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www.ildialogo.org L'omelia del 17 novembre 2013,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia del 17 novembre 2013

Pronunciata il 13 Novembre 1983


di p. Aldo Bergamaschi

Luca 21,5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”. Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?”. Rispose: “Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: “Sono io” e: “Il tempo è prossimo”; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine” Poi disse loro: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo, metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di rendere testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né l controbattere. Sarete traditi dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”.
Lasciatemi fare una noticina introduttiva all'analisi del passo evangelico, perché tornerà utile per capirlo. Osservate i manifesti per la settimana pro nuove chiese. Io ebbi modo di fare delle critiche alla impostazione di questi manifestini distribuiti alle persone in giro per chiedere poi l'obolo o l'offerta per la costruzione delle chiese. Con mia piccola sorpresa, vedo che qualche piccolo progresso si è fatto circa il contenuto dei manifesti. Mentre negli anni passati vi erano cose inaccettabili, come quella per esempio di riportare il passo di S. Francesco là dove si diceva che andava in giro a cercare il mattone per ricostruire la chiesa della Porziuncola. Tutti siamo d'accordo a dire, o ad ammettere, come criticavo io, che quella era una voce falsa, Francesco aveva capito il rovescio di ciò che doveva essere. Francesco non doveva andare in giro a costruire delle cattedrali, doveva andare in giro a costruire la cristianità. A costruire dei cristiani perché sono quelli che mancano.
La cristianità dell'epoca sua era tutto un cantiere, dico tutta l'Europa era un cantiere, dove si costruivano appunto le cattedrali. Quelle famose cattedrali che hanno dato il via a una certa letteratura. Bene, con mia sorpresa, trovo che quest'anno si riporta su questo piccolo manifesto un passo preso dai carmi di san Paolino di Nola. Non da Nola, ma di Nola. Nel senso che Paolino era nativo delle Gallie, arrivò lì poi come governatore, è una vicenda simile a quella di sant'Ambrogio.
Notate che S. Paolino era sposato, crisi religiosa che non sto a raccontarvi, una persona interessante, però, vittima già di quella istituzionalizzazione dell'idea cristiana che ha prodotto quello che ha prodotto.
S. Paolino di Nola ha un bellissimo richiamo per quanto riguarda il tempio: “Oh Cristo Dio, a te questa povera e fragile dimora. Essa servirà a noi, non a te. Le costruzioni dell'uomo o immenso creatore, non possono racchiuderti, poiché il mondo intero con la sua grande mole non basta a contenerti, il cielo è molto stretto dinanzi a te, la terra è un punto dello spazio, edifica in noi o Signore la perfetta struttura del tempio spirituale e vieni ad abitare nella dimora del nostro cuore”. Queste parole sono bellissime, la presa di distanza, tempio inteso come dimora di Dio, come identificazione tra Dio e la sua casa, quando invece la rivoluzione cristiana - adesso vedremo subito qui la questione del tempio - è esattamente quella di costruire una nuova fratellanza tra gli uomini e non di creare dei nuovi punti di divisione.
Il tempio, diciamolo, è un punto di divisione tra noi e gli altri uomini. Certo anche gli altri hanno il loro tempio, perché il tempio è una creazione della religiosità naturale. Ma Gesù è venuto a creare un nuovo tipo di uomo che dovrà fare senza del tempio. L'idea rivoluzionaria moderna, tende a voler distruggere il tempio, quando invece non bisognerebbe distruggerlo con la forza, ma annullarlo, farlo rientrare nel nulla, perché siamo diventati adulti. Adulti vuol dire cristiani. Cristiani non siamo e abbiamo ancora bisogno del tempio come casa di Dio, e poi di tutta la propaganda religiosa.
Paolino di Nola, contemporaneo di sant'Agostino, il quale muore nel 431 d.C., a lui si attribuisce addirittura l’invenzione della campana, campana che è proprio il simbolo, campanile… probabilmente la utilizzò a scopi sacri. La campana si chiama così appunto perché fu inventata in Campania, deriva da vasi campani, cioè dalla regione dove per la prima volta sono state costruite.
Tanto è vero, che in latino classico, si dovrebbe dire “aera campana” cioè a dire “bronzi di Campania”, poi nel latino medioevale troviamo che campana si dice Nolae, perché il luogo preciso della Campania, in cui furono fatti questi oggetti, è esattamente Nola. E siccome a Nola si trovava S. Paolino, ecco allora che in latino medioevale si dice “nolae”.
Entriamo allora nel passo, nel discorso evangelico. Nella prima lettura non vi sarà sfuggito, che abbiamo il tipico manifesto rivoluzionario della rivoluzione sostitutiva. “Sta per venire il giorno rovente come un forno”, dice Malachia. Se ben ricordo sono le parole utilizzate da Che Guevara. É il momento dei forni! Per bruciare dentro a questi forni sappiamo chi; ecco sta per venire il giorno rovente come un forno, tutti i superbi saranno abbattuti, i superbi sono gli altri, lo sappiamo noi chi sono i superbi. Lo sa il fanatico chi sono i superbi: saranno abbattuti anzi sradicati e non ci saranno più né i fiori né radici per voi, ecco lo schieramento, sorgerà il sole di giustizia. Ecco il sole dell'avvenire, il sole della giustizia, vedete i simboli rivoluzionari che fanno tutti capo a questa concezione veterotestamentaria della storia. Non rifiuto la scrittura da Malachia, ma accetto solo l'atto finale che è riservato a Dio, diversamente diventiamo tutti dei conte di Montecristo, tutta la nostra psicologia si ritrova lì nel tipo di vendetta sostitutivo di quello di Dio, non c’è rivoluzionario che sfugga a questa logica.
