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www.ildialogo.org L'omelia del 1° giugno 2014,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia del 1° giugno 2014

Pronunciata il 31 Maggio 1981


di p. Aldo Bergamaschi

Matteo 28,16-20
In quel tempo gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù avvicinatosi, disse loro: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome dei Padre dei Figlio e della Spirito Santo, insegnando loro ad osservare ciò che vi ho comandato. Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei mondo”.
La maniera di concepire l'Ascensione di Gesù già è divaricata nelle prime testimonianze, forse già nei testi troviamo un duplice modo di concepire l'evento, perché bisognava dare una conclusione logica a un altro evento fondamentale: alla Risurrezione. Per quanto riguarda le deduzioni ascetiche se ne possono fare innumerevoli, io ne farò solo una alla fine.
Adesso vediamo di guardare bene in faccia il bagaglio della nostra fede per vedere dove ci sentiamo collocati. Non ho la pretesa di insegnare una dottrina certa, vi sto semplicemente esponendo dei dubbi e delle perplessità e comunque spero, una analisi corretta di quelli che sono i testi. E quelli li avete voi come li ho io sotto gli occhi.
Bisognava dare una conclusione logica all'evento fondante, alla Risurrezione. Cioè tutti i credenti, quelli soprattutto che non erano presenti ai fatti, si ponevano la domanda: se la Risurrezione va concepita come una rianimazione di cadavere dove è andato a finire questo corpo? L' intelletto umano deve pure interrogarsi su come sono andate a finire le cose. La interpretazione è duplice:
chi crede che Gesù sia un cadavere rianimato, risponde in un modo, chi crede che invece non sia Gesù un cadavere rianimato, risponde in un altro modo. Se voi pensate che Gesù è risorto ed è un cadavere rianimato, con le molecole di prima, allora alla domanda "Dove è andato a finire quest'uomo", non vi resta che una risposta. “É andato a finire in cielo contrapposto alla terra”. Non è più qui in terra perché dovrebbe stare in qualche luogo, abitare da qualche parte, è passato in un altro luogo che si chiama cielo. Ma se si dovesse pensare che Dio è su nei cieli da qualche parte, come in un cielo Aristotelico, allora francamente si creerebbero dei grossi problemi per la visualizzazione della fede.
I due evangelisti che credono nella Risurrezione come una rianimazione di cadavere sono Marco e Luca. Matteo e Giovanni non parlano di questo passaggio fisico di Gesù da un luogo a un altro luogo. Marco e Luca da un lato, Matteo e Giovanni dall'altro.
Marco dice: “Il Signore Gesù dopo aver loro parlato fu assunto in cielo e si sedette alla destra di Dio”. Ci può stare la interpretazione di coloro che sono dei fisicisti, cioè che concepiscono il passaggio di Gesù da un luogo ad un altro luogo. Luca scende nei particolari: “Li condusse fino a Betania e sollevando le mani li benedisse e mentre li benediceva si allontanò da loro e fu portato in cielo”. Troviamo qui il particolare di Gesù che benedice i discepoli, non lo troverete altrove. Qui non v'è dubbio, i fisicisti hanno la loro vittoria. Dicono: vedete abbiamo una persona in carne ed ossa che si solleva da terra e sale in cielo, cosi come un palloncino. Vi faccio notare per precisione che Luca ne parla alla fine del vangelo e all'inizio degli atti; il passo che avete anche voi nel foglietto, che avete davanti.
É un allontanamento di Gesù in una prima redazione più che un sollevamento in alto. Si potrebbe tradurre cosi, per chi sostiene la tesi non fisicistica: Lo videro allontanarsi e capirono cosi che era stato portato in cielo. Negli atti, vale a dire nel passo che abbiamo letto l' elevazione è esplicita:
Egli fu assunto in cielo, si mostrò ad essi vivo dopo la sua passione con molte prove apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse ai loro sguardi. Sta nube.....
