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www.ildialogo.org 21 aprile 2014,di p. Aldo Bergamaschi

21 aprile 2014

Pronunciata il 20 Aprile 1987


di p. Aldo Bergamaschi

Matteo 2,8-15
In quel tempo abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco che Gesù venne loro incontro dicendo: “Salute a voi”. Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”. Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto.
Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di danari ai soldati dicendo: “Dichiarate: che i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo vi libereremo da ogni noia”. Quelli, preso il danaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si é divulgata fra i giudei fino ad oggi.
Oggi prendendo in parola il vostro coraggio, perché siete venuti alla messa liberamente, cercherò di insistere su di un punto particolare. Vi avverto subito che terminerò citando Manzoni, il quale in questo caso, egli stesso è vittima di una certa concezione teologica. Ho qui la poesia, La Resurrezione, che molti di noi hanno imparato a memoria e vi farò vedere come anche il Manzoni appunto, sia l'ultimo tributario di un errore in cui sono vissuti tutti i grandi, a partire da San Tommaso e giù giù ...
Adesso il problema è di andare attorno a san Paolo, ecco cosa mi propongo stamattina. Per rintracciare le origini della fede pasquale, sarebbe anche curioso vedere qual'è la motivazione che porta ognuno di noi a credere nella risurrezione e vi dimostrerò alla fine come ognuno di noi sia in equidistanza.
I giovani dicono di credere, perché crede la Chiesa. Ma chi è poi la chiesa in cui credono, se non certa gerarchia, allora costoro poi, perdono la fede. Allora, tu credevi perché certa chiesa te lo ha detto, o la Chiesa te lo ha detto perché era contenuto nei testi evangelici? Quei testi tu dovevi prendere in considerazione. Invece i miei buoni amici giovani, vanno con la loro chitarra a cantare salmi a destra e sinistra e poi non conoscono una riga di vangelo.
Per rintracciare le origini della fede pasquale, gli studiosi moderni, anche cattolici, preferiscono mettere da parte i vangeli, e soffermarsi sulle epistole apostoliche, sugli inni liturgici e anche sulle professioni di fede, con le quali si era espressa la Chiesa primitiva, giacché i vangeli sono tardivi, sono la messa in scrittura di una tradizione tardiva.
S. Paolo immagina la risurrezione di Cristo come un cadavere rianimato, per cui sarebbe caduto nel medesimo errore degli apostoli, che tale lo concepiscono almeno secondo due evangelisti, i quali, guarda caso, non erano presenti ai fatti. Poi s. Paolo, ho l'impressione che ci abbia riflettuto sopra e che alla fine abbia concluso invece che la risurrezione non va intesa come una rianimazione di cadavere, ma come il passaggio in un’altra dimensione.
Gesù avrebbe riacquistato la vita, il corpo di prima, sarebbe tornato in vita così come un morto oggi, così come Lazzaro per intenderci. Uscito dal sepolcro, si sarebbe ricongiunta l’anima col corpo. Questo discorso, molto ambiguo entro cui ricadrà il Manzoni che adesso citerò. Se Gesù risorge in quel modo, dove va questo cadavere, quando non lo si vede, bisogna mettere in opera altro meccanismo miracoloso, lui è Dio può fare tutto può farsi vedere e può anche ritornare nel nulla chiaro?
Gesù resuscitato, starebbe 40 giorni con gli apostoli, poi bisogna pure spiegare dove andrà a finire. Convoca gli apostoli sul Monte degli Ulivi, e fa lì un certo discorsino, poi a un certo momento, altro nuovo miracolo, si innalza da terra fin su dietro le nubi. Resta ancora un problema: dietro alla nube cosa avrà fatto? Si sarà ancora dissolto cioè come visibile, sarà entrato con un altro miracolo nell'invisibile? Oppure, sempre secondo questa concezione fisicistica, sarà andato a finire in un qualche punto del regno del cielo.
