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www.ildialogo.org Yves Congar e la “Teologia della preghiera per l’unità”,

CREDENTI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!
Yves Congar e la “Teologia della preghiera per l’unità”

In Saggi ecumenici (Città nuova 1986) pp. 172-184

Pregare insieme per l'unità: ma quale?

c) Siamo invitati dalla Unitatis redintegratio (n.8,3) ad associarci con i nostri fratelli disuniti, cioè a pregare insieme per l'unità. Vorremmo fare due osservazioni a questo riguardo:

1) Questa preghiera insieme si pratica, soprattutto, durante la Settimana di gennaio che le è consacrata, da una buona trentina d'anni. Essa ha prodotto frutti inestimabili e tali che si può vedere in questa pratica una via aperta dallo Spirito Santo, lo stesso che ha aperto la via dell'ecumenismo. È una delle grazie più grandi fatte al nostro tempo. Il padre Paul Wattson (con Spencer Jones), l'abbé Paul Couturier occupano un posto di elezione nelle iniziative che, per grazia dello Spirito Santo, costellano e realizzano la storia della salvezza.

2) La preghiera insieme rappresenta evidentemente una forma di communicatio in sacris. Non vogliamo entrare qui nel complesso di questa difficile questione, Intendiamo solo situare teologicamente il tipo di communicatio in sacris che si realizza in una tale preghiera. Non è una comunione nei sacramenti e nemmeno in una azione liturgica non sacramentale. Ci riferiamo volentieri a un testo di Paolo VI citato da T. Cranny. Il Papa mostra che, prima di essere vista nella sua realtà storica e giuridica, la Chiesa può e deve essere compresa nella sua relazione con il piano di Dio, col «mistero», secondo il senso paolino di questo termine. La Chiesa così considerata è una, perché è l'oggetto della missione redentrice del Cristo espressa nella sua preghiera suprema: Ut unum sint... Questa messa a punto di un piano antecedente alla realtà storica della Chiesa ci sembra interessare la questione della communicatio in sacris di cui si tratta. È una comunione, sulla base della fede nel Cristo che ci è comune, cristiani divisi quali siamo, nella preghiera, cioè nella realizzazione del disegno universale di salvezza di Dio alla quale aderiamo nella fede, nella speranza e nella preghiera. Questo non dà a questa preghiera una sorta di statuto preconfessionale?

d) Ciò pone tuttavia una questione che non possiamo né vogliamo eludere. Questo disegno di salvezza, infatti, se è effettivamente la radice nascosta e trascendente di esistenza della Chiesa, non è restato generale, trascendente e nascosto. Esso ha preso una forma storica e visibile: Gesù Cristo, poi la Chiesa. Questo è il fondo della tesi della Lumen gentium sulla Chiesa-sacramento universale di salvezza sgorgante dal Proposito del Padre e dalla Missione del Figlio e dello Spirito. Sappiamo quale forma ha preso il proposito di salvezza di Dio. Pertanto, pregare per la sua realizzazione si risolve, per i cattolici, nel pregare per la dilatazione della Chiesa cattolica romana «nella quale sussiste» la Chiesa del Cristo e degli Apostoli.

e) Bisognerà, per concludere, ricercare quali sono, in generale, i frutti della preghiera per l'unità, soprattutto fatta durante la Settimana di gennaio come noi la celebriamo e quali sono i suoi effetti sulle altre attività che integrano la pratica dell'ecumenismo.

L'esperienza lo mostra: la preghiera per l'unità è essa stessa molto unificante, non solo tra coloro che la praticano, ma all'interno di ognuno. Poiché si trova sulla linea dove soffia e preme attualmente lo Spirito di Dio, essa mette possentemente in comunione con la vita profonda della Chiesa e delle anime, con la ricerca di coloro che cercano Dio. Per mezzo di essa, come degli impegni ecumenici attivi, faccio mio cristianamente uno dei più grandi drammi e una delle più grandi speranze del nostro tempo. Divento più cristiano e più cattolico. Quanto all'efficacia di questa preghiera, in primo luogo di quella fatta insieme durante la Settimana di gennaio, è un segreto di Dio. Ma egli ci ha dato segni a sufficienza che noi cooperiamo così veramente all'esecuzione del suo disegno di grazia: «L'uomo che prega ha la mano sul timone del mondo» (san Giovanni Crisostomo).

Quanto al rinnovamento della Chiesa e alla conversione del cuore, la preghiera per l'unità, soprattutto fatta insieme, se raggiunge un certo livello di verità e profondità - ciò che è generalmente il caso -, ci fa comprendere le esigenze di Gesù Cristo, la relatività del resto. Essa ci porta a scendere in noi stessi, a non inaridire il nostro cuore.

Se poi si tratta della conoscenza reciproca, essa ne apre le porte a un livello più profondo della semplice informazione documentaria. Permette di affrontare meglio il dialogo anche più tecnico, purificandolo dagli atteggiamenti di autogiustificazione e di trionfo confessionale. Fa cadere non poche barriere. Non si prega insieme senza risultati. Non si esce dalla preghiera esattamente come ci si era entrati. I partecipanti degli incontri di Dombes amano testimoniare il fatto che spesso la preghiera insieme ha permesso di riaprire vie che sembravano senza uscita. Il Decreto conciliare dice che l'«ecumenismo spirituale» è l'anima di tutto l'ecumenismo.

Yves Congar op

Articolo tratto da:

FORUM Koinonia 293 (6 febbraio 2012)

http://www.koinonia-online.it

Convento S.Domenico - Piazza S.Domenico, 1 - Pistoia - Tel. 0573/22046



Martedì 07 Febbraio,2012 Ore: 19:51
 
 
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