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www.ildialogo.org La santità laica,di Mario Mariotti

La santità laica

di Mario Mariotti

"Dio si ritira, ci chiama a vivere senza di Lui, come adulti, un cristianesimo senza religione, una santità laica". Questo lo scriveva Bonhoffer; io lo imparo da ADISTA n.80, in una riflessione di José Maria Vigil. E questo enunciato conferma che la mia ricerca é sulla strada buona, e mi da coraggio di continuare. I1 cristianesimo senza religione, la santità laica, é affine al laico-compagno praticante, ed il laico, essendo lui in Dio o essendo Dio in lui, anche se si ritiene ateo, quando ama e condivide é corpus Domini. Dio si ritira dentro di noi, ci chiama a vivere senza un rapporto religioso con Lui, la laicità etica, (la santità laica), di cui il Signore é paradigma. La realtà, poi, che Dio ci é padre, annunciataci da Gesù, conferma la tesi della necessità di vivere il cristianesimo senza religione e come quest'ultima si ponga come un fattore di divisione, e quindi negativo, e contrario allo Spirito, che lavora perché alla fine noi siamo tutti in Uno.
Le separazioni divino-umano, sacro-profano, chierico-laico, credente-ateo, fede-scienza, religione-laicità, si rivelano prive di senso. Se Dio ci é padre, noi siamo figli: se è divino Lui lo siamo anche noi; oppure se noi siamo umani, anche Lui é umano, e quindi laico.
La separazione sacro-profano, alla luce della realtà precedente, si dematerializza: tutto é sacro, oppure tutto é profano, (a questo proposito é significativo lo strappo del velo del Tempio che annulla la separazione). La distinzione chierico-laico cade essa pure: siamo tutti tralci dell'unica Vite, mani di Dio uguali fra noi. Anche credente-ateo diventa una separazione irrilevante: la differenza é fra chi pratica servizio, amore e condivisione, e chi pratica egoismo, strumentalizzazione, ricerca di ricchezza e di potere. La separazione fede-scienza é essa pure assurda, data la collocazione dell'uomo nella condizione di figlio di Dio. La vera fede é pratica di amore e condivisione, esperienza che é alla portata di ogni uomo, dato che l'imperativo etico di fare agli altri ciò che si vorrebbe ricevere da loro é quella scintilla di Divino che lavora nel profondo di ognuno di noi. La scienza, poi, l'esercizio dell'intelligenza, della razionalità nella ricerca, é lo strumento che ci permette di rendere efficace il nostro amare e condividere. L’amare il malato implica la ricerca e la messa a punto del modo e degli strumenti per guarirlo.
E passiamo, infine, alla separazione fra religione e laicità, che ha come causa prima la presunzione maligna dell’uomo religioso che non ricerca, ma cattura, costruisce la Verità, la cristallizza in formule e dogmi, la usa a vantaggio di sé stesso per accumulare prestigio, ricchezza e potere. Siamo tutti figli di Dio, e lo siamo tutti anche prima del battesimo. Anzi, quest'ultimo cosiddetto sacramento, secondo il quale diventiamo figli di Dio solo attraverso di lui, si rivela essere il paradigma di una separazione intrinsecamente negativa, sia perché bestemmia la verità che siamo tutti creature figli dello stesso Padre, sia perché viene usata dai presunti figli speciali per entrare a far parte di quel popolo eletto che ha Dio come alleato in questo mondo e donatore della felicita eterna nell'altro.
Siccome poi noi tutti siamo tralci dell'unica Vite, e siccome, purtroppo, i tralci sono provvisori, perché ad un certo punto, chi prima e chi dopo, ci tocca di morire, anche l'al di la é gia nell'al di qua, perché esiste, sussiste ed opera un unico Spirito, che é l'Amare, che é verbo e non sostantivo, e che deve essere coniugato da noi, tralci provvisori dell'unica Vite. Se amiamo, serviamo, lavoriamo onestamente e professionalmente per il bene comune, e condividiamo i frutti dei nostri talenti, siamo gia nell'eternità dello Spirito-Amare che genera, sostiene ed arricchisce la Vita, e la qualità della Vita. I tralci cedono e si seccano, le foglie cadono, resta l'Albero della Vita, che cresce e da frutto raccogliendo dal terreno il positivo delle foglie cadute. Forse queste ultime si ritroveranno, passando per le radici, ad essere di nuovo foglie, e a godere della luce del sole di nuovo sui rami dell'Albero, a lavorare per portare frutto. Chissà ....
