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www.ildialogo.org Il divenire esiste, ma non è evidente<br /> ,di padre Aldo Bergamaschi

1° gennaio 2017
 

Il divenire esiste, ma non è evidente
 

di padre Aldo Bergamaschi

Pronunciata il 1° gennaio 1981
 
Luca 2, 16-21

Vediamo di trovare una specie di nesso tra la meditazione sul primo giorno dell'anno e il tema della pace. Uno dei più grossi problemi che affannano gli spiriti è il rapporto fra progresso e giustizia, o fra progresso e fratellanza. In un sistema umano come il nostro che scopre continue novità - badate che le continue novità possono anche essere le mode - operando sulle cose, si innesca la corsa delle masse per possedere queste novità. Noi, come le scimmie, non resistiamo all'attrazione degli oggetti, allora ecco scatenarsi in noi questo desiderio di possedere le novità che il progresso ci mette sotto il naso, e accade che il capitale, anziché allargarsi verso la giustizia, si autoconsuma.

Se noi tutti ci accontentassimo di un tenore di vita uguale a quello dei ricchi di dieci anni fa, saremmo in grado di sconfiggere la miseria in qualche punto del globo. Se domani ci arriva all'orecchio che è stato inventato un oggetto con caratteristiche sempre più sofisticate, andiamo al negozio e lo acquistiamo a costo di pagarlo molto caro. Ecco che cosa volevo dire quando dicevo 'autoconsunzione del capitale', o se volete in maniera più semplice 'autoconsunzione del reddito'. Ci necrotizziamo, siamo costretti a pensare di essere noi stessi un sottosviluppato se non abbiamo il tale oggetto, la tale macchina, il tale cibo, il tale vestito, e chi è senza cibo, e chi va a piedi scalzo e chi è senza vestito, non ci interessa più. Seguiamo la legge di mercato, la competitività; qui mi meraviglio dei sindacati.

C’è però chi ha analizzato filosoficamente il nostro rapporto con le cose. Qualcuno ha detto che questa civiltà occidentale si trova in una situazione drammatica sotto l'influsso di Platone, che considerava le cose un niente. Infatti, dal punto di vista filosofico occidentale noi diciamo: una cosa non era, una cosa non sarà, dunque, viene dal niente e tornerà ad essere niente.

Se la cosa, qualsiasi cosa, viene rappresentata come un equilibrio provvisorio tra l'essere e il niente, allora nasce in noi il proposito di dominarla, il proposito di strumentalizzarla e di distruggerla. Dicendo la realtà è niente se la consideriamo come divenire voi l’avete già strumentalizzata e l'avete già distrutta. Platone si ribella allora a questa dinamica della civiltà occidentale dicendo una cosa che è apparentemente assurda e cioè: noi crediamo che esista il divenire, mentre il divenire non è evidente. Per liberarci dunque da questa mania di distruggere le cose qualcuno ha affermato che le cose sono eterne, mentre il concetto Platonico del divenire, porterebbe al nichilismo e invoglierebbe gli uomini a distruggere le cose e a farne scempio.

Vedremo il rapporto con l'altro uomo e il discorso della pace, c’è chi afferma che le cose sono eterne. La tesi é eccessiva e disperata. Ed ecco come viene prospettato il problema: non solo Socrate è eterno e tutti siamo d’accordo, atteso che Socrate sia eterno in quanto spirito e anima, ma sono eterni anche i suoi capelli e le sue unghie. Ma dove vanno a finire? Non vanno a finire da nessuna parte, soltanto si nascondono alla nostra esperienza, al nostro occhio, ma sono eterni. Ecco la posizione disperata di un filosofo che vuole salvare le cose sottraendole concettualmente a questa smania che noi abbiamo di voler distruggere, di volerle ridurre ai nostri disegni disperati, ai nostri disegni di autoconsunzione di capitale come vi dicevo.

La risposta cristiana credo che sia inutile sottolinearla qui, ma è semplice: il divenire, per noi, presenta certo una contraddizione nel suo specchio esistenziale e per liberarci da questa contraddizione dobbiamo ipotizzare il principio di creazione. Allora abbiamo salvato le cose, ci siamo liberati dal nichilismo, perché dietro alle cose c’è un pensiero divino e dall'altro lato però dobbiamo accedere alle cose con un certo rispetto. Gli animali gli alberi, la terra l'universo sono si al nostro servizio, ma non a nostra capricciosa disposizione.

Adesso con qualche opportuna esemplificazione dobbiamo riportare il discorso verso il punto caldo. Che cosa è una cosa? Quel banco, questo microfono, quella pianta e così via. Cosa è una cosa? Una cosa è ciò che si lascia separare da un legame originario, badate in questa diagnosi, concordano sia Platone, sia Marx quando si tratta di definire il lavoro. Cosa è l'albero separato dal bosco dal taglialegna, cosa è il pesce, separato dall'acqua dal pescatore, l'uccello separato dall'ambiente in cielo dal cacciatore, il minerale separato dalla vena e così via. Voi avete già compiuto un taglio sulla realtà.

