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www.ildialogo.org L'omelia del 29 novembre 2015,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia del 29 novembre 2015

Pronunciata il 30 Novembre 2003


di p. Aldo Bergamaschi

Luca (21,25-28,34-36)

Oggi debbo fare una premessa per comprendere meglio il testo evangelico. Si tratta di un caso morale in cui la fede religiosa del singolo non ha alcun peso nella vita pubblica. Il caso che sto per raccontarvi era tipico – e lo è tutt’oggi – del contesto etico dell’America dell’Ottocento. Una carovana di pionieri avanza verso il Far West, il lontano Ovest, la notte li sorprende in un territorio indiano. Bisogna fermarsi e non fare rumori. Nel carro del capo carovana c’è una donna con un bambino di pochi mesi. Il bambino comincia a piangere, il capo carovana si rivolge alla donna: signora, o lo fa tacere lei o lo faccio tacere io. La donna si mette a piangere aumentando il pericolo. Il capo carovana si avvicina alla donna, prende il bambino, gli mette la mano sulla bocca, aspetta due minuti e il caso è risolto. Il bambino muore, la carovana è salva. Interpellati tutti i religiosi delle religioni che sono in America approvano: ha fatto bene il capo carovana, perché tutte le volte che non si segue questo criterio abbiamo il disastro, quindi bisogna scegliere tra la morte di uno e quella di tutti.
Il problema è quello di non cadere - come sono solito dire - dentro all’imbuto, perché quale che fosse il capo carovana, cattolico, protestante, o altre confessioni fino a essere ateo: si sarebbe comportato così. Voi cattolici come vi sareste comportati nel caso? Cosa doveva fare un cattolico dell’epoca di fronte a una situazione come questa? Ecco come: 1) un cattolico non doveva accettare mai di fare il capo carovana; 2) non doveva accettare perché prima dovevano essere chiariti i rapporti con gli indiani, dialogando e chiarendo i punti di discordia.
Ed eccoci al Vangelo tenendo presente il racconto, perché siamo sempre in queste situazioni - caduti nell’imbuto - dopo si balbettano delle soluzioni, ma nessuno vi dà la risposta che vi o ho dato io. Che cosa vuol dire essere cattolico nella situazione in cui ci troviamo oggi, con il rischio di un conflitto fra civiltà. Tenete allora presente il racconto.
Nel Vangelo di oggi, Luca ci dice che Gesù annuncia la fine del mondo (dovrei dire la fine del sistema). “Potenze dei cieli sconvolte”, questi sono i segni della fine e che sia qui alle porte nessuno lo sa, eccetto il Padre che è nei cieli. E’ importate che Gesù dia l’annuncio della fine del sistema: “Le potenze del cielo saranno sconvolte, il Figlio dell’Uomo verrà su di una nube, alzate la testa, la vostra liberazione è vicina”. Fino a quel momento eravamo schiavi e lo siamo tutt’ora, nonostante duemila anni di cristianesimo.
Quando Gesù nacque a Betlemme, non era venuto per liberarci e per introdurre gli elementi della pacificazione e unità del genere umano?
Nel Vangelo si dice – e questo mi rattrista – che arriveremo alla fine del mondo ancora con questi problemi irrisolti. É grave perché nella prima venuta di Gesù : “Pace in terra agli uomini di buona volontà”, però la soluzione dei problemi è rimandata alla fine. A che cosa è servita la sua venuta? Questo mi riempie di rossore e di tristezza. Cerco la soluzione dei problemi; si battaglia sull’allearsi o no, sul fare o non fare la guerra; ma benedetti uomini, create la situazione che produce continuamente la guerra e che la produrrà fino alla fine del mondo. Gesù verrà a liberarci con la seconda venuta da tutto questo dramma: “Levate il capo perché la vostra liberazione è vicina”.
L’altro precetto riguarda l’onestà personale, ed è vero che non essendoci la onesta personale è impossibile che ci sia quella pubblica. Qui nel Vangelo Gesù dice: “Attenzione, i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni”. Il caso più grave: definalizzazione della persona, ubriachezze, droga ecc.
A un mio amico cattolico alcolizzato ho chiesto: tu che credi nel Vangelo, sai perché è male ubriacarsi? Fino a che non ti renderai conto che è male, non abbandonerai mai questa pratica. Lo aveva già detto anche Platone prima di Gesù Cristo. É male, perché l’ubriachezza toglie la ragione e quando ci si toglie la ragione con un elemento materiale - di fronte a me spirituale con l’anima - è cosa grave perché insidio la mia definizione. Quando ci si toglie la ragione è finita, si può fare qualsiasi cosa come un animale.
Ricuperiamo anche questo richiamo; attenzione a come si conduce la vita, se le persone pubbliche hanno questi difetti segreti, voi capite che il peso della loro carenza andrà anche a influire sulla loro legislazione, sul loro modo di condurre la cosa pubblica. Non accetto la famosa idea di un filosofo il quale diceva: vizi privati-bene pubblico; no! Per il cristianesimo il vizio privato influisce anche sul bene pubblico.
Non per definizione mia, ma per definizione di un autore che ora vorrebbero santificare e che si chiama Gioacchino da Fiore, dice che il primo millennio è andato fallito. Non era un ateo o un anticlericale, era un abate, il quale però aveva bene gli occhi aperti su ciò che accadeva attorno. Egli dice esserci l’epoca del Padre, che è il V. T.; l’epoca di Gesù che è stata per lui fallimentare e passa il testimone all’epoca dello Spirito Santo, che doveva iniziare con S. Francesco d’Assisi. Come ci troviamo dopo il secondo millennio, lo lascio rispondere a voi.
I devoti della Madonna dicono che dopo il secondo millennio è fallito anche lo Spirito Santo e si affidano però alle varie apparizioni della Madonna. Addirittura sono andati fuori dalle regole di Gioacchino da Fiore, il quale aveva utilizzato la Trinità per dare questa spiegazione.
La mia opinione è che il cristianesimo a partire da una certa epoca è caduto al rango di religione ed è finita la salvezza. Il cristianesimo diventa una religione, quando Gesù era venuto a chiudere l’epoca delle religioni, ed era venuto a introdurre una novità esistenziale. Siamo a litigare con le altre religioni e discutere quale è quella vera. Sono tutte stupidaggini, perché un cattolico non deve entrare in questo tipo di discorso, deve chinare la testa e dire: io, purtroppo ho tradito il messaggio di Gesù e mi rendo conto di cosa fanno le religioni. Gesù è il primo a condannarle assieme agli Stati Nazionali Sovrani, ecco i punti che stanno al racconto che vi ho fatto. Un cattolico non può fare il capo carovana, il cattolico deve discutere con le autorità pubbliche i rapporti con gli indiani e finché non si è chiarito questo punto, non andrà nel Far West, tanto meno diventerà un capo carovana, poiché siamo sempre alle prese con uno stato di guerra mai tolto nella sua radice.
Vi invito a considerare questo passo evangelico dove Luca dice che arriveremo alla fine del mondo senza avere risolto i problemi che dovevano essere risolti con la prima venuta di Gesù Cristo. Essere cattolici allora dunque, vuol dire non battagliare sui singoli problemi – qualsiasi sia la scelta che farete - continueranno sempre a tormentarvi: bisogna uscire dall’imbuto e riprendere il discorso della totalità.



Venerdì 27 Novembre,2015 Ore: 20:19
 
 
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