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www.ildialogo.org Una domenica infelice,di Mario Mariotti

Una domenica infelice

di Mario Mariotti

Ormai la messa, per me,é diventata un momento di riflessione teologica. Siccome penso che solo la prima parte, la liturgia della Parola, sia "Messa" secondo il progetto del Signore, cioè Parola mandata a noi perché, usciti dalla chiesa, facciamo il mondo esterno secondo Lei, e siccome penso che la seconda parte della messa sia ancora Antico Testamento, alienazione religiosa dalla quale il Signore vuole liberarci, quando sono a messa io mi concentro a riflettere sulla Parola, sulle Letture della domenica.
Quest'ultima, la seconda di quaresima, e stata per me un'esperienza micidiale: ho avuto l'impressione quasi, se non proprio di sentir bestemmiare, e di sentir bestemmiare il Dio di Gesu, (il Padre buono che affida la sua esistenza nel mondo a noi, non certo fatti, come pontifica la Bibbia, a sua immagine e somiglianza, ma per lo meno di sentir parlare d’altro rispetto a quello che ci vuol far sapere il Signore. 1° Lettura. Dio dice ad Abramo di tagliare in mezzo, di squartare, una bella fila di animali; e poi, sotto forma di fiaccola ardente, Lui attraversa gli animali divisi, e stipula con lo stesso Abramo un'alleanza, e gli promette il possesso della terra fra il fiume d'Egitto e l'Eufrate.
Noi, che sappiamo che Dio é padre buono, che non vuole sacrifici ma misericordia, e lo sappiamo perché ce l'hanno detto Gesù ed i Profeti quando erano in forma, come facciamo a dire che questa lettura della Genesi sia Parola di Dio? Intanto il Padre è creatore non solo di noi, ma anche delle bestioline, per cui non é certo contento quando noi crediamo di fargli piacere e di placarlo squartando delle povere bestioline.
Poi passiamo all'Alleanza. Quest'ultima implica strutturalmente un rapporto privilegiato fra due soggetti, e questo in genere a danno di altri soggetti. Per il Padre, invece, come per ogni padre degno di questo nome, niente rapporti privilegiati con qualcuno dei figli, che poi si ritrova separato dagli altri; noi siamo tutti figli, uguali fra noi, e quindi l'alleanza e con tutti. Neppure sentir parlare, poi, di possesso della terra; anche quest'ultima dono per tutti i viventi, e non destinata ad essere preda degli avvoltoi seguaci di Mammona.
Passiamo alla 2° Lettura, la lettera di San Paolo ai Filippesi. "La nostra cittadinanza é nei cieli, e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesu Cristo. Imitate me stesso, perché molti si comportano come nemici della croce di Cristo .... e non pensano che alle cose della terra". Anche qui, per me, va bene si e no solo la punteggiatura: se noi ci collochiamo nei cieli, e da lassù aspettiamo il Salvatore, allora il Signore si é incarnato per niente, sulla terra tutti i casini possono succedere, perché essi ci servono per purificare l'animaccia nostra, e noi, da perfetti alienati, aspettiamo una salvezza che deve essere costruita invece proprio in questo nostro schifoso mondo e proprio dalle nostre mani. Tutti poi dovremmo essere nemici della croce di Cristo, perché essa é un assassinio, messo in atto dalle iene della Verità per mantenere i propri privilegi, e mi riferisco a tutte le caste sacerdotali del Pianeta, e tutti poi dovremmo pensare proprio solo alle cose della terra, perché é qui che si gioca l'incarnazione dello Spirito, e questo al fine di trasformare la nostra terra in Regno, in un mondo compiuto tutto secondo amore.
Ed eccoci, infine, al Vangelo di Luca, con l'episodio della Trasfigurazione. Quest'ultimo, secondo me è più che probabilmente costruito, e costruito da chi del Signore campanava ancora poco o niente, anche se voleva affermare la Sua superiorità nei confronti di Mose. Intanto il Signore da una
parte, e Mose ed Elia dall'altra, non sono neppure lontani parenti. Il Primo, infatti, è paradigma della resistenza non violenta contro le iene della Verità, contro coloro che la Verità la travisano e la usano
invece di servirla e materializzarla, contro coloro che costruiscono un Dio funzionale a loro stessi, e Lo usano per avere prestigio, potere e ricchezza; i secondi, col pretesto di avere Dio dalla propria parte, di avere Dio come proprio alleato, usano tranquillamente e beatamente la violenza contro i propri nemici, quando possono li massacrano, e poi mettono a punto una religione di formule e precetti che porta anche a forme di culto assassino, come quella della lapidazione di chi lavora di Sabato e delle adultere, e a forme di emarginazione dei malati considerati impuri, vedi lebbrosi, praticando violenza e imponendo sofferenza proprio in nome di Dio. É allora molto improbabile che i tre personaggi parlino in armonia fra loro, perché parlerebbero di un esodo, (l'assassinio del Signore); che i secondi certo non capiscono perché essi la Verità la usano a proprio vantaggio, mentre il Primo la testimonia e la serve a costo della propria vita.
Un'altra notazione necessaria é poi la seguente: mentre il Signore e laico, e ci vorrebbe liberare dalla religione, e pone il rapporto con gli affamati e gli assetati quale criterio per il giudizio finale, e chiama sé stesso Figlio dell'uomo, quelli che lo accostano, il Signore, vogliono dargli autorevolezza proclamandone la natura divina, facendone un eletto un “supermann” dai poteri miracolosi, un Messia che si metterà dalla loro parte e li farà prevalere sui propri nemici. In definitiva, mentre il Signore fonda la sua forza ed autorevolezza sulla Verità, e si umanizza, e dice che noi faremo cose più grandi delle sue se ci ameremo come Lui ci ama, noi cerchiamo di divinizzarlo rispedendolo nell'alto dei cieli, in modo che non ci disturbi nell'al di qua e salvi l'animaccia nostra nell'al di là.
Come dicevo all'inizio, ascoltando queste tre Letture unificate dal timbro di Parola di Dio, a me é sembrato quasi di sentir bestemmiare il Dio di Gesù, e mi chiedevo e mi chiedo se sono io a dare i numeri o se é S.R.Chiesa a conoscere ancora ben poco del Signore stesso. Poi do come vera questa seconda ipotesi: i sacerdoti di un Dio che é stato assassinato dai sacerdoti perché voleva liberare gli uomini dai sacerdoti, dalla religione è molto improbabile che riescano a riconoscere e ad annunciare il Signore ed il suo progetto: quella laicità fraterna e solidale, quel comandamento del fare agli altri ciò che si vorrebbe ricevere da loro, cioè amore e condivisione, che non ha bisogno del sacerdozio, (é l'uomo che deve essere sacro all'uomo), e vuol farci capire la nostra collocazione e il nostro impegno in quanto mani di Dio. Questo compito, cioè la conversione degli uomini dalla religione alla “laicità etica”, riuscirà mai, dentro o fuori dalla chiesa ad avere futuro?
Mario Mariotti


Domenica 04 Aprile,2010 Ore: 16:26
 
 
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