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www.ildialogo.org "Ci abbiamo mai pensato?",di Mario Mariotti

"Ci abbiamo mai pensato?"

di Mario Mariotti

Abbiamo mai pensato a quali e quanti danni provochiamo mandando i nostri bambini alla dottrina, in altri termini a ricevere la catechesi cristiana? L'imprinting che ricevono è quello che il cristianesimo sia una dottrina, mentre é una prassi; e che Dio sia il Dio religioso quale viene presentato dalla casta sacerdotale, mentre Egli é una Trascendenza immanente a noi stessi che si gioca tutta nella qualità del rapporto che noi instauriamo con il nostro prossimo e tutti i viventi del creato. Questo condizionamento negativo, questa alienazione nella quale introduciamo le nuove generazioni, ha degli effetti deleteri, che vanno dal considerare compatibile il ritenersi cristiani ed il perseguire la ricchezza al sentirsi separati da Dio e bisognosi della mediazione della casta per garantire a sé stessi la propria salvezza personale; dal ritenersi custodi dei valori non negoziabili, al bestemmiarli sistematicamente con la propria prassi di seguaci di mammona, senza neppure accorgersene.
E da tutto questo, e da tanto altro negativo ancora, è molto difficile, quasi impossibile liberarsi; ed allora ieri abbiamo avuto l'Olocausto dalle radici cristiane, e oggi l'olocausto dei piccini della grande favela del Sud, esse pure generate da quell'Occidente che é ricco e dalle radici cristiane. Abbiamo mai pensato a come sarebbe più evangelico non rincoglionire i piccini con la dottrina, ma impartire loro, o, meglio, introdurli ai principi dell'educazione civica, al principio universale del fare agli altri ciò che si vorrebbe ricevere da loro, e casomai proporre loro, da adulti, la figura di Cristo quale paradigma del modo di giudicare, scegliere e comportarsi conferma al precedente principio universale?
Abbiamo mai pensato a quanto sia alienata la casta sacerdotale quando pensa di fare cosa gradita a Dio il riuscire a formare dei sudditi a Lui fedeli, che Lo adorino, Lo ringrazino, Lo plachino e Lo preghino, mentre Egli desidererebbe solo che noi capissimo che siamo tutti Suoi figli, e che ci dovremmo amare fra noi come Lui ci ama? Siccome il cristianesimo religioso non produce frutto, e se lo produce è maligno, vedi crociate, guerre benedette, concordati con i poteri maligni di questo mondo, la casta si accontenta della partecipazione popolare alle messe, alle liturgie, ai sacramenti, e si consola pensando di aver procurato a Dio stesso dei servi docili e fedeli.
Dio non si può incavolare, e neppure può bestemmiare, perché non ha un inferno in cui andare, e neppure un Dio da bestemmiare, ma si trova davanti ad un soggetto, la casta, che fa esattamente l’opposto di quello che Lui vorrebbe che facesse: che ci educasse affinché la nostra attenzione ed il nostro impegno d'amore fossero rivolti non a Lui, ma all'uomo, al nostro prossimo, perché suo Figlio si é incarnato per fare questo e per insegnarci a farlo; per liberarci dalla religione e servire l'uomo; e il Padre, dai suoi figli, cioè da noi, non vuole altro che questo; che ci amiamo fra noi come Lui ci ama.
Lui vuole che i figli si amino fra loro, perché il Suo amore per loro passa solo attraverso di loro; mentre la pedagogia della casta forma dei sudditi virtualmente fedeli a Lui, ma sostanzialmente fedeli a mammona; e questo perché l'adorare Dio ha dei costi irrisori, mentre l'amare i fratelli implica il condividere, e questo e un rospo duro da digerire! Abbiamo mai pensato a quanto siano inutili e fuorvianti i sistematici appelli che il Papa fa a favore della pace, e quello di quest'anno contro le persecuzioni religiose ai danni dei cristiani?
Siccome, per gli islamici l'Occidente imperialista ed aggressore é anche cristiano, e i cappellani militari in Iraq ed Afganistan benedicono quei bravi ragazzi che massacrano il prossimo islamico, la prima cosa da fare sarebbe quella di denunciare la guerra, (laggiù non sono forse dei cristiani a far fuori gli islamici, sciiti e sunniti?), di indicare per nome e cognome gli aggressori, di ribadire sistematicamente l'incompatibilità strutturale fra cristianesimo e guerra, fra la fede in Dio e l'uso della violenza, rispolverando, casomai, anche quella scomunica che era stata comminata ai comunisti, perché, una volta avevano l’ardire di contrastare i privilegi dei ricchi e dei potenti, e di coloro che andavano a mensa con loro e li benedicevano. 
