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www.ildialogo.org La regola comunitaria,a cura di padre Aldo Bergamaschi

18 settembre 2017
La regola comunitaria

a cura di padre Aldo Bergamaschi

Pronunciata il 6 settembre 1981
Matteo 18, 15-20

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: Se tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo, fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea, e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra alla terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto anche in cielo.
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.



Primo punto: ma le parole che abbiamo letto sono poi tutte di Gesù? Vedete, ritorna questa specie di spada di Damocle. Bene, a conti fatti vi dirò che io personalmente credo che le vere parole di Gesù siano quelle ultime cinque righe che abbiamo letto del testo evangelico.

A ben rifletterci ci si domanda come mai all’interno di una ecclesia, che dovrebbe essere nata o sorta all'insegna della metanoia e della conversione, ci si ritrovi ancora a dovere ammonire qualcuno, a dovere ricorrere a testimoni, a dovere ricorrere all'assemblea, fino al punto da prevedere la estromissione. Si certo, vedremo che é un grande progresso, questo di dire a uno che é entrato liberamente in una istituzione, sottolineo, liberamente in una istituzione. Quindi il rimprovero: riguarda quello che abbiamo stabilito tutti insieme e ti diciamo: ti rimetti fuori, perché se una società é libera, non si vede perché uno deve star lì dentro contravvenendo appunto a ciò che liberamente egli ha aderito.

Storicamente sappiamo come oggi siamo ad una rovina totale della ecclesia e allora dovremo rifare una lettura più profonda e la lettura più profonda sono le parola di Gesù; quelle sue autentiche. Vale a dire, se la ecclesia non c'é, non si può certo ricostituire con dei battesimi, bisognerà riprendere da capo il discorso della conversione.

Prendo come esempio il Manzoni ne I Promessi Sposi: c'è lì una comunità di tutti credenti, non ci sono dei comunisti, non ci sono dei socialisti, non ci sono degli atei, sono tutti credenti, li elenco: Lucia, Agnese, sua madre, don Abbondio il parroco del paesetto, don Rodrigo, anche don Rodrigo non era un ateo, non era un comunista, era un cattolico battezzato! E poi padre Cristoforo, il Cardinale Federigo e tutta l'altra piccola truppa che noi conosciamo.

Cominciamo con una affermazione del famoso filosofo Garaudy di cui avete sentito parlare, il quale, attraverso varie scelte ideologiche, è finito nel musulmanesimo. Ecco cosa disse nel 1970 quando in Francia si celebrò il diciannovesimo congresso del Partito comunista: Crolla - dice Garaudy - ciò in cui io credevo, un partito capace di creare uomini nuovi. Ma, gli uomini nuovi non possono essere creati da un partito, tutti i partiti sono in questa disgraziata situazioni di avere dei principi che sono ritenuti verità e di avere poi degli adepti che da tutte le parti vanno crivellando i principi, distruggendone per così dire, la essenza. La cosa grave è che tutto questo accada anche nella Chiesa. Vogliamo sostituire? Il cristianesimo non é più una novità esistenziale, ma é diventata una religione: questa è l'accusa prima che faccio al cristianesimo storico; quando si cade su quel rango, dopo, tutto è possibile.

Il mondo va male non perché ci sono i cosiddetti cattivi, cioè quelli che noi collochiamo dall'altra parte per delle motivazioni politiche, o per delle scelte esistenziali; e il discorso lo faccio anche ai miei amici comunisti: il mondo va male perché voi non siete comunisti come dovreste essere, perché le ingiustizie ci sono anche fra di voi, perché anche voi siete degli illustri capitalisti nella pratica. Così come dico ai cristiani, che il mondo non va male perché ci sono dei comunisti o perché ci sono degli atei. Il mondo va male perché coloro che hanno alzato la mano e dicono noi siamo cristiani, devono cadere sotto quella che, tecnicamente, viene chiamata regola comunitaria, una regola della disperazione, in cui cioè ci si è accorti che finalmente qui non si pratica più quello che si crede e allora bisogna venire a una limitazione, perché dal punto di vista storico - lo sanno coloro che insegnano - non é mai esistita una pedagogia che non abbia previsto il castigo. Badate che chi vi parla conosce le cose bene, non esiste pedagogia al mondo che non abbia in previsione il castigo. Questo presuppone un certo giudizio sulla natura umana.

Ciò che stupisce nel testo di Matteo che abbiamo letto è l'ipotesi del degrado qualitativo della ecclesia nel singolo. Cristo stesso sembra avere qualche dubbio sulla irreversibilità della metanoia. I dubbi li abbiamo adesso perché diamo il battesimo ai bambini, ma sembra che anche uno che è maturo abbia capito cosa è il rivolgimento evangelico, che cosa è la metanoia, ma vengono dubbi anche costui e a un certo momento caracolla. Gesù era venuto a fondare la sua ecclesia, l'aveva fondata esattamente sulla metanoia; sulla conversione: la conversione è il massimo della lucidità mentale per cui si sceglie una visione del mondo e la si pratica fino in fondo.

