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www.ildialogo.org L'omelia del 6 ottobre 2013  ,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia del 6 ottobre 2013  

Pronunciata il 2 ottobre 1983


di p. Aldo Bergamaschi

Luca 17,5-10
In quel tempo gli apostoli dissero al Signore: “Aumenta la nostra fede!” Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Cosi anche voi quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: siamo inutili servi. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
La cosa strana è che gli apostoli chiedono 1'aumento della fede, questa mentalità sindacale, come l'aumento delle paghe. Che si chieda l'aumento delle paghe pazienza, questo vorrebbe dire che ci sono delle ingiustizie nel mondo, ma che si chieda l'aumento della fede, potrebbe nascondere come in effetti nasconde, un equivoco. Ma la fede non è una cosa, è una qualità della persona, c'è o non c'è. Sono le opere che noi dichiariamo più o meno grandi, più o meno rivoluzionarie, ma non la fede.
Sarebbe come chiedere l’aumento dell'anima, c'è o non c'è. Se c'è si vedono i segni della razionalità, se tali segni non ci sono allora veramente c'è da dubitare dell'esistenza dell'anima in un individuo. E allora è questo che deve preoccupare, se c'è, giacché vogliamo ragionare con categorie quantistiche, allora, dice Gesù, ne basta poca, se c'è quella vera, nasce una dedizione assoluta alla causa. Sintetizziamo questa strana parabola di Gesù. Se ci fosse la fede che cosa si potrebbe fare, vuol dire che se ci fosse questa fede, allora l'uomo farebbe delle cose assolutamente inaudite rispetto a quello che noi conosciamo fattibili nell'ordine della natura.
Sintetizzando all'estremo, se ci fosse fede quanto in un granello di senapa, allora noi saremmo capaci di vincere la natura. Attenzione, non attraverso l'operato miracolistico, come noi abbiamo la tendenza a pensare, in quanto teisti in genere e in quanto cristiani in specie! Abbiamo il miracolo per la testa, perché crediamo in Dio onnipotente. Quando invece qui si dice che quando questa fede ci fosse, sarebbe una specie di parte di Dio che penetra nell'individuo e lo fa diventare assolutamente nuovo e capace di fare delle cose che la natura umana nemmeno si sogna di fare.
Vogliamo fare un piccolo esempio per coloro che non riescono ad afferrare questo concetto. A quale condizione la benzina, è in grado di trasportare una montagna. Se voi andate a spargere della benzina su di un monte, non credo che questo monte si sradichi e vada a finire in mare, tutt'al più farete una devastazione ecologica. Ma facciamo l'ipotesi che io abbia a disposizione mille ruspe, e che io metta la benzina dentro al loro motore, avrei ragione di dire che con la benzina, con la fede, introdotta dentro a questo organismo che è la ruspa, riesco a spargere via una montagna e a trasbordarla in mare.
Qualcuno mi domanda alle volte della forza delle preghiere, qualche ingenuo alle volte prega invocando Dio all'esterno del sistema, questo è miracolismo di tipo naturalistico! Ma se la preghiera dentro di me è una forza simile a quella della benzina che mette in moto la ruspa, ditemi allora che cosa si potrà fare quando i preganti, gli aventi fede, si coalizzassero insieme. Con quattro ruspe facciamo saltare una collina, con mille ruspe mettiamo a livello del mare tutto l'universo.
Si potrebbe, ho detto sintetizzando, vincere la natura, mettere ordine nella natura, secondo disponibilità assoluta al disegno di Dio, così come ci sono alcuni uomini al servizio di altri uomini. Questo è il punto più delicato, ordinare i rapporti fra gli uomini, in modo che nessuna classe o una classe domini un'altra classe, ma far sì che tutti si sentano a servizio di un solo padrone. Troppi padroni fra noi e Dio. Probabilmente tra questi padroni ci sono anche i vescovi uniti a Roma per il Sinodo… Non allarmatevi .....Adesso vi farò io uno status di ciò che dovrebbe essere la Chiesa anche se, riguardo alla realizzazione, siamo ancora molto lontano dal traguardo.
