- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (230) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Egli vi insegnerà ogni cosa,di Padre Aldo Bergamaschi

Egli vi insegnerà ogni cosa

di Padre Aldo Bergamaschi

15 maggio 2016
Pronunciata il 30 maggio 2004
Giovanni 14,15-16; 23-26
Risurrezione, Ascensione, Pentecoste, discesa dello Spirito Santo, tutto questo dovrebbe essere l'anti-entropia. Abbiamo sentito nella lettura del Vangelo: “...il Consolatore vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”. Anti-entropia, perché non basta introdurre un nuovo codice esistenziale, occorre rendere gli uomini capaci di attuarlo e assisterli in questa operazione. Un piccolo rilievo: passate con la mente l'origine dei vari partiti, soprattutto del comunismo, l'ultimo dei grandi partiti che hanno occupato tutto lo spazio etico. All'origine si dice che lì nel partito si introduce una novità, poi si lascia alle strutture dello stesso il compito di proseguire nel tempo l'attuazione dell'idea originaria.
La presenza dello Spirito Santo nei singoli deve formare la Chiesa e spingerla verso la comprensione totale della Verità. Tutto ciò è in regola con il carattere progressivo della rivelazione, la quale è terminata come annuncio, ma è sempre in cammino come comprensione e attuazione. La rivelazione di Gesù è perfetta come alfabeto, ma restano da scrivere le poesie, i romanzi, i saggi: sono nell'alfabeto, non v'è dubbio, ma dobbiamo costruirli noi.
Vi dò un'altra immagine di un pensiero che vi ho già detto: il Vangelo è una somma di ricette e bisogna attenersi alle regole di Colui che per primo le ha costruite. Da qui la doppia anima della comunità cristiana, da un lato l'aspetto ripetitivo in forza del principio della infallibilità: parla il Papa, tutti a ripetere quello che ha detto, parlano i Vescovi e i sacerdoti altrettanto: questo è l'aspetto ripetitivo. Faccio una annotazione: gli Apostoli stanno tre anni con Gesù, poi ricevono lo Spirito Santo, non avranno più delle incertezze? Purtroppo ne hanno avute ancora, S.Pietro per aprire la porta ai Gentili, dice che ha avuto una visione, eh no! S.Pietro dovrebbe dire che Dio non fa distinzione sugli alimenti (la questione degli animali). No, Pietro non attribuirlo a un sogno, ma devi affermare che Gesù lo ha detto! Ecco dove la classe dirigente comincia ad acquistare terreno, terreno nefasto per i partititi e tragico per la Chiesa stessa. Oggi in modo particolare, dobbiamo prendere coscienza di tutto questo.
Poi S. Paolo deve litigare con S. Pietro, per affermare il principio della salvezza, indipendentemente dall'appartenenza a una razza, o a una etnia, nella disputa di Antiochia. Vedete che non è mai terminata la presenza dello Spirito Santo, mentre se ne fa una narrazione celebrativa, come accade in tutte le chiese.
Da un lato l'aspetto ripetitivo, l'istituzione che cresce su se stessa, dall'altro lato l'aspetto profetico, il momento dinamico, come tentativo continuo di scrivere nuove liriche con il comune alfabeto, che è lì come punto di riferimento. S.Paolo si pone in quest’ultima categoria. Pochi sono i santi che hanno costruito delle nuove liriche, due di questi sono S. Francesco e S. Benedetto - forse i soli - i quali si preoccupano di attuare il Vangelo, ecco dove lo Spirito Santo soffia. Mentre in genere tutti gli altri Santi si preoccupano di divulgare il cristianesimo così come è.
Oggi, su linea crociata, arriviamo a dedurre dal Vangelo le nuove etiche sessuali. Quel famoso articolo di Benedetto Croce “Perché non possiamo non dirci cristiani”, che in questi ultimi tempi ho sentito citare malamente e penso che non sia stato capito, è stato scritto nel 1942 - siamo in piena guerra - Croce nell'articolo fa questo ragionamento: Il cristianesimo è la più grande rivoluzione che sia mai apparsa sulla terra. Sentite che per Croce il cristianesimo non è una rivelazione di Dio agli uomini, quindi c'è molta diversità tra una rivoluzione, di cui si capisce la portata, ma che, non essendo una rivelazione, è passibile di modifiche.
Poi dice con espressione simpatica: "Non tutto Omero è poetico, non tutto Dante è poetico" come a dire che anche nel cristianesimo possono esserci delle imperfezioni. Quindi fa capire che anche Gesù e Giovanni non potevano vedere il futuro. Per correggere questa imperfezione, ci sono stati gli attacchi portati per primo dall'Umanesimo, poi dalla Rivoluzione Francese, dal protestantesimo e via via fino ai filosofi della storia, intendendo addirittura Hegel, cose da fare rabbrividire e che cambiano i connotati al cristianesimo.
