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www.ildialogo.org 2 aprile 2017,di padre Aldo Bergamaschi

2 aprile 2017

di padre Aldo Bergamaschi

Pronunciata il 5 aprile 1981
Giovanni 11,3-45

"Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle: per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risusciterà”. Gli rispose Marta: “So che risusciterà nell'ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me non morrà in eterno. Credi tu questo?” Rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”.
“Signore, vieni a vedere!” Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: “Vedi come lo amava!”. Ma alcuni di loro dissero: “Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?”
Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e sopra vi era posta una pietra. Disse Gesù: “Togliete la pietra!” Gli rispose Marta, la sorella del morto: “Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni”. Le disse Gesù: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?” Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi hai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato”. E detto questo, gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!” Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudano. Gesù disse loro: “Scioglietelo è lasciatelo andare”.
Lazzaro, vieni fuori!

Siamo di fronte a quello che nell’opinione comune dovrebbe essere il miracolo per antonomasia, fatto da Gesù per dimostrare di essere figlio di Dio. Tre anni fa, avevo fatto l’analisi del passo seguendo una psicanalista, Françoise Dolto: Gesù alla luce della psicanalisi. Eravamo arrivati a certe conclusioni, ma la più vistosa era questa: che non si trattava di un morto, e quindi di contraccolpo si verrebbe a negare che di miracolo si tratti. E fin qui pazienza. Ero arrivato a dire che forse miracoli come li concepiamo noi, Gesù non ne ha mai fatti e diamo nome di miracoli a qualche cosa che piace a noi che sia tale.

Probabilmente Gesù ha voluto dirci che noi dobbiamo fare i miracoli, e noi furbescamente, per sottrarci a questo impegno, facciamo Lui operatore di miracoli, creando così, intorno alla Sua figura, un mito che ci disimpegna dal fare talune operazioni - che in quanto credenti - dobbiamo fare nella storia. Eravamo arrivati alla conclusione che si trattava di un deperimento psicologico di Lazzaro, il quale si era lasciato morire, perché era talmente legato alla persona di Gesù, per cui, venendo meno la Sua presenza, era piombato nella depressione più drammatica, quella cioè di spegnersi, ma di uno spegnimento psicologico. Ecco perché l’arrivo di Gesù rianima quest’uomo il quale dunque era vittima di una morte apparente. Chi diceva queste cose era una credente come me, Françoise Dolto, che ha scritto un libro tradotto anche in italiano.

Oggi sono andato a riprendere la vita di Gesù di Strauss, non quello dei valzer, Strauss ha scritto nel 1835 una vita di Gesù, che gli costò poi la cattedra e fu mandato via dal governo. Fu il primo a mettere in dubbio la struttura storica correntemente accettata dal testo evangelico, quindi per lui questi racconti non avrebbero valore storico ma valgono probabilmente per l’idea che vogliono esprimere. Strauss è protestante - è vero che poi nel periodo ultimo della sua vita diventò un razionalista puro - ma ho riletto il testo e credo valga la pena di dedicare una lezione a questo fatto. Voglio chiamare a raccolta il vostro pensiero per vedere di fondare una fede più solida, questo è il mio proposito, quindi non quello di farvi una lezione pura e semplice, ma di dare a questa lezione un significato interpretativo relativo al passo evangelico.

Io sono solito dire che ciò che veramente Gesù ha fatto e ha detto dobbiamo conquistarcelo attraverso una ricerca che ha alla sua radice il Principio di non contraddizione. Questo non lo trovo ancora in Strauss, ma un certo avvistamento c’è. E vediamo come egli tenta di spiegare tutto ciò che è accaduto a Betania, senza dover ricorrere a quello che noi chiamiamo l’apparato miracolistico.
Per quanto riguarda dunque questa resurrezione, che sarebbe la terza, la più clamorosa dei testi evangelici, operata da Gesù, i razionalisti, che pure accettano il racconto come storico, spiegano naturalmente tutte le parti.

