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www.ildialogo.org Una catechesi sul concetto di essere,di padre Aldo Bergamaschi

3 giugno 2018
Una catechesi sul concetto di essere

di padre Aldo Bergamaschi

Omelia pronunciata il 13 giugno 1982
Marco 14, 12-16.22-26

Oggi celebriamo la festa del Corpus Domini. Credo che nessun cristiano al mondo metta in dubbio la presenza di Gesù nella eucarestia. Ma quando si tratta di stabilire in che cosa consiste questa presenza o come si attui questa presenza, allora ho l'impressione che ognuno di noi abbia una opinione propria e credo che ritorni lo stesso problema posto dalla Risurrezione. Voi mi direte: ma non è sufficiente credere che Gesù sia nell'eucarestia? É sufficiente e non é sufficiente, perché se il nostro modo di concepire questa presenza non è un modo corretto, un po’ alla volta rischia di erodere o corrodere il concetto stesso fondante della presenza di Gesù nella eucarestia.

Anche dei grossi cervelli si sono misurati sulla faccenda, per esempio, secondo la concezione fisicistica - che io oggi combatterò - un grande pensatore come Cartesio immaginava che Gesù fosse presente nell'eucarestia in maniera minimale, in modo che, se noi avessimo un microscopio di proporzioni colossali, guardando dentro all'ostia, saremmo riusciti a vedere questo tipo di presenza. Cosa enorme per un pensatore come Cartesio, che ha messo in dubbio persino là che le cose fossero indipendenti dal nostro io; egli pensava, appunto, che Cristo fosse presente nell'eucarestia nel modo che io vi ho detto. Il che è assolutamente inaccettabile.

Ora, avanzerò una opinione che potrebbe anche essere di un determinato autore, ma che sta diventando una specie di opinione presso i pensatori. È opinione diffusa, che le relazioni personali e spirituali sono più reali di quelle fisico materiali. E quindi, considera il pane e il vino dell'eucarestia partendo dal loro rapporto di relazione. Pare che Maometto abbia proibito la coltivazione della vite nell'area dove arriva il musulmanesimo, perché i cristiani non avessero la possibilità di pensare a costruire l'eucarestia. Infatti, se voi non avete il vino non potete assolutamente costruire l'eucarestia. La questione del pane, non é un cibo universale e tanto meno lo era all'epoca di Gesù Cristo. Quindi, in parecchie aree del mondo, il cibo fondamentale non è, né il pane, né il vino, che è una bevanda dell’area mediterranea. Allora, essere vero, essere buono, avere un senso per, sarebbero concetti convertibili. Qualcuno mi dirà che parlo arabo, a questo punto. Sì certo, allora una piccola catechesi sul concetto di essere.

Nella nostra civiltà occidentale, i due che contestano questa concezione del mondo, sono Marx e Nietzche, per i quali le cose non avrebbero significato alcuno, perché siamo noi a dare un significato alle cose. Noi teisti, per stabilire che questa è una cosa, partiamo semplicemente dal principio della osservazione del dato di fatto. Ma per stabilire che cosa è questa cosa, noi partiamo dal principio creazionista e diciamo: dietro alle cose c'è un pensiero divino, questo pensiero divino ha dato origine alle cose e noi guardando le cose ci accorgiamo che le cose hanno questa struttura; vale a dire, che c'è una identificazione fra il concetto di essere e di vero, sono veri quanto sono relazionati a una mente divina, sono buone in quanto partecipano della bontà divina.

Poi qualcuno aggiunge anche che sono belle, ma io mi ritraggo da questo tipo di discorso. Teniamo fermo invece quegli altri attributi dell'essere. Sono uno, sono vere e sono buone. Ma se per ipotesi, dovesse saltare la convinzione che dietro alle cose c'è una intelligenza divina che le produce e le porta all'essere, queste foglie che io vedo, questi mattoni, diventano delle realtà indecifrabili. Se qualcuno volesse avere la prova più tangibile di quello che dico, si rilegga la famosa pagina di Sartre, in cui il suo personaggio Rocantin, se ben ricordo il nome, si trova nei giardini di Parigi, è seduto su una panchina e poi guarda le radici di un albero. A un certo momento queste radici diventano dei mostri, perché Sartre si rifiuta di accettare la distinzione fra essenza ed esistenza e allora le radici di quell'albero diventano un mostro, di cui egli non sa più dare assolutamente la definizione.

Ecco allora, sganciamo tutte queste realtà da una mente divina che le ha prodotte e voi vi trovate nelle condizioni di Marx e nelle condizioni di Nietzche, siamo noi che diamo un significato alle cose. Applicatelo all'uomo e poi ditemi che cosa potrebbe accadere. Allora se siamo noi i padroni assoluti del significato delle cose siamo i padroni e possiamo anche manipolarle. Allora, le cose hanno nel loro proprio essere un senso per qualcuno: Dio per il teista, l'uomo per colui che teista non è, un senso o significato originario che è proprio della stessa realtà perché senza questo aver senso “per” una cosa non è ciò che è. Io vedo una persona che mi passa davanti soltanto se io credo che quella è una persona, quella persona ha un significato per me. Se sono fuori dallo specchio dell'amore, quelle persone sono assolutamente inesistenti, anche se io dò loro la mano, anche se io parlo con loro, anche se io sono seduto accanto a loro, vuoi in treno, vuoi anche qui a messa. Per esempio, se prendiamo un tempio greco, é rispettivamente qualcosa di diverso per il costruttore, per l'architetto che lo ha costruito, per quelli che vi prestano il culto, per quelli che credono in questo culto e per noi turisti moderni.

