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www.ildialogo.org Superare il rapporto politico,di Padre Aldo Bergamaschi

Superare il rapporto politico

di Padre Aldo Bergamaschi

13 novembre 2016
Pronunciata il 14 novembre 2004
Luca 21,5-19
Non so come qualificare il brano evangelico di oggi Luca, una predica, una lezione, una considerazione; è un passo questo che tenterò di mettere nel suo quadro sopportabile, perché diversamente non si riesce a capire come la vita del cristianesimo possa collimare con quanto abbiamo ascoltato. Tra l’altro si dice: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”.
Questa affermazione di Gesù, mette in dubbio l’origine divina del tempio. Come mai noi abbiamo ricostruito i templi? Questo mi chiarisce come la nostra sia una “religione”, perché è la religione che crea il tempio per dominare. Il passo evangelico andrebbe accostato al passo dove Gesù dice alla Samaritana: “Né qui né a Gerusalemme Dio sarà adorato, ma i veri adoratori adoreranno in Ispirito..”, da lì le deduzioni che il tempio di Dio siamo noi e non le pietre. Se veramente fosse la casa di Dio non ci sarebbe la previsione della distruzione; se Gesù ne prevede la distruzione, che c’è qualcosa di illegittimo all’origine.
In un’altro passo si dice che Gesù cacciò i mercanti dal tempio: “voi avete fatto della casa di Dio una spelonca di ladri”, quindi ritorna il sospetto che quella fosse la casa di Dio, ma che loro con la loro religione l’avessero corrotta.
Diamo ora al mio discorso un senso metaforico: il tempio arresta anziché promuovere la fratellanza. Questo è vero per il tempio e per tutti i templi e purtroppo resta vero anche per noi, poiché – a mio avviso - il cristianesimo è caduto al rango di religione. Molti sono i casi in cui cristiani vogliono contrapporre alle moschee in costruzione sempre più nuove chiese, cadendo in trappola. La carta del cristianesimo come “novità esistenziale” – ecco come lo definisco – e non come religione, si gioca su questo episodio e sui suggerimenti successivi di Gesù ai credenti in Lui, per cui i cristiani saranno in nevrosi finché non avranno riguadagnato questa concezione utopica del loro essere nel mondo.
Vi delineo una breve scheda storica degli antefatti dell’anno 70, in cui viene distrutto il tempio. Verso l’inizio dell’era cristiana, quando Gesù era un ragazzo, un certo Giuda il Galileo, fonda la Quarta Setta Giudaica e predica la ribellione al censimento di Quirino. Dio – diceva costui – ha dato a Israele la terra promessa, i romani con il censimento mostrano che la nazione è loro. Chi è zelatore di Dio non può non ribellarsi, così diceva questo movimento Zelota che si intreccia con la predicazione di Gesù.
Gesù afferma un concetto di prossimo che non fa più distinzioni tra Ebrei, Romani, Greci e altre aggettivazioni sovrapposte all’uomo. Aggettivi questi che noi abbiamo aggiunto al sostantivo uomo.
Per Gesù il discorso “politico” è chiuso, perché è un falso problema nella misura in cui tiene divisi e armati gli uomini gli uni contro gli altri, Gesù prevede un rapporto di amore tra gli uomini e soprattutto tra quelli che credono in Lui e non un rapporto politico. Il rapporto politico è quello che ci affligge, il sistema prevede che il 51% detti le leggi o l’etica al 49% , la differenza è poca ed è impossibile che gli animi non siano sempre in rivolta. L’assetto politico del mondo in queste condizioni è un disastro per la fratellanza, ed allora il messaggio di Gesù tenta di superarlo.
Trenta anni circa dopo la morte, il messaggio di Gesù circola già nelle coscienze assieme alla ideologia di Giuda il Galileo. Verso l’anno 66 a furia di colpi di mano, il movimento di liberazione guidato da un certo Menaem occupa Gerusalemme, compie le dovute epurazioni, si mette in testa di essere il re messia. Ora capite le parole di Gesù quando dice: non lasciatevi ingannare da forme di nazionalismo sacralizzato. C’era in giro una profezia messianica Zelota che diceva che in quel tempo, uno del loro paese avrebbe dominato su tutta la terra. Poi lo storico Giuseppe Flavio disse che la profezia riguardava l’ascesa al trono di Vespasiano e di Tito, nello stesso anno, 66 dopo la morte di Cristo, Menaem è ucciso, subentra un certo Eleazzaro, ma Roma perde la pazienza e dal 67 inizia la stretta che porterà Tito a distruggere Gerusalemme nell’anno 70. Occorre sottolineare un fatto: verso il 67 i membri della comunità cristiana di Gerusalemme, lasciano la città e dice lo storico Eusebio che ebbero una specie di rivelazione che li invita ad andarsene, si rifugiano a Pella, territorio non giudaico chiamato Perea. Non collaborano né con i romani né con i movimenti di liberazione. La figura del cristiano si trova a non dovere più assolutamente identificarsi con tutti i movimenti di liberazione, sono portatori loro di un messaggio d’amore e saranno odiati dalle due parti.