Altra cosa da fare, poi, sarebbe la denuncia delle persecuzioni laiche e religiose contro i piccini della grande favela del Sud, che devono soccombere a migliaia ogni giorno vittime di una pace, vuota di giustizia, che lascia a piede libero quel capitalismo che si è globalizzato e che nega strutturalmente la fraternità e la condivisione; e che é la vera radice che sottende anche alle persecuzioni religiose. Ed anche questo ci vorrebbe qualcuno che lo dicesse, perché, ad affamare ed a violentare il mondo non sono i terroristi o comunisti o islamici, ma i nuclei armati o disarmati per il capitalismo, il mercato e la competizione!
Abbiamo mai pensato, ancora, a quale immagine di Dio rimanda la logica delle messe di suffragio per i defunti, che costituiscono una fonte di entrata di sesterzi non trascurabile, nel quadro del fiume di entrate e privilegi che sfocia in quel mare vaticano che prospera benedicendo i poveri e benedicendo soprattutto quelli che i poveri li rendono tali?
Intanto bisognava inventare il Purgatorio, cosa alla quale Dio stesso, da quanto risulta dalla Parola, non aveva mai pensato; per cui ne esce un Dio distratto che non cura gli interessi della casta, che dice di lavorare per Lui e, nel contempo, Lo usa per se stessa. Poi le anime colà collocate devono sperare nella fortuna economica dei loro cari ancora vaganti nella terra dei viventi, in modo che essi abbiano le risorse da destinare alle messe di suffragio. Poi bisogna monetizzare l'uso, l'utilizzo dei meriti dell'Agnello che toglie i peccati del mondo e mettere in relazione questo capitale col tempo di permanenza nel Purgatorio stesso, per cui sembra che Dio subordini il proprio incontro con le anime dei propri figli defunti al pagamento di un pedaggio che ne può velocizzare o ritardare l'entrata in Paradiso, a seconda del reddito e delle pie intenzioni dei parenti del defunto....
É possibile continuare ad avere una tale immagine di Dio, o non sarà ora che cominciamo a vergognarci? Abbiamo mai pensato, infine, a come il sacro sia un'invenzione della casta, che si pone quale mediatrice fra il sacro stesso ed il profano, il laico, per ricavarne la giustificazione della propria esistenza e l'acquisizione di un potere che poi frutterà benessere, prestigio e ricchezza a vantaggio di lei stessa?
L'annuncio del Signore che Dio é padre nostro, che Dio ci e padre, se ci pensiamo, annulla la separazione sacro-profano: padri e figli sono naturalmente omogenei, per cui o Dio é laico come noi, o noi siamo sacri come Lui, divini come Lui. Allora o niente è sacro, o tutto é sacro, e siccome il miracolo dei miracoli, l'unico miracolo di Dio, é la Vita, ecco che é la vita, ecco che é ogni vita ad essere sacra, a dover essere considerata sacra, e a dover venire rispettata e servita e condivisa in quanto sacra, e dover venire rispettata e servita e condivisa in quanto sacra, comprese le piccole vite, alle quali noi imponiamo dolore senza neppure accorgercene o pensarci. Se noi proviamo a guardare l'umanità che popola il pianeta col precedente tipo di occhi, non vediamo forse un grande organismo malato nel quale poche cellule cancerose, i più ricchi e potenti della Terra, si vanno riducendo di numero e ingigantendo in forma e sostanza, sostanza che viene sottratta allo Spirito che è Amore e Condivisione, e la cui sottrazione provoca sofferenza, miseria, ingiustizia, malattia e morte ad uno sterminato numero di cellule, i piccini della grande favela del Sud, che si va globalizzando anche al Nord, che sono tutte quante irrepetibili espressioni del miracolo-Vita, e dovrebbero, tutte quante, venir considerate sacre e rispettate e servite come tali?
Proviamo, allora, ogni tanto, a pensare a tutte queste cose, proviamo a rifletterci sopra. L'omologazione alla cultura dominante, a quello che pensano tutti, alla maggioranza silenziosa, é micidiale, ed uccide lo stesso futuro. Impegnamoci a trovare, nel casino mediatico che ci assilla e perseguita, dei momenti, del tempo per pensare, per riflettere, e cercare di capire ....
Altrimenti, anche se vivi, siamo gia morti, e con noi é morta l'etica e la sacralità della Vita.
Mario Mariotti


Sabato 23 Aprile,2011 Ore: 15:57
 
 
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