Allora vi faccio notare che Marco e Luca, intanto non sono testimoni di prima mano, voglio dire che non assistono ai fatti. Raccolgono notizie sui fatti. Allora probabilmente si può spiegare come i due siano diversi da Giovanni e da Matteo, i quali invece erano discepoli e hanno partecipato ai fatti. Non siamo di fronte alla descrizione di un fatto, siamo di fronte alla storiografia su quel fatto.
Giovanni e Matteo presenti ai fatti, hanno invece una opinione diversa. Io non me la sento di credere l’Ascensione come un viaggio spaziale.
Per Giovanni, l'Ascensione ha avuto luogo il mattino di Pasqua, subito dopo la Risurrezione. Logico: Gesù è entrato in una nuova dimensione, la Risurrezione non è da concepire come una rianimazione di cadavere. Tutto si ricolloca bene, tutto appare logico, non vi sono problemi. Che egli appaia, questo è nell' ordine esattamente di uno che è passato in un altro stato non in un altro luogo. Matteo invece non parla dell' Ascensione perché per lui è problema insignificante, per chi ha della Risurrezione una nozione più vicina alla realtà. Gesù infatti è rimasto. Nella visione di Matteo nel passo che abbiamo letto oggi, Gesù è rimasto non è andato. Non se la sente Matteo di far pensare ai suoi lettori che Gesù sia sparito nella trigonometria celeste, che sia andato in un qualche luogo.
E ha ragione, son d’accordo anch'io, è presente. Adesso vedremo come la sua presenza Egli la potrà attuare, non certo facendo un viaggio a ritroso di tipo meccanicistico, ma ritornando, riassumendo una presenza che appartiene oramai ai corpi risorti. L'idea dell'Ascensione, è influenzata dalla idea della Risurrezione. Se della Risurrezione avete una certa idea, avrete dell' Ascensione questa idea, se ne avete un'altra avrete un'altra idea sull' Ascensione.
Gesù torna al Padre da dove era venuto, ma torna nel seno del Padre. Se voi immaginate il Padre in un luogo in qualche parte del cielo vi troverete a disagio. Ritorno al Padre. Allora se non si tratta di luogo bisogna che noi immaginiamo un viaggio qualitativo, non trasporto di materia 'da' 'a' ma trasformazione della materia in energia e in spirito. Passiamo al primo esempio. Tutti noi nasciamo, siamo stati nel seno di nostra madre per nove mesi. Domanda: siamo venuti da qualche luogo o per venire all'esistenza abbiamo compiuto dei passaggi qualitativi?
Adesso vi farò un piccolo test. Immaginiamo che io nel giro di un istante, rifaccia al rovescio l'iter fino al momento in cui sono stato generato. Ammettiamo che tutto questo avvenga in un istante.
Poi quando io ho finito di essere nel seno di mia madre, dove vado a finire? Cercate di fare un piccolo salto, perché fino a quel punto voi mi avete visto in un luogo, ma non tanto in un luogo, perché io non ho fatto un salto da un luogo a un altro luogo, se non nel momento in cui sono uscito dal seno di mia madre. Non è stato un passaggio di luogo. Va a finire che divento un pensiero, un pensiero di mio padre e di mia madre, spero che mi abbiano pensato, spero di non essere venuto all'esistenza per un errore. Voglio pensare che mio padre e mia madre guardandosi negli occhi ... ecco che allora io non sono più in un luogo io sono collocato in un passaggio dove attingo il pensiero.
Adesso provate a fare la collocazione di Gesù, Io ritorno al “Padre...”. Adesso capisco questa retrocessione dove non abbiamo passaggio da luogo a luogo, abbiamo invece un internarci nella materia attraverso trasformazioni qualitative dove c'è il passaggio dalla materia all' energia, dalla energia allo spirito.
E il qui e qui e qui cosa sarà, non certo vieni a messa tutte le domeniche, confessati, di le preghiere. No oramai non me la sento più di dirlo perché queste cose le insegnano tutte le religioni del mondo.
Mi piacerebbe dire, e l'allusione voi direte tocca sempre il nervo: Figliolo vieni qui ti facciamo vedere, ti insegniamo come si osserva tra di noi il rapporto socioeconomico. Ti facciamo vedere senza tanti bla bla bla come finalmente si risolve fra di noi il rapporto fra capitale e lavoro.
Allora voi vedete che almeno il novanta per cento di tutti i drammatici linguaggi che noi udiamo alla televisione sarebbero spazzati via d'un tratto.



Venerdì 30 Maggio,2014 Ore: 18:11
 
 
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