Poi dice: "Anch'io, che pure sono condannato dalla Chiesa, mi sento uno che ha portato una piccola correzione a quella rivoluzione che non era perfetta". Ecco in che senso afferma che non possiamo non dirci cristiani. A Croce io rispondo, - e lo avrebbe dovuto mettere come titolo -: "Perché non possiamo dirci cristiani", esattamente il contrario, perché il cristianesimo è caduto al rango di religione, mentre per Croce c’è una imperfezione assolutamente originaria. Oggi siamo al punto in cui dal Vangelo si deducono le nuove etiche sessuali. Poco tempo fa i "Cristiani per il socialismo" avevano dedotto dal Vangelo la lotta di classe e così via.
Gioacchino da Fiore, che ha fatto della presenza dello Spirito Santo l'inizio di un'era nuova, poiché nella Chiesa, dopo mille anni di battesimi e altri sacramenti, il cristianesimo si era stabilizzato nella ingiustizia senza sbocchi, nemmeno Gesù Cristo aveva lo spazio dentro a quella istituzione. L'abate Gioacchino da Fiore allora dice: "La Chiesa va male a causa dello strapotere dei chierici". Così come nei partiti, il partito comunista è crollato - a detta di Gorbaciov - esattamente per questo motivo. Gioacchino da Fiore spazza via mille anni e ipotizza una terza era: quella dello Spirito Santo, in cui gli uomini finalmente si ameranno senza mediazione religiosa. Io ribadisco: no, Gioacchino, lo Spirito Santo non è fuori dal sistema è dentro, e noi l'abbiamo soffocato. Accetto l'aspetto critico, ma in positivo debbo dire che il cristiano non può riprendere da capo il discorso dell'alfabeto, deve soltanto scrivere delle poesie, deve attuare il Messaggio in tutti i settori della esistenza, non solo in quelli della individualità.
Lo dico anche in questo periodo, con tanti movimenti di politici in azione e dico che il cristiano non deve mirare a occupare le istituzioni, lo ha fatto lungo i secoli, ma ha commesso degli errori enormi, tendo a sanarli, ma dal di dentro, aggregandomi con altri credenti, per risolvere problemi che nessuna istituzione umana potrà mai risolvere. Per esempio, il rapporto di lavoro tra uomo e uomo e il rapporto affettivo tra uomo e donna. Questi problemi potranno essere risolti solo da chi radica la propria etica nella rivelazione di Gesù.
Leggevo da un articolo di un bravo sociologo che, dall'ottocento fino al 1940, i figli illegittimi erano il 40%, non so ora quanti siano. Aborto, procreazione assistita, ai cattolici avevo detto, già trent'anni fa, di non andare a votare, né per l'aborto né per il divorzio o procreazione assistita: questi sono problemi che non riguardano i cristiani, perché i cristiani li hanno già risolti con la fede, con l'insegnamento di Gesù. Sono problemi che devono risolvere gli altri e poi bisogna vedere se sia giusto che debbano convivere delle etiche così diverse e contraddittorie. La mia risposta - che potrà essere poi oggetto di discussione - prevede la caduta degli Stati Nazionali che debbono essere sostituiti dalle scelte etiche, perché la nostra democrazia è incompiuta e imposta, mentre dovremmo scegliere liberamente le etiche, di cui vogliamo far parte. Allora saremmo nella democrazia compiuta.
Il grande evento di Pentecoste non chiude il problema del rinnovamento, S. Paolo non è presente quel giorno - si deve ancora convertire - e si avvede che qualcuno già dirige, pensando di avere lo Spirito Santo nelle ossa e dice: "Diversi i carismi, diversi i ministeri, diverse operazioni, ma uno solo è il Signore, uno solo lo Spirito per l'utilità comune", siamo battezzati in un solo Spirito per formare una unità storica in cui debbono cadere i dualismi che ci affliggono, e continua: "Giudei e Greci; schiavi e liberi", è la distinzione di popoli che conducono a schiavitù altri popoli, ricchi e poveri, via la distinzione così radicale che rovina tutta la nostra convivenza.
Lo Spirito Santo allora, deve continuare in noi con questa novità comunicata il giorno di Pentecoste agli Apostoli e ai pochi discepoli.



Sabato 14 Maggio,2016 Ore: 19:27
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info