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www.ildialogo.org "Una perla preziosa".,di Mario Mariotti

"Una perla preziosa".

di Mario Mariotti

Carissimi lettori, dovete sapere che anche la teologia, come tutte le cose, si evolve, e che la teologia che non si evolve fa parte, a pieno titolo, della TdA, della Teologia dell'Alienazione. Quest'ultima, che è la prima, la più collaudata, parte dal presupposto che il cristianesimo sia una religione e non una prassi; che la verità sia cristallizzata in Rivelazione; che la nostra vera patria sia 1'al di la; che noi siamo nati per soffrire; che la Chiesa possieda le chiavi per la salvezza dell'anima nostra.

Date queste premesse, siccome per andare in Paradiso bisogna soffrire, pregare, essere rassegnati, essere umili ed essere ubbidienti, eccc. che la Chiesa vende la Parola al potere, eccc. che entra in simbiosi con lui, eccc. che il voto di povertà viene rifilato agli Ordini minori, eccc. che essa collabora al creare le condizioni per cui i poveri, che sono in realtà degli oppressi, si rassegnino all'esistente, si mettano a riverire lei stessa ed il "signor padrone", considerino irreversibile, e volontà di Dio, tutto il negativo che essi devono sopportare.

Per liberarci da questo accumulo di fregnacce, che danno sostanza all’alienazione prodotta in abbondanza alla teologia religiosa, nella quale un s. Paolo dice che il Padre gode de1l'assassinio del Figlio, e un Sant'Agostino dice che ogni autorità, e quindi ogni potere, quindi anche quello di Hitler, viene da Dio, dopo il Concilio prende vita la Teologia della Liberazione, che porta finalmente un po’ d'ossigeno nelle ragnatele necrofile di un cristianesimo la cui alienazione aggravata e continuata é servita per trasformarlo in supporto alla diffusione ed al sostegno del capitalismo, dell'imperialismo dell'Occidente, che nei secoli scorsi ha incancherato tutto il pianeta, di quella cultura maligna de1 “Beati i ricchi” di cui, nell'ultimo secolo gli USA sono stati e sono il paradigma. La TdL é forte: si pone a giudicare la realtà, i sistemi sociali, economici, politici e culturali dal punto di vista degli oppressi, dei poveri, degli ultimi della terra; e si pone a giudicare la Chiesa stessa, e la di lei teologia, che io ho connotato nel modo sopradescritto e che lei analogamente giudica. Questa teologia, senza saperlo, fa gia parte della Teologia dell'Incarnazione, perché vuole la liberazione dei poveri operata dai poveri stessi ; vuole la giustizia non nell'al di la ma nell'al di qua; vuole liberare questo nostro mondo dalle strutture maligne del capitalismo, del mercato e della competizione.

I preti che la stanno vivendo ed elaborando, sono dei laici senza saperlo; hanno capito che molte debolezze messe insieme fanno una Forza; che il "proletari di tutto il mondo unitevi" é un progetto evangelico; che il Regno di Dio é un al di là temporale e non spaziale, e quindi va costruito nell'al di qua. Questa teologia ha avuto, ed ha ancora, il merito di prendere l'oppresso, l'affamato e l'assetato, come punto di riferimento dei nostri giudizi, delle nostre scelte, dei nostri comportamenti, mentre non ha ancora approfondito bene il concetto-progetto della liberazione.

Essa é portata a vedere questa liberazione riferita alle strutture maligne, ad un nemico esterno; é portata a mitizzare gli oppressi; corre il rischio di lavorare per il ceto medio; corre il rischio di cadere nel peccato che si ripete da sempre: i poveri si liberano dai ricchi, ma dopo diventano come loro, e finiscono per aver lottato non per la giustizia, ma per la ricchezza, che é la vera sostanza del Maligno, perché é la vera radice di ogni divisione. Il povero, l'oppresso, non vanno mitizzati: il nemico non é solo esterno, ma anche interno a noi stessi; tante volte essi opprimono e impoveriscono chi é più povero ed oppresso di loro stessi; e non hanno la lucidità del rendersi conto, oltre che del dolore subito, anche di quello recato.

Inoltre i teologi della liberazione, avendo l'handicap di essere dei sacerdoti, non hanno ancora ben chiaro in loro stessi il meccanismo dell'Incarnazione, per cui spesso sono ancora prigionieri di quella 1ogica religiosa che vede il popolo degli oppressi da una parte, e Dio o Cristo liberatore dall'altra, non avendo ancora recepito che Dio é immanente e noi stessi e che noi siamo le meni della nostra stessa liberazione.

