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www.ildialogo.org "Niente preti, niente ricchi: l'utopia del Signore".,di Mario Mariotti

"Niente preti, niente ricchi: l'utopia del Signore".

di Mario Mariotti

Quando crepo, mi devo mettere nella testa che personalmente, per me, non ci sono problemi: se dopo non c'é niente, non ci sarà neppure bisogno di arrabbiarsi; e se c’é qualcosa, per me le cose non dovrebbero andare troppo male, perché ho messo in comune tempo e risorse con gli affamati e gli assetati, e in più ho ululato contro la macchina che li genera, gli affamati e gli assetati.

A questo punto della vita, però, facendo uno dei soliti bilanci, un momento di riflessione non sul dove dovrò andare, perché lo so, ma sul mio "dove sono", sui risultati di una ricerca che sta durando quanto la vita, provo a mettere a fuoco la conquista, il risultato, la presa di coscienza di una verità che io credo essere determinante nella ricerca della Verità.

Mosso dalla compassione per il dolore innocente, e per la sofferenza che il Regno deve subire nei piccini della grande favela del Sud, a causa dell'avidità e dell'alienazione del bipede capitalista, io sono vissuto in una continua ricerca per capire, per contrastare il negativo, per adattare me stesso alle convinzioni che maturavo. Ad un certo punto la ricerca teologica mi ha portato a prendere coscienza del fatto che siamo noi ad essere le mani di Dio, che siamo noi ad essere il potenziale "corpus Domini", e questo é stato un punto d'arrivo che si é determinato anche come un punto di partenza per rileggere in un modo nuovo tutte le cose.

Questa verità era gia inclusa in modo implicito, nelle riflessioni che ormai da decenni sto oggettivando in articoli per sensibilizzare il prossimo alla lotta alla sofferenza e all'impegno per portare il necessario e la gioia a tutti i viventi, anche ai minimi; e soprattutto era gia inclusa nella mia prassi di solidarietà con gli ultimi del sistema. Quanto era implicito si é chiarito, ed é diventato occasione di una rilettura della realtà che é diventata come una miniera da cui estrarre cose preziose.

Proviamo a partire dall'ipotesi della nostra condizione esistenziale di mani di Dio, di corpus Domini, e proviamo a mettere a fuoco le conseguenze di tale ipotesi, che per me ipotesi non é. Ecco la cosa preziosa: Essendo noi uomini corpus Domini, ne consegue che Dio é laico, che noi in un certo senso siamo divini, che noi possiamo anche essere atei perché non abbiamo un Dio essendo noi, gia, in Dio; che essendo figli di Dio, siamo anche parte di Dio; il tutto però - e questo é il fondamentale - non alle nostre condizioni, ma a quelle di Dio, oppure a quelle della Verità, cioè solo se solo quando amiamo, serviamo, lavoriamo per gli altri e condividiamo.

Cosa deriva da tutto ciò? Che viene superata la visione religiosa della realtà, visione che divide dalle altre religioni, che divide l'uomo da Dio, che divide gli uomini in credenti, laici ed atei, che divide i laici dai chierici, i chierici in papa, vescovi e sacerdoti. (fra l'altro il significato del termine Satana é proprio quello di Divisore). Il Signore ci dice che siamo tutti tralci di un'unica Vite, tutti figli dello stesso Padre, e invece ogni religione costruisce la propria verità, la cristallizza in Rivelazione, pensa che la propria sia l'unica Verità, spaccia il proprio pensiero come parola di Dio, si divide dalle altre religioni ed usa Dio per sussistere e prosperare.

Dio dice che noi siamo tutti tralci di un'unica Vite, e la religione separa i tralci dalla Vite e interpone fra Lei e loro la casta sacerdotale, che media il rapporto e spaccia la propria come Sua volontà. Anche la divisione degli uomini in credenti, laici ed atei va superata: siamo tutti figli dell'unico Padre creatore il che fa un tutt'uno con l'essere tutti cittadini del nostro Pianeta, e tutti unificati dal comandamento etico, che dimora in noi stessi, e che ci dice di fare agli altri ciò che vorremmo ricevere da loro. E come la precedente divisione non ha senso, così e soprattutto il termine credenti che è assurdo e alienante.

