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www.ildialogo.org Perché il mondo va male?,di Padre Aldo Bergamaschi

Perché il mondo va male?

di Padre Aldo Bergamaschi

23 ottobre 2016
 
Pronunciata il 26 Novembre 1980.
Luca 18,9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo stando in piedi, pregava cosi tra se: o Dio ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimane e pago le decime di quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: o Dio abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.
Ho da fare un piccolo rilievo. Di tanto in tanto mi fermo a leggere le piccole introduzioni del foglietto che avete davanti. Guardate per esempio la introduzione al vangelo, si dice: Gesù esaudisce solo la preghiera del povero e dell'umile, non del presuntuoso e di chi si giustifica.
Ecco vedete questo è un sintomo di un certo costume vale a dire che oramai anche il mondo clericale, scusate il gergo, si butta in un certo classismo: la chiesa dei poveri, dobbiamo stare con i poveri, i poveri qui, i poveri 1à... Gesù esaudisce solo la preghiera del povero e dell'umile.
Ma se guardiamo bene questi due signori che vanno al tempio sono tutte e due ricchi, eh, voi capite che non regge neanche la qualificazione. Per il fariseo sappiamo chi é. I pubblicani chi erano, erano coloro che in fondo maneggiavano il danaro, diciamo cosi, nel riscuotere le gabelle pubbliche, e quindi abbiamo l'esempio di Matteo stesso e di Zaccheo, i quali erano certamente ricchi.
Allora lasciamo stare questo discorso, che non è qui da chiamare in causa, perché si potrebbe creare una falsa distinzione del mondo in poveri e ricchi. Falsa e poi classista. Proprio quei bravi cattolici che combattono il classismo un po’ alla volta loro stessi lo reintroducono. Ma la motivazione potrei anche dirvela. Siccome non hanno la soluzione al problema del classismo un po’ alla volta storicamente si adeguano almeno al linguaggio. Bene, chiudiamo questa nota di costume e vediamo di indagare dentro al passo evangelico.
Prima affermazione: se il mondo non va bene, badate, uso una forma negativa, perché non oserei dire, se il mondo va male, la colpa è… dico se il mondo non va bene di chi è la colpa maggiore? Risposta : La colpa maggiore è; dell'homo religiosus. Mi dispiace, è dell’home religiosus. Voi direte, ma gli atei, lasciamo stare un momentino il discorso degli atei, vedrete che non avrò parole tenere nei loro confronti. Perché la colpa maggiore é dell'home religiosus? Perché se si deteriora è colui che lo può fare andare bene. Allora voi vedete che mentre nel primo caso io sembravo cattivo verso l'homo religiosus adesso io lo privilegio.
Me la prendo con lui, perché solo lui ha la possibilità di poter fare andare bene il mondo! Ecco! In questo caso gli atei mi guarderanno di traverso, ma dirò perché anche loro hanno delle lacune. .
Intanto fermiamoci all'homo religiosus perché Gesù ha preso di mira quello; Gesù non ha polemizzato con gli atei, non se l'è presa con gli atei se l’é presa con coloro che si dichiarano religiosi, che credono in Dio e dicono che appunto, soltanto chi crede in Dio, ha la possibilità di potere fare andare meglio il mondo cominciando col fare andare meglio se stessi. Questo è un discorso semplice e scontato. Allora se si deteriora chi lo può fare andare bene, ogni speranza di salvezza é perduta. Adesso ho capito perché Gesù esplora a fondo le strutture dell'homo religiosus, perché lo esamina a fondo, per autenticarlo, per autenticarlo almeno nella coscienza dei suoi discepoli.
