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www.ildialogo.org L'omelia del 28 settembre 2014,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia del 28 settembre 2014

Pronunciata il 27 Settembre 1981


di p. Aldo Bergamaschi

Matteo 21,28-32
In quel tempo Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani dei popolo: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio va’ oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Si, signore; ma poi non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse 1o stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà dei padre?” Dicono: “L'ultimo”. E Gesù a loro: “In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. É venuto a voi Giovanni nella via della giustizia, e non gli avete creduto, i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli”.
Gesù parla, o si rivolge, a gran sacerdoti e anziani del popolo, vogliamo concettualizzare? Gesù parla al potere religioso e al potere politico o civile. “Un uomo aveva due figli..” dà un comando a uno, costui dice si e poi no. Dà il comando all'altro, l'altro che dice non ne ho voglia, poi ci ripensa e va. Semplice lo schema, diciamo il caso morale è semplice da risolvere nell'episodio, che tra l'altro potrebbe anche essere utilizzato dal punto di vista pedagogico per i genitori.
Quando ero piccolo io, mia madre mi chiedeva di andare a prendere l' acqua alla fontana, dicevo di si, poi tagliavo l'angolo e l'acqua doveva andarci lei a prenderla. Magari si rivolgeva a una mia cuginetta che era li e non ne aveva una gran voglia, si voltava e vedeva che la ragazzina andava verso la fontana a prendere l'acqua. Voi avete qui uno schema pedagogico interessantissimo per educare i vostri figli.
Ma se il caso travalica l'aspetto morale e diventa un apologo, o una parabola, allora le cose cambiano, comincia a fioccare la responsabilità e soprattutto la denuncia istituzionale. L'accusa allo status quo, la rimessa in questione di tutti i valori. Adesso vi rendete conto perché Gesù poi andrà a finire in croce, per questo motivo. E il dito è puntato verso la istituzione in sé. Voi capite, né il comunismo reale può sopportare gli eretici, che mettono dei dubbi sulla dottrina, né la Chiesa cattolica può sopportare gli eretici che viceversa mettono in dubbio il concetto di Chiesa, identificandolo con la chiesa storica. Signori andate attorno alle istituzioni e poi vedrete che cosa vi capita, è come andare intorno a un vespaio, e invece Gesù ha fatto questo. Se non lo avesse fatto non sarebbe più Gesù Cristo.
I figli sono due e tutti hanno bisogno di redenzione. Due intanto, mentre quelli credevano di essere solo loro, portando il metro del bene e del male in casa propria, allora noi siamo i buoni e gli altri sono i cattivi. Ma Gesù tira fuori il metro, l'alternativa è Lui. L'alternativa è il cristiano in assoluto, non il credente o l'ateo storici. Bisogna partire dal presupposto che Gesù non è schierato dicendo che sono buoni gli uni e cattivi gli altri, Egli non parteggia neanche per le prostitute e i pubblicani in quanto tali.
Gesù propone un nuovo tipo di uomo, oggi diremmo propone la terza via, ma la propone di fatto non la decanta soltanto. Terza via, quale è? Qui si arenano tutti, mi dispiace, si arena anche il Papa con una enciclica sul lavoro. Gesù non si arena, dà la terza via, la propone, anzi tutto sé stesso, e poi chi vorrà essere suo discepolo dovrà esattamente uscire da queste due condizioni. Dalla condizione di gran sacerdote, e dalla condizione di prostituta e di pubblicano. Dalla condizione di gran sacerdote o di anziano del popolo, si capisce, da quel tipo di struttura e da questo altro tipo di struttura, chiamiamola morale o anche sociale.
