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www.ildialogo.org “Pregando con voi fratelli perché il mio e il vostro sacrificio, sia gradito a Dio Padre onnipotente”.,di p. Aldo Bergamaschi

“Pregando con voi fratelli perché il mio e il vostro sacrificio, sia gradito a Dio Padre onnipotente”.

di p. Aldo Bergamaschi

24 maggio 2015
Pronunciata il 22 Maggio 1988
 
Giovanni 16,12-15
Anzitutto due avvisi, a partire da questa ora più o meno, è aperta una mostra delle icone, nella sala qui accanto sopra i1 cinema Cristallo. Anche questa è una manifestazione di fede e di arte in onore della Madonna nell'anno Mariano. L'ingresso è ovviamente libero. Poi vi ricordo che questa sera ci sarà la benedizione solenne delle rose in onore di santa Rita da Cascia, panegirico, preghiere e benedizioni appunto delle rose
Oggi non terrò la predica sullo Spirito Santo, ma mi sforzerò di mostrarvi come esso deve o dovrebbe operare in noi, quando sorgono incomprensioni e divisioni. I rombi del cielo, il vento, le lingue di fuoco venute dall' alto, hanno creato, secondo san Luca, la Chiesa. Ma forse san Giovanni esprime meglio questo concetto di Chiesa quando parla di un Consolatore mandato dal Padre e di uno Spirito di verità che renderà testimonianza a Cristo.
Domenica passata vi dissi della disavventura in cui era incorsa la mia intervista a un settimanale locale, soprattutto in forza di una titolazione ambigua; ma poi, diciamolo con chiarezza, anche per i contenuti inconsueti che hanno allarmato le autorità ecclesiastiche, al punto che i miei superiori hanno ritenuto doveroso convocarmi per un chiarimento prima e poi per prendere un provvedimento disciplinare, che ritengo abbiate il diritto e il dovere di conoscere. Questa sarà l'ultima predica fino a permesso contrario. Ed ecco il documento con cui i miei superiori diretti mi tolgono la parola durante la messa delle 11.
Carissimo padre Aldo
nella riunione odierna del territorio provinciale data 18 Maggio l988 dopo aver anche sentito le tue spiegazioni e precisazioni, abbiamo preso in attenta considerazione il problema dell'articolo intervista apparso alle pagine 12-14 del periodico Nuova Reggio i1 20 maggio 1988. Tu sai come detto articolo ha provocato reazioni, proteste, denuncie e interventi anche da parte della Diocesi di Reggio Emilia. Insieme a questo tu conosci perché in varie occasioni ti è stato fatto presente come le tue omelie abbiano in più di una occasione creato malumori per certe tue prese di posizione provocatorie e polemiche.
Dopo questa ultima uscita dell'articolo perciò, il sottoscritto, sentito il parere del definitorio provinciale, ritiene opportuno intervenire per i motivi già a voce espressi al fine di impedire ulteriore confusione e scandalo dei fedeli.
Per tanto ti comunico, che fino a nuovo ordine, ho imposto che il tuo superiore locale non ti conceda più di celebrare la santa Messa ad orario nei giorni festivi, affinché tu non abbia l'occasione di parlare ai fedeli nella nostra chiesa di Reggio Emilia.
Ti invito anche ad astenerti da prese di posizione pubbliche su problemi teologici e di fede e in ogni caso se qualche eccezione dovrà esserne fatta, a discuterne prima il testo con il padre Paolo Grasselli al fine di evitare altri spiacevoli malintesi.
Sono spiacente di aver dovuto procedere a questo amaro provvedimento che mi auguro temporaneo, ma mi è sembrato doveroso per ridare tranquillità e serenità all'ambiente ecclesiale e conventuale di Reggio Emilia.
So di procurarti un dispiacere ma conosco la tua capacità di portarne il peso nella fede e nell'obbedienza che san Francesco ci ha insegnato.
Fraternamente ti saluto.
Padre Oriano Granella, ministro Provinciale.
Prima di dirvi con quale animo accetto il provvedimento, faccio una riflessione di ordine filosofico generale. Forse fratelli, siamo in un mondo in cui ognuno di noi gioca una parte in commedia, e qui la parola la intendo in senso dantesco. Ora il dramma piega verso il comico e ora verso il tragico.
