritto, che non é un teologo ma ha quarant'anni di esperienza di riflessione e di ricerca davanti all'enorme problema del dolore innocente? Siccome Dio é puro Spirito, e per materializzarsi, per prendere corpo, per esistere nel mondo ha bisogno di noi che siamo le mani del Suo amore per noi, e questo sia che lo sappiamo e sia che lo ignoriamo, perché non superiamo la separazione uomo-Dio, non prendiamo coscienza della nostra collocazione di "corpus Domini", e ci collochiamo dalla Sua parte, e traiamo le conseguenze di questo radicale cambiamento di punto di vista?

Sia che siamo credenti, e sia agnostici o atei, strutturalmente siamo il punto di interconnessione che rende possibile l'incarnazione delle Spirito, o dei Valori, nella concretezza storica della nostra esperienza esistenziale; e allora il nostro sguardo, la ricerca, l'indagine non si posa più su Dio, ma sull'uomo, e la teologia si ritira, va in cassa-integrazione, ed assume rilievo l'etica, il nostro rapporto con l'affamato e l'assetato, con gli altri viventi del creato. Questo cambiamento di prospettiva, se uno vuole, lo trova proposto anche nella Parola di Dio, quando il Signore ci dice che non é venuto per essere servito ma per servire, quasi che l'uomo sia il dio di Dio; e quando ci dice di amarci fra noi come Dio ci ama. Tuttavia, anche se uno non volesse dare credito alla Parola perché non ci crede, questo non cambierebbe niente: la nostra collocazione é strutturale, e quindi é nella Verità e il capire questo, che l'amore, la giustizia, la condivisione, per esistere e trasformare il mondo, hanno bisogno di noi che amiamo, che facciamo cose giuste, che condividiamo il necessario e la gioia, sarebbe di un'importanza fondamentale, perché farebbe saltare il "sacro"; farebbe saltare le religioni; farebbe saltare di conseguenza e soprattutto la fondazione sacrale del potere, che ci sta fottendo da quando i Faraoni avevano istruito i loro sacerdoti perché raccontassero al popolo che loro erano i figli del dio-So1e in terra, sequenza che continua ancora oggi, coi potenti che giurano sulla Bibbia e i vicari di Dio che li benedicono e pregano per loro.

Invece di rischiare di mandare in corto circuito i nostri microprocessori cerebrali indagando su Dio per dimostrare che esiste, e definire come é fatto, quando sappiamo bene che noi non potremo mai esaurire la nostra conoscenza di Lui per l'eternità, perché non ci impegnamo a favore dell'uomo e di tutte le altre creature, a favore di tutti i viventi del creato, che sono e rimangono esposti alla sofferenza, alla violenza all’ingiustizia al dolore in un mondo, il nostro, che se fosse un creato concluso, gia definito cosi come é oggi, sarebbe un vero macrocasino con l'inferno gia presente e perfettamente funzionante senza bisogno di quello inventato dai preti nell'al di la? Dato che, se noi facciamo agli altri ciò che vorremmo ricevere da loro, cresce il Bene, la Gioia, il Positivo, la Vita, il che equivale al frutto dell'amarci fra noi come Dio ci ama, é questo che deve diventare il nostro Progetto.

Forza, Energia, Spirito, Vita: invece di indirizzare le nostre energie al conoscere per credere, proviamo a definire il Progetto, il Dio da costruire, il modo perché nel mondo crescano la Giustizia, l'Egualitarismo, la Solidarietà, il Bene, la Vita, quello che il Signore chiamava Regno.

Fra l'altro, se ci pensiamo bene, il Dio costruito dalla religione non é proprio un gran ché: non è giusto, perché ad alcuni da cinque talenti e ad altri uno solo; non e onnipotente, perché non e riuscito ieri a contrastare Auschwitz e oggi la morte dei piccini della grande favela del Sud; non é buono, perché non usa la sua onnipotenza per soccorrere i viventi in difficoltà, le piccole vite, esposte in tante circostanze, a sofferenze strazianti, estreme.

Con questo Dio non si fa altro che sacralizzare l'esistente, con tutte le contraddizioni ed il negativo che esso contiene.

Proviamo invece a materializzare i Valori nella nostra esperienza quotidiana; a mettere tutto il nostro impegno a fare di noi stessi strumenti di Amore e Condivisione, e allora cresceranno il Bene, la Vita, la qualità della Vita stessa, e prenderà corpo quel Regno che sarà il corpo di Dio, Dio col corpo quel mondo omogeneo allo Spirito, ai Valori, nel quale tutte quante le creature potranno attingere al necessario ed alla gioia, ed anche i minimi potranno godere dei frutti dell'Amore incarnato.

Mario Mariotti



Venerdì 09 Marzo,2012 Ore: 21:40
 
 
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