Ma c’è anche un’altra interpretazione, dice Strauss, che esclude alcune particolarità del racconto e ammette che esse furono aggiunte posteriormente. Così per la prima volta si fa un passo verso la cosiddetta spiegazione mitica. Spiegazione naturale. È possibile in sé e secondo il costume giudaico che un uomo deposto da quattro giorni nella tomba possa essere richiamato in vita. E questo credo che sia vero. D’altra parte anche la Dolto in chiave psicanalitica parte da questo principio. Quindi si parte dalla supposizione che Gesù sia informato bene della condizione della malattia per mezzo del messo inviato dalle sorelle, e che la risposta di Gesù: “questa malattia non è mortale”, sia una deduzione operata su quel ragguaglio.

Ma, secondo la visione della Dolto, questo pover’uomo deperiva, perché aveva bisogno assoluto di avere un colloquio con Gesù, così come alcuni dipendenti psicologici debbono andare dallo psicanalista una volta alla settimana, per non andare all’ospedale o nella tomba. Ecco il caso di Gesù e di Lazzaro. C’è un legame così profondo tra di loro, per cui Lazzaro ha assolutamente bisogno di parlare con Gesù per ritrovare un significato alla propria esistenza. Gesù è lontano, gli riferiscono che Lazzaro si trova in queste condizioni, forse non può supporre che questo tipo di dipendenza lo possa condurre alla morte come infatti la cosa avviene.

Ecco perché Gesù resta ancora due giorni in Perea e non ritiene urgente la sua presenza in Betania. Ma come mai dopo due giorni decide di andare, e concepisce un’altra idea dello stesso Lazzaro, anzi riceve la notizia della sua morte e l’annuncia agli apostoli?

I razionalisti suppongono che ci siano stati altri due messaggi, oltre quello menzionato dal Vangelo, cioè le due sorelle mandavano continuamente un messo per ragguagliare Gesù sulla situazione di questo strano uomo che stava deperendo e ormai andava verso la morte, sicché c’è una supposizione per cui Gesù avrebbe cambiato opinione. Prima Gesù dice che si tratterebbe di una malattia non mortale, poi che Lazzaro non è morto, poi che Lazzaro è morto, infine, “andiamo perché sia glorificato Dio”. Ecco dove nel racconto c’è qualcosa che la ragione non può del tutto accettare. Sempre per quel famoso principio della contraddizione in atto.

L’evangelista fa pensare che Gesù abbia avuto in modo miracoloso cognizione della morte di Lazzaro, ed ecco il primo passo che mette in allarme la ragione. Gesù dice agli apostoli di voler risvegliare Lazzaro addormentato. Addormentato vorrebbe dire in una prima versione in letargo, vorrebbe dire in una seconda versione morto, quindi queste deduzioni sono prese dalle deposizioni del messo, mandato dalle due sorelle, che annuncia appunto la morte di Lazzaro a Gesù.

Ora con la spiegazione psicoanalitica, tutto torna, anzi leggendo appunto ieri sera la vita di Gesù di Strauss, m’è venuto il dubbio che anche la Dolto, colta, cattolica, quindi molto addentro a queste cose, abbia voluto vedere tutta la storiografia del miracolo, prima di occuparsene dal punto di vista della sua scienza. Vi dirà poi che si tratta di nevrosi, di una nevrosi di melanconia acuta, questo sarebbe il termine preciso, usato dalla psicanalista.
Passiamo al pianto.

Se Gesù fosse stato sicuro della resurrezione del suo amico, si sarebbe accostato con gioia alla tomba, ecco un’altra discrasia. Tornando alla questione del pianto, si dice, nella traduzione, che Gesù fremette, fremette nei confronti di qualcuno, dunque collera non dolore.

I Giudei avevano detto: “Costui, che ha aperto gli occhi di un cieco poteva far sì che Lazzaro non morisse”. I giudei di fronte alle lacrime, dicono: “Vedi quanto Egli lo amava?” Ma Gesù freme e piange per qualche cosa d’altro. I Giudei esprimono non la speranza che Egli possa resuscitare un morto, ma la congettura che forse Egli sarebbe stato in grado di salvare la vita al malato, mentre col dire che, anche adesso il Padre gli accorderebbe ciò che avesse chiesto, ha detto ben più che quei Giudei. Queste sono tutte osservazioni dello Strauss.