Noi siamo tutti nati cristiani perché ci hanno battezzati, per noi è più facile spiegarlo, è un po' più difficile per la prima generazione di cristiani convertiti, come la Maddalena, Nicodemo, il ladro Zaccheo e così via. C'è da supporre che questi si siano convertiti naturalmente, abbiano continuato ad essere cristiani fino in fondo, perché la conversione era avvenuta ad una età tale per cui si deve supporre che non ci siano poi ritorni.

Se il tuo fratello…, specifichiamo, di fede. Il tuo fratello di fede (non il tuo fratello umano), un cattolico, commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui soltanto. Se l'ammonizione non guadagna il fratello, appellati ai testimoni, perché bisogna evitare ogni forma di soggettivismo, ci vuole appunto una contro-testimonianza per liberarci da ogni forma di soggettivismo. Se i testimoni non bastano a togliere la contraddizione insorta, allora dillo all'assemblea. Non dice: dillo all'autorità.

Facciamo l'ipotesi che nell'assemblea cristiana colui che delinque sia il capo, come ce la caviamo? I romani avevano un principio, ma un principio di disperazione: quis custodiat custodes? chi custodisce i custodi? Allora facciamo l'ipotesi che il capo dell'assemblea sia un prete, il vescovo o il papa addirittura. Se ne I Promessi Sposi è don Abbondio che non fa il suo dovere, come ve la cavate voi? Dovremmo discorrere di tutto il romanzo e su tutta la presa di posizione di Manzoni, il quale era un cattolico liberale con delle idee piuttosto rivoluzionarie su questo terreno. In questo caso dovete dirlo all'assemblea, si esclude l'autorità singola e ci si appella all'assemblea.

Bene, se non ascolterà nemmeno l'assemblea, anche se questa assemblea ha dei poteri enormi, credo che se li siano attribuiti loro. Cioè il dire che tutto quello che sarà legato qui sulla terra sarà legato anche in cielo é una forma di disperazione. Per potere dare credito a questa assemblea si viene a dire che essa ha dei poteri divini. Poi è ovvio che questi poteri divini nella lettura sono stati applicati ai discepoli, poi dai discepoli alla gerarchia, la gerarchia a uno solo e il resto lo conoscete benissimo.

Secondo punto: Se non ascolterà nemmeno l'assemblea, sia per te un pagano e un pubblicano. Queste parole nel medioevo sono state interpretate come una specie di avallo del rogo e alla scomunica degli eretici. Bastava dire a quest’uomo che liberamente era entrato, liberamente se ne ritorni fuori, senza scomuniche e senza uccisioni. Invece si è costruito il rogo, si sono costruite tutte quelle ribalderie che noi conosciamo. Non potendo andare a toccare coloro che nella pratica crivellavano la vita cristiana - e fra questi c'erano anche le autorità - allora si è chiarita la tabella di ciò che é vero e ciò che è falso e negare la vera. Per questo principio, è da condannare, è cattivo, é eretico, perché non accetta la visione del mondo che accettiamo noi. Gesù i peccatori e i pubblicani, non li ha distrutti, non li ha condannati; li ha avvicinati, ha parlato con loro, è andato a pranzo anche con loro per vedere, appunto, di riconquistarli.

Termino con la citazione del Manzoni, Capitolo XXIV: Agnese dice al Cardinal Federigo, che se il curato si fosse comportato diversamente non sarebbero accadute tutte quelle disgrazie. Siamo verso la fine del romanzo. Il Cardinale insiste nel voler conoscere i particolari. Agnese ha paura di essere andata un po' troppo in là e spiega che se don Abbondio avesse sposato i due giovani, vale a dire Renzo e Lucia - guardate qui l'acume di quella donna - e poi avesse detto sinceramente come stavan le cose, cioè avesse detto a Renzo: guarda che io mi trovo in una paura perché c'è don Rodrigo che mi ha minacciato, se l'avesse detto sinceramente, noi saremmo scappati in un luogo lontano dal mondo che neanche l'aria avrebbe saputo dove eravamo. Ecco la soluzione. Il cardinale a questo punto dice: il signor curato mi renderà conto di quanto fatto.

Agnese allora corre ai ripari, ma sentite la situazione disastrosa: no signore, no signore, non ho parlato per questo, non lo gridi, perché già quello che stato é stato e poi non serve a nulla, è un uomo fatto cosi, tornando il caso farebbe lo stesso. Immaginiamo che sia il Manzoni a pensarla in questo modo. Che cosa vogliamo qui discorrere più di giustizie, quando don Abbondio ha sbagliato tutto? Una vocazione sbagliata, bisogna rimetterlo nella natura e quindi estrometterlo! Ma lui era il pastore del gregge, ed ecco allora tutta la confusione. Non lo gridi perché farebbe lo stesso: già, la natura senza la grazia non può fare che così.



Sabato 16 Settembre,2017 Ore: 10:46
 
 
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