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www.ildialogo.org 17 giugno 2018,di padre Aldo Bergamaschi

17 giugno 2018

di padre Aldo Bergamaschi

Pronunciata il 16 giugno 1985
Marco 4,26-34
Gesù aveva un doppio modo di esprimersi? Con la folla raccontava delle parabole. La parabola si avvicina molto al linguaggio orientale. Non so che cosa avrebbe detto Aristotele se avesse ascoltato questo modo di esprimersi, dove cioè i concetti navigano dentro alle immagini. Noi diciamo che con il pensiero greco c'è stato un progresso circa la specificazione e la delimitazione di ciò che è il mondo del nostro pensiero quando si trasmette agli altri. Concetti e non immagini. Ma forse le parabole di Gesù avevano esattamente il compito di agganciare l’attenzione di gente che altro linguaggio non conosceva forse, con i discepoli usava invece il linguaggio della chiarezza concettuale dove cioè le idee non vengono mescolate con le immagini ma vengono dette così con la pura parola, anzi scegliendo quelle parole che sono più adeguate al concetto che si vuole esprimere.
E allora che cosa avranno capito i discepoli, che cosa avrà capito Marco? Mi sto domandando cosa avrà capito Marco dai racconti appunto dei discepoli.
Guardate: queste due parabole che apparentemente sembrano innocue contengono una violenza, di cui oggi vi parlo, che se non è colta nella propria specificità rischiano di diventare il manifesto di tutte le guerre e di tutti gli etnocentrismi possibili in questo mondo.
Vediamo che cosa forse voleva dire Gesù con la prima. Il regno di Dio è una iniziativa che viene dall'alto, è un seme gettato dentro alla storia Ma attenzione; quando parliamo di storia, non dobbiamo intendere le istituzioni! Quando Parliamo di storia dobbiamo intendere il mondo umano, vale a dire la razionalità individuale e sull'altro versante la coscienza della persona.
Voi un seme non lo gettate in un sasso! lo buttate sulla terra, ecco che cosa vuol dire allora questo seme gettato dentro la storia; e lì dentro quella coscienza, dentro a quel pensiero deve operare i suoi rivolgimenti.
E adesso allora quale è il pericolo di chi ascolta un discorso di questo genere. Il pericolo è sempre
quello che vi ho detto già da molte volte: il mi-ra-co-lis-mo, vale a dire pensare l’intervento di Dio nella storia in maniera miracolistica, di tipo esterno, in cui Dio si mette a capo di un esercito o delega qualche capitano a rappresentarlo.
La lettura che il Vecchio testamento che fa di Dio all’interno della storia è di questa specie. Allora facciamo attenzione. O questo flusso è interrotto, e voglio credere che Gesù utilizzasse le parabole per spezzare questo flusso maledetto, o diversamente ahimè anche l’evangelista Marco si è rimesso all’interno di questa logica. E allora abbiamo il cristianesimo che abbiamo sotto gli occhi. Una forza storica in mezzo alle altre forze storiche che sgomita, da calci, cerca insomma uno spazio per non essere travolto da altre religioni, da altri ideologie che hanno dentro il loro ventre lo stesso germe di corruzione. Avrò modo di spiegare meglio.
Lasciatemi adesso finire l’analisi della parabola. Il regno di Dio, vuol dire Gesù, è come la vegetazione in un deserto; lo fa diventare un'altra cosa, una novità senza colpo ferire senza conquistare nulla ma trasformandolo. Mentre, Alessandro Magno conquista terre e terre deserte, allarga il suo dominio, ma non introduce nulla di nuovo. Ecco il parallelo nell'ambito storico.
Brutalmente, Gesù verrebbe a dire: coloro che credono in me hanno un solo compito, non quello di dominare il mondo, non quello di divulgare in tutto il mondo se stessi, ma di mostrare attuata la mia parola. Questo seme deve dare al deserto la pianta, non deve pensare di dominare tutta la terra.
E allora ecco la presenza di Dio nella storia attraverso la conquista attraverso il dominio, attraverso cioè l’imposizione. E sul fronte laico non c'è bisogno di dirlo, abbiamo appunto la lezione Hegeliana che poi è assunta pari pari da Marx e che poi viene assunta dal comunismo ufficiale. Qui non parlo male, qui dichiaro soltanto dei fatti; il quale comunismo trasformandosi in una ideologia è diventato a sua volta una religio armata. Dove non ci si propone più di risolvere i problemi, ci si propone di occupare lo spazio e questa purtroppo è la dannata situazione in cui vengono a trovarsi anche i partiti, dentro alla nostra Italietta, chiamiamola così
Seconda parabola. Viene il sospetto che Marco abbia tradotto in linguaggio etnocentrico le immagini di Gesù che tendevano a presentare il messaggio come una novità e non come una conquista. Vorrei farvi un esempiuccio per farvi capire ancora meglio questo concetto, sperando che il mio non sia un linguaggio parabolico. Come si fa a fare sparire dalla circolazione le diligenze. Mi metto nei panni di coloro che vivevano un secolo fa. Per fare sparire le diligenze, ci mettiamo dietro l’angolo della strada con un archibugio e poi quando avanzano noi spariamo e uccidiamo tutti i cocchieri del mondo e cosi finalmente queste diligenze spariranno dalla circolazione. No, disse Barsanti, le diligenze io ve le faccio sparire senza colpo ferire, io inventerò il motore a scoppio. Ecco con chi ha fatto la guerra Barsanti! ha fatto la guerra contro la ignoranza e ha invento il motore a scoppio che supera le distanze senza bisogno di cavalli, senza bisogno di null’altro fuorché di un poco di petrolio. Ecco quali sono le vittorie, le vittorie sono le soluzioni e non le conquiste.
