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www.ildialogo.org La materia è eterna?,di p. Aldo Bergamaschi

15 novembre 2015
La materia è eterna?

di p. Aldo Bergamaschi

Pronunciata il 19 Novembre 2000

Marco 13, 24 – 32
Disse Gesù ai suoi discepoli: “In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, e la luna non darà più il suo splendore, e gli astri si metteranno a cadere dal cielo, e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli del cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre”.
Vangelo, direi ghiotto per i miracolisti. I miracolisti sono dei cristiani, alcuni dei quali sono miei amici, badate bene, loro mi guardano male perché a loro giudizio io non credo nei miracoli… va detto, comunque accettiamo. Io li guardo con un occhio di commiserazione, e mi dico: tutta brava gente, ma invece di pensare a correggere la storia e a diventare voi un esempio di società voluta da Cristo, voi siete li agli angoli a dire che a Natale verrà la fine del mondo o perlomeno ci sarà qualche diavoleria, qualche angelo verrà ad annunciare la pace e darla sul muso a chi intendiamo noi ecc.
Sempre questo dualismo, sono i cattivi che vanno castigati. Allora ecco, questo vangelo da un po’ di corda ai miracolisti in quei giorni, senonché: “il sole si oscurerà” qui ci sono delle piccole confusioni esegetiche, un po’ si parla della fine del mondo e sono d’accordo anch’io adesso faremo una piccola discussione, perché è un problema che ci trasciniamo da molto tempo. Poi c’è il riferimento alla caduta di Gerusalemme, poi il discorso viene occultato ancora e questa generazione non si sa ben capire quale sia.
E poi dopo l’ultima battuta, per quanto riguarda il tempo ce lo togliamo dalla testa “non lo sa nemmeno il Figlio, lo sa soltanto il Padre”. I miracolisti muti, nemmeno Dio lo sa. Voglio dirvi che Gesù ci ha semplicemente detto: il mondo andrà per aria e lasciatemi aggiungere; andranno per aria tutte le istituzioni. Questo è il discorso difficile, perché da quel principio della solidità del mondo fisico si passava poi a giustificare la solidità degli istituti.
C’è una discussione non dico solo tra i filosofi, ma anche tra gli storici per sapere se veramente nel cristianesimo o con il cristianesimo si è introdotto un concetto di tempo che noi chiamiamo un - concetto di tempo lineare – lineare vuol dire che si parte da un punto A e si va verso l’infinito linearmente, per cui non si ripete nulla, per cui non c’è spazio per metempsicosi (ho un’altra serie di amici che credono nella metempsicosi) no signori. Questa concezione del tempo sarebbe la concezione cristiana, ma la concezione del tempo poniamo dei greci – qui c’è implicato sebbene non proprio del tutto il grande Platone al quale concedo -… è ovvio che la nostra mente se non vuole andare in frantumi deve ipotizzare un qualche stratagemma per spiegare le fondamenta di tutta la realtà.
Il tempo circolare sarebbe questo: Si parte dal punto A e si cammina fino a incontrare ancora il punto A. questa sarebbe la concezione della storia, qui dovrei citarvi dei grandi storici, forse qualcuno si sottrae, ma nel grande…tant’è che questo concetto - dell’eterno ritorno – è stato ripreso da Nietzche. É ovvio, caduto il punto di riferimento metafisico è inevitabile che si debba ricorrere alla soluzione dell’eterno ritorno, che è poi la teoria dell’Ecclesiaste che chiamiamo il Coelett, dove si dice che sotto il sole non c’è nulla di nuovo.
Si, viene voglia di dire che alla fine si ripetono sempre le medesime cose. Quelli che credono nella metempsicosi vi diranno che tu sei già vissuto un secolo fa e l’evoluzione dove sei tu è al punto morto, ma 200 anni fa eri nel tal personaggio… Una mente come la mia che si è cimentato con tutti… non può accettare un discorso di questo genere per la contraddizione che non consente. Siccome che queste battaglie non le faccio io solo, ma mi voglio appoggiare a Gesù Cristo, ecco che la concezione del mondo quale ci è rivelata da Gesù è esattamente in senso contrario a tutti quei discorsi.
Per il cristianesimo: tempo lineare e non tempo circolare. Ma, proprio i filosofi e lo cito subito: S. Tommaso che è il filosofo per eccellenza in ambito cristiano, dottore della chiesa, si è trovato nei pasticci quando ha trattato questo problema. Perché S.Tommaso, crede ne vangelo non v’è dubbio, senonché ( con la sua concezione della conoscenza, a un certo punto fa le pulci anche a nostro Signore Gesù Cristo) e nel vangelo vede delle cose che non ci sono, giacché Gesù non ha messo) mi astengo dal portarvi gli esempi per ragioni di tempo. S. Tommaso ha il culto, prendendolo dal suo maestro Aristotele, il conflitto del filosofo, da un lato era convinto che quel filosofo avesse raggiunto il vertici della ricerca teoretica e dall’altro lato, come cristiano non poteva non tener conto dei passi evangelici.
