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www.ildialogo.org Sii te stesso?,di Padre Aldo Bergamaschi

Sii te stesso?

di Padre Aldo Bergamaschi

19 giugno 2016
 
Pronunciata il 22 Giugno 1986
Luca 9,18-24
E adesso affrontiamo questo passo evangelico e ogni volta ci troviamo di fronte a dei passi decisivi per la nostra vita singola e sociale. Voi sapete che nella scuola italiana c'é tutto il dibattito sulla religione. Qualcuno continua a domandarmi: ma lei che cosa ne pensa. Veramente quello che penso l'ho già scritto e consacrato e così via, non costringetemi a diventare violento nell'esprimere le mie idee, ma almeno una cosa posso dirla oggi.
Alla domanda: esistono dei bisogni religiosi? Io rispondo: no, no, e poi no. Allora di questo passo non dovremmo insegnare la religione nelle scuole, da questo punto di vista no, e poi no. Se invece mi domandate: esistono dei bisogni spirituali nell'uomo? Badate che la risposta vale per un credente e un non credente e anche per un materialista, perché non dobbiamo credere che i materialisti più incalliti tolgano all’uomo la specificità sua rispetto alla materia, in ogni caso una materia più evoluta, dico questa risposta vale anche per loro. Ci sono nell’uomo dei bisogni spirituali? Risposta si, si, e poi sì
Questi bisogni spirituali come si traducono poi nella realtà sociale: ora si traducono come ideologia, ora si traducono come religione e sarà qui il momento in cui dovremo diventare cauti per dare il giudizio circa la insegnabilità. Nella ipotesi che ci siano bisogni spirituali, come questi bisogni spirituali vanno soddisfatti? A questa domanda bisogna rispondere; allora mi metto a tavolino e discuto con tutti coloro che accettano questo punto di partenza.
Seconda domanda: ma il cristianesimo è una religione? La risposta mia la conoscete: no, no, non e poi no. Allora ci sarebbe da chiedersi attraverso quali canali il cristianesimo, va se é possibile insegnato. In ogni caso è questo il problema che riguarda il credente, vale a dire, colui che crede nel vangelo e non gli altri, i quali dovranno mettersi a tavo1ino, per dover decidere qua1i sono in concreto quei bisogni spirituali di cui noi tutti siamo portatori, e il bambino in primis.
Nell'uomo operano delle stratificazioni archeologiche dello psichico che lo predestinano a11a religione. L'uomo è un tipo interessante. Le materie che i bambini imparano a scuola le conoscete, l'italiano bisognerebbe dire la lingua, perché il dire italiano è dire male, la lingua per comunicare con il suo prossimo. Poi dobbiamo insegnare a fare i conti, anche questo appartiene lo vedete a una sua predestinazione, poi la storia la geografia eccetera, su di ognuna bisognerebbe discutere;. Poi c'è anche una predestinazione, dati quei famosi bisogni spirituali, c'é una predestinazione anche alla religione.
Ma questo riguarda l'uomo naturale, non deve riguardare il cristiano. Dunque appartiene alla struttura psicologica del soggetto ricevere la propria identità da una figura paterna che gli conferisce, una posizione nell'ordine simbolico. Già, perché l'uomo è l'unico essere che usa simboli o che usa emissioni simbo1iche. Paternità, maternità, salvezza, perdizione, tutti questi sono linguaggi simbolici tipici dell'uomo.
Però il desiderio di onnipotenza…che anima tutti i desideri spinge l'uomo contro l'assunzione della filiazione religiosa? Ora la credenza desideri, implica la speranza d’essere autosufficiente e fa sentire l'eteronomia religiosa come una parte a se stessi. Già, perché? Se io accetto che ci sia un dio in ciò ha ragione per il dieci per cento Carlo Marx io debbo servire questo Dio.