Voi a questo punto non avete più una indicazione finalistica, come quella dell'albero, vedete una cosa la utilizzate, potete ricavarne una sedia, potete ricavarne un manganello. Accade che mediante il lavoro conduciamo le cose dal non essere all'essere, dal non essere della sedia, che è nel legno all'essere della sedia. La sedia in questa visione é una celebrazione del pezzo di legno, ma il coltello che io ricavo o un mitra che io ricavo dal ferro che ho estratto dalla terra, vi domando se questa è una celebrazione, se questo é un passaggio dal non essere all'essere, o se invece non è un passaggio dall’essere al non essere.

E l'uomo? Se esso pure si trova nell'incertezza tra essere e niente, rischia di essere prodotto e di essere distrutto esattamente come le cose di cui parlavamo. Anche l'uomo deve compiere il tragitto dal non essere all'essere, così come la pianta deve diventare legno, il legno l'oggetto strumento, sedia, armadio, banco, ma non lama, ma non clava, ma non bastone. Ora, da uomo che è l'essere umano e già per questo ha un suo significato, cosi come l'albero ha un suo significato nella mente di colui che l'ha costruito, l'uomo cosa deve diventare nella visione cristiana? L'uomo deve diventare fratello, oppure staccandosi da questa origine, da questa matrice originaria, nell'ipotesi che si sia noi a dare i nuovi significati senza voler rispettare quello originario, accade che noi ci troviamo in questa situazione: l'uomo anziché passare dal non essere fratello all'essere fratello diventa, italiano, francese, tedesco, musulmano, cristiano.

L'uomo staccato dalla sua significanza vera è come tagliato e introdotto in un gruppo, in una religione e lì viene strumentalizzato, sacrificato a qualche idolo. E gli idoli, sono le divinità artificiali. Citiamole: la patria, la nazione, il popolo, la razza, la religione, idoli che definalizzano le cose in sé significanti, e soprattutto l'uomo in prima fila per strumentalizzarli e quindi per distruggerle, anziché celebrarle, noi le dominiamo e per dominarle bisogna distruggerle. L’azzeramento di tutti questi idoli, sarebbe il concetto di ecclesia introdotto da Gesù Cristo. Gesù nasce nella legge - dice Paolo - per riscattare quelli che sono schiavi della legge. Vedete!

É importante che con Lui si sia fatto questo primo passaggio, si sia tagliata la pianta per farne un pezzo di legno, ma a questo punto Egli ferma il momento entropico. É circonciso... ecco la scure, del legnaiolo, la scure del gruppo dell'idolo! Ma poi Gesù é battezzato e Gesù vuol dire appunto salvatore. Ebbene la salvezza consiste esattamente nel sottrarci a questo flusso maledetto, per cui, dal significato autentico, rischiamo di essere fatti caracollare verso questa strumentalizzazione e verso questa distruzione di ciò che è il nostro essere vero e profondo.

E la Pace? Analizziamo ora la preghiera che trovate sul foglietto - io non dico le preghiere dopo il credo perché le ritengo spropositate sul piano concettuale - sopporto tutte le altre perché poco o tanto possono rientrare nel Pater Noster. La messa è tutta una preghiera tolta la consacrazione, dunque, non vedo perché si debbono aggiungere tutte le altre. Ecco qui la preghiera: Perché la Chiesa, popolo di Dio, indichi alle nazioni, alle famiglie, e ad ogni uomo, che la libertà è condizione fondamentale della pace. Intanto il “popolo di Dio”, inteso in questo modo, rischia certamente di riprodurre uno di quegli altri gruppi di cui abbiamo condannato prima la dinamica. Gesù è venuto per azzerare tutti questi idoli, come le nazioni, ma è proprio quello che bisogna combattere se vogliamo avere la pace.

Poi, la libertà è condizione di pace? Francamente anche questa impostazione è tutta polemica, come se la libertà fosse condizione di pace, ma no, la condizione di pace è la unità, poi alla libertà bisogna predicare la giustizia, perché, laddove vi è libertà vi è pure guerra, là dove vi è libertà vi è ingiustizia, quindi è il concetto di unità che bisogna riguadagnare, ed ecco perché non mi sento di sottoscrivere una preghiera così fatta.

Quando verrà il giorno in cui il tuo popolo è il mio popolo, la tua città è la mia città, allora, finalmente, alleluia alleluia!

 



Venerdì 30 Dicembre,2016 Ore: 14:15
 
 
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