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www.ildialogo.org “Amatevi come io ho amato voi”,di Padre Aldo Bergamaschi

“Amatevi come io ho amato voi”

di Padre Aldo Bergamaschi

24 aprile 2016
Pronunciata il 1° Maggio 1983
Giovanni 13,31-33.34-35
Il precetto più alto dato agli uomini tutti, era questo: "Ama Dio con tutto il cuore il prossimo tuo come te stesso." Il punto di riferimento in questo comando, che comando non è, perché l'amore non si può comandare, ma è soltanto una dichiarazione che chiunque si comporta in questo modo, guadagna il vertice della perfezione umana, il punto di riferimento dicevo è ed era l'io. Questo io che ben conosciamo, che ci portiamo dietro dalla nascita, questo io che amiamo. Circa poi il conoscere fino in fondo che cosa è questo io, circa poi l'individuare il senso preciso dell'amore che dobbiamo avere verso noi stessi, questo è per il momento del tutto secondario.
In ogni modo con quel precetto Gesù aggancia il mio modo di amare me stesso, al modo di amare gli altri. Ma i cristiani tra di loro, vi prego di notare la distinzione, i cristiani tra di loro, come conseguenza di una conversione, che deve essere alla radice del loro essere cristiani, hanno, se di comandamento ancora parlare, un comandamento speciale da osservare, amatevi gli uni gli altri come? Non più come noi stessi, ma come Io vi ho amato. Come Io ho amato, voi in parole più semplici.
E poi vi prego di considerare l'ultima battuta di Gesù: da questo tutti, tutti, tutti, tutti coloro che cristiani non sono, sapranno che siete miei discepoli. E non delle persone che hanno assunto me come bandiera o me come fede. Miei discepoli. Se avrete questo tipo di amore gli uni verso gli altri.
Ecco il brevetto di Gesù Cristo. Se vogliamo parlare in termini commerciali capibili da tutti. Questo è il brevetto di Gesù Cristo e nulla più.
Ma anche qui siamo da capo. Come interpretare, o meglio come dare un volto all'amore di Cristo per noi. Vi rendete conto di tutto il dramma interpretativo. Qualcuno dice dobbiamo amarci con fede, oppure dobbiamo amarci con spirito di carità, e cosi con queste belle parole ci si sottrae al pronunciamento pratico e ognuno comincia a mettere dentro a queste parole ciò che egli vuole, o ciò che egli desidera.
Bene, io voglio uscire da questa ambiguità, come Cristo ci ha amati. Mi guarderò bene dal dirlo in positivo, perché io non conosco gli abissi del suo amore, voglio dirlo soltanto in maniera negativa, tanto che il discorso sia chiaro e inequivocabile per tutti. Gesù Cristo, diciamo pure la parola fatidica, ci ha amati “senza profitto alcuno”, : fino a dare la vita per salvarci. Dunque non solo non ricava profitto, ma addirittura egli va in perdita perché dà la vita per salvarci. Credo che questa mia affermazione benché negativa, questa definizione negativa del comportamento di Cristo, credo che sia dal punto di vista teologico, inoppugnabile.
Lo so che questa parola profitto può dare fastidio, ma è l'unica che possiamo capire, direi, con una certa precisione. Però adesso ho l'obbligo di puntualizzare successivamente il discorso. Ci sono due luoghi, chiamiamoli cosi, o due punti della nostra esistenza, nei quali è quasi impossibile superare il muro del profitto. Ci siamo? Citiamoli: il primo riguarda l'incontro uomo donna. E già, perché da questo incontro nasce la società. E la prima cosa che Dio ha fatto è esattamente questa dicotomia.
Dunque pare che sia una programmazione divina, ma mi domando, un uomo e una donna anche quando decidono di sposarsi, il loro amore è privo di profitto, oppure questa parola maledetta circola anche li dentro. Ecco perché vi dicevo il primo punto riguarda l'incontro uomo donna.
L'altro punto o luogo, dovreste indovinarlo per chi ascolta le mie prediche, l'altro è il rapporto di lavoro. Ecco, qui ci sarebbe da chiedersi come viene concepito da Dio il quale, si capisce, ha creato l'uomo e la donna per ottenere un certo progetto, moltiplicatevi, poi ha detto all'uomo non ha detto a Tizio o Caio o a Sempronio, perché la struttura piramidale è opera nostra naturalmente, domina e conquista, domina e coltiva l'universo. Ma il punto è qui, per fare questo, come ci disponiamo noi, in piramide oppure in riga. Allora voi capite il rapporto maledetto che noi andiamo instaurando gli uni nei confronti degli altri.
Se voi siete capaci di trovarmi un punto nel mondo in cui un uomo non dica a un altro uomo tu lavora e io ti pago e un punto in cui ognuno di noi non sia inserito in questo gioco, ebbene io qui seduta stante, mi taglio la testa e cesso di parlare per tutta la vita e per tutta l'eternità. Ecco questi sono i due punti, diciamo, maledetti storicamente perché li abbiamo corrotti e che pure sono i punti fondamentali, i due cardini su cui si gioca tutto il nostro stare in questo mondo.
