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www.ildialogo.org Non ci si salva perchè si è del gruppo,di padre Aldo Bergamaschi

Non ci si salva perchè si è del gruppo

di padre Aldo Bergamaschi

Pronunciata il 26 Agosto 2001
Luca 13,22-30
Ogni 20 anni circa le riviste specializzate fanno delle inchieste per vedere a che punto o a che livello si trova la cosiddetta religiosità. Questo soprattutto in America, ma oramai in tutte le parti del mondo dove le Chiese sono migliaia e anzi ogni giorno ne nasce una. Quindi, ricerca della salvezza, sono pochi quelli che si salvano domanda al Signore il fariseo. Domanda stupida, sarebbe come dire, sono pochi, molti che moriranno negli incidenti stradali? Gesù dice: Quando andate per la strada tenete la destra, non aumentate la velocità soprattutto quando c’è la ressa, obbedite al codice stradale. Avete capito la risposta?
Come si può fare un’ipotesi di salvezza aprioristicamente concepita, volete che vi insegni un piccolo sofisma per consolarvi se siete dei peccatori di un certo livello? Fate come Lutero il quale – la tentazione è stata risolta da S. Francesco di Sales mentre stava studiando a Parigi – diceva che Dio ha già stabilito se io andrò all’inferno o in paradiso. Mai passata per la testa questa tentazione? A me sì, solo che ho fatto presto a sgominarla. Se è già stabilito, sia che io sia buono, sia che io sia cattivo è la stessa cosa. Questi discorsi me li son sentiti fare da alcune persone che si trovano in prigione, mi è capitato di dover fare il cappellano qualche volta e interrogati a quattr’occhi qualcuno faceva questo ragionamento.
Questa tentazione l’ha avuta anche S. Francesco di Sales il quale non riusciva a dormire, concluse in questo modo, disse: Signore, sia che tu mi mandi in paradiso, sia che tu mi mandi all’inferno; ti amerò sempre. Da quel giorno la tentazione sparì. Il desiderio che sta alla radice di questo sofisma: l’illudersi di potere arrivare alla salvezza senza passare attraverso la porta stretta. Voi il goal non lo fate se non fate passare il pallone là nella porta più piccola rispetto a tutto il campo di gioco. Se tu vuoi il goal la devi far passare lì e per farlo passare lì devi sudare le quattro cotte, come si dice.
Qui c’è il dramma della salvezza che viene rimandata, non a una correzione, a una santificazione personale e sociale, ma viene rimandata a una appartenenza a un gruppo. Quello è un galantuomo – si dice – se vuoi essere un galantuomo devi essere fascista, vuoi essere galantuomo devi diventare comunista, vuoi essere un galantuomo devi diventare democristiano, così ci siamo tutti. Ma usciamo pure dai partiti che hanno ancora questo baco, questo verme dentro e passiamo alle religioni. Lo sapete anche voi – ormai un po’ meno – dopo tutta l’acqua passata sotto i ponti, ma 500 anni dopo Cristo è venuta fuori quella formula: “Fuori dalla Chiesa non c’è salvezza”, per cui uno è galantuomo se appartiene alla Chiesa e ogni religione e ogni Chiesa fa il medesimo discorso. Invece il poco di buono il disgraziato colui che andrà all’inferno è fuori dal gruppo, dalla religione o dalla Chiesa.
In questi giorni ho sentito alla radio un episodio che non conoscevo, è raccontato dal famoso Carretto che è morto nel deserto seguendo le vie del padre Foucould. Il racconto è brevissimo: un giorno nel deserto in mezzo ai musulmani, un bambino di 10 anni viene dal padre Carlo Carretto, piangeva e diceva che i cristiani che siete fuori dall’Islam siete tutti condannati all’inferno. Ma chi te lo ha detto risponde Carretto risposta: i miei catechisti risponde. Vedete come la religione, ma anche noi abbiamo fatto questo, vi ho detto che nel quinto secolo scatta quella formula Extra Ecclesiam nulla salus, cioè al di fuori della Chiesa non c’è salvezza. Quindi se uno è anche un poco di buono si salva ‘montando sulla barca’ ecco la tesi che Gesù viene a combattere e adesso dovremmo insegnare tutto il rovescio.
