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www.ildialogo.org L'omelia del 12 aprile 2015,di Padre Aldo Bergamaschi

L'omelia del 12 aprile 2015

di Padre Aldo Bergamaschi

Pronunciata il 10 aprile 1988

Giovanni 20, 19-31  
Una lettura critica di questo passo l'ho fatta in questi anni. Quel mostrarsi di Gesù proverebbe che egli non é un cadavere rianimato, ma che é entrato in una nuova dimensione. Questa mattina, vorrei fare una lettura, come dire, più storicizzata, di questo passo e portare l’attenzione sul come siamo strutturati oggi in quanto Chiesa e sarebbe un tentativo di attualizzare questo discorso fatto da Gesù.

Gesù tenta di mettere in sesto i discepoli. Quando Gesù dice: Pace a voi, se vogliamo essere onesti, significa che qualcosa ha turbato la pace del gruppo. Gesù cerca di mettere in sesto i discepoli, poi li abilita a togliere l'angoscia del peccato per chi si converte. Molti mi domandano, questa confessione che cosa ci sta a fare? Certo la grandezza della confessione é quella dare la speranza a chi è vissuto nell'errore, di togliersi l'angoscia del prima rispetto alla verità scoperta. Ma questo deve accadere una volta sola! Perché diversamente se non concepite così questo potere che Gesù ha dato ai discepoli, voi rischiate di fare una istituzione che incentiva il peccato.

Bisognerebbe, quando uno ha delle incertezze sui valori morali, che non venisse a confessarsi. Perché a quel punto non abbiamo bisogno di confessarci, sarebbe una falsa rimozione di angosce, sarebbe una falsa allegria psicologica, perché giù nel profondo siamo conviti che quel tale peccato, tale non è. Sappiamo benissimo che dopo tre giorni lo commetteremo ancora, bisogna portare l'attenzione su questo dramma! Fino a tanto che noi non siamo convinti che la tal cosa é male, non per scoperta nostra, ma perché la luce della fede ci ha illuminati, noi non ce ne libereremo mai. E allora diventeremo gli schiavi di un cosiddetto sacramento che doveva liberarci, anzi, diventiamo gli strumentalizzatori di questo sacramento e diventa - come ho detto sopra - un incentivo al peccato.

I problemi li abbiamo tutti sulla punta del cervello, é che purtroppo non tutti abbiamo poi le soluzioni. Adesso vi adombrerò io una soluzione, oramai credo che anche i principi morali siano di origine volontaristica.

All'inizio nella prime preghierine che ho detto si dice: Signore che con il dono della fede ci rendi vincitori del mondo..., se vincere il mondo vuol dire vincere il modo di pensare comune di tutti gli uomini, relativamente a quei tre problemi, sesso, danaro, potere, allora potremmo metterci d’accordo. Il principio che non posso accettare: Signore che col dono della fede, ma cosa vuol dire il dono della fede? Il dono della fede, - purtroppo l'abbiamo predicato, credo da secoli - crediamo che sia un dono di prescelta divina per cui sarebbe come una polverina che Dio ci inietta nel cervello. La concezione miracolistica di Dio che distribuisce a suo arbitrio la fede a uno, mentre all'altro non gliela dà. Nel qual caso vi rendete conto non ci sono più responsabilità.

Quando si parla del dono della fede, vuol dire che la venuta di Cristo in questo mondo, la sua morte e risurrezione ha proposto in nome della sua divinità dei principi morali, dico dei principi, non dei precetti. Dei principi morali che costituiscono un mondo che l'uomo non era ancora abituato a vedere, ma per cui questa fede oramai é qualcosa di reale. Adesso non sto a fare tutta l'analisi, perché dovrei fare una lezione su come nascono i principi morali in noi e cosi via. A questo punto nasce la babele della vita comunitaria. Disperati introduciamo il concetto di pluralismo che per sé è una miseria che ci trasciniamo dietro.

Allora ecco il tentativo di Gesù di mettere in sesto i discepoli. Sarebbe già una conquista se in mezzo alla babele etica, starei per dire religiosa, che dodici persone, cominciassero già quella unità, e trovarla in un punto comune, questo sarebbe già un altro grave discorso. Ognuno ha la propria verità e tenta di imporla agli altri. La visione cristiana sarebbe questa: ognuno rinuncia alla propria verità, perché la si è scoperta carente e accetta quella di Gesù Cristo, che é quella di Dio stesso. Speriamo che questi discorsi abbiano una loro valenza all’interno della coscienza di ognuno di noi.

Torniamo al famoso: Pace a voi. Il vangelo é scritto quaranta-cinquanta anni dopo, si vede che le cose non funzionavano nella ecclesia dell'epoca e allora ecco perché si richiamarono.

Poi ci sarebbe l’altro punto: Ricevete lo Spirito Santo…, allora, prima non lo avevano ricevuto, vuol dire che c'è qualcosa che non funziona.

A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e questo lo capisco benissimo, perché é stato il comportamento di Gesù nella sua vita. Gesù ha incontrato dei peccatori di prima grandezza sul sesso, sul danaro, sul potere; cito alcuni nomi: la Maddalena, la Samaritana, poi Zaccheo, il ladro Zaccheo, e poi, se volete, Nicodemo che apparteneva alla sfera appunto dei magnati, quelli che comandavano. A chi rimetterete i peccati saranno rimessi. Il pericolo di questa affermazione, è che la remissione dei peccati sia un arbitrio. Questa concezione fu verificata nel medioevo, da papi che trovano il loro culmine in Innocenzo III, all'epoca di san Francesco. Dovrei dimostrarvi come quel santo gracilino di Assisi abbia invece preso una strada diametralmente opposta. Dovrei dirvi come aveva utilizzato questo passo tutto il mondo medioevale, dico tutta la gerarchia medioevale e dovrei dimostrarvi come purtroppo le tossine siano ancora oggi presenti.

Dal quel momento, credo che Zaccheo non avrà più maneggiato danari altrui in maniera poco pulita, come voi vedete che si continua a fare, o che andasse a rastrellare ancora il danaro della povera gente, secondo lo stile che gli era proprio, questo voglio ammettere. Ed ecco perché, vi dicevo allora, non più a confessarsi, ma a convertirvi, e ci si converte fuori della confessione. Scusate se ci torno sopra, perché voglio fare riflettere su questo problema gravissimo che affligge tutta la cristianità.

Purtroppo all'interno della Chiesa c’è uno scardinamento di unità su cui non possiamo chiudere gli occhi. Un mese fa, in Vaticano, si é mossa tutta una corrente di pensatori, i qual dicono che il mondo va male perché c'è l’ateismo in giro. Scusate, io da questo pulpito ho mai parlato male dell'ateismo? Vi ho mai detto che il motivo per cui il mondo va male é perché ci sono degli atei in giro? Il mondo va male perché non ci sono dei cristiani, punto e basta. É l’istituzione che per giustificare sé stessa, lancia per così dire gli spiriti al di fuori, tanto per far chiudere gli occhi su quello che é il vero dramma. E il vero dramma sono le liti fra cattolici; di cui avrei dovuto parlarvi e il melodramma é Lefevre che ha minacciato di consacrare dei vescovi in giugno, se Roma non darà ragione. Della mia collocazioni su questo tema ne parleremo la prossima volta.
 



Domenica 12 Aprile,2015 Ore: 17:21
 
 
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