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www.ildialogo.org L'alternativa all'istituzione? Gesù,di Padre Aldo Bergamaschi

L'alternativa all'istituzione? Gesù

di Padre Aldo Bergamaschi

28 gennaio 2018

Omelia pronunciata il 31 gennaio 1982
Marco 1, 21-28
 
A Cafarnao entrato proprio di Sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: Che c’entri con noi, Gesù Nazzareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio. E Gesù lo sgridò: Taci! Esci da quell’uomo. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono! La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.

Per dimostrarvi come sia vero e non sia vero che Gesù è il profeta annunciato dallo stesso Mosè secondo la storiografia del Nuovo Testamento, questa notazione soltanto. Osservate il finale della prima lettura, Deuteronomio: Ma il profeta che avrà presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato o che parlerà in nome di altri di quel profeta dovrà morire. L'insegnamento di Gesù non è questo. Gesù dice Attenzione ai falsi profeti, ma non dice mai di metterli a morte. Nell'ipotesi che una istituzione criticata da Gesù, la sinagoga, alla quale Egli ha sostituito un'altra istituzione, che noi chiamiamo Chiesa, nell'ipotesi che questa Chiesa dovesse ripetere gesti di questo genere, allora voi capite che ognuno di noi dovrebbe essere impegnato a diventare un altro Cristo, per riprendere il discorso di una rivoluzione che ahimè purtroppo si é chiusa troppo presto.
Passiamo al testo. Il significato di questo passo non va colto nei singoli episodi, ma nell'alternativa che Gesù fa di sé alla istituzione. Dottrina nuova insegnata con autorità a nome proprio, come solo un Dio può fare senza rimandi. Certo ogni cristiano dovrebbe insegnare senza rimandi, perché ognuno dovrebbe essere Dio, giacché colui che si è fatto uomo, il Dio fatto uomo, avrebbe dovuto fare in ogni cristiano questa identificazione.
Il cristiano dovrebbe, in teoria, porre al mondo gli stessi interrogativi di Cristo, e invece siamo alla solita dilacerazione; ormai il lamento é corale, credo in Cristo, non nella istituzione che lo gestisce: con Cristo sì, con i preti no. La spina al fianco del cristianesimo reale è Cristo stesso e il cristiano che ama Cristo più della istituzione, perché la istituzione che lo porta tende a identificarsi con Cristo in tutte le sue scelte storiche, anche quando sbaglia, sbagli riconosciuti si capisce a distanza, ecco che si blocca il rinnovamento con questa identificazione.
Adesso vi leggerò il passo del testamento di Ignazio Silone, questo personaggio interessante della letteratura e del mondo politico italiano. Non sto a dirvi come egli si sia staccato dal comunismo reale, un uomo che aveva visto con gli occhi giusti. Non ha aspettato quaranta o cinquant'anni per vedere in che cosa consisteva l'equivoco di una rivoluzione. Ecco che cosa dice nel testamento: Non desidero alcuna cerimonia religiosa, né al momento della mia morte, né dopo, é una decisione triste e serena seriamente meditata. Mi pare di avere espresso a varie riprese con sincerità tutto quello che sento di dovere a Cristo e al suo insegnamento. Riconosco che inizialmente mi allontano da lui (badate, da Gesù Cristo...), l'egoismo in tutte le sue forme, dalla vanità alla sensualità.
Ecco la grandezza onesta di questo uomo: mi sono allontanato da Cristo. Silone era giovane e anche lui avrà dato i suoi bacetti, però ammette chiaramente che si tratta di sensualità, vanità e sensualità. Poi: Devo però a Cristo e al suo insegnamento, di essermi ripreso anche standomene esteriormente lontano; mi è capitato alcune volte di mettermi in ginocchio nella mia stanza, semplicemente senza dire nulla, solo con un forte sentimento di abbandono: un paio di volte ho recitato il “Pater Noster”. Un paio di volte ricordo di essermi fatto il segno della croce, ma il “ritorno” non è stato possibile. Ritornare neanche dopo gli aggiornamenti del recente concilio, la spiegazione del mancato ritorno che ne ho dato è sincera. Mi sembra che, sulle verità cristiane essenziali si sia sovrapposto, ne1 corso dei secoli, una elaborazione teologica e 1iturgica di origine storica che le ha rese irriconoscibili. Il cristianesimo ufficiale, è diventato una ideologia, solo facendo violenza su me stesso, potrei dichiarare di accettarlo, ma sarei in mala fede. 
Ecco un gemito che fa gemere ecco una persona onesta che deve ammettere che il punto di riferimento è Cristo, ma non vede chiaro ciò che attorno a lui storicamente si è costruito. E in questo concordo. Non concordo laddove, se veramente io credo in Cristo e nel suo insegnamento, devo mettermi all'opera per compiere ciò che Lui ha compiuto; istituzione o non istituzione, questo non conta.
Allora vi riporterò che cosa è successo con san Francesco che sarebbe esattamente la integrazione di Ignazio Silone. Francesco di Assisi è l'unico caso di eresia accettata dalla Chiesa, perché essa Chiesa, celebra un santo che ricerca la sua ispirazione esistenziale non nelle direttive stesse della Chiesa ma nel Vangelo direttamente. Esso altissimo mi rivelò... Forziamo un momentino il discorso: Francesco fa tutto il rovescio di ciò che fa la istituzione, anzi, di ciò che insegna la istituzione, almeno in tre punti che nessuno dei francescani agguerriti sul piano filologico o sul piano storico potrà contestarmi.
Primo: non si adegua alla guerra santa contro i musulmani.
Secondo: non si adegua nella caccia agli eretici. Non c’è mai un punto in cui si dica che Francesco sia partito per predicare contro gli eretici o per andare a ricercare gli eretici, la sua posizione era ben diversa.
Terzo: ha fatto tutto il rovescio di quanto si insegnava e si praticava sul campo della povertà.
L'unico santo al mondo e anche nemmeno Gesù Cristo ha fatto: ha rinunciato al danaro, perché voleva contestare esattamente il dato storico di quella manipolazione.
Ecco ciò che egli fa, per seguire Cristo e non vuole che la istituzione 1o segua, né critica l'istituzione perché non fa come fa lui. La sua grandezza, e in questo egli si diversifica dagli eretici, perché gli eretici fanno la contestazione, poi vogliono che la Chiesa faccia come fanno loro. Egli si comporta secondo gli insegnamenti di Cristo e non critica la Chiesa perché non segue lui, ed è per questo motivo - caso unico - per cui una eresia è stata assunta dalla Chiesa. Ecco un santo, che costringe la istituzione a santificarlo anche se ha scelto una prassi rovesciata rispetto alla sua.



Domenica 28 Gennaio,2018 Ore: 21:09
 
 
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