Essendo noi mani di Dio, o strumenti della Verità, o semplicemente dei bipedi umani, pascolanti nel nostro pianeta, la distinzione non va espressa in credenti o non credenti, ma in praticanti o non praticanti un rapporto positivo con l’affamato e l’assetato, o ancora, fra coloro che fanno al loro prossimo ciò che vorrebbero ricevere da lui, e coloro che invece il prossimo lo usano per sussistere ed ingrassare se stessi. Anche la contrapposizione tra fede e scienza non ha senso. Per esercitare un rapporto positivo col prossimo in difficoltà ci vogliono non solo la volontà, la disponibilità, ma anche gli strumenti. Sono gli strumenti, il frutto della ricerca scientifica, che possono rendere efficace l'amore. L’amore per il malato ha bisogno del1'antibiotico, o della competenza medica-chirurgica o delle tecnologie che aiutino il funzionamento degli organi, e via di seguito. Dio, che è laico come noi siamo divini, Lui puro Spirito e noi Suo corpo, indispensabili a Lui per poter interconnettersi e agire nella materialità della concretezza storica, non fa miracoli: ne ha fatto uno solo, e di straordinaria bellezza e complessità, quello della Vita.

Dopo, interviene nella materialità del nostro mondo se coloro che 1o possono materializzare, cioè noi, facciamo nostro il Suo Spirito dopo aver usato l'intelligenza, la razionalità, la ricerca scientifica, per trovare gli strumenti necessari a rendere efficace l'Amore stesso. E se questo é ancora un linguaggio troppo confessionale, se ne può usare anche un’altro. Sia gli atei che coloro che si ritengono dei credenti, non possono pregare la Giustizia come il Padre nostro che sei nei cieli, che intervengano, Lei o Lui, a portare il 1oro regno sulla terra. Come il Padre va materializzato da noi in azioni, in scelte di amore e condivisione, così é per la Giustizia, che va concretizzata in scelte ed azioni giuste da parte degli uomini, indipendentemente da quello che essi credono di credere.

Non é forse bellissima questa ipotesi di un Dio laico, noi divini, noi anche atei perché in Dio, noi in Dio o Dio in noi, se e quando, solo ed esclusivamente se e quando, indipendentemente da quello che crediamo di credere, amiamo e condividiamo? Questa sintesi, nella quale mi sono inciampato nel mio percorso tribolato nella lotta continua al dolore innocente, non includerebbe forse delle potenzialità enormi di semplificazione, di superamento delle contrapposizioni ideologiche, di costruzione di un ecumenismo laico che responsabilizzi ogni uomo a mettere in pratica il comandamento laico, fondato teologicamente, del fare agli altri ciò che si vorrebbe ricevere da loro se noi si fosse nelle loro condizioni?

Ve lo immaginate un mondo finalmente sgombro dalle religioni, e finalmente sgombro anche dai ricchi, categoria maligna alla quale io stesso appartengo per il semplice fatto che, avendo più del necessario, mi trovo fra i privilegiati in un pianeta che lascia morire, religiosamente e laicamente migliaia di piccini ogni giorno per mancanza di uno spicciolo?

Ve lo immaginate un mondo finalmente liberato dai preti e dai ricchi - le due uniche categorie che nei vangeli vengono condannate dal Signore - un mondo tutto impegnato a costruire quaggiù, non lassù una cultura del necessario ed una economia di comunione, in modo che tutti i viventi possano essere saziati e la Grande Madre, la Terra, ricevere il rispetto e la cura di coloro cui offrirebbe tutto il necessario se non ci fossero i ricchi e i preti che li benedicono?

È impossibile immaginarlo, ma è necessario costruirlo, non conoscendo, ma vivendo Dio, cioè la Giustizia, cioè la Verità, cioè l’amore.

 

Mario Mariotti

 



Domenica 12 Dicembre,2010 Ore: 07:46
 
 
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