Allora i casi sono due: o questo Dio io lo concepisco come un ideale e allora sarà il punto di riferimento della mia perfezione, e ciò sottintende che io perfetto non sono oppure lo considero come un legislatore e allora lo sento sempre alle costole come uno che mi dice non uccidere, non rubare, no! Voi capite che vita disperata quella di sentirsi un Dio che ci soffia sempre all'orecchio queste proibizioni continue che sono santamente quelle dei dieci comandamenti, da cui Gesù é venuto a liberarci. A questo punto l'idea di Dio si trasforma in quella del persecutore intrusivo, da qui la religione che viene ridotta a mezzo di trattativa con la divinità o con le divinità. Esaminate se fa per voi, mi auguro di no.
Pago il dazio dei riti e delle pratiche per andare in paradiso o per evitare l'inferno, ma resto quale sono, cioè un lupo. Qui essere se stessi è il punto irrinunciabile rinunciando invece a qualcosa di quantitativo. Ed ecco i fioretti del mese di maggio. Sono pronto a fare il fioretto, per quel mese, ma pur di non rinunciare a tutta la mia visione del mondo, relativa a quel punto delicato, Sia esso fumo, sia esso un dolce che mi attira e mi travolge il diabete, sia un problema sessuale che io sospendo, che io correggo per un mese, ma che poi ritorna, ecco con tutta la sua prepotenza. Ho pagato il dazio, vedete, a quel bisogno di correzione ed ho concepito Dio altro e non come soltanto un punto di partenza per un ideale e poco o tanto mi sento ottenere qualche cosa d’altro.
Pietro riconosce in Gesù il figlio di Dio, ma non sa quale è il prezzo per esserlo. La condizione per essere figlio di Dio è la morte del figlio dell'uomo. Ecco la lezione, la drammatica lezione, ecco perché Gesù dice zitti, come se Pietro avesse capito molto, e poi in un altro passo evangelico ricordate 1a reprimenda di Gesù nei confronti di Pietro.
Ora se Cristo avesse potuto affermarsi come Dio, avrebbe dovuto, secondo la concezione volgare di Dio usare la forza, usare lo spettacolo, usare il miracolo. Ora, a chi si stupisce che il cristianesimo chieda il superamento della natura dicendo all'uomo così come sei tu non sei te stesso, dico a chi si stupisce che il cristianesimo chieda il superamento della natura, è facile rispondere che tutta la civiltà umana è una lotta continua per correggere per superare la natura. Ma poiché tale correzione è fatta, per proprio vantaggio approda spesso in genere alla rottura del giocattolo stesso. Ed è quanto purtroppo stiamo facendo ora. Abbiamo capito che per ottenere il vino dobbiamo dire all'uva di rinunciare a te stessa. Abbiamo dunque capito che la natura ha
Vi sto portando degli esempi per dimostrarvi come tutta la civiltà è una lotta per correggere la natura. Quale sarà per esempio il passo decisivo, questo quando noi riusciremo ad ottenere il cibo senza dovere dipendere dalle stagioni. Voi vedete nonostante tutti i nostri progressi se l'annata del frumento va male siamo perduti d’accordo, ci sono i silos, ma se la carestia dovesse continuare quattro anni, voglio vedere dove vanno a finire tutte quelle riserve! L'ideale quale sarebbe di sottrarci al condizionamento delle stagioni, ma a pensarci è una cosa strana. Voi seminate il frumento credo in ottobre, poi il raccolto lo dovete fare in giugno o luglio, sono nove mesi, se faccio bene i calcoli; dobbiamo aspettare nove mesi per poter avere quel piccolo granello di frumento che ci produce la farina che ci produce il pane. Bene, l'ideale sarebbe quello di superare appunto questo condizionamento e darci la possibilità finalmente di ottenere il frumento artificialmente in tutte le stagioni indipendentemente dal lavoro dei nove mesi della terra.
Questo discorso il cristianesimo lo fa all'uomo. L'uomo lo fa all'universo, il cristianesimo lo fa all'uomo. Rinuncia a te stesso, non sii te stesso, ma rinuncia a te stesso perché per esempio se io dico a quel mattone che prima di essere un mattone era terra, sii te stesso io non avrò mai il mattone e se dico al mattone sii te stesso io non avrò mai il muro perché la terra deve rinunciare a se stessa per diventare mattone, il mattone, deve rinunciare a se stesso per diventare muro, il muro deve rinunciare a se stesso per diventare chiesa. E così di seguito. Questo è il discorso che il cristianesimo fa ad ognuno di noi.
