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www.ildialogo.org L'omelia del 7 settembre 2014,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia del 7 settembre 2014

Pronunciata il 6 Settembre 1981


di p. Aldo Bergamaschi

Matteo 18,15-21
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Se tuo fratello commette una colpa, va e ammoniscilo fra te e lui solo, se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te uno o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un Pubblicano.
In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra alla terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto anche in cielo. In verità vi dico ancora se due di voi si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.
Prima domanda: le parole che abbiamo letto sono poi tutte di Gesù? Vedete, ritorna questa specie di spada di Damocle. A conti fatti vi dirò che io personalmente credo che le vere parole di Gesù siano quelle ultime cinque righe che abbiamo letto del testo evangelico. Il resto ahimè paga dazio. A ben rifletterci ci si domanda come mai all’interno di una ecclesia, che dovrebbe essere nata o sorta all'insegna della metanoia e della conversione, si ritrovi ancora a dovere ammonire qualcuno, a dovere ricorrere a testimoni, a dovere ricorrere all'assemblea fino al punto da prevedere la estromissione.
Vedremo che è un grande progresso il dire a uno che è entrato liberamente in una istituzione, sottolineo, liberamente in una istituzione: guarda che qui stai facendo il rovescio di quello che abbiamo stabilito tutti insieme, ti diciamo: ti rimetti fuori. Perché se una società è libera non si vede perché uno deve star li dentro, contravvenendo appunto a ciò che liberamente appunto egli ha aderito. Storicamente sappiamo come oggi siamo ad una rovina totale della ecclesia e allora dovremo rifare una lettura più profonda, e la lettura più profonda è parola di Gesù; quelle sue autentiche, vale a dire, se la ecclesia non c'è, non si può certo ricostituire con dei battesimi, bisognerà riprendere da capo il discorso della conversione.
L’esempio lo prenderò da I Promessi sposi Alessandro Manzoni. C'è li una comunità di tutti credenti, non ci sono dei comunisti, non ci sono dei socialisti, non ci sono degli atei, son tutti credenti, li elenco: Lucia, Agnese, sua madre, don Abbondio il parroco del paesetto, don Rodrigo non era un ateo, non era un comunista, era un cattolico battezzato! E poi il Cardinale, il padre Cristoforo che noi conosciamo e cosi via. Cercherò poi di spiegarvi alcune parole che Agnese, la madre di Lucia, dice al Cardinale, quando viene a sapere che cosa aveva fatto don Abbondio.
Cominciamo con una affermazione del famoso filosofo Gauraudy di cui avete sentito parlare, il quale attraverso varie scelte ideologiche finalmente è finito nel musulmanesimo. Ma non è questo che io critico, riassumo alcune parole che egli disse nel 1970 quando in Francia si celebrò il diciannovesimo congresso del partito Comunista. Ecco le parole: “Crollava - dice Gauraudy - ciò in cui io credevo al di sopra di tutto due punti, un partito capace di creare uomini nuovi”. Questa è una grande conquista: gli uomini nuovi non possono essere creati da un partito, perché tutti i partiti sono in questa disgraziata situazione, di avere dei principi che sono ritenuti verità e di avere poi degli adepti che da tutti le parti vanno crivellando i principi, e distruggendone per così dire, la essenza.
La cosa grave è che tutto questo ricada anche nella Chiesa. Vogliamo sostituire? Ecco dove è lo scandalo. Non per me, la lettura che faccio del cristianesimo è che esso non è più una novità esistenziale, è diventato una religione, è caduto al rango di religione. E quando si cade su quel rango dopo tutto è possibile.