Bene, allora ritornano le tre parole: sesso, danaro, potere. Sono i tre luoghi in cui rientra il profitto.
Il danaro, si capisce, la grande invenzione dell'homo sapiens, ma appartiene proprio a quel gioco di quel rapporto tu lavora e io ti pago. Dunque sono questi i due luoghi dove abbiamo la fossa del comandamento di Gesù. O meglio è questa l'acqua, l'acqua torbida in cui è immerso l'uomo naturale. Gesù dunque, chiudiamo questo discorso, inventa il brevetto per aiutare l'uomo ad uscire dall'acqua torbida. E questo brevetto lo consegna ai suoi. Ai suoi, ai suoi, ai suoi non lo consegna a chi non crede in lui, ai suoi, prima di morire le quattro righe di san Giovanni.
A questo punto nasce il dramma del cristianesimo storico per diffondersi è quasi costretto a diventare religione, mi verrebbe la voglia di commentare la prima lettura dove si sente a fiuto la nascita del cristianesimo come religione, e poi anche nell'Apocalisse, Dio con noi eccetera, tutti linguaggi lievemente sospetti. Il dramma storico del cristianesimo per diffondersi è stato costretto a diventare religione e quindi ad abbandonare il tentativo di mettere in atto il brevetto di Gesù, in uno di questi punti decisivi della nostra esistenza. Soprattutto nel secondo. Perché per quanto riguarda il primo, sarà adesso uno dei punti della mia predica, vi dimostrerò come c'è stato un tentativo, e io lo adopererò per dimostrarvi proprio come ahimè invece nel secondo punto il tentativo è andato perduto e il discorso è ancora aperto.
Adesso con poche battute io riassumo tutta la storia del cristianesimo e mi porto fino ai nostri gironi. Amatevi come io ho amato voi. E si tratta di applicare il brevetto ai punti nevralgici del nostro stare insieme in questo mondo, giacché vi siamo costretti da quelle due componenti, dal sesso creato da Dio per ottenere taluni scopi e dal rapporto fra di noi per poter aggredire la conquista dell'universo. Ma Pio XII dice: la Chiesa è la depositaria attenta della vita spirituale, bene. Poi un cardinale viene da Milano a Reggio Emilia, in questo convegno ecclesiale, il nome lo
mettete voi, e dice in questo convegno: la Chiesa apre la convivenza umana al senso del mistero, ... grazie. Come se le altre religioni non aprissero l'uomo e la convivenza umana al senso del mistero.
Bravi, bravi, così mi dimostrate, e ho citato solo due persone, una morta e l'altra viva che sono in linea di continuità con questa concezione della chiesa voi mi dimostrate esattamente che il cristianesimo è ridotto a religione e voi siete costretti a gestire questa religione, la quale religione, ahimè, glissa sull'assetto del mondo lasciandolo così come è. Bene adesso con una opportuna esemplificazione io cercherò di chiarire il senso di questa mia diagnosi.
Prendiamo il matrimonio. Momento fondante della società, anche se ho visto in un sondaggio televisivo e la cosa mi ha un po' allarmato, ma mi ha fatto anche ridere sotto un certo punto di vista. Ridere si capisce in forma di pianto, anche se, secondo questo sondaggio, solo il cinquantaquattro per cento crede nell'istituto matrimoniale. Ma gli altri quarantasei per cento pare che non ci credano più. Così voi che siete sposati, o che pensate di sposarvi, appartenete a poco più della metà, ecco cinquantaquattro per cento è una percentuale ancora solida; ma per un problema così determinante c'è da cominciare a vergognarsi diciamo se si accetta l'idea del matrimonio.
Voi mi direte: ma con che cosa lo vogliamo sostituire, già c'è proprio bisogno che ne parli io da qui, non avete abbastanza fantasia da sapere con che cosa si possa sostituire? Non posso sostituirmi in questo genere di discorsi. Bene la chiesa discente, quella che pilota il messaggio, sostiene, e anzi inculca nel cervello dei credenti, che il matrimonio è monogamico e indissolubile. Perché dice che questo è il messaggio di Gesù. Dunque, facciamo il provino, dovunque due esseri umani, uomo e donna, si sposano, si deve applicare questo brevetto. D'accordo? Del resto non c'è matrimonio cristiano.
Direi che il comandamento di Gesù è ancora più radicale perché anche per gli sposi vale esattamente questo principio. Amatevi come io ho amato voi. Voi capite che siamo ben più nel profondo che non dire che deve essere monogamico e indissolubile. Mi pare di avervi già detto che sono dell'idea che probabilmente Gesù ... Questo lo sappiamo che direttamente Gesù non lo ha istituito ... si dice per mezzo di san Paolo e così via ... la istituzione dichiarata da San Paolo istituita da Gesù Cristo. Insomma non abbiamo una prova nel vangelo in cui egli istituisca il matrimonio cristiano. Ma perché? Per il motivo semplice che il suo brevetto è: amatevi come io ho amato voi e questo brevetto deve estendersi in tutti i settori dell'esistenza e in primis esattamente al matrimonio.