Ed ecco, finalmente, arrivati ella Teologia dell'Incarnazione, che ora proverò a caratterizzare, che non so quale consistenza abbia perché ho poco tempo di leggere; che non so se abbia, oltre al sottoscritto, chi la porti eventi, ma che sono sicuro sarà la Teologia del futuro, perché io credo nell'oggettività della Verità.

Ed ecco cose succede nella TdL: siccome il fondamentale, il criterio del giudizio, é i1 rapporto positivo con l'affamato e l'assetato; siccome il comandamento nuovo del Signore é 1'Amatevi fra voi come Dio vi ama; siccome noi siamo le meni dell'amore di Dio per noi, ecco che la teologia si converte in etica, che il sacro per l'uomo diventa l'uomo, che l'imperativo etico del fare agli altri ciò che si vorrebbe ricevere da loro, permette di superare le divisioni delle varie religioni, e di unificare tutto il genere umano nella categoria di "nostro prossimo".

Ancora: il sacro non c'è più, o, per chiarire, non ci sono più le divisioni sacro-profano, chierico-laico, credente-ateo, fede-scienza. Siccome Dio ci é Padre, e questo ce lo dice il Padre incarnato in Gesù, allora noi siamo della stessa Sua natura, per cui o noi siamo sacri come Lui, o Lui é laico come noi; e quindi cade la divisione fra noi.

Ancora: siccome siamo tutti tralci di un'unica Vite, e tutti uguali fra noi, salta la mediazione sacerdotale, e noi o siamo tutti sacerdoti o tutti laici.

Ancora: siccome l'immanenza di Dio in noi é una realtà strutturale a noi stessi, tutte le volte che noi ci determiniamo in modo positivo nei nostri rapporti con gli altri viventi del creato, é Lui che opera in noi anche se noi non lo sappiamo, e ci crediamo agnostici o atei. Questo per Lui é irrilevante: Egli cerca delle meni, non dei credenti, per materializzare il Suo amore per noi. Infine, siccome le fede non é un'ideologia ma una pressi, cioè il nostro rapporto positivo con l'affamato e l’assetato, la scienza non é una sfera separata, ma uno strumento prezioso per rendere possibile, ed efficace il nostro amore per loro, tenendo bene a mente che la realtà é una, che l'al di là é nell'a1 di qua, che non c'é un popolo di Dio ma siamo tutti popolo di Dio, creature di Dio, comprese le bestioline, gli ultimi degli ultimi, le minime vite; che, infine, noi siamo le mani dell'amore di Dio per noi.

La Teologia dell'Incarnazione, l'interconnessione fra teologia ed etica che rende sacra la laicità e laica la sacralità, é una ricerca ancora agli inizi, ed io di essa vedo i segnali in Maggi, Mancuso, Vigil e vari altri autori, che cominciano ed essere numerosi. Le mie acquisizioni in rapporto a lei mi vengono da 40 anni di riflessione davanti al mistero tragico del dolore innocente, e di quello provocato dalle cattiverie degli uomini. Auschwiz, ho visto i cinegiornali del processo di Norimberga che non avevo ancore 10 anni, continua e lavorarmi dentro.

Voglio terminare con questo pensiero che mi é stato donato de lei: non ci sono i tre verbi separati dell'amare, del servire, del condividere. I due ultimi sono strutturali al primo: Chi ama serve e condivide, altrimenti crede di amare, ma non lo fa credendo di farlo. Non è, forse, questa una perla preziosa?

Mario Mariotti



Venerd́ 27 Gennaio,2012 Ore: 14:47
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Nicola Vazzola Mira (Oriago) provincia di Venezia 01/2/2012 21.10
Titolo:Articolo "perla" di Mario Mariotti.
Oh, finalmente una persona che ragiona come si deve. Sono le prime parole sagge che sento da cinquant'anni a questa parte. Fino ad ora ho sempre subito le politiche ed i dettami di una chiesa ufficiale irriconoscibile rispetto al messaggio evangelico. Nonostante sia dichiaratamente ateo e sbattezzato ufficiale presso la diocesi di Treviso, non toglie che sappia apprezzare e distinguere tra la gente che discute e quella che impone diktat controproducenti. I miei più sentiti complimenti all' autore della "perla"! Da oggi guarderò con occhio meno malevolo chi parla di religione in questi termini.
Cordiali saluti. Vazzola Nicola.

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