I romani torturano e mettono in croce i cristiani della Giudea perché li considerano giudei, i giudei li considerano traditori della causa nazionale e verso l’anno 105- 107, nella loro preghiera mettono una maledizione. È pur vero che i cristiani quando prendono il potere faranno mettere nella liturgia queste parole: preghiamo pro perfidis judeis (preghiamo per i perfidi giudei). In questi giorni stavo preparando il diario – anni 40 - di don Primo Mazzolari, ho trovato che don Primo, aveva fatto sostituire, nella liturgia quelle parole e invece di perfidi giudei faceva dire: Pro tribolatis judeis, prendendo le distanze da questo modo di trattare. Questo come abbiamo detto, l’avevano fatto loro nei confronti dei cristiani con l’aggiunta di una maledizione. Verso il 131 ci ritroviamo alla vigilia della seconda guerra giudaica, altri capi, altro messia di nome Barkocheba, il quale tagliava un dito ai sudditi per vedere a che punto era il loro coraggio. Costui fece perire dei cristiani perché si rifiutavano di partecipare alla guerra contro i romani: sarete odiati da tutti per causa mia.
Quando i cristiani vanno in martirio sotto l’impero romano, nel 135, c’è la distruzione dell’impero e da quel momento entrano in persecuzione per contestarne la struttura, rifiutavano che l’imperatore fosse un Dio. Questa fu la grande lezione storica, poiché la persecuzione, non l’hanno fatta con le armi, ma col martirio, affermando il principio della fratellanza assoluta. Poi dopo la conversione di Costantino, tutto cambia e purtroppo come sono andate le cose, lo conoscete anche voi. Allora io sono solito dire che i cristiani dovevano restare per altri dieci secoli in martirio, forse avremmo tolto dalla testa degli uomini il concetto di guerra, e invece siamo a questo punto.
Ora mi pronuncio ufficialmente poiché molti mi domandano: “cosa ne dici di questa invasione del musulmanesimo”? Dico: “noi, fra dieci o venti anni, saremo costretti a fare quello che è già successo per tre volte, Poitiers 731, Lepanto e poi Vienna, capisco che così andranno le cose. Vi faccio un paragone, tutti conoscete il nome di Temistocle, un greco molto discusso, aveva visto che nel giro di un decennio, l’Impero Persiano, cioè i persiani, avrebbero occupato la Grecia e l’avrebbero fatta sparire dalla faccia della terra. Temistocle, lungimirante, andò in giro per tutta la Grecia soprattutto nei santuari e diceva ai sacerdoti, “voi dovete dire che la divinità vi ha suggerito di dire alla gente di lasciare il loro territorio e di andare sul mare a Salamina”. Fu così che salvò la Grecia perché in realtà i persiani erano molto più forti, erano superiori mille volte e dal punto di vista bellico l’avrebbero distrutta, avrebbero distrutto tutta la loro civiltà. Fu un colpo di genio il mandarli sul mare, perché siccome i persiani non erano molto abili nel manovrare le navi, hanno poi perduto la famosa battaglia di Salamina. Ecco perché dico che fra dieci o vent’anni così stando le cose, dovremo andare purtroppo a uno scontro aperto.
Allora c’è chi dice: facciamo subito la resistenza, cacciamo via ecc.. Io sono per una soluzione a lungo termine, se vogliamo liberarci da questo strano conflitto che ormai è arrivato al nodo, dobbiamo correre il rischio. Come cristiani nel Consiglio Europeo, i parlamentari europei dovrebbero dire: “noi dobbiamo fare uno Stato Sovrano Mondiale, che non sia la gigantografia dello Stato attuale, ma uno Stato che abbia la forza immediatamente di dividere le etiche in modo tale che ognuno possa attuare la propria in casa sua. Dopo questo, ci vorrà solo una polizia internazionale che faccia rispettare questo principio, cioè a dire: tu vuoi quella o quell’altra religione, vai, attuala e non disturbare gli altri, attua i tuoi principi etici e poi vedremo quale è la forza della tua ideologia.
Così invece, siamo costretti a lottare per dimostrare che la nostra civiltà è migliore della loro, loro sono convinti che la loro è migliore della nostra, passiamo alle armi e vedremo come andranno a finire le cose.
Ecco allora la mia proposta che è paragonabile a quello che ha fatto Temistocle, cioè facciamo l’unione, battiamoci perché è fondamentale. In questo caso bisognerà tagliare le unghie ai grandi Stati che adesso dominano la terra e cioè l’America, la Russia, la Cina, che abbandonati così fra un ventennio verranno a lotta fra di loro e questo è il movimento della storia che Tucidide aveva già individuato con estrema precisione.
La parola di Gesù che deve essere ricordata è questa: noi cristiani dobbiamo essere odiati da tutti perché vogliamo quella soluzione che metterebbe fine a tutte le discordie “sarete odiati da tutti per causa del mio nome”. Io mi metto in prima riga e voglio essere odiato proprio per avere proposto la soluzione cristiana.



Sabato 12 Novembre,2016 Ore: 20:03
 
 
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