Non solo la Chiesa ha controllato il matrimonio fino a volerlo, in teoria, fra soli cristiani. E il diritto canonico è molto rigido sulle condizioni relative alle celebrazioni di matrimoni misti, vale a dire là dove c'è la disparità di culto oppure la disparità di religione. Per il cattolico che voglia sposarsi, facciamo l'ipotesi, con una musulmana, la questione dell'ateo lasciamola un momento, oppure con un protestante o un ortodosso deve accettare talune condizioni. Questo lo sapete anche voi. Ho guardato la questione dei matrimoni misti nel codice canonico recentemente emanato da Roma. Trovo che per i matrimoni misti di cui vi parlavo, in questo caso viene specificato: cattolico con battezzato non cattolico. Voi capite chi è costui, è l'ateo, il comunista, il marxista tanto per intenderci. Che pure da piccolo è stato battezzato e poi ha rifiutato la fede o per prassi in linea di principio.
Si dice nel nuovo diritto: c'è semplice proibizione di celebrare il matrimonio senza la licenza delle competenti autorità. Ma per la concessione della licenza ci sono delle condizioni. Condizioni che possiamo immaginare, che sia salva la fede, che l’educazione dei figli abbia poi una certa direttrice. Bene io non ho nulla da dire. E per quanto concerne il rapporto di lavoro l'altro momento portante della vita sociale, dove sono le precettistiche simili a queste altre: il matrimonio di un credente deve essere monogamico e indissolubile, li, dove sono le precettistiche, lì come si attua il comandamento di Gesù, amatevi come io ho amato voi, lì nel rapporto di lavoro, ovunque due o tre si uniscono per progettare l’aggressione del capitale naturale che è il cosmo fatto da Dio allo scopo di ricavarne capitale finanziario, come costoro si disporranno fra di loro? Storicamente sono disposti così, tu lavora io ti pago. Il capitale cioè rende sempre schiavo il lavoro.
O attuiamo un progetto con diverse capacità eliminando il concetto di padrone, e facciamo si che il profitto si disponga come l'acqua nei vasi comunicanti, fermo restando che il lavoro deve sempre pilotare il capitale e non essere pilotato dal capitale, oppure facciamo tutto questo, secondo la indicazione divina biblica o secondo la indicazione di Gesù, o diversamente quel brevetto, quel precetto, non ha applicazione alcuna nel mondo.
Allora, o il brevetto di Gesù arriva alla radice dei nostri rapporti e li sana li corregge, oppure il suo messaggio è esortazione religiosa non diversa da quella di tutte le religioni del mondo, le quali, lasciatemi dire una battuta un poco velenosa, sono ben pasciute per consolare chi soffre a causa della cattiveria degli uomini. Invece per quanto riguarda il limite dovuto alla nostra esistenza, per esempio alla malattia, anche li, le religioni sono ben pasciute per insegnarci a pregare onde sopportare i nostri dolori. Sono cattivo, ma pure siamo incastrati in questa solenne miseria. C'è di peggio, troviamo lavoratori cattolici che si uniscono fra di loro e fanno le ACLI; bravi!, ma li vicino ci sono anche gli imprenditori cattolici che si uniscono fra di loro, Cattolici tutti e due, mi sto domandando: cosa vuol dire essere cattolici se non si risolve ciò che li rende nemici gli uni agli altri. Nemici badate! Nel profondo!
Perché il galateo non conta, il fatto che si dica buon giorno e si sorrida questo è maschera, giù nel profondo quel sempre demone che dice tu lavora e io ti pago. Poi abbiamo i maestri cattolici e le banche cattoliche, tutto il mondo è pieno di cattolici per bacco. Tutte unioni, diciamolo, che non risolvono né attuano il progetto di Cristo, ma si oppongono ad altre visioni del mondo unicamente per avere in mano, diciamolo, con parola banale, per avere in mano il mestolo e nulla più.
Adesso trovo un dibattito disgraziato fra l'Azione cattolica e Comunione e Liberazione, avrete visto sui giornali, mi dispiace, la rimandiamo ad un'altra volta perché è sempre di attualità.
Ora, viene fuori anche questo bel dibattito, l'A.C. da una parte e C.L dall'altra, proprio perché c'è questa divaricazione su questa concezione del cristianesimo sociale. E purtroppo a mio modo di vedere li trovo fuori strada tutti e due rispetto al discorso che sto facendo.
Allora terminiamo. Il concorso è aperto, due punti “cercasi gruppo di cattolici capace di dimostrare al mondo come si applica l'amatevi come io vi ho amati”, nel rapporto di lavoro, in modo tale che tutti, tutti anche quelli che non credono, vedano, dice Gesù, la specificità del mio messaggio.



Venerdì 22 Aprile,2016 Ore: 20:55
 
 
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