Forse tutti siamo travestiti, forse tutti impersoniamo delle maschere e sulla scena, si sa ci sono i buoni e ci sono i cattivi. Alcuni parlano, alcuni fanno tacere, alcuni analizzano per conoscere altri sintetizzano, perché sono incerti nelle e loro certezze, così insomma deve essere perché è scritto nel copione e chi non sta al copione deve uscire dal gioco.
Il vero dubbio fratelli è questo: forse non siamo liberi nella verità e non essendo liberi in essa dobbiamo imporre la nostra a qualcuno; questo vale per me e per chiunque crede di avere delle responsabilità. Per stare sul sicuro io mi metto dalla parte di chi perde, dalla parte di chi perde, perché lascio a chi vince la responsabilità del prezzo della vittoria. Bene, nell'ipotesi che si debba fare una parte in commedia, preferisco essere tra coloro che subiscono anziché tra coloro che si trovano nella necessità di imporre.
Per questo ringrazio voi, ringrazio soprattutto i miei Superiori, ringrazio voi di ascoltare quello che vi dico ringrazio i miei Superiori di avermi concesso l'onore delle armi dandomi il permesso di annunciarvi quello che sto per annunciarvi. Al di sotto di queste riflessioni mi consola il fatto che non sono messo a tacere per aver detto delle eresie, ma per avere espresso delle opinioni e le opinioni, si sa possono dare fastidio e creare degli scandali.
A coloro che hanno subito scandalo per causa mia ... anche se suppongo che essi siano assenti, chiedo cordialmente perdono, assicurandoli che è fuori dalla mia volontà e dalle mie intenzioni il mestiere purtroppo diffuso, in campo morale, il mestiere di seminatore di scandali. Ringrazio voi qui presenti di avermi seguito in questi anni, non come il leader di una fazione, ma come il disperato boscaiolo che a colpi di Vangelo, queste sono erano le intenzioni, ha cercato la strada nel buio della foresta. Soffro con voi, soprattutto per l'opinione di cui siete oggetto. Coloro che hanno sete e fame di giustizia non possono essere, lo dico con estrema tranquillità, non possono essere paragonati a dei tossicodipendenti. Il paragone è, diciamolo con tutta franchezza, un peccato contro lo Spirito Santo.
Al provvedimento disciplinare, dunque reagisco e con la ragione e con la fede in questo modo. Con la ragione dico: o al bastone o alla mano, o alla mente che mi colpisce, ciò che scrisse don Primo Mazzolari, mio maestro al suo vescovo quando un cardinale gli tolse la libertà di scrivere: “Eccellenza credo però che oggi sia più tremendo imporre il silenzio che accettarlo”.
Con la fede reagisco in tre modi, primo, attenendomi al testamento del mio serafico padre San Francesco di Assisi, il quale dice testualmente: “Comando fermamente per obbedienza a tutti i frati, che dovunque sono non osino chiedere lettera alcuna nella curia romana, direttamente o per mezzo di interposta persona, né per le chiese, né per altri luoghi, né per motivo della predicazione, ma dove non saranno ricevuti fuggano in altra terra a fare penitenza con la benedizione di Dio”. Io non posso scappare perché tra l'altro sono anche malato, ma credo che sia una lunga fuga il fatto di non apparire più qui e di ritirarmi nella mia stanza che è a 50 metri di distanza.
Secondo: con la fede reagisco dicevo in tre modi il primo l'ho detto il secondo è questo: attenendomi all'insegnamento di Gesù: “Nell'ipotesi che qualcuno vi perseguiti o vi calunni pregate per loro”. Questo è il mio atteggiamento interiore e questo è il motivo perché io non prego per voi e non voglio che voi preghiate per me.
Ultimo, con la fede reagisco in quest'altro modo: pregando invece, con voi fratelli, perché il mio e il vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente.



Mercoledì 27 Maggio,2015 Ore: 18:30
 
 
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