Adesso rispondo agli atei perché se ci fossero qui mi guarderebbero di traverso. Allora noi non potremmo fare andare bene il mondo? No, no nemmeno per voi nemmeno per voi. Chi non crede, provi a fare andare meglio il mondo, attenzione non pensando di uccidere coloro che non la pensano come loro, ma unendosi fra di loro. Stesso discorso, che faccio all’homo re1igiosus. Senonché mi dispiace signori atei, laddove voi siete partiti con il proposito di migliorare il mondo, avete ottenuto degli esiti tutt’altro che soddisfacenti. Lo riconoscete anche voi. Allora dunque, c è qualcosa che non funziona neanche nell’ateismo. Io dunque non mi arrabbierò perché voi siete atei, mi arrabbierò come mi arrabbio con l’homo religiosus perché nemmeno lui, nemmeno voi, riuscite a fare andare bene il mondo in nome dei vostri principi.
Perché? Sopra avevo risposto: perché c'è una deteriorazione di una verità. Per voi ecco la risposta: perché vi manca il punto di riferimento, perché voi possiate battervi il petto. L'homo ateus, non ha il punto di riferimento per battersi il petto. Questo è tragico. Bisogna che ve lo dica. Non c’è Dio dunque non c'é l'a1tro a cui io posso riferirmi per vedere che sono uno carogna. Non c' é l'altro dall’uomo dunque la radice dell'uomo, rispondo con Marx, é l'uomo stesso. Mi dispiace dell'uomo eretto in assoluto, io ho orrore.
Allora dove c'é Dio, dove si crede in Dio c'è il rischio di annullarlo come altro e quindi di inglobarlo nell’io. Questo è il pericolo o il rischio dell’homo religiosus. Il rischio dell’ateo, quale ateo, ignora Dio, l’homo religiosus lo mangia e lo utilizza. In tutti e due i casi noi non avremo nulla di nuovo sotto il sole.
Nel vangelo: due uomini, sto pensando perché non due donne. Diamo una risposta semplice: le donne non potevano entrare al tempio, ma… Lasciamo a questi due uomini la responsabilità di tutti e due i sessi è chiara intendiamoci, quindi che un uomo valga una donna. Quei uomini salgono al tempio, dunque tutti e due credenti, lo deduco dal fatto che vanno nello stesso tempio. E perché vanno nello stesso tempio, che cosa vanno a fare, lo dice qui nella Parabola, salgono per pregare.
Nulla potremmo dire dal punto oggettivo, nulla di più sublime. Ciò significa in assoluto riconoscere il proprio limite. Chiaro?
Riconoscere, poniamo, un padre comune, riconoscerci fratelli. Questa sarebbe la preghiera. Se vanno per pregare, non vanno per farsi vedere, almeno questa é la dichiarazione ufficiale, poi vedremo che cosa succede all'interno. In ogni modo si va al tempio per pregare, non per litigare, non per farsi vedere e cosi via, per far delle cerimonie, si va per pregare, in assoluto si va dunque per attuare quello che vi ho detto. Senonché andiamo a vedere che cosa c'é dentro alla testa di quei due, questo é il punto interessante.
Intanto nella testa di un Fariseo c'è una differenziazione assurda sulla quale Gesù ironizza, da uomini che sono, ecco che si trasformano, uno in fariseo e l'altro in pubblicano. Al sostantivo uomo
si aggiungono questi due strani aggettivi: fariseo e pubblicano. L'aggettivo fariseo ha divorato il sostantivo uomo e ha creato una differenziazione assai pericolosa. L'altro non è più uomo, l'altro è diventato un pubblicano. Quando voi avete messo una etichetta, anzi facciamo cosi, per potere demolire una persona prima mettiamo si di lei una certa etichetta dopo ci sembra di conoscerla. Ricordate che cosa facevano gli italiani in Africa; ma questi negri… rispondevano i capitani: voi non avete capito che i negri non hanno l'anima.. ecco l’etichetta. Se quelle persone non hanno un'anima voi li potete impiccare senza avere scrupoli di coscienza.
Ma vediamo più analiticamente. La casa del Signore, chiamiamola cosi tra virgolette, il tempio, discorso grave questo sul tempio, non so se il tempio sia una produzione divina o una produzione della stoltezza umana. Nella testa di uno di questi due diventa uno spazio suo. Il rischio delle preghiere private, giustamente mi pare che lo dicesse già Seneca. Per potere saggiare la bontà delle nostre preghiere dovremmo immaginare di poterle dire tutte in pubblico. Tutte le preghiere dovrebbero poter essere dette in pubblico senonché il rovescio della medaglia, quelle che custodiamo per il pubblico rischiano di essere ipocrite e false. Allora non c'è alternativa quando pregate ecco il binario dato da Gesù, dite cosi: Padre nostro... Diversamente tutte le altre preghiere diventano semenze di idiozie.