Facciamo l’ipotesi che un lupo si metta in testa di diventare pecora soltanto per il fatto di entrare nella chiesa. No, dice Gesù, prima diventi un agnello e dopo potrai fare Chiesa. Tu non sei un agnello perché sei entrato nella Chiesa, ma tu fai Chiesa perché da lupo che eri se diventato un agnello. Ecco la posizione, io personalmente lo vado insegnando, prima di tutto ti metti in ordine con il Vangelo e dopo farai Chiesa, ma l’appellarsi alla Chiesa lasciando in ombra il vangelo tu rischi di lasciare passare la tremenda illusione e cioè di salvarsi perché si appartiene al gruppo, ma non perché si è diventati creature nuove.
Il secondo punto da seguire è una vecchia questione, ho degli amici che con il grande senso di misericordia, negano l’eternità dell’inferno, Anch’io, anch’io, ma il problema non è questo. Se voi mi domandate che cosa ne penso dell’inferno… un giorno la predica la farò anche perché ho un conto aperto con la congregazione della fede su questo punto, credo di avere raggiunto un minimo di non contraddittorietà. Nel passo – lo ricordiamo un attimo – “Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta rimasti fuori comincerete a bussare”, ma questo Padre chi è, questo padre è la controrisposta alla parabola del prodigo. Ci avete pensato? Nella famosa parabola del prodigo il padre si affaccia alla porta, aspetta il figlio e quando lo vede da lontano corre e poi da ordine di fare festa e così via. É un padre che è preoccupato della salvezza, ma è ovvio che la salvezza passa attraverso la conversione di cui il prodigo è un illustre esemplare.
Ma questo Padre chiude la porta, voglio dire che l’epoca della misericordia non procede all’infinito, questo è quanto vorrei dire a i miei amici i quali continuano a credere nella metampsicosi, cioè nella rinascita, accettano l’idea – e parzialmente l’aveva accettata anche Platone, cervello al di fuori dalla mischia – che il Carma come dire alla salvezza ci arriverò quando avrò scontato tutti i miei peccati. Voi capite che non verrà mai la soluzione dei problemi qui su questa terra e vi confesso che è una delle mie tristezze: che rischiamo di essere galantuomini al 90% eppure la società è diabolica il 100%, questa è una delle mie tristezze.
Il padre si alza chiude la porta, certo la scena qui è drammatica, direi tragica, quindi la salvezza è un fatto irrepetibile, non ci sono rimandi; il tempo della salvezza è qui fino al momento in cui io ho vita. Dicevo a questo mio amico che crede nel Carma: io non posso accettare che la bontà di Dio…ma la bontà di Dio è proprio questa nel dirti che non ci sono rimandi all’infinito, ecco la posizione di Gesù il quale – per volere riassumere, mi pare sia S Agostino a portare un argomento di questo genere – voi accettate la reincarnazione, voi annullate la venuta di Gesù Cristo. Ci sarebbero dei processi all’infinito che risolverebbero il problema della salvezza, quando invece il problema della salvezza è il fatto che Dio sia venuto con noi – Dio con noi, Natale e così via – proprio per dirci che se vogliamo la salvezza dobbiamo comportarci così e così ed è questo l’aspetto che è negletto in tutto l’insegnamento.
Noi continuiamo a fare religione a creare gruppi religiosi, ma la salvezza… non è inutile signori gruppi, voi vi riunite per dire le preghiere, se uno manca una volta già lo avete criminalizzato e affidate tutto a queste pratiche esterne. No, quando troverò non dico molti, ma una decina di persone che si uniranno per risolvere fra di loro il problema del rapporto di lavoro, allora comincerò a credere che Dio è venuto a salvarci e la salvezza è qui in questo mondo, che se non entriamo da questa porta stretta è perfettamente inutile trovare rimandi di altro genere, perché sarebbero tutte illusioni o perlomeno sofismi.



Venerdì 19 Agosto,2016 Ore: 18:56
 
 
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