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www.ildialogo.org Rendere inutili i re,di p. Aldo Bergamaschi

28 febbraio 2006
Rendere inutili i re

di p. Aldo Bergamaschi

Luca 13,1-9
Vi confesso che questo brano evangelico mi mette in crisi per cui dovrò limitarmi ad affrontare solo la prima parte e tenterò di capire quale sia il Messaggio che vale ancora per noi.
La conversione è il momento centrale della identità cristiana. Tutti noi siamo cristiani per battesimo, quanti sono coloro che sono diventati cristiani per conversione al Cristo? Vi confesso che da parte mia vi ho impiegato molti anni. Spero che voi siate di quei cristiani che hanno alla radice della loro presenza qui in chiesa una conversione, o che almeno siate assetati di verità evangelica. É l’interpretazione del Messaggio di Gesù che ci trova discordi, non faccio riferimenti alla situazione in cui ci troviamo, poiché la vostra intelligenza è in grado di fare le applicazioni dovute.
La conversione è il momento centrale – come ho detto – della identità cristiana e aggiungo della lettura cristiana della storia. Per due volte Gesù nel racconto di S. Luca porta l’attenzione sulla conversione: “Se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo”. Due le situazioni di sfida: 1) un disastro socio politico e cioè il massacro promosso intenzionalmente dal Governatore Romano in nome del potere e dell’ordine pubblico; 2) catastrofe naturale, il crollo imprevisto e non intenzionale di un’opera pubblica come la torre di Siloe che era destinata al bene comune.
Ho qui dalla storia di Eusebio, poche righe del racconto dei misfatti di Pilato. Voglio prima stuzzicarvi all’analisi: Gesù, quando è di fronte al potere ha due atteggiamenti. 1) Quando viene consegnato a Erode, non dice una parola, nessun dialogo, perché Erode era un dissoluto in tutti i campi, tra l’altro aveva fatto tagliare la testa a Giovanni Battista. L’attacco di Gesù è quello di rendere inutili i re. Nella sua visione non ci sono re buoni o re cattivi: è il concetto di re che deve sparire. 2) Con Pilato – che è pure un delinquente di prima grandezza – invece, c’è un dialogo. Gesù si trova di fronte all’autorità costituita che è abusiva a tutti gli effetti. Non estrae la rivoltella o il forcone, ma taglia la radice del potere ed è questo che Pilato deve avere capito.
Nella Passione, Pilato, sembra sposare la sua causa, sembra difenderlo dalle grinfie degli ebrei del sinedrio, perché lo considera un alleato. Aveva capito che Gesù era in contrasto con gli ebrei sul concetto di Dio; Gesù non accetta il concetto che di Dio hanno gli ebrei.
A questo punto mi chiederete lumi sul passo della prima lettura (Esodo 3,1-8.13-15), non mi pronuncio, occorrerebbe una predica a parte, essendo un testo molto compromettente, Gesù dice: Dio è mio Padre, ed è questa una delle due motivazione per cui lo hanno mandato in croce, mai dimenticarlo. Pilato pensa dunque di avere un alleato contro i Giudei, ecco perché c’è un tentativo di difenderlo. Quando Pilato gli domanda: Tu sei re? Gesù risponde: “Si lo sono, ma il mio regno è di un altro mondo” e aggiunge “Io sono venuto in questo mondo per testimoniare la Verità”.
La Verità non è dunque una cosa caro Pilato, e lì Pilato comincia a capire che Gesù taglia l’erba sotto i piedi ai Giudei e anche a lui. Gesù è venuto a chiudere l’epoca delle religioni, perché esse hanno di Dio un concetto sbagliato e lo vediamo. Anche il cristianesimo è caduto al rango di religione e in questo senso siamo condannati come le altre religioni. Gesù è venuto a chiudere l’epoca delle religioni e a introdurre una novità esistenziale. É venuto a chiudere l’epoca degli Stati Nazionali Sovrani, e l’Impero Romano era uno Stato Nazionale Sovrano.
Costantino si converte dopo che i cristiani avevano resistito per tre secoli. Adesso, se Costantino, vi dice di andare in guerra contro i barbari, voi mettete lo zaino e partite in nome di Dio. No! Si doveva continuare a fare resistenza per dieci secoli, e non ci troveremmo nelle condizioni in cui ci troviamo.
