- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (335) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org L'omelia del 1 gennaio 2014,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia del 1 gennaio 2014

Pronunciata i 1° Gennaio 1987


di p. Aldo Bergamaschi

Luca 2,16-21
In quel tempo i pastori andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose serbandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio di quello che avevano udito e visto, come era stato detto loro.
Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
Affrontiamo ancora una volta questo tema della pace. Cosi si é voluto stabilire e stabilire dalla istituzione e quindi i discorsi non trascenderanno mai certa logica entro cui l’istituzione é inserita. Quando parlo di istituzione intendo la istituzione ecclesiastica, come intendo la istituzione civile.
I discorsi della pace sono discorsi strani che qui esprimono un desiderio di ciò che si vorrebbe avere, senza fare nulla di sostanziale per poterla avere. E poi, la cosa drammatica, dal punto di vista filosofico, è che si é costretti a parlare di pace. E la pace, ci sarà quando non si parlerà più di pace. Voi vi accorgete di avere male la testa quando vi fa male. Il giorno in cui dovete dire ahimè mi fa male la testa, vuol dire che allora la testa è malata, se fosse sana non dovreste mai parlarne.
Si dice che noi siamo una sola famiglia umana, ecco un principio da cui bisognerebbe trarre tutte le dovute conseguenze: ma siamo veramente convinti di essere una unica famiglia umana? Chi ci rompe le uova nel paniere, mi spiace doverlo dire, é proprio la sacra Bibbia, come abbiamo sentito dal primo Brano che abbiamo letto, dove si prevedono delle benedizioni per una certa fetta di umanità, essa, sceglie un gruppo di uomini, crea il concetto di gruppo e da quel momento tutte le sciagure sono iniziate.
Leggevo in questi giorni, una rivalutazione di un eretico del primo secolo di nome Marcione, il quale, aveva dato uno scossone a tutto il pensiero cattolico, che già si era fossilizzato in alcuni parametri e aveva detto che il Vecchio Testamento non è rivelato da Dio e che è la rovina del Messaggio portato da Gesù, relativamente alla unità del genere umano.
Siamo una sola famiglia umana? Volesse il cielo, dico che si tirassero tutte le conclusioni, poi si sente dire: questo ci porta a riconoscere la radicale solidarietà della famiglia umana, come condizione fondamentale del nostro vivere insieme, dunque, successivo passaggio, solidarietà e sviluppo sarebbero le chiavi della pace. Lo so, discorso tormentato anche questo, sennonché qui si parla della pace sociale, ma pace sociale, é un altro discorso ancora, il quadro spero lo abbiate chiaro. La pace sociale vuol dire trovare la maniera di stare insieme tra uomini, circa i rapporti socioeconomici, senza che nasca la cosiddetta piramide sociale e si stabilisca al punto tale da creare ai vertici il cosiddetto padrone e alla base il cosiddetto schiavo.
Se voi mi domandate quale sarà la prima delle paci che l'uomo conquisterà nel mondo, sarà quella fra Stati nazionali e fra gruppi, fra gruppi che si sono dati una costituzione, che hanno creato un esercito, il quale esercito é coessenziale al concetto stesso di Stato. Teniamo distinti i due casi: sono convinto che l’uomo si persuaderà che é un grande delinquente, nel sostenere il concetto di esercito derivante dal concetto di gruppo, derivante dal concetto di patria, derivante dal concetto di etnia, derivante dal concetto di religione e cosi via.
Ora, per quanto riguarda lo sviluppo, lo sappiamo molto bene che non ha mai portato la giustizia sociale e si diceva una volta, produrre, produrre si, ma andate voi a dire a un contadino oggi: per favore semini un po’ più di frumento quest'anno, per dare da mangiare a coloro che non ne hanno.
Non semina il frumento, guadagno soltanto 6.000 lire al quintale, non ci sta dentro con tutte le spese. Noi potremmo dare da mangiare a venti miliardi di uomini, eppure siamo al mondo in cinque o a sei miliardi e ce ne sono due su tre rischiano la fame.