Se noi immaginiamo Dio come un re su un trono, non so in quale astro di questo universo, voi capite abbiamo perduto tutto ciò che è il concetto di Dio. Quando si è compiuta questa operazione si dice che alla fine dei tempi, Gesù in carne ed ossa, poi ritornerà in questo mondo per giudicare i vivi e i morti. Questa sarebbe la concezione fisicistica che viene presentata a noi dagli evangeli. S. Paolo probabilmente aderisce in un primo momento a questa concezione, poi sente che è insostenibile. Oggi credo che siano pochi, di coloro che si occupano del problema, che pensano alla risurrezione come a una rianimazione di cadavere.
Vi porto due esempi. La Maddalena quando Lo incontra in un orto, crede che appunto sia un ortolano. Se fosse stato il Gesù rianimato non avrebbe avuto esitazione alcuna a riconoscerlo, le donne poi con quegli occhiettini molto curiosi e anzi direi molto puntuali. Poi ci sono i due a Emmaus, ricordate i due discepoli che camminano per 12 Km, parlavano con Lui sentivano che il loro cuore si agitava perché raccontava delle cose interessanti, però nessuno dei due l'aveva riconosciuto. Vuol dire che non era un cadavere rianimato, quindi assume via via, a secondo delle circostanze, una forma che se avesse assunto la forma di prima li avrebbe ingannati, cioè non sarebbe risurrezione. Così quelle famose apparizioni, come ci sono raccontate, per buona fortuna ci fanno drizzare le orecchie e il cervello, circa il modo di interpretare la risurrezione. Nella concezione che vi ho detto, fisicistica si è pensato Gesù in quel modo.
A. Manzoni, scrive Resurrezione nel 1812, è il primo degli inni, lo inizia nell’Aprile 1812 e lo termina il 23 Giugno. Sentite la linea di continuità tra san Luca, e via via san Paolo, prima maniera, poi su su san Tommaso, per farvi vedere come quelli pensassero che si trattava di un cadavere rianimato. Sentite il Manzoni: “È risorto or come a morte la sua preda fu ritolta? Come ha vinto
l'atre porte, come è salvo un’altra volta quei che giacque in forza altrui?” Ecco perché non si può insegnare alle elementari; no forse il Natale è un po’ più facile. Ecco qui: come salvo un' altra volta”, vedete, sarebbe un cadavere rianimato, sarebbe come dire Lazzaro è salvo un altra volta.
Poi seconda strofa: “È risorto: il capo santo… Sta il coperchio rovesciato: Come un forte inebriato il Signor si risvegliò”. Vedete? Come un forte che stesse dormendo si è risvegliato. Quindi con le molecole di prima.
Poi: “Come a mezzo del cammino...” Fa qui l'immagine appunto del viandante che si scuote le foglie che gli sono cadute sul capo, come se fossero le inezie. “Tale il marmo inoperoso, (il marmo della tomba) che premea l'arca scavata gittò via quel vigoroso, quando l'anima tornata dalla squallida vallea, al Divino che tacea; sorgi, disse, io son con te”. Quindi vedete la ricongiunzione del l'anima col corpo. E questa è la prova che Manzoni è vissuto nell'errore stesso dei teologi che si protrae da secoli.
Termino su questa nota. Manzoni, mi è stato detto dal direttore del centro Manzoniano, che molti di voi conoscevano, il prof. Secchi, credo morto alcuni anni fa, alla domanda: ma lei che è dentro un po’ alle cose, come mai Manzoni non ha scritto se non quei tre o cinque inni e poi si è fermato. Risposta: Padre, Manzoni non ha più scritto inni sacri, perché temeva di propagare la superstizione.
Questo vuol dire che Manzoni, si ha scritto questi inni, adeguandosi alla mentalità comune, ma probabilmente li ha scritti col sangue, ha messo la sua vena poetica a servizio di questa causa, però sentiva che c'era qualcosa che non funzionava, per cui a un certo momento ha detto basta. Voi sapete che c'è Il nome di Maria, ricordiamoci che nel secolo passato, le feste liturgiche erano una quarantina, quindi doveva scrivere una quarantina di questi inni, no, a un certo punto ha detto basta, non ne scrivo più, non me la sento di divulgare la superstizione.
Il credere a Gesù come a un cadavere rianimato, non è una superstizione intendiamoci, ma è una maniera di vedere le cose che potrebbe essere poi foriera di tanti altri dubbi e di tanti altri errori.



Lunedì 21 Aprile,2014 Ore: 08:43
 
 
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