Adesso il nostro beneamato Pontefice deve andare in America, dove oramai tutti i principi sono crivellati, c'è anche un vescovo che è stato addirittura richiamato perché risposava dei divorziati in chiesa. Ci saranno dottrine discusse, ma credo che questa non debba essere discussa all'interno del cristianesimo. Certo, se vogliamo rimettere in questione il problema del matrimonio monogamico io ne sono pronto naturalmente, però a questo punto, se poi uno non accetta questo, lo tratterai come pubblicano e cosi via, a patto che il significato di queste parole dovrà essere poi esaminato.
Il Papa allora dovrà prima mettere a posto i panni a casa sua, ed è quanto sto facendo io. Il mondo non va male perché ci sono i cosiddetti cattivi, cioè quelli che noi collochiamo dall'altra parte per delle motivazioni politiche o per delle scelte esistenziali. Questo discorso lo faccio anche ai miei amici comunisti, lo faccio anche ai miei amici musulmani: il mondo va male perché voi non siete comunisti come dovreste essere, perché le ingiustizie ci sono anche fra di voi, perché anche voi siete degli illustri capitalisti nella pratica.
Il mondo va male perché coloro che hanno alzato la mano e dicono di essere cristiani, devono cadere sotto questa che tecnicamente viene chiamata la regola comunitaria. Se volete una regola della disperazione, in cui cioè ci si è accorti che finalmente qui non si pratica più quello che si crede e bisogna venire a una limitazione, perché dal punto di vista storico, lo sanno coloro che insegnano, non è mai esistita una pedagogia che non abbia previsto il castigo. Questo presuppone un certo giudizio sulla natura umana. Allora ecco qui la regola comunitaria. Dicevo: una Chiesa incapace di creare uomini nuovi è una contraddizione in termini. A questo noi siamo giunti.
Ciò che stupisce nel testo di Matteo che abbiamo letto, è l'ipotesi del degrado qualitativo della ecclesia nel singolo. Cristo stesso sembra avere qualche dubbio sulla irreversibilità della metanoia.
I dubbi li abbiamo, perché diamo il battesimo ai bambini, ma sembra che anche uno che si converta adulto, laddove si potrebbe dire che ha capito cosa è il rivolgimento evangelico, che cosa è la metanoia, anche costui a un certo momento caracolli. Gesù era venuto a fondare la sua ecclesia, l'aveva fondata esattamente sulla metanoia, sulla conversione che è il massimo della lucidità mentale per cui si sceglie una visione del mondo e la si pratica fino in fondo.
Per noi è più facile spiegarlo, è un po' più difficile per la prima generazione, perché è da supporre che tutti coloro che si sono convertiti, cito: la Maddalena, Nicodemo, il ladro, Zaccheo e cosi via, c'è da supporre che questi si siano convertiti e naturalmente abbiano continuato ad essere cristiani fino in fondo perché la conversione era avvenuta ad una età tale per cui si deve supporre che non ci siano poi ritorni. Questo dubbio pare che occupi anche Gesù atteso che questa regola comunitaria sia sua e non una elaborazione o una deduzione fatta da un gruppo afflitto da amare esperienze interne.
Se tuo fratello - tenete presente don Abbondio, don Rodrigo, Lucia e compagnia, mai dimenticarlo - commette una colpa, nei confronti dei valori comuni volontariamente assunti e creduti come il matrimonio, non andiamo attorno al danaro, mio Dio perché andiamo a toccare la questione sociale e poi il potere sono i tre peccati attorno a cui ruotiamo tutti quanti.
Se un tuo fratello commette una colpa, nei confronti dei valori comuni volontariamente creduti e assunti, tu va e ammoniscilo fra te e lui soltanto. Questa sarebbe la conquista della carità cristiana. Da qui è partito il famoso metodo preventivo di don Bosco. Don Bosco è l'unico fra gli educatori cattolici, almeno degli ultimi tempi, il quale su questo punto è di una delicatezza infinita: “Bisogna richiamare colui che delinque”.
Se l'ammonizione non guadagna il fratello, appellati ai testimoni, per evitare ogni forma di soggettivismo. Se i testimoni non bastano a togliere la contraddizione insorta, allora dillo all'assemblea. Non dice dillo all'autorità. Facciamo l'ipotesi che nell'assemblea cristiana, colui che delinque sia il capo, come ve la cavate? I romani avevano un principio, ma un principio di disperazione: “quis custodiat custodes?
