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www.ildialogo.org "Gli atomi di Dio"?,di Mario Mariotti

"Gli atomi di Dio"?

di Mario Mariotti

Se uno pensa allo sterminato universo, e al nostro minuscolo pianeta Terra sperduto in esso, e se pensa che tutto questo abbia un Creatore, se pensa a tutta l'energia cristallizzata in materia e a tutta la materia che sprigiona energia, e all'infinitamente grande che é costituito dall’infinitamente piccolo, a questa infinita indefinibile, indeterminabile, e immagina il Creatore di tutto questo che contempla la sua opera, e focalizza la minuscola Terra, e vede li il frutto più maturo della Sua creazione: il miracolo-Vita, forse ci può venire di pensare che, di tutto lo sterminato universo, l'unico luogo in cui possa o voglia essere presente lo stesso Creatore sia il luogo ed il tempo in cui l'intelligenza intrinseca della materia (Dio stesso), riesce a produrre il miracolo straordinario della Vita. Questa é un'ipotesi; la realtà é tanto complessa, e la nostra comprensione di essa talmente limitata, che da un lato conosciamo sempre di più, dall'altro prendiamo coscienza di capire sempre e solo una piccola parte della complessità.
Comunque é difficile concepire un Dio immerso nello sterminato vuoto e materia déll'universo, (Dio nell'alto dei cieli), e ancora più difficile concepirlo che metta noi stessi al centro dell'universo, e tanto meno che mandi suo Figlio a farsi sbranare da noi per dimostrare a noi il Suo amore per noi. Mi sembra molto più plausibile interconnettere l'idea di Dio con quella della Vita. "Lo Spirito alita sulle acque", si interconnette alla materia e prendono vita i corpi, e la Terra diventa “la casa dei viventi". L'esistenza é vita, e la vita é materia organizzata ad esprimere lo Spirito, organicità frutto di un lungo travaglio. Allora dove c'é Vita li c’é Dio, e la sterminata bellezza ed intelligenza della biodiversità sono delle espressioni, delle oggettivazioni della forza prorompente dello Spirito, che organizza, trasforma, adatta la materia in modo che essa possa esprimere il miracolo dei miracoli, il miracolo-Vita. Dove c'é Vita, c'é Spirito col corpo, o corpo-materia che permette allo Spirito di esistere e di esprimersi.
Proviamo ad immaginare tutto questo come un grande e complesso organismo, dove Spirito e corpo sono talmente interconnessi ed interdipendenti che formano un tutt'uno, cioè il miracolo-Vita. All’interno di questo organismo-Vita, le cellule più complesse, e dotate di potenzialità determinanti, siamo noi, sono gli uomini, che forse sono "atomi di Dio", cellule dell'intelligenza amorosa di Dio, che sta lavorando faticosamente per portare a compimento il progetto di una Vita che sia tutta quanta piegata alla dolcezza ed alla bellezza dello Spirito-Amore. Noi, allora, saremmo di Dio e in Dio, sapendolo o non sapendolo, e se amiamo, serviamo e condividiamo, siamo l'Amore che opera nell’Amare e porta frutto, il necessario e la gioia a tutte le creature che devono nutrirsi per sussistere e fruire dei frutti dell’Amore incarnato.
Se le cellule-uomo , sapendolo o ignorandolo, dicono "si", se i tralci della Vite si lasciano attraversare dalla linfa-Amore amando, a valle di questo "si" gli altri viventi vengono saziati e sperimentano la dolcezza dei frutti dell’Amore incarnato. Se le cellule-uomo dicono “no”, e accumulano, e consumano gli altri per nutrire sé stesse, sono come dei cancri che succhiano e divorano la linfa destinata a tutti, e tutto l'organismo soffre, e si arriva al punto che tanti altri viventi vengono espropriati anche del miracoloso dono della Vita.