Adesso vi porterò una esemplificazione che ci tocca sulla carne continuamente. Badate io sono una persona che viaggia, sono un viaggiatore strano perché guardo i comportamenti delle persone prima di tutto. Ed ecco l'esempio che vi porto per dimostrarvi quanto sia profonda la frase di Gesù. Bisogna rinunciare alla propria vita per salvarla, chi la vuol salvare la perde e chi la perde invece la salva. A quale condizione è umano, è oso dire bello viaggiare in treno, a patto che ogni singolo rinunci al se stesso istintuale. Più i singoli vogliono essere se stessi dentro a quella piccola ed unica casa che é il vagone, ahimè la vita del vagone diventa insopportabile.
A patto che non si fumi laddove é proibito fumare, a patto che non si accendano radioline che non abbiano la cuffia, a patto che non si sporchi il sedile dove gli altri debbono sedersi, o gettando rifiuti o appoggiandovi le scarpine sia pure togliendosi le scarpine anche con le calze, perché io vorrei vedere se voi ve la sentireste di mettervi a sedere dove altri hanno appoggiato le loro calzine che per quanto belle pulite non abbiano qualche profumo sgradevole. A patto che non si facciano tutte queste cose, a patto che si regoli il flusso d'aria, d'estate, in modo da non insidiare i polmoni di chi è più anziano e mi rivolgo soprattutto ai più giovani, uffa qui, uffa la, apri su, apri giù e il povero anziano che deve brontolare perché ovviamente l'aria gli da fastidio. A patto che ognuno metta le sue borse sul portabagagli e non sul sedile, in modo che chiunque è in cerca di un posto da sedere non debba dire mentre il treno è in corsa scusi: è occupato?
Vi li faccio questi discorsi perché io non vedo cristiani quando viaggio non ne vedo. Allora cristiani quando si è, quando si dice il Padre Nostro a casa propria vi è il rinnegamento di se. La dove c'e un altro, ed ecco universale, laddove, dice Paolo, non c'è più la rinuncia di se, qui schiavo padrone nemmeno uomo o non avremo il paradiso comune! Tutti invochiamo una maggiore possibilità di vita e di fatto ci ingegniamo ad affermare noi stessi e a rendere impossibile il Paradeison cosiddetto.
E badate questi sono aspetti fisici della nostra vita sociale. Ma chi non è capace di controllarsi a questi livello, ed é questa la tristezza che ricavo io dopo ogni viaggio in treno, come potrò controllarmi nell'aspetto più profondo e spirituale relativo al sesso al danaro al potere! Come potrò controllarmi.
Non so se abbiate visto una rubrica alla televisione che ha come titolo Mixer. In questo Mixer c'è di solito un cosiddetto faccia a faccia, vale a dire interviste a personaggi famosi noti del mondo della politica, nel mondo della economia della religione, e nel Mondo artistico.
Ecco qui le due che io ho colto. A un politico è stato chiesto: se lei avesse a disposizione una bacchetta magica da usare una sola volta, come la userebbe. Sentite la risposta: farei sparire tutti gli arsenali atomici. D’accordo egregio politico, ma hai dimenticato che l'uomo se tu glieli fai sparire te li costruisce il giorno dopo raddoppiandoli. Ecco che cosa era sfuggito a questo politico, quindi d’accordo ma poi l'uomo ne costruisce di nuovi. Io avrei risposto cosi: vorrei convincere gli uomini a diventare essi stessi delle bacchette magiche mediante la rinuncia di sé.
A un capitano di industria invece è stato chiesto: lei crede in Dio? Si, no, si, no, credo in Dio nella natura, precisa subito. Coloro che hanno delle grandi società, poi le legano ad altre, si associano di qui si associano di la e posti di lavoro e progresso e cosi via. Alla fine la risposta: Per tentare di essere felici. No, no, avete capito? Lui fa tutto questo per tentare di essere felice.
Guai a me se dovessi fare quello che faccio per tentare di essere felice, perché allora ricercherei in me stesso il sii te stesso, invece direi: per tentare di fare emergere una felicità per tutti.



Sabato 18 Giugno,2016 Ore: 22:16
 
 
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