Pilato aveva messo le mani sul tesoro sacro chiamato Corban per provvedere alla costruzione dell’acquedotto, ma l’acqua era lontana trenta stadi dalla città e la popolazione ne rimase indignata. Vi cito il passo di Eusebio: “Quando Pilato comparve a Gerusalemme dopo quella malefatta, il popolo gli si accalcò attorno con voci di grida ostili, ma egli prevedendo la sommossa aveva mischiato, travestiti tra la folla, soldati armati ai quali aveva proibito l’uso delle spade e aveva invece ordinato di percuotere i dimostranti con bastoni. Egli stesso diede il segnale dal suo seggio. Un gran numero di Giudei perirono abbattuti sotto i colpi, altri rimasero schiacciati nel parapiglia della fuga e la folla colpita nel vedere quella luttuosa sciagura ammutolì di spavento”.
Del crollo della torre bisogna incolpare le disonestà professionali pubbliche. Se in circostanze di pericolo di un terremoto, non costruiamo le case antisismiche, non possiamo dare la colpa a Dio se accade il disastro, ma alle disonestà professionali. Nell’altro caso - del potere politico - ci troviamo sempre alle medesime in tutti i secoli. La teologia dell’epoca vedeva in questi avvenimenti un castigo delle vittime.
Nel 1944 ci fu l’attentato a Hitler che andò fallito. Tra i miei educatori qualcuno disse: Dio l’ha salvato, vuol dire che lui è nella verità. Mi ribellai e da lì cominciai a riflettere su questo passo evangelico. Sono queste deduzioni e interpretazioni che Gesù critica e combatte. Per Lui questi eventi sono richiami alla riflessione e quindi inviti alla conversione. Quei fatti appartengono alla logica del sistema, soprattutto quelli di tipo sociale, se lasciate passare le dittature è inevitabile che queste facciano quello che hanno fatto.
Le colpe sono vecchie e sto parlando ai cristiani, i quali sono diventati anche loro dei religiosi e non hanno capito il messaggio di Gesù. Bisogna uscire dalla logica del sistema o logica dell’imbuto, dentro al quale siamo costretti a fare queste cose. Gesù tenta di costruire la Ecclesia prima di tutto tra i cristiani, (bella la pagina dei martiri) uscendo dall’imbuto del sistema, trovando una soluzione che non sia dentro alle due di cui vi ho parlato. Gesù è venuto a chiudere l’epoca delle religioni e degli stati Nazionali, ma la storia è sempre stata scandita dalla prepotenza di una nazione sulle altre. Gli ultimi due colpi di coda sono stati di Napoleone, che ha tentato di portare la pace occupando tutta l’Europa con la forza; l’altro è stato Hitler che ha tentato di occupare non solo l’Europa, ma di estendersi al mondo.
I cristiani debbono sostenere invece, che l’unica maniera per avere la pace è quella di autoeliminare gli Stati Nazionali. In Italia abbiamo un rigurgito di nazionalismo e come cristiano invito il capo dello Stato a lavorare per unire le nazioni. L’unione dell’Europa è in ritardo di dieci anni, ma deve essere tale da coinvolgere tutto il mondo. Del resto l’Europa, quando sarà unita, diventerà una grossa potenza e farà parte dei blocchi: Europa, Cina, America, India ecc. sono questi dei blocchi maledetti e presto o tardi bisognerà arrivare a una unione mondiale per non perire tutti nello stesso modo. Il cristiano deve lavorare con dignità in questo senso, senza fare marce o piccole contestazioni. Questa è la mia posizione di cristiano, questa è l’unica strada per potere eliminare il problema della violenza e trovare la maniera per risolvere il dislivello tra Nord e Sud per quanto riguarda la crescita economica, o meglio la giustizia sociale.
È assurdo che ci siano delle persone che muoiono di fame nel nostro secolo dove abbiamo tecnologie capaci di dare da mangiare a quaranta miliardi di uomini.
Questi sono i pensieri che mi vengono suggeriti dalle parole di Gesù: “Se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo”. La storia delle violenze continuerà fino all’autodistruzione se non ci sarà qualcuno, che come i primi cristiani, accetterà il martirio e si impegnerà a sollecitare i cervelli alla conversione.
Pronunciata il 14 marzo 2004



Venerdì 26 Febbraio,2016 Ore: 19:18
 
 
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