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www.ildialogo.org La vocazione dell’uomo e della donna,di p. Aldo Bergamschi

La vocazione dell’uomo e della donna

di p. Aldo Bergamschi

20 dicembre 2015
Pronunciata il 24 Dicembre 2000
Luca 1,39-48
I personaggi del dramma sembrano due; Elisabetta e Maria, apparentemente si tratta di un incontro fra due donne, potremmo dire: affari muliebri, chiacchiere di donne, ma sono chiacchiere di un certo rilievo e di un certo peso. Prima di tutto, questa faccenda che noi chiamiamo volgarmente l’educazione sessuale, mi dispiace che proprio alle 7,30 si debbano toccare questi problemi, ma è questo il problema che circola nel passo evangelico. Prima di tutto vorrei mettere tranquille quelle donne (e pare che siano abbastanza numerose) che non hanno avuto figli o non possono averne. É un dramma che io conosco e lo conosco perché queste donne hanno dei tormenti personali: ecco io no ho avuto figli e poi la mia vecchiaia come sarà… Alle volte qualche screzio anche col marito proprio per questa motivazione.
Elisabetta ebbe il figlio (dice il testo) quando già era anziana, il figlio di Elisabetta è S. Giovanni Battista. Se Elisabetta fosse rimasta sterile (questa era la sua condizione e il figlio lo ha avuto per intervento Divino), sarebbe stata meno S. Elisabetta? Ecco cosa dico a consolazione di quelle donne che non hanno avuto figli e che non potranno averne, anzi dovrei spingere il pedale a consolazione in questo caso delle suore che poverine dovrebbero essere fuori della volontà Divina.
Anch’io sono caduto in questa affermazione, quando guardiamo la vocazione dell’uomo e della donna e diciamo: ecco vedete la vocazione dell’uomo è quella di dominare l’universo e si può paragonare a una specie di cane che deve mettere il muso dappertutto. Dio avrebbe dato il comando di dominare e coltivare la terra e questa sarebbe la vocazione dell’uomo. Quella della donna, invece sarebbe: moltiplicatevi che tradotta in termini più chiari, la vocazione della donna sarebbe la maternità. Ecco perché coloro che non possono avere figli per varie motivazioni si sentono sotto un certo profilo frustrate come lo era anche nell’antichità viceversa.
Noi diciamo che la Madonna era vergine e quando l’angelo le annuncia la volontà di Dio resta sorpresa, gli autori dicono che aveva fatto voto di castità o verginità e che quindi, in questo caso le nostre suore e noi religiosi saremmo nella volontà di Dio, secondo quella struttura. La condizione voluta da Dio sarebbe quella di essere la donna vergine e l’uomo da parte sua anche lui tale, se non ci fosse un disegno di Dio che dica: attenzione che coloro che vogliono sia il matrimonio sia la verginità debbono essere due scelte e scelte a parità di condizione, perché sono nell’ordine della volontà Divina. La Madonna sarebbe rimasta tale se non ci fosse stato quell’impulso o imput Divino che la chiamava, alla chiusura del passo dirà: “Ecco la serva del Signore”.
Si può essere serve del Signore sia nella sterilità, voglio spendere una parola a consolazione di quelle donne che non hanno avuto figli, che non potranno averne, e a consolazione di quelli che hanno deciso invece di rendere gloria a Dio in quell’altro modo. Voi sapete che questo punto ci distingue dai protestanti, ma il pensiero che vi ho detto è un ricupero fatto da un grande teologo protestante, molto vicino al cattolicesimo e che ha detto che le due scelte sono due scelte volontarie.
Si deve entrare nel matrimonio perché si è chiamati, si deve entrare nella verginità perché si è chiamati. Se alla radice del vostro matrimonio c’è una scelta che ha le origini in Dio, voi siete nell’ordine di Elisabetta che ha il bambino ecc. la cui fine la conosciamo, la fine di tutti e due; Gesù è morto in croce, e S. Giovanni gli hanno tagliato la testa, non dimentichiamolo. Questo per dire come la struttura delle due donne fosse preparata in ogni caso all’evento, quindi questa capacità, prima di tutto di capire che il nostro compito, è quello di rendere gloria a Dio. Sia poi che si faccia questa scelta o quell’altra, questo è del tutto secondario.
Ora dovrei affrontare il problema dell’educazione sessuale, perché mi sembrano questi i passi evangelici più adatti a trattare questo problema. Vediamo dai giornali la situazione del bambino. Qui è bellissimo quando il bambino ode il saluto di Maria le sussultò in grembo, una scena deliziosa. Voi mamme, quelle che avranno anche tanti figli, è il momento opportuno perché il bambino nel grembo della mamma ode tutto e vorrei fare questo discorso a quelle donne che diventeranno mamme, anche i litigi che fate con vostro marito si riversano su di lui.
Oggi c’è tutto un capitolo della psicologia che tratta questo problema, noi non abbiamo idea di come il bambino quando è nel seno della madre…e qui siamo già al sesto mese ed ecco perché il bambino le sussultò nel grembo. Quando tutto questo problema è in una cornice sopranaturale e divina come qui, non ci sono più problemi per fare l’educazione sessuale, la mamma acquista la sua grandezza agli occhi del bambino e il bambino da parte sua è già un essere che partecipa alla comunità umana. Parlavo con un dirigente dell’UNICEF, dello scempio che facciamo del bambino, addirittura veniamo al punto di venderli, tutti questi mercimoni anche di organi e così via, cose che fanno rabbrividire, perché l’uso del sesso non è più inserito in una visione sovrannaturale del mondo. Ecco che ci sono anche i riflessi disastrosi per noi.



Sabato 19 Dicembre,2015 Ore: 17:25
 
 
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