Se fossimo vissuti all'epoca di Alessandro VI, fosse lui colui che crivella i principi comuni, voi come ve la cavate? Se è don Abbondio che non fa il suo dovere, come ve la cavate? Dovremmo discorrere di tutto il romanzo e su tutta la presa di posizione di Manzoni il quale, era un cattolico liberale con delle idee piuttosto rivoluzionarie su questo terreno. Dirlo all' assemblea, si esclude l'autorità singola e ci si appella all'assemblea. Ecco quali sono tutti i risvolti di questo passo, che ripeto, io non ritengo di Gesù, è una elaborazione, fatta su alcuni suoi principi di fondo che non sto qui ad esplicitare, ma che voi stessi potete applicare al caso. Quindi l'ultimo tribunale oggettivo di verifica sarebbe l’assemblea
Se non ascolterà nemmeno l'assemblea allora, questa assemblea ha dei poter enormi. Anche qui credo che se li siano attribuiti loro. Il dire che tutto quello che sarà legato qui sulla terra, sarà legato anche in cielo, è una forma di disperazione per potere dare credito a questa assemblea, si viene a dire che essa ha dei poteri divini. Poi è ovvio che questi poteri divini nella lettura sono stati applicati ai discepoli, poi dai discepoli alla gerarchia, dalla gerarchia a uno solo e il resto lo conoscete benissimo.
Nella società civile, quando uno delinque non è che gli si dica: non sei più italiano, ci sarebbe sempre il partito dell'elicottero, di colui che decide di chiudere un occhio, purché non accada questo e quest'altro, carità a senso unico naturalmente. Si discute circa la fondazione dei valori, che cosa è bene, che cosa è male, voi sapete che questa è una grossa disquisizione, ma nell'incertezza etica voi continuate a costruire delle carceri. Siamo già troppo avanti.
“Se non ascolterà nemmeno l' assemblea sia per te un pagano e un pubblicano”. Queste parole nel medioevo sono state interpretate come una specie di avallo del rogo e scomunica degli eretici.
Facciamo una lettura cristiana: si mettono in libertà, non si lanciano scomuniche e soprattutto non si uccidono. Liberamente sei entrato, liberamente esci e lo tratti come un pubblicano e un peccatore. Gesù non li ha distrutti, non li ha condannati, li avvicinati, ha parlato con loro è andato a pranzo anche con loro per vedere appunto di riconquistarli. Se la ecclesia è caduta perché vi era un segno di appartenenza che è del tipo del battesimo, bisogna ricominciare da capo il discorso della conversione
Termino con la citazione del Manzoni. Capitolo XXII, Agnese dice al cardinal Federigo, che se il curato si fosse comportato diversamente, non sarebbero accadute tutte quelle disgrazie. Il Cardinale insiste nel voler conoscere i particolari. Agnese ha paura di essere andata un po' troppo in avanti e spiega che don Abbondio avrebbe dovuto sposare i due giovani, Renzo e Lucia. Poi, l'acume di quella donna: e poi se don Abbondio avesse detto sinceramente come stavan le cose, cioè avesse detto a Renzo: guarda che io mi trovo intimorito, perché c'è don Rodrigo che mi ha minacciato, se l'avesse detto sinceramente, noi saremmo scappati lontano.
Il cardinale a questo punto dice: il signor curato mi renderà conto di quanto fatto. Agnese allora corre ai ripari: no signore, non ho parlato per questo, non lo gridi, perché già quello che stato è stato e poi non serve a nulla, è un uomo fatto così, tornando il caso farebbe lo stesso. Immaginiamo che sia il Manzoni a pensarla in questo modo. Che cosa vogliamo qui discorrere più di giustizie, quando, don Abbondio ha sbagliato tutto! Una vocazione sbagliata, bisogna rimetterlo in libertà e quindi estrometterlo. Ma lui era il pastore del gregge, ed ecco allora tutta la confusione. “Non lo gridi perché farebbe lo stesso”, già la natura senza la Grazia (natura di don Abbondio in questo caso) non può fare che cosi.



Mercoledì 10 Settembre,2014 Ore: 18:52
 
 
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