Lo sviluppo riguarda coloro che già hanno lo stomaco pieno e tendono ad aumentare il loro capitale. questa é la logica del cosiddetto capitalismo e quando dico capitalismo sia esso privato o di stato é la stessa cosa, capitalisti siamo tutto intesi? Per quanto riguarda la solidarietà, vuol dire nella mentalità di coloro che hanno inventato la parola: ricordiamoci che ci sono i poveri e bisogna essere solidali con loro. Anche i frate1li comunisti, sono capitalisti, lo siamo tutti. Allora lo sviluppo non ci porterà mai alla pace, neanche alla pace sociale. Ora il punto da guadagnare sarebbe - cristianamente par1ando – questo: far sì che nessuno abbia bisogno e fino a tanto che questo non si è fatto prima mentalmente, liberandoci da queste parole ambigue e recuperando solo quelle di Gesù: “Amatevi come io ho amato voi”. Non ci sono chiavi per la pace, la pace è un risultato che si ottiene esattamente dopo aver fatto quello che ho detto. Deve cadere lo schema in cui c'e uno che ha bisogno e l'altro in nome della solidarietà corre a soccorrerlo. No, bisogna fare in modo che non ci sia più nessuno al mondo che abbia bisogno, solo allora avremo guadagnato finalmente la cosiddetta pace sociale.
Poi ci si rivolge ai terroristi perché lascino la via della violenza e assumano la via del dialogo. Adesso mi venite a interpellare la morale cattolica per chiedermi se coloro che hanno messo la bomba ai piedi di Hitler - coloro che hanno la mia età ricorderanno quella vicenda naturalmente - adesso costui passa per un eroe, come ci sono altri casi in Germania parallelo a questo. La morale cattolica, bisognava introdurla quando quel dittatore ha preso il potere invece di sottoscrivere l’unione con il paese che era cattolico!
Lo ripeto per l'ennesima volta, Gesù Cristo é morto per due motivazioni, primo: perché contestava il sabato, il quale sabato era rivelato da Dio; l'altra perché chiamava Dio suo padre. Quindi, se Dio é padre non é capo di eserciti, come invece si dice appunto nel Vecchio Testamento. Gesù Cristo viene ucciso perché aveva tentato di rimettere a posto tutti quei congegni che danno origine alla violenza, a quella violenza che noi chiamiamo guerra
L'unico santo che ha capito il discorso di Gesù é stato Francesco di Assisi nell'episodio del lupo di Gubbio. Questo lupo era cattivo, mangiava gli uomini ecc ecc. Francesco lo prende, lo porta in città, si è convertito, questo bravo lupo... adesso andiamo d’accordo tutto é finito. Non è così, Francesco si accosta al lupo che non era un lupo vero, ma un tipo che caldeggiava la rivolta, i brigatisti di quell’epoca, che avevano deciso di attaccare la città di Gubbio perché si perpetuavano troppe ingiustizie.
Francesco quando il lupo avanza – probabilmente era un rivoltoso che sul berretto aveva scritto “lupo” - con la gola spalancata, dice a lui: “frate Lupo”. Il lupo nel sentirsi chiamare frate, chiude la bocca. Tu hai mangiato le pecore – dice Francesco - tu hai ucciso anche degli uomini, davanti a Gesù Cristo tu sei un perverso e meriteresti la forca. Lo porta in città non lo porta nella chiesa, perché la chiesa era già diventata un motivo di attrito, era un luogo dove si insegnava l'odio contro il lupo, bisognava ucciderlo quel lupo e cosi via.
E allora va nella piazza, non consegna il lupo come se fosse uno sbandato che ritorna finalmente a casa presso le persone oneste. Prima di consegnare il lupo fa un discorso anche ai cittadini di Gubbio: ho l'impressione che la colpa a motivo dei vostri peccati, le cose si siano ridotte in questo modo . Lo so voi avete paura del lupo, che ha una gola piccola in sostanza, ma non avete paura dell'inferno che é una voragine enorme e che vi può seppellire tutti quanti.
Dice il fioretto, che quel lupo, caso strano, mori di vecchiaia. Tutti i giorni entrava in città al mattino, riceveva il suo pezzo di pane, così si dice nei Fioretti, giocava con i bambini, non c'é cosa più deliziosa, perché finalmente la pace era stata fatta, la pace non tra un deviato che ritorna presso gli onesti, ma la pace fra due deviati: la città di Gubbio e il lupo e la sua fazione, che ritornano finalmente dentro al concetto di verità. In quel caso avevano finalmente ricostituito la ecclesia in senso evangelico.



Lunedì 30 Dicembre,2013 Ore: 20:51
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info