Nel testo evangelico, alcuni parlavano delle belle pietre... Gesù dice: “Non resterà pietra su pietra”. Il problema della scomparsa del tempio è una constatazione o è una forma di provvidenzialismo in cui si coinvolge Dio in questo genere di battaglie? La questione è molto delicata, perché se anche Gesù dovesse cadere in questo tipo di logica, allora dovremmo chiederci fino a che punto abbiamo le parole di Gesù, e fino a che punto abbiamo la sovrapposizione storiografica di colui che racconta, in questo caso Luca, il quale potrebbe essere figlio dell'epoca sua come tutti gli altri storici. Fine di un'epoca inizio di un'altra.
Vi faccio una sola esemplificazione. Quando i romani dopo la battaglia di Pidna, occupano la Grecia, vi è tra questi greci un certo Polibio, il quale si pone questi problemi e, siccome della storia voleva fare una scienza, osservò i fatti e disse che è la prima volta nella storia del mondo che un popolo, nel giro di due generazioni, riesce a occupare tutto il mondo conosciuto. Come spiegare tutto questo? La Dea fortuna, che poi i cristiani chiameranno provvidenza con sant’Agostino e con Dante, si è schierata con costoro. Polibio cresciuto all’interno della razionalità greca, costretto quasi psicologicamente ad ammettere che c'è qualche cosa di più forte che vuole che le cose vadano in questo modo, e sarà colui che teorizzerà il significato di tutta la storia, come approdo alla “romanitas”.
Non posso pensare che il discorso di Gesù fosse inserito in questo genere di provvidenzialismo. Il provvidenzialismo è attribuire a una progettazione divina gli eventi storici. Ecco allora il tempio andrà per aria, è una progettazione divina, o è il frutto della stupidità dei conflitti fra gli uomini? Nella lettura che voglio fare del pensiero di Gesù, mi mantengo al di qua del provvidenzialismo.
Diversamente, anche Gesù ricadrebbe per quanto riguarda la sua rivoluzione, nel ritmo consueto della sostituzione. Roma che distrugge il tempio, è il modello buono, il modello perfetto di società, quello che farà Roma sarà il buono. Ma nella visione di Gesù no, se il tempio crollerà, crollerà per una dialettica interna alla malvagità umana, ma il cristiano è portatore di un messaggio di salvezza, in cui, non ci saranno più né costruttori né distruttori di tempio.
Gesù allora constata la logica storicistica, che costruisce e abbatte annettendo a questo solo fatto un valore. Il problema è di vedere se per fare brillare la verità cristiana, cioè il suo messaggio, occorrerà pensarlo come verità da instaurare contro qualcuno a colpi di vittorie storiche. In questo caso Cristo dovrà essere eretto a Messia vincente. “Sono io”, “il tempo è prossimo”, vi diranno, per non voler battagliare con le persone vive. Andavo almeno agli anni trenta, dove questo discorso si faceva: il tempo è prossimo, arrivano nostri. Oppure: camerati, oppure compagni, oppure crociati, così ce li mettiamo tutti coloro che hanno aderito alla concezione storicistica, a quello che io chiamo il male di storia.
Cristo lo si perde cercandolo come liberatore esterno, anziché come portavoce di una nuova visione del mondo dove non si è più affetti dal mal di storia. Il cristiano non vede più dei romani, dei barbari, dei greci, il cristiano vede solo dei fratelli. Ecco perché i cristiani che si sono trovati all’epoca della caduta di Gerusalemme, dietro il messaggio di Gesù, non si sono schierati né con una parte né con l’altra. Non per formare una terza forza, ma per tentare finalmente una nuova concezione del mondo, in cui queste cose non ci siano mai più. Cristo invita a mantenersi al di sopra degli eventi, per introdurre una soluzione in assoluto, non il nostro dominio, inteso come soluzione.
“Sarete portati davanti a re e governatori”, già, i re e governatori sono gli esemplari del mal di storia. L'impero romano, quando ha avuto a che fare con i cristiani, si è trovato di fronte a una idea prima che a una istituzione, poi ahimè, le cose sono cambiate. Ammettiamolo. Il cristiano sconfessa sia l’istituzione giudaica tempio-legge, sia il concetto romano di Stato inteso come imposizione della veritas romana, odiati da tutti e cosi dovrebbe essere il cristiano. “Odiati da tutti a causa del mio nome”. Quindi non basta marciare, per dire che non vogliamo i missili, né qua né là. Mi riferisco ai cattolici che non hanno resistito, nemmeno loro alla tentazione di fare la loro marcia. No, amici cattolici, occorre contestare, e di riflesso affermare come verità, contestare il concetto di patria il concetto di nazione.
Il 4 novembre è la festa delle forze armate, e ci sono stati dei reclami perché quella festa non deve essere portata nel giorno di domenica, ma nel giorno in cui cade. La cosa è tanto più grave perché quella festa non implica il rapporto est-ovest, ma implica un rapporto con la storia con dei cristiani come noi, gli austriaci, quindi un giudizio storico. E quindi, tutte queste associazioni di ex combattenti, dicono che se quella giornata non è celebrata nel dovuto modo, noi offendiamo quelli che hanno combattuto. Ecco cosa è il mal di storia.
Gesù dunque prevede i suoi fra due fuochi. Non perché disertori, ma perché portatori di una novità, non hanno più nulla da difendere, né tempio né patria, ma hanno da costruire una nuova convivenza testimoniando Cristo, esattamente testimoniando il suo messaggio. Ma poi, note tristi, da capo, templi campane e campanelli. Allora essere cristiani è anzitutto liberarci da una malattia imposta, con una rivoluzione di tipo esterno, che ha avuto inizio in un periodo preciso contravvenendo agli insegnamenti di Gesù.



Sabato 16 Novembre,2013 Ore: 12:28
 
 
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