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www.ildialogo.org Il ragionamento di Simplicio,di Padre Aldo Bergamaschi

Il ragionamento di Simplicio

di Padre Aldo Bergamaschi

26 marzo 2017
Omelia pronunciata il 10 marzo 2002
Giovanni 9,1.6.9.13-17.34-38

Sarà un po’ curiosa questa predica, perché più che analizzare il fatto in sé, vedremo le argomentazioni che hanno come punto di riferimento la Sacra Scrittura. Sono argomentazioni valide? Il 13 febbraio 1633, Galileo Galilei arriva a Roma dopo aver viaggiato per 20 giorni partendo da Firenze. Lo accompagnava l’ambasciatore del gran Duca di Toscana, il quale fece di tutto per ospitare Galilei, e non condurlo nelle carceri del sant’Uffizio. Il processo, non si poteva evitare, perché c’erano di mezzo, diceva il Papa, gli interessi della fede e della religione. Vi prego di fare con le dovute proporzioni, le analogie con i nostri tempi.

L’ambasciatore dice che se Galileo fosse stato udito e non processato, avrebbe dato soddisfazione alle richieste del sant’Uffizio. Ma il Papa, perdette un po’ la pazienza ed espose l’argomento per cui nessuno – secondo lui – avrebbe saputo rispondere. L’argomento preciso fu preso dalla bocca di un personaggio che Galileo aveva connotato nella opera famosa “Sui massimi sistemi”. Quel personaggio si chiamava Simplicio, qualcuno dice che il nome è simbolico cioè: soltanto un sempliciotto può farmi questa obiezione.

Il Papa si sentì identificato con quella figura e assunse quel tono di cui vi ho detto. Ecco il ragionamento di Simplicio che fu ripreso dal Papa: Dio è onnipotente, può aver fatto il mondo in mille modi diversi, perché noi vogliamo necessitarlo a una forma particolare? Sottinteso: perché tu Galileo vuoi che l’abbia fatto in modo tale per cui la Terra gira attorno al sole? L’argomento sembra fortissimo, ma vedrete come può essere utilizzato. Vedete che poi non sono lontano dal Vangelo, la cosa grave è che, utilizzando il Vangelo, si vede come questi farisei, che fanno la punta alla matita a Gesù Cristo, siano come coloro che avendo conquistato il potere – sto parlando della Chiesa cattolica – ripetono nei confronti dei contestatori la medesima argomentazione.
 
Il famoso ambasciatore si dice incompetente di fronte a questa argomentazione, ma si ricorda di avere udito questa controrisposta dallo stesso Galileo: Io non tengo per vera l’opinione del moto della Terra, ma così come Dio poteva fare il mondo in mille modi diversi, non si poteva neanche negare che non l’avesse potuto fare in questo modo. Il Papa si riscaldò ulteriormente e rispose semplicemente: Non si deve imporre necessità a Dio benedetto. É vero, non si deve imporre necessità a Dio benedetto, però i teologi volevano necessitare Dio, imponendo il “sistema Tolemaico”, dicendo che nella scrittura si dice chiaro e tondo che la Terra autem stat.

Vedete come l’argomento viene manovrato a seconda dei punti di vista. Chi infrange il Sabato è peccatore, ma un peccatore non viene da Dio, quindi, o lo si rifiuta o si rivede il concetto di Sabato. Ecco il dibattito con i farisei, e qui prendo spunto per specificare che Gesù viene ucciso per due motivi: perché negava il Sabato come istituzione divina; e perché diceva che Dio era suo Padre. Non dimenticatelo mai.
 
Quella scrittura, in cui si parla della istituzione del Sabato, è veramente una rivelazione divina o è invece un’assunzione di moralità fatta dal “gruppo”, sia pure guidata da Mosè o altri? Come Galilei ha smontato l’idea che Dio abbia fatto la Terra immutabile – quindi argomento di scrittura – così Gesù dichiara che il sabato non è da Dio. Ecco perché guarire di sabato è opera meritoria. Occorre porre l’attenzione su quello che è la vera novità di Gesù: di occuparsi delle miserie umane. Gesù si occupa di togliere il peccato dal mondo e questo lo fa con tutti i suoi insegnamenti, che sono dei binari su cui deve camminare il nostro treno, per non andare nei burroni. La verità cristiana è di insegnare a questo cervello umano le strade per potere vivere qui in questo mondo, da fratelli. Per fare questo, egli dichiara le strade indicate dalla Scrittura come non valide; in questo caso, il sabato, che occupava grande spazio nell’etica degli Ebrei.

Costui fa dei prodigi che solo Dio può fare; dunque non è peccatore, dunque il sabato è un tabù mentale. La malattia che gli Ebrei credevano mandata da Dio è di origine storica, e come si combatte il peccato, bisogna combattere anche gli effetti del peccato. Questa è la grandissima novità. Al tempo dei Greci, Platone rimprovera i medici di stare ad occuparsi di quelli che hanno delle malattie incurabili, poiché la natura li ha fatti in questo modo e dobbiamo eliminarli, come facciamo con gli animali. Colui che per primo ha portato l’attenzione sul limite dell’uomo è Ippocrate, che considerava il malato come imperfezione della natura umana, che noi dobbiamo cercare di guarire. Il principio di Simplicio è l’arma con cui Galilei mette in fluttuazione le certezze mal fondate, per aprire la strada alla ricerca spassionata della verità. Non dice che le scritture sono false, ma che sono male interpretate e l’interpretazione in genere è sempre fatta dalla istituzione. Ecco la grandezza di Galileo come cristiano. Ai giovani dico che c’è ne sono tante di cose da fare, dovreste cercare le argomentazioni per demolire alcuni tabù di cui siamo vittime, sarete i benvenuti, come sono gli inventori che rendono la nostra vita più facile.

Se il Papa adopera a suo favore quel principio, vuol dire che dentro ci stanno tutte e due le tesi o ipotesi: Dio onnipotente può aver fatto il mondo in mille modi, benissimo, è lo spazio della tolleranza. Fra i mille modi, ci può stare l’ipotesi di Galileo; il problema non è di costringere Dio, ma di sapere come Dio ha fatto il mondo e per saperlo non c’è che una strada: studiarlo direttamente. Il libro del mondo è lì, fatto da Dio, ed è più certo quello che non le Scritture. É più certo che il mondo è opera di Dio diretta, che non le Scritture. Ecco il vero problema che ha tormentato Galileo Galilei e che continua a tormentare, ovviamente, tutti i veri credenti.

Il tollerante, dunque, non è colui che ha una opinione diversa dalla mia, ma è colui che in nome della propria opinione – magari fondata sulla Scrittura – calpesta, colpisce e usa violenza nei confronti dell’altro. Questo, come applicazione, fatelo in tutti i settori. Il male non è che i Talebani mettono il velo alle donne e tutto il resto, il male è che tutto questo lo impongono agli altri con la forza. In un mondo come penso dovrebbe essere, in cui le etiche siano divise, ognuno attui la sua etica con il massimo della libertà. Diversamente siamo ancora allo stadio del cieco nato.



Sabato 25 Marzo,2017 Ore: 18:01
 
 
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