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www.ildialogo.org "I Valori non negoziabili".,di Mario Mariotti

"I Valori non negoziabili".

di Mario Mariotti

Prendiamo il concetto di giustizia. Può essere un'idea elaborata dalla nostra mente, può essere un Valore che sussiste anche fuori di noi, oggettivamente, oltre che in noi stessi. Se noi preghiamo "Giustizia nostra che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome e venga il tuo regno", e poi noi ci determiniamo come perfetti sudditi di sire mammona; se noi auspichiamo l'esistenza della giustizia ma poi, invece di concretizzare scelte e comportamenti giusti, ci muoviamo secondo la logica dell'interesse privato, dell'accumulo, della strumentalizzazione, la Giustizia potrà anche sussistere come idea, come concetto, come Valore, ma sarà del tutto ininfluente in quanto contraddetta dalle nostre scelte e dai nostri comportamenti concreti. La stessa cosa si può ripetere per il concetto di Dio.

Può essere un'idea elaborata dalla nostra mente, può essere un'Entità che sussiste anche fuori di noi, oggettivamente, oltre che in noi stessi. Se noi preghiamo "Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome", e dimentichiamo di precisare "da noi", e diciamo "venga il tuo regno", senza precisare "costruito da noi", e se poi noi ci determiniamo come perfetti sudditi di sire mammona; se noi dichiariamo l'esistenza di Dio ma poi, invece di concretizzare scelte di amore e di condivisione, ci muoviamo secondo la logica dei cavoli nostri, dell'accumulo di ricchezza e di potere, della strumentalizzazione del prossimo, Dio potrà anche sussistere come concetto, come idea, come Realtà oggettiva e trascendente, ma Essa sarà del tutto ininfluente, in quanto non fatta esistere, non immessa nella vita, nella materialità della concretezza storica dalle nostre scelte e dai nostri comportamenti concreti, non ispirati all'amore ed alla condivisione.
Quando Giovanni chiede al Signore se é lui che deve venire o se bisogna aspettare un altro, Gesù non risponde con degli enunciati, ma con delle opere: i ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti resuscitano. Da qualche altra parte della Bibbia é scritto che la presenza di Dio nel popolo, (fra noi), si manifesta nel fatto che nessuno del popolo è bisognoso, che nessuno manca del necessario. Negli Atti, la testimonianza della risurrezione, la presenza del Risorto all'interno della comunità, si esprime nel fatto che nessuno, all'interno di essa, é bisognosa che non esistono delle disuguaglianze (che sono diventati dei compagni).
Cosa significherà, allora, il fatto che oggi, fra i cittadini del nostro pianeta, incluse le piaghe cristiane, le disuguaglianze sono enormi, e continuano ad amplificarsi in modo blasfemo? Cosa significherà, allora, il fatto che oggi coloro che ci vedevano vengono contaminati, rincoglioniti dai mass-media, e non ci vedono più; che coloro che camminavano vengono storpiati da quegli incidenti stradali che provocano più vittime di una guerra, ma che vengono considerati fisiologici, strutturali al nostro tipo di società; che i lebbrosi continuano a sussistere in quanto frutto di condizioni di miseria estrema; che oggi sempre più persone diventano sorde ai richiami sulla necessità di aprirsi alla razionalità, alla fiducia nel prossimo, alla solidarietà con lui; che non solo i morti non resuscitano, ma che noi lasciamo morire migliaia di piccini ogni giorno per mancanza di uno spicciolo?
Ecco cosa significa tutto questo: che nonostante le radici cristiane, e le migliaia di messe, e i milioni di sacramenti, e gli svolazzi liturgici, e le folle plaudenti davanti ai palazzi apostolici, e nonostante la presenza di tanti difensori dei valori non negoziabili, Dio non e affatto fra noi, che il Risorto é ancora in lista d'attesa per poter risorgere, che coloro che si autoqualificano come sale della terra si possono beatamente costituire come legittimi eredi di quegli scribi e farisei che il Signore definì razza di vipere, dopo essersi assicurato che nessuno di quei rettili eticamente corretti fosse nei dintorni.
I ricchi ed i potenti quali difensori dei valori non negoziabili, della vita, della famiglia ci può essere una menzogna, una bestemmia più squallida e maligna di questa? E che dire del vertice di S.R.Chiesa che fa parte della loro congrega? Speculazioni finanziarie della banca vaticana, un patrimonio immobiliare enorme gestito nella logica di mercato, le entrate dell'8 per mille, delle offerte dei fedeli, della gestione del turismo religioso; le spudorate esenzioni fiscali, i contributi alle istituzioni, scuole, ospedali cattolici, ed ai grandi eventi da parte dello Stato virtualmente laico ed aconfessionale; l'oro che ricopre le statue e le pareti di tante chiese e santuari, i privilegi degli insegnanti di religione; tutto questo quante vite potrebbe salvare, e invece non viene usato a favore della vita perché deve continuare a riposare nel tesoro del Tempio?
Ci può essere uno spettacolo più osceno di quello offerto da chi, ripieno di tutto quello sterco del demonio da me elencato, ha il coraggio di andare a chiedere soldi ai poveri, alla vedova del Tempio, mettendo in atto una solidarietà pagata dai poveri stessi, proclamati beati e forse per questo, esc1usi dalla condivisione di quel tesoro che neppure dovrebbe sussistere, in quanto costituito originariamente per soccorrere gli stessi poveri? La ricchezza strutturalmente bestemmia la vita, perché lo scambio ineguale la genera, e l'omissione di condivisione la sostanzia; e questa omissione é il peccato mortale che soffoca la vita. E come la chiesa, in quanto ricca, non é credibile nel suo messaggio a favore della vita, cosi essa non é credibile neppure nel messaggio di difesa della famiglia.
Chi ha fottuto l’utopia della fratellanza, il socialismo, a vantaggio del capitalismo, del mercato e della competizione, in quello stesso momento ha fottuto la vita delle sterminate vittime del capitalismo reale, ed ha demolito anche la condizione che é indispensabile per la sussistenza della stessa famiglia: il diritto umano fondamentale al posto di lavoro. La stabilità della famiglia é sostenuta da quella del posto di lavoro, ma nella logica del "mercancro" l’uomo é a servizio del profitto, e i più competitivi accumulano, e i non-competiti vi vengono sbadilati in mezzo ad una strada dalle ristrutturazioni dei liberi imprenditori.
Quale, allora il futuro per i non-competitivi, per le famiglie dei non-competitivi, e per i loro figli, ostaggi dell’avidità delle speculazioni finanziarie dell'economia virtuale, dell'avidità delle banche, delle Multinazionali che riempiono il Sud di armi e lo vuotano delle risorse che servirebbero per la sussistenza sia dei piccini che delle loro famiglie? I beati difensori dei valori non-negoziabili, della vita in special modo, ne combinano anche un'altra: da una parte dicono che la vita é un dono di Dio, e dall'altra che essa é un dono indisponibile: essa va mantenuta e difesa ad ogni costo, anche nelle situazioni più estreme.
Come si farà poi a conciliare dono e indisponibilità del dono lo sanno solo loro, e non certo il Donatore, che per loro, che per loro rimane il grande Sconosciuto. Alla fine, per far cambiare idea agli stessi difensori, basterebbe mettere a carico del tesoro del Tempio le spese che sono necessarie per mandare avanti le situazioni estreme .... Si verificherebbe una conversione fulminante! Poveri noi pecore, con dei pastori di tale qualità!
 
Mario Mariotti


Venerd́ 24 Dicembre,2010 Ore: 16:37
 
 
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