Per intanto é necessario non concentrarci in questo, non concentrarci sull'io che ha orrore del non-esistere, e pensare agli altri, alle altre creature del Dio dei viventi. Siccome il Signore é testimone della Verità, ed é Lui stesso Verità, io non condivido il pensiero di S.Paolo che dice che, senza la resurrezione del Signore tutto crollerebbe e non avrebbe senso. La Verità é laica, e non si fonda sul miracolo. Il corpo non é eterno, e può essere inchiodato, assassinato. Ma lo Spirito no, lo Spirito é Vita ed é eterno, e il Signore é nello Spirito; é lo Spirito, ed é nella verità perché é la Verità. Per questo la resurrezione del corpo di Gesù non é fondamentale tutto quello che Lui ha detto e fatto ha valore intrinseco, autofonda il proprio Valore. E uno non deve andare a messa per appropriarsi dei frutti del sacrificio dell'Agnello, per aver cancellati i propri peccati. Uno deve andare per ascoltare la Parola, per conoscere il modo di giudicare, di scegliere e di comportarsi del Signore-Paradigma, per poi dar corpo alla Parola fuori dalla chiesa, in modo da trasformare la realtà circostante nella direzione del Regno. Questo dar corpo alla Parola, questo dare il nostro corpo, noi stessi, all’Amare amando, é quello che costituisce la vera resurrezione del Signore, che non é un miracolo da usare, ma un progetto da costruire.
Sono partito da Bonhoffer e credo che, nel suo pensiero, io posso trovare una conferma del mio, dei risultati, sempre provvisori, della mia ricerca. E parlando di quest'ultima, se ci può essere un'acquisizione sicura, una convinzione che può essere difficilmente contraddetta, é quella che Dio é sempre Dio secondo l'uomo, che la Parola di Dio é sempre Parola di Dio secondo l'uomo. Prendiamo, ad es. dalla Bibbia, il II° libro dei Maccabei. Qui la vera fede nel vero Dio passava per la proibizione di cibarsi di carni suine, (io vorrei sapere a quale sacerdote Dio aveva telefonato che questo divieto corrispondeva alla propria volontà). Per rispettare tale divieto, i sette fratelli si lasciarono tutti torturare e assassinare, pensando che Dio li avrebbe resuscitati perché avevano rispettato le sue leggi. Qui Dio sacrifica l'uomo a sé stesso, alla propria estemporanea volontà. Passa del tempo, ed ecco che S.Paolo dice che il Padre, nell'alto dei cieli si placa al soave odore del sacrificio del Figlio.... Anche questa é grossa, allucinante. .... Passa del tempo, e l'ammazzare gli infedeli in nome di Dio ci mette in condizione di entrare nella vita eterna del Paradiso (parlo delle Crociate).
Passa del tempo, ed ecco che l'assassinare i sindacalisti ed i comunisti atei costituisce, a livello planetario, vedi Cile, Argentina, Vietnam e c., un peccato veniale, condonabile attraverso una confessione ben fatta. É proprio vero che noi, di Dio, non campaniamo una mazza! É proprio vero che noi Lo facciamo come vogliamo che sia, e che poi lo usiamo per fare la nostra volontà spacciandola per Sua. Eppure il Signore é stato chiaro: il sabato é per l'uomo, e il Figlio dell'uomo é venuto non per essere servito, ma per servire ....
Potrà mai, Dio, essere una clava in nostra mano per stangare i nostri nemici e per benedire noi stessi, assatanati seguaci di mammona? E potrà, per noi, esserci resurrezione?
Mario Mariotti



Sabato 05 Febbraio,2011 Ore: 17:38
 
 
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