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www.ildialogo.org Ascensione come concetto,di Padre Aldo Bergamaschi

Ascensione come concetto

di Padre Aldo Bergamaschi

8 maggio 2016
Pronunciata il 27 Maggio 2001
Luca 24,46-53
E siamo a questa festa dell’Ascensione che dal modo con cui è descritta crea dei dubbi sulla sua sostanza. E i dubbi sono dovuti al fatto che S. Luca, si spinge in una maniera così favolistica nel raccontare questa che pure è una verità. Crea dei dubbi perché introduce degli elementi che turbano il concetto di Risurrezione. La mia tesi è questa: S. Luca, che non è presente ai fatti e non è un Apostolo, ma ha seguito gli Apostoli Paolo e Pietro, ha ricostruito i fatti a una certa distanza di tempo. Credo che egli abbia un concetto sbagliato di Risurrezione.
Facciamo un parallelo, perché qualcuno non dica che io nego l’Ascensione, ma è l’interpretazione che cerco di chiarire a me stesso e a voi. Se ricordate l’Evangelo di Luca quando racconta che l’Angelo annuncia alla Vergine la nascita del Bambino Gesù, noi siamo propensi ad accettare il raccontino come storico: “L’arcangelo Gabriele arrivò alla sua casa...” Qui si tratta di una idea che viene veicolata mediante un racconto, io accetto l’idea, non v’è dubbio che la Vergine Maria è stata fecondata dallo Spirito Santo e quindi la nascita di Gesù è verginale, ma i dubbi restano sul raccontino che vuole veicolare questa verità. Il raccontino è fatto per i bambini, ed eccoci a S. Luca il quale vuole spiegare la conclusione della vita terrena di Gesù.
Se voi avete della Risurrezione un concetto sbagliato, bisogna concludere il discorso in questo modo, non ci sono altre strade ed è anche quella seguita da S. Luca, perché gli altri evangelisti – almeno due – dicono che Gesù è asceso al cielo la sera stessa della Risurrezione. Questa è la salvezza concettuale della Risurrezione, ma, se voi la concepite come un cadavere rianimato, vi chiedete – la mentalità infantile – questo Gesù dove è andato? S. Luca si assume la responsabilità di dire che questo Gesù è rimasto qui 40 giorni, tutte le famose apparizioni su cui – attenzione bene, io ho solo la riserva mentale di S. Luca - il quale credeva che fosse proprio Gesù in carne ed ossa; il cadavere rianimato. Noi invece, guardando queste apparizioni descritte dagli evangelisti, deduciamo che Egli intanto non è riconoscibile direttamente, è Lui che fa qualcosa per farsi riconoscere dagli Apostoli, i quali direttamente non Lo hanno mai riconosciuto.
S. Luca invece, dice: è rimasto qui 40 giorni con le varie apparizioni, chiama gli Apostoli sul monte degli Ulivi, io ho visto il posto nel quale si dice che Gesù sia asceso (e potete immaginare con quale animo mi sono trovato là), Gesù dà la benedizione come viene descritto qui poi li conduce a Betania, alza le mani, benedice e poi “Si staccò da loro e fu portato verso il cielo”. Io sono solito dire come un palloncino che si stacca da terra e va su verso il cielo. Ho guardato la traduzione, ma se è così, visto che tutti usano assunto in cielo, vuol dire che non và su per forza propria. Altro è ascendere per forza propria, ed altro è essere assunti da qualche forza esterna: “E si sedette alla destra di Dio”. Una nube ostacola la visione e da lì dove sia andato a finire, il bambino dirà: in un luogo, perché questo è il punto.
Ora vedo che anche i più tradizionalisti quando si parla dell’inferno hanno cambiato parere. Io ho una certa opinione, ma il fatto di non concepire l’inferno come un luogo, questo oramai è conquistato anche da tutti i teologi più tradizionalisti. Mi direte: se l’inferno è uno stato e non un luogo, dove va a finire Gesù? Nella trigonometria celeste? Questo comincia a creare dei dubbi per una persona che ha il cervello in ordine e tutto deriva dal fatto che voi dovete concludere la vicenda di un cadavere rianimato. Allora, questa festa dell’Ascensione viene costruita a tavolino, dove si dice che “Tornerà così come è asceso”, qui resta il dubbio: ma come è venuto Gesù al mondo? Non ha seguito dei percorsi fisici, ha seguito dei percorsi chimici.
Vi farò un esempio per farvi capire come deve essere concepito il ritorno di Gesù al Padre, che va concepito così. Noi adesso nell’orto abbiamo le fragole, domanda: da dove vengono queste fragole? Quindici giorni fa erano verdi, prima ancora c’erano i fiori, appena fuori dell’inverno erano appena vive, poi c’è la radice e dobbiamo passare alla fragola che ha dato origine a questa e andiamo pure all’origine, quando Dio ha creato le cose. La fragola è un pensiero di Dio concretizzato, la fragola è arrivata a noi per quella strada, non è arrivata a noi come fragola già costituita. Come la fragola è un concetto di Dio concretizzato – se andiamo alla radice della creazione – così Gesù sappiamo come è venuto, adesso eccoLo qui risorto, non possiamo più concepirLo come una fragola presa e portata in cielo, non so da quale parte. Se il ritorno al Padre è concepito in questo modo, come lo concepisce S. Luca, io non ci sto, non posso accettarlo. Io non nego la verità profonda che c’è, è vero, Gesù è tornato al Padre, ma per quale strada? Ve la indico: immaginate che la bella fragola rossa sotto i vostri occhi in maniera rapida ritorni verde, poi il fiore e su su arrivi finalmente al pensiero di Dio, allo stesso modo, Gesù Che definiamo in altri luoghi il Logos, cioè il pensiero di Dio fatto carne.
Qui S. Luca è l’unico che crea difficoltà, perché gli altri vanno per altra strada e mi ci ritrovo, ma, se voi vi fissate nella concezione di una Ascensione come il distacco di un palloncino che si stacca da terra, si creano dei problemi enormi. Dovete domandarvi dove va a finire questo palloncino, il seno del Padre è da raffigurare come qualche cosa di materiale e così via, lo posso concedere ai bambini, ma basta che siano di quinta elementare per poter ricorrere all’esempio che vi ho fatto. Ricordate il caso Galileo, quando fu condannato proprio la domenica in cui cadeva questo passo, dove si dice: Viri Galilei… Galileo Galilei, cosa state lì a guardare il cielo ed era il rimprovero contro Galileo perché aveva detto che la terra gira...
A parte lo scherzo, se Gesù è ritornato al Padre secondo la dimensione dello spirito, si può capire come Egli mandi lo Spirito Santo per assistere i suoi discepoli. Ma preferisco quest’altra frase dove si dice che Gesù è con noi fino alla fine dei secoli. C’è chi Lo porta via dalla terra e mette in moto tutto quel meccanismo per mandare l’assistenza, invece - come in uno dei passi qui - si dice che Gesù sarà con noi fino alla fine dei secoli. Se concepiamo correttamente la Risurrezione, Gesù è diventato un concetto e come corpo è sparito ed è diventato spirito. In questo modo può diventare parte di noi stessi, così come S. Paolo Lo aveva concepito. Io preferisco concepire l’Ascensione in questo modo, anziché attardarmi su elementi materiali che sono devianti soprattutto per la nostra formazione spirituale.



Sabato 07 Maggio,2016 Ore: 23:42
 
 
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