Il Fariseo non ringrazia, perché ha ricevuto qualcosa, ma notiamo perché non é come gli altri. Credo che fondamentalmente lo spirito della preghiera debba essere questo, il riconoscimento che noi abbiamo ricevuto l'esistenza e che oltre questa esistenza diveniente c'è l'essere; l'essere che ha dato origine al divenire. Ecco abbiamo semplificato anche filosoficamente il discorso.
Non è come gli altri, questa esplicitazione è tragica, quindi non appartiene più alla serie umana, per una specie di autocostruzione di sé stesso, oppure di creazione a parte, quindi voi sentite sotto una forma di razzismo. E guardate che sono gli uomini religiosi che diventano più razzisti degli altri!
E' inutile che faccia delle esemplificazioni ! Quando si deteriora, voi vedete, quando l'home religiosus si deteriora o perde questa dimensione assoluta di cui vi parlavo, ecco qui, egli diventa razzista e spero di averne dimostrato attraverso i passaggi, diciamo cosi, tutto il dramma. Quando si è falsato il concetto di preghiera, cioè quando la preghiera non é ascolto, ma è una celebrazione dell'io, allora togliamo la paternità divina a tutti gli esseri che ci stanno attorno. Abbiamo sconvolto il concetto di Dio e necessariamente dobbiamo sconvolgere anche il concetto di prossimo.
Eppure a qualcuno sembra eccessiva la condanna che Gesù fa del fariseo. Dunque le sue opere non sono poi cattive, mettiamo tra virgolette. Dunque non è rapace, dunque non è ingiusta, dunque non é adultero, digiuna due volte la settimana, paga puntualmente le tasse. Domanda un poco gelida: quanti sono oggi i cristiani, cittadini della Repubblica Italiana capaci di di pagare puntualmente le tasse, di non essere adulteri, rapaci, ma dovrei dire quanti sono i cattolici della Repubblica Italiana capaci di compiere queste cinque opere.
.Dice s. Giacomo: i comandamenti sono dieci, chi ne osserva nove e ne lascia indietro uno è come
se non ne osservasse nemmeno uno, se pecca sia pure contro un solo comandamento si rende colpevole di tutti, la bontà è un salto di qualità dell' io, non è un numero tot di azioni buone.
Conosco dei signori cattolici i quali vengono al mio confessionale e mi dicono: ho tradito mia moglie però, aggiungono io faccio queste opere di carità cosi, cosi, cosi. Se il fariseo compie cinque azioni formalmente buone, ha però l'anima segnata da due punti neri. Si autoproclama giusto e fa degli altri il termine di paragone delle sue virtù, annullando il rapporto di similitudine tra primo e secondo comandamento. Il secondo comandamento, che poi è simile al primo, dice di amare il prossimo come se stessi e il fariseo dice che lui non è come gli altri. Ecco l'antipaternoster il mio sostituisce il nostro, padre mio anziché Padre nostro, Padre mio ridotto, scusate, a strumento.
Il pubblicano è quello che è, d’accordo. Io non son qui per dire che il pubblicano sia migliore nei fatti. Tutti arrivano lì alla preghiera uno con l'anima a pezzi quell'altro, non è che fosse migliore intendiamoci bene no. Il pubblicano è quello che è, ma ha il vantaggio di riconoscerlo. Ecco il vantaggio sull’altro e, cosa interessante, assegna alla preghiera il suo vero significato, vale a dire strumento di conversione e di rinnovamento. Infatti il primo va a casa soddisfatto, ma la soddisfazione appartiene alla psicologia. Psicologicamente soddisfatto, ma ontologicamente ancora al margine. Quell'altro invece è giustificato perché si riconosce peccatore e da questo punto di partenza egli sarà in grado di ricostruire una nuova fratellanza.



Sabato 22 Ottobre,2016 Ore: 16:13
 
 
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