In questo quadro, in questa ipotesi complessa e semplice insieme, noi siamo il “corpus Domini”, siamo le mani di Dio, siamo la possibilità per l'Essenza di entrare nell'esistenza, di diventare Vita, e di poter operare per compiere il creato in Regno, il nostro mondo con l'Amore tutto compiuto in tutti. L'uomo, allora, non é immagine, ma parte, componente di Dio. Sempre in questo quadro, é determinate riflettere sul fenomeno religioso, che coinvolge gli uomini in tutti i luoghi, in tutti i tempi, in tutte le culture; sempre in questo quadro é possibile rendersi conto che le religioni contraddicono l'ipotesi precedente, perché esse separano il Creatore dalla creatura, Dio dagli uomini, la Vite dai tralci, ed interpongono fra l'Uno e gli altri una casta sacerdotale che media il rapporto e separa ciò che nella precedente ipotesi é unito, è complementare, é non-separabile.
Allora dato che le religioni dividono il Dominus dal corpus, il Creatore dalla creatura, la Vite dai tralci, e dato che esse dividono anche gli uomini fra loro perché ognuna é convinta di possedere la Verita e quindi Dio, e dato che il significato di Satana é quello di Divisore, la conseguenza di tutto questo é che le religioni sono un negativo, una sofisticata fenomenologia dell'egoismo umano, e quindi sono satana.
Se poi uno si prendesse il disturbo di andare ad interpellare la confraternita dei teologi esegeti del Vangelo, sicuramente essi saprebbero mettere a fuoco quei brani della Parola che alludono alla nostra collocazione esistenziale di corpus Domini. Ne metto uno: chi ama, ha il Signore in lui come il Signore é nel Padre. In quel momento si é, insieme, una cosa sola. Proseguendo sull'ipotesi di noi stessi come corpus Domini, (é difficile pensare Dio in altro luogo estraneo alla Vita), essa viene suffragata anche dall'enunciato di S.Agostino che dice: “in interiore homine habitata Veritas? Essendo la Verità una delle determinazioni di Dio, ed essendo Dio in noi, ecco la Verità nel profondo di noi stessi. Ed uno può fare esperienza di questa realtà nel momento in cui sente che qualcuno annuncia delle cose giuste e vere, e le riconosce come proprie, ed ha la sensazione che tali
cose giuste e Vere dimorassero anche ne1 profondo di lui stesso, e che l'interlocutore non abbia fatto altro che trovare la forma per esprimerle.
Attraverso l'altro, e l'altro attraverso di noi, la Verità si chiarisce e si esplicita all'interno di noi stessi, che la ospitavamo in forma meno determinata. Questa esperienza può alludere alla realtà che la Verità, mentre é in noi a1 tempo stesso ci supera, perché é una potenzialità comune a tutti gli uomini; che noi siamo, quando amiamo e condividiamo, il 1uogo ed il tempo di Dio nel mondo; che noi siamo lo strumento indispensabile a Lui per entrare nell'esistenza, nella vita, e portare la ricchezza dei doni dell’Amore incarnato a tutti i viventi.
In questo quadro ecco la ridefinizione del Padre nostro, che non é più nei cieli, nella materia e nel vuoto dell'universo, ma é nel profondo di noi stessi. “Caro Padre, che sei presenza implicita e silenziosa in noi, siamo noi a dover fare santo il Tuo nome, a dover costruire il Tuo regno, a dover dare corpo alla Tua volontà, che é Amore, in ogni luogo e in ogni tempo, amando. I frutti del Tuo amore per noi ci arrivano dalle mani dei fratelli, e noi siamo le mani che portano a loro i frutti del Tuo amore per loro. Aiutaci a capire questa Verità, ma facci soprattutto strumenti del Tuo amore per ogni vivente, anche se non sappiamo di esserlo. Che la nostra gioia sia, come la Tua, la stessa Tua, nel dare gioia”. Saremo allora atomi di quell'Amore gratuito che nessuno riuscirà ad imprigionare nella morte, che non rimarrà chiuso nel sepolcro, che troverà sempre chi gli da intelligenza e mani per liberare il creato dalla sofferenza e dal male, e per portare a tutti i viventi, anche ai minimi, il necessario e la gioia.
Mario Mariotti


Domenica 14 Novembre,2010 Ore: 12:54
 
 
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