Altro esempio, per un musulmano il venerdì ha un significato diverso da quello che noi diamo allo stesso giorno, per un ebreo il sabato ha un significato diverso da quello che noi attribuiamo al sabato, anche se poi noi cristiani abbiamo dato la benedizione a tutti, perché poi il venerdì facciamo digiuno, il sabato è il giorno della Madonna e poi la domenica che non significa nulla per un musulmano e per un ebreo, diventa per noi il giorno del Signore. Così abbiamo fatto il piglia tutto. L'uomo stesso è inserito essenzialmente in questa variazione di relazione, ma questa variazione non dipende totalmente da lui, è l'essere stesso delle cose che cambia quanto cambia il rapporto di relazione. Si può dire che il tempio ha subito una transustanziazione storica. Come vedete mi avvicino al discorso.

Transustanziazione: si dice che non c'è più la sostanza del pane e del vino, che è passaggio di sostanza, è diventato il corpo e il sangue di Gesù Cristo. Allora voi vedete che anche noi teisti andiamo attorno alle cose sotto un certo profilo le sradichiamo dalla loro realtà fattuale e le facciamo diventare qualche cosa di altro. Prendiamo l'esempio più comune, una stoffa colorata, che è una pura decorazione, ma quando uno Stato, un popolo decreta di farne la bandiera nazionale, quella stoffa non è più realmente e oggettivamente la stessa cosa.

Siamo arrivati oramai ad un punto nodale. Anche nell'eucarestia abbiamo una nuova specificazione, non però ad opera di un uomo o di un gruppo di uomini (voi vedete che faccio fuori anche la Chiesa in questo caso, faccio fuori tutti, anche gli apostoli evidentemente) ad opera di Gesù Cristo stesso. Ecco così abbiamo pacificato coloro che pensavano che io fossi già andato un po' fuori dalla ortodossia; il rapporto di relazione da Lui creato essendo Dio, è per i credenti vincolanti e produttore di essere. Chi invece in quanto non credente, non la vede così, non accetta quella attribuzione di significato a quel pane e a quel vino, si pone al di fuori della realtà oggettivamente presente. Questa è una interpretazione moderna della transustanziazione.

L'autore che l'ha formulata l'ha chiamata una ipotesi di lavoro, ma poi si é visto che sta diventando più che una ipotesi di lavoro. Ricordate quando parlavo della risurrezione e continuo a dirvi che non la si deve più concepire coma una rianimazione di cadavere, ebbene, anche qui con l'eucarestia probabilmente siamo arrivati ad un punto in cui tutte le crisi intellettualistiche, o le crisi del pensiero attorno a questa realtà, potrebbero trovare la loro pacificazione con questo tipo di spiegazione.

Allora torniamo alla domanda: Gesù è presente nell'eucarestia? Sì, certo. Come? In maniera fisicistica, oppure in un rapporto di relazione vitale che è primario rispetto ad un culto che immagina invece un Cristo fisicamente presente, seppure nascosto come se fosse una virtù magica all'interno di questa piccola ostia o all'interno di questi pochi grammi di vino. Vediamo rapidamente di riassumere quello che avrei voluto dirvi in questa ultima parte. Il mondo lo vedete anche voi, sembra diventato oramai una costellazione di gruppi che attribuiscono significato a dei simboli: clubs, associazioni sodalizi, tifosi del calcio, eccetera. Badate, è semplicemente in sede di analisi che io parlo, sacrificano tutto a questo simbolo, a questo simbolo che è il pallone.

Il pallone non semplicemente un pezzo di cuoio, ma è il corrispettivo di quella bandiera di cui vi ho parlato questo è l'errore. Abbiamo già fatto un passaggio enorme dalla realtà, ed é diventato una realtà mostruosa probabilmente dove l'onesto gioco non ha più significato alcuno. Dove oramai abbiamo una divinità che ha assorbito tutto questo tipo di reale e trasformando la realtà simbolica ecco che trasporta le masse in una follia collettiva, pronti anche a fare una guerra.

Il torto dei cristiani è quello di non mostrare sul piano storico l'esito della loro fede nell'eucarestia che viene scambiato per un simbolo, e non ti rendi disponibile per rinunciare, ma semplicemente utilizzi una concezione fisicistica del Cristo per poterlo contrapporre a qualche cosa d'altro. L'eucarestia, avrebbe invece il compito di mutare la natura dei credenti e non di creare in loro un godimento soggettivo lanciandoli in un confronto di tipo storico.

Ritorno alla questione delle processioni del Corpus Domini, ma io quando ascolto i discorsi di quelli che sono tornati a casa dalla processione, mi faccio esattamente la convinzione che questo fenomeno é parallelo a quell'altro. Sicché si torna a casa, non come una persona mutata, e questo sarebbe il compito dell'eucarestia, ma un Gesù fisicamente ancora portato in giro come se fosse un leader. Immaginate in Galilea, ricordate quando Gesù su di un asinello... dovremmo esaminare la questione, evidentemente. Qui invece, ecco che Gesù diventa un leader, non più Gesù eucaristico che si é preoccupato di mutare 1a sostanza dell'individuo, no queste persone restano le medesime e utilizzano il Cristo per buttarlo in faccia a qualcuno per farne una bandiera di vittoria per contrapporlo a qualche altra realtà.
 



Venerdì 01 Giugno,2018 Ore: 19:28
 
 
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