Gesù aveva detto che la malattia di Lazzaro non era mortale, ma era avvenuta perché poi si proclamasse la gloria di Dio e anche qui ritorna il discorso. Cioè a dire che la morte di Lazzaro sarebbe in funzione di qualcosa d’altro e sarebbe strumentale a una forma di provvidenzialismo.

Ho preso in esame alcuni punti e adesso veniamo al più delicato: la preghiera di Gesù. La preghiera di Gesù crea delle grosse difficoltà. Dopo aver ringraziato il Padre di averLo esaudito, aggiunge che Egli sa bene di essere esaudito dal Padre in ogni tempo e che rende quella speciale azione di grazia nell’interesse del popolo presente per ispirargli fede nella Sua missione divina.

Come mai di questo episodio parla soltanto Giovanni, se i tre altri evangelisti l’avessero conosciuto ne parlerebbero, perché ebbe un valore decisivo sulla sorte di Gesù. Dopo questo episodio, questa guarigione, (non lo chiamo più miracolo, lo chiamo guarigione). Françoise Dolto non s'è sbagliata quando ha detto che Lazzaro per Gesù aveva un attaccamento morboso. Ecco perché gli altri evangelisti non avrebbero preso in considerazione il fatto. Poi Lazzaro con le due sorelle erano ricchi e non risulta da nessun testo evangelico che lui si sia convertito come Zaccheo. Quindi vedete come tutto il discorso torna e torna appunto agli studiosi che hanno preso in considerazione l’evento.

Chi vi parla - lo dico sottovoce - non crede ai miracoli, se non a uno solo: la Resurrezione di Gesù, la quale mi rende garante tutto il suo messaggio. Ecco il contraccolpo: mai Dio lungo la storia ha operato miracoli. Lo so buoni amici, voi mi direte che nego la onnipotenza di Dio. Io non nego la onnipotenza di Dio, nego che voi dobbiate attribuire a Dio ciò che Egli non ha mai voluto fare. Poi, credo che l'unica parola di Dio, e in questo sono teista: sia la venuta di Gesù Cristo in mezzo a noi. Questa è la vera parola di Dio e la parola di Dio, Egli ce la ha annunciata tramite il Vangelo. Le altre voci sono tutte spurie, sono assolutamente inautentiche.

Dobbiamo amarci come Lui ci ha amati, nei tre punti fondanti sesso, danaro, potere. Ma voi mi direte che il sesso è per eccellenza il luogo in cui si ama; no. Ripeto, se ci amassimo come Lui ci ha amati in questi tre settori, allora noi saremmo abilitati a fare i miracoli!

Ecco l'insegnamento di Gesù. Noi abbiamo il gusto di creare un Gesù Messia; attribuiamo a Lui un mucchio di epiteti, purché Egli non ci domandi di diventare creature nuove e invece questa é la sua prima domanda. Questa è la metanoia che Egli ci chiede.

Ecco come si trova la natura umana nei confronti appunto del cristianesimo di Gesù. Noi siamo come il frumento, il frumento era un'erba in mezzo alle erbe, tanto é vero che la civiltà greca ha attribuito alle divinità l'insegnamento dell'agricoltura. Un giorno qualcuno l'ha presa in considerazione, l'ha guardata bene, poi ha visto quei chicchi e ha capito che lì c'era qualcosa di nuovo dentro, e allora ha cominciato a pestarla, ne ha fatto della farina poi in questa farina ha messo dell'acqua e del lievito ed é venuto fuori, colpo di genio, il pane. Ditemi c’è un rapporto fra il grano e il pane? Bene ecco che cosa dovrebbe essere il cristiano: un chicco di grano disponibile a lasciarsi distruggere da così come è, per diventare capace di nutrire il genere umano.
 



Sabato 01 Aprile,2017 Ore: 15:12
 
 
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