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www.ildialogo.org La concezione provvidenzialista,di padre Aldo Bergamaschi

11 marzo 2018
La concezione provvidenzialista

di padre Aldo Bergamaschi

Pronunciata il 13 marzo 1988
Giovanni 3, 14-21


I passi che abbiamo letto, non so quale effetto vi abbiano fatto, qui siamo in un contesto liturgico dove si da tutto per scontato. Per esempio la concezione di Dio di tipo miracolistico e provvidenzialistico, noi la ritroviamo ripetuta nel Vecchio Testamento e lo devo riconfermare: la concezione che gli ebrei avevano di Dio nel vecchio testamento, è una concezione aberrante da mettere sul piatto di tutte le altre religioni. Con qualcosa in più: una forma di etnocentrismo esasperato che ha dato origine in questo occidente e in tutto il mondo alle gravissime distorsioni compiute nei confronti degli uomini.

Abbiamo letto cosa dice Ciro re di Persia: Il Signore dei cieli, Dio dei cieli, mi ha consegnato tutti i regni della terra. Qui la cosa viene voltata dal punto di vista degli ebrei, loro credono che sia stato il loro Dio a suggerire a Ciro, il fatto di dar loro il permesso di costruire il tempio di Gerusalemme. Ecco tutta la concezione provvidenzialistica dove si attribuisce a Dio la sconfitta o la vittoria, mentre questa concezione errata di Dio, della nostra testa malata, produce tutti i disastri, le deportazioni, l’olocausto. Mentre Gesù è venuto a correggerci nel punto vitale, quello che è il movimento del nostro pensiero, cioè a cambiare la concezione di Dio che l’uomo si è forgiato lungo i secoli.

Quello di Nicodemo è certamente uno dei passi più belli di tutto il Nuovo Testamento, ma peccato che abbiano trascurato di mettere la prima parte del colloquio, laddove Gesù dice a Nicodemo che bisogna rinascere, e lui capisce che bisogna ritornare nel seno della madre; aveva capito male naturalmente. La rinascita di cui si parla è una rinascita di ordine spirituale, cioè è nel nostro cervello, che ci qualifica, in quanto specie privilegiata, dove si forgia l’idea di Dio, l'idea di prossimo, e dove bisogna cominciare a portare il bisturi come ha fatto Gesù.

Poi, nello stesso passo: Come Mosè innalzò il serpente nel deserto... Qui il problema è di vedere se la frase é detta da Gesù, come e fino a che punto ci sia la polemica. Mosè ha fatto quella cerimonia per risolvere quel problema, il problema di sempre e cioè che il popolo si mette a mormorare, critica la istituzione. Allora Dio manderebbe il castigo per questo peccato - vedete la concezione provvidenzialistica - Dio non manda nulla, pensate piuttosto di andare dove non ci sono i serpenti.

D’altra parte, l’AIDS è stato interpretato in questo modo da una larga fetta del mondo cattolico, cioè un tipo di provvidenzialismo, quando invece bisogna insistere sul fatto che si tratta di una definalizzazione. Questo è il punto centrale, e sono perfettamente d’accordo anch'io che per scoprire i finalismi nell'esistenza - che sono quelli che danno origine alla vita morale - bisogna fare un atto fideistico.

Su questo piano abbiamo sorprese gravissime, sappiamo che ogni anno in Italia, quasi quarantamila handicappati vengono fuori dal seno delle donne. Perché tutto questo accade? Allora vedete che abbiamo cervello sufficiente per dire alt! Ma qui il punto è drammatico. La medicina dice a certe coppie che è pericoloso che si sposino, perché potrebbero dare origine all’handicap... ma la libertà dell'uomo... Ecco il punto, soltanto un criterio soprannaturale può convincere una persona a mettere rimedio al male. Non solo nell'ordine dello spirito - ed è questo il grande richiamo di Gesù - ma anche nell'ordine fisico. Ma per capire questo ci vuole una conversione, diversamente ci sarà l’idea di Hitler, che non fu poi un'idea sua e che circola ancora nelle coscienze, cioè dobbiamo purificare la razza, e quindi togliere di mezzo quelli che sono possibili portatori di imperfezioni.

I filosofi avevano affrontato il problema in un altro modo, vi cito Platone, il quale adesso è assolutamente attuale. All'inizio della Repubblica, dice che primo compito di coloro che dovranno sovrintendere, sarà quello di controllare gli accoppiamenti. Esempio è presto fatto: voi vedete che il contadino non si permetterà mai di seminare i piselli fuori luna, perché saranno inesorabilmente bacati. Platone è drammatico, dice che nascono i buoni e i cattivi così come nascono piselli buoni e cattivi. Sono buoni quelli che nascono sotto la luna buona, sono cattivi quelli che nascono sotto la luna sbagliata. E allora quando si tratterà di fare gli accoppiamenti bisognerà che noi mettiamo il controllo lì, se vogliamo risolvere i problemi alla radice.

Poi l’altro passaggio del testo evangelico: Dio ha tanto amato il mondo... queste sono parole sacrosante. Invece sul finale c’è un crollo: Chi crede in Lui non è condannato, chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nell'unigenito figlio di Dio. Questo non lo posso accettare. Ai miei Amici storici, che mi accusano di arbitrio e che a interpretare il Vangelo c’è la Chiesa, rispondo che un principio mi costringe a compiere questa retrocessione, è il Principio di non contraddizione.

Qui c'è una contraddizione chiara direi, quasi nelle stesse parole, per cui, avendo voluto diventare più realisti del re, si sono complicate le cose. Questo non è accettabile dal punto di vista teologico, cioè che uno sia condannato per il solo fatto di non credere in Gesù Cristo. No, questo sarà poi spiegato nel famoso capitolo 25 di san Matteo, dove la condanna risulterà per dei fatti ben precisi, cioè per non avere amato, dato da mangiare, da bere, coperto gli ignudi e così via, che è esattamente per le genti, ma non certamente per il fatto di avere creduto in Lui.

Occorre tenerlo bene in chiaro, sicché è di troppo questa frase. Ecco in che cosa consiste la mia allergia al testo evangelico. Voi direte che sarebbe bene discutere con quelli che vanno in giro con le bibbie come quelli di Geova e compagnia. Con costoro, nego che sia di origine divina tutto il Vecchio Testamento, per cui ho già tagliato l'erba sotto i piedi per metà. Venendo al Nuovo Testamento, prima di tutto dobbiamo stabilire se Gesù Cristo voi lo accettate come Dio o meno, poi se è Dio, allora le cose diventano molto pesanti, perché è ovvio che io mi piego soltanto a quello che Dio dice con esattezza.

E qui, mi trovo d’accordo con tutta la esegesi, anche gli esegeti più ortodossi vi diranno che i testi evangelici, non vanno considerati come delle fonti, ma come delle testimonianze. Il mio tentativo è di andare a localizzare, ma per andare a localizzare quello che non posso accettare, ve l'ho detto, non lo faccio di mia testa, lo faccio sollecitato dal Principio di non contraddizione e da una conoscenza ben precisa di quella che è la struttura del pensiero di Gesù che si ricava in modo chiaro in altri testi.

 



Domenica 11 Marzo,2018 Ore: 10:09
 
 
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