Bene dicevo: Marco è espressione di una comunità e allora viene il dubbio questa seconda parabola, e anche un po' la prima, sia contaminata soprattutto con la citazione dell'ultima frase poi con la falce in mano quando viene la mietitura qui c'è un riferimento a un profeta. Il profeta Gioele. Dunque la seconda parabola è frutto della comunità cristiana? qualcuno tende a pensarlo, perché
in essa sarebbe nato il secondo vangelo, cioè quello di Marco. Questa comunità cerca la consolazione in questa specie di crescita del seme gettato da Gesù. Ci sono anche oggi delle sette che fanno i medesimi ragionamenti? È piccolo questo seme, ma può diventare, anzi diventerà un albero dove gli uccelli nidificheranno, ve lo diciamo noi, state tranquilli, vedete la tentazione etnocentrica? L'Evangelista pensa probabilmente a Ezechiele e all'inserimento di tutti i popoli nella Comunità di Gesù. Dunque sarebbe questo il trionfalismo etnocentrico.
Per dimostrarvi come la tentazione di pensare il proprio gruppo come prescelto da Dio, per portare la salvezza al mondo. Questa è la parola, ma è ovvio che bisogna tenerla dentro al criterio di Gesù, la parola salvezza, invece noi la trasformiamo sempre in una occupazione di tipo etnocentrico.
Allora in questa concezione veterotestamentaria che rischia di infiltrarsi all'interno della concezione di Gesù, Dio è concepito come un essere onnipotente che ronza attorno alla storia con dei fini da raggiungere. Forse molti di noi concepiscono Dio così, forse molti bambini ai quali insegniamo la storia sacra o ai quali abbiamo spiegato il concetto di Dio concepiscono Dio in questo modo. Dunque un essere onnipotente che ronza attorno alla storia con dei fini da raggiungere. E così la storia diventa una catena di consegne che non prevedono mai l’affratellamento, ma una affermazione messianica di parte. Ma si può prevedere l’affratellamento se noi prevediamo di occupare tutto lo spazio e non di risolvere i problemi? Questo lo dico al cristianesimo storico, lo dico al musulmanesimo e lo dico alle altre religioni e lo dico alle ideologie che hanno come punto di riferimento la fratellanza e la giustizia.
Ecco io mi domando come un Dio concepito in questo modo se sia mai possibile raggiungere la fratellanza. No, c'è solo un'idea nella testa, il dominio messianico di parte il grande albero su cui tutti gli uccelli del mondo dovranno andare che dovrà fare ombra a tutto l’universo.
Bene, Gesù rifiuta questa concezione di Dio e comincia a chiedere agli uomini una metànoia. Non a caso mi viene in mente adesso, quando comincia la sua predicazione dice: il regno di Dio è vicino, convertitevi.
E la storia sarebbe concepita in questo modo, un Dio che si dà da fare a mettere a posto dei pezzi a scartarne altri a tenere divisa l'umanità i buoni e cattivi e a mettersi lui a capo dei cosiddetti buoni. Dunque la presenza di Dio dicevo non è nella storia, nella visione di Gesù, ma nella coscienza, intesa come luce universale. E il Dio di Gesù è presente come un ideale da attuare non come un capo che guida un popolo contro un altro popolo, come se il mondo umano fosse una foresta vergine in cui la lotta per l’esistenza è spietata. Oppure nel mondo vegetale oppure nel mondo animale, dove appunto la lotta per l'esistenza è senza quartiere. Ma voi mi direte se quel mondo non lo ha creato Dio? Ma dobbiamo distinguere ciò che è il mondo infraumano e ciò che è l'uomo.
Ora questo ha creato grossi problemi alla mente umana. Come mai il lupo mangia la pecora.
i pesci grossi mangiano i pesci piccoli. Questo sistema è frutto di una mente o no.
Certo il teista non ha difficoltà ad ammetterlo, il filosofo che mise in difficoltà il teista, è stato Hegel il quale ha detto che voi teisti dite che Dio ha creato il mondo perché non volete ammettere che Dio sia presente anche nella storia, e allora perché non dobbiamo paragonare la partita di caccia di uno sparviero che di buon mattino si lancia dalle rocce e va a cercare gli uccellini più piccoli e li cattura e li porta nel suo nido, cosa avete da obbiettare? Niente, perché dunque non possiamo paragonare tutto questo al mondo della storia dove un Napoleone parte e dice io vado ad occupare tutta l'Europa. La sua partita di caccia sarebbe questa. Certo i teisti insorgono e dicono, ma un momento, questo Napoleone commette degli omicidi, ma non che se voi non ammettete che Dio è presente nella storia così come è presente nella natura voi cadete in una gravissima contraddizione, perché non sapete più spiegarvi queste cose.
Avevo altre cose da dire, speriamo di avere detto quel minimo che possa mettervi sull'allarme leggendo queste due parabole così semplici, cosi brevi, cosi anche chiare sotto un certo profilo, ma ripeto contaminate forse da questa mentalità etnocentrica



Domenica 17 Giugno,2018 Ore: 11:09
 
 
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