Ma siccome nelle cose temporali probabilmente la mente del filosofo ha una maggiore competenza, ecco perché allora S. Tommaso piega verso il concetto di circolarità del tempo. La circolarità non è solo valida per la forma del mondo, il circolo sarebbe la forma perfetta e questo non solo per spiegare la forma del mondo, ma si applica anche a tutti gli avvenimenti alle parti dei singoli avvenimenti. Questo lo dico per coloro che avessero delle esigenze esegetiche, e lo dico perché il pensiero di S. Tommaso lo voglio distendere tutto per intero senza lasciare nulla di nascosto.
Ogni avvenimento si svolge in un senso ciclico e il disegno teoretico risolve anche quello della economia della salvezza per cui questa dottrina va a incidere sul concetto di circolarità nella storia o della storia. Compito di S. Tommaso – potrei citarvi l’autore – mi ha lasciato sorpreso quando si dice che è quello di trasportare una storia santa in una scienza organizzata. Qualcuno ha ancora l’amaro in bocca e adesso apriamo il libro fino in fondo. In nome della fedeltà ad Aristotele; la materia è eterna…in nome di Aristotele… i corpi celesti sono immutabili…sentite? Il vangelo invece dice che tutto andrà a catafascio, ma il filosofo dell’altro ricercatore filosofo che non ha la rivelazione come guida della sua intelligenza.
Tommaso, ecco come coniuga queste due verità: pensa che la non eternità del mondo è conosciuta solo per rivelazione e non può essere provata in maniera alcuna, cioè in maniera dimostrativa. Che il mondo non sia eterno, questo io lo so per rivelazione dice S. Tommaso, ma la ragione non è in grado di dimostrarlo. Perché Aristotele, disperato per non sapere o per non volere o per non riuscire ad attribuire a Dio il concetto di creatore ripiega sulla eternità della materia. Se qualche giovane volesse sapere e approfondire questo discorso venga da me e chiariremo come non accetto …questa è una delle cadute di Aristotele; l’ipotizzare la materia, eterna.
Ecco come S. Tommaso si mette d’accordo. Non può essere provato ne si può dimostrare che l’uomo o il cielo o la pietra non siano sempre esistiti. Questi erano i pensieri e in realtà vi confesso che anche per noi restano, oggi noi non siamo sicuri, non vediamo cioè ancora in quale maniera certa la totalità dell’universo abbia avuto inizio. Perché possiamo sempre supporre che l’evoluzione cosmica sia eternamente rinnovata così come si rinnova lo zampillo di una fontana.
Da questa concezione del tempo che turba l’enunciato di Gesù ed ecco come S. Tommaso estende le certezze cosmologiche all’etica e alle strutture sociali che risultano perfette. Oggi si parla tanto della cosiddetta giustizia sociale, ma ancora 60 anni fa, ma cosa è questa giustizia sociale? Noi ne conosciamo soltanto tre, quelle che S. Tommaso a codificato che sono: la giustizia legale, la giustizia distributiva, la giustizia commutativa, ma S. Tommaso non parla della giustizia sociale. Ecco che in nome di quelle verità metafisicamente costituite si passava al blocco delle realtà sociale.
Voi capite che con quelle tre giustizie noi non avremmo mai avuto il progresso sociale che abbiamo oggi. Siamo ancora nella melma, ma con quella cappa teoretica noi non avremmo fatto passo alcuno nei confronti della giustizia. C’è anche una giustizia sociale che dunque rimette in discussione tutti i nostri rapporti non solo quelli esistenti fra di noi, ma anche quelli esistenti fra noi e le istituzioni, siano esse lo Stato, sia essa la Chiesa. In conclusione vi citerò un solo episodio.
Un signore, un nonno che aveva l’ulcera diceva al nipotino: mangia mangia Giuseppe fin che puoi, perché quando avrai la mia età non ti sarà permesso! Barzelletta? Come, a tuo nipote insegni che lui adesso può abbuffarsi perché poi alla sua età… no tu sei diventato così e non puoi più abbuffarti perché ti sei rovinato lo stomaco e hai l’ulcera e di quello sei colpevole. Ecco il discorso di Gesù; dobbiamo avere paura di non essere ciò che dovremmo essere, perché se non lo siamo rendiamo impossibile la giustizia quaggiù. E sono d’accordo anch’io se dopo venti secoli, e ce ne saranno ancora altri venti non lo so non riusciremo a combinare nulla e mettere in atto ciò che Lui ci ha insegnato. Gesù a un certo momento dice: chiudiamo le valigie e quelli che saranno in ordine e non avranno avuto l’ulcera perché avranno mangiato secondo l’ordine della razionalità saranno salvi, gli altri; buon giorno e buona notte.



Sabato 14 Novembre,2015 Ore: 05:54
 
 
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