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Da qui il discorso scandalistico: pubblicani e prostitute vi precederanno. Questo è inaudito, se non si capisce il senso profondo del discorso di Gesù. Attenzione, non si deve poi discutere se è meglio essere meretrici o gran sacerdoti. É uscito un romanzo in questo periodo che fa un gran chiasso sul medio evo, dove si sostiene una tesi tremenda, che alla fine, tra un eretico e un cardinale non c'è nessuna differenza. Tesi spaventosa. Ho visto che La Civiltà Cattolica è corsa ai ripari con una recensione un poco dura, è una tesi nominalistica, siamo perfettamente d’accordo, ma c'è da rifletterci molto. Non si deve poi discutere se è meglio essere una meretrice o un gran sacerdote, perché anche questo sarebbe fare del classismo.
Ecco perché il sottoscritto non andrà mai più a nessuna marcia per la pace. Scusatemi, ancora un'altra parentesi. Ci sono andato una volta non ci andrò mai più. Quando mi sono trovato a camminare per strada, ho scoperto che la motivazione che portava ciascuno di noi a fare questi determinati passi, sotto un comune ombrello, falso ombrello di un obiettivo che si chiama pace, ognuno di noi aveva delle metafisiche radicalmente opposte circa il concetto della pace. Chiusa la parentesi.
Dunque non si deve poi discutere se è meglio essere gran sacerdoti o meretrici perché cadremmo appunto in una forma di classismo. Cioè rischieremmo di capovolgere il modello etico, se buone sono le meretrici e i pubblicani, i cattivi sono quegli altri. Dobbiamo essere come Gesù, né con questi né con quelli, si deve semmai fare l'elogio di chi per primo esce dalla sua scatola. Sono in una scatola i principi dei sacerdoti e gli anziani del popolo, e sono in una scatola le meretrici e i pubblicani.
Gesù non elogia la meretrice e il pubblicano in quanto tale, certamente sarebbe un obbrobrio, ma li elogia perché per primi escono dalla loro scatola, mentre gli altri continuano a restarci dentro. Troviamo discepoli di Gesù, ma attenzione non in quanto meretrici e pubblicani, in quanto ex. Invece purtroppo alla sequela di Gesù non troviamo i principi dei sacerdoti e gli anziani del popolo, se non l'amicizia di Nicodemo ecc.
C'è la argomentazione da esplicitare, Gesù dice quello che in fondo è successo, Gesù dice che Giovanni diventa la cartina di tornasole, è venuto con la giustizia, (non con l'amore), e non gli avete creduto. Giovanni più o meno diceva: accontentatevi dei vostri salari… Gesù veramente dice che i salari devono essere uguali. Sarebbe già stato molto se quei soldati che vanno da Giovanni avessero ubbidito al suo richiamo morale. Giovanni dice: chi ha due tuniche ne dia una all' altro, il cinquanta per cento. San Paolo ha una frase bellissima: Dobbiamo occuparci anzitutto delle cose degli altri, ciò che mio è tuo nella ecclesia.
Il passo non può essere citato dalla prostituta o dal pubblicano finché essi sono tali, perché c'è anche questa grave tentazione. Gesù fa l'elogio della prostituta che cessa di essere tale, che è diventata una nuova creatura. In ciò la caduta del discorso classista nelle parole di Gesù Cristo. E se questa situazione di dover fare l' elogio di questi anziché degli altri, dovesse ripetersi all’interno del cristianesimo, sarebbe il fallimento della ecclesia, perché la Chiesa non sarebbe l'accolta dell'uomo nuovo, del cristiano, fra virgolette, ma da capo, si ritroverebbe dentro due figli. Si ripeterebbe il discorso, perché privilegerebbe l'eretico pratico rispetto al teorico invocando la parabola.
Breve noi non ci troviamo più come Cristo in mezzo a chi è ateo o religioso, in mezzo cioè a delle prostitute o dei gran sacerdoti, ma noi siamo uno dei due! Siamo coinvolti nel discorso e ne siamo inseriti. A chi facciamo la predica, a chi? Attenzione a diventare dei gestori troppo facili del passo evangelico, il passo evangelico può essere gestito anche da chi non crede, contro di noi.



Venerdì 26 Settembre,2014 Ore: 19:52
 
 
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