Adesso permettetemi una lunga parentesi per spiegare il secondo raccontino di Gesù. Voi pensate che Gesù abbia accettato questo tipo di etica, dove dice chi di voi ha un servo ad arare .... poi gli fa fare tutte quelle cose che abbiamo udito. Ma questa struttura sociale è accettata da Gesù oppure qui parla per ironia? Non credo che ci sia altra strada per potere uscire da una interpretazione decente di tutto il testo, perché, potrei dimostrarvi, come qualcuno invece, abbia proprio utilizzato questo passo per dire che ci debbono essere le categorie sociali secondo quella certa scansione gerarchica, quale è appunto denunciata dal testo evangelico.
Tutti gli organismi vivono di una logica intrinseca al loro stesso essere, e diciamolo pure, contengono una gerarchia di ruoli per cui, in nessuno di essi esiste il classismo che esiste nei gruppi umani, non dobbiamo stancarci di esaminare la nostra miseria, il nostro dramma. Nell'alveare tutti i membri soddisfano i loro bisogni in perfetta perequazione. Nessuno cioè vive in miseria o muore di fame, perché qualcuno lo ha ridotto in schiavitù, dicendogli per esempio: tu lavora io ti pago, o anche, io ho il capitale, se vuoi vivere lavora a queste condizioni.
La Chiesa nella visione di Gesù, dovrebbe essere un organismo originato dalla metanoia, dalla fede. La fede, non è l'opinione, (opinione vuoi dire mondo della soggettività che noi abbiamo di Dio, del mondo, degli uomini) ma la capacità di risolvere i problemi della convivenza. Non è nemmeno la testa imbottita di credenze, che costituiscono poi oggetto di litigio teologico, caratteristica dell'uomo religioso, soprattutto medioevale.
Trasformare la propria vita dopo aver scoperto Cristo, invece, dovrebbe essere la caratteristica del cristiano. Gesù Cristo, in questo ordine di definizione della fede, non è il nuovo mito della psiche, ma ciò che rende l'uomo - perché prima siamo uomini, poi si diventa cristiani - capace di fare ciò che l'uomo naturale, aggiungo religioso o non, non è assolutamente capace di fare.
Questa settimana si è parlato di contraccettivi. Insomma, la natura umana ha scelto questo matrimonio come minor male, ma in fondo, in fondo, siamo tutti cultori del libero amore, dell'esercizio assoluto e incondizionato del sesso come pare e piace a noi! Lo capisco mentalmente, cosa che un giovane non capisce ancora e tanto meno un giovinetto, un adolescente in cui è prepotente questo momento freudiano. L’umanità ha capito che al di fuori dell'organizzazione del sesso, nel matrimonio si andrebbe incontro a dei guai tremendi, ma io vorrei che l'umanità tentasse questa strada, la tentasse a viso aperto, perché si possa vedere fino in fondo, quali sono gli effetti di quella scelta. Perché almeno come il prodigo si possa dire: sì qui adesso mangio le ghiande e nella casa di mio padre anche gli ultimi dei servi hanno un boccone di pane.
La discussione è proprio questa, se il matrimonio è un fine degno dell'uomo, o se è semplicemente una pezza che noi mettiamo a questo fatto di dover organizzare il rapporto dei sessi. La realtà di fondo è questa e tutto il resto di secondaria importanza. Decidiamoci, o siamo monogami, ecco il punto, oppure siamo poligami, ma giù nel profondo.
Gesù che ha fondato la Chiesa, potrebbe paragonarsi a un ingegnere geniale, che ha inventato una macchina capace di vincere tutti gli ostacoli naturali, che si frappongono fra il nostro pensiero e la realtà. Tutti noi abbiamo sognato qualche congegno in cui non ci sia divaricazione fra quello che pensiamo e quello che vorremmo che fosse. Ecco allora, questa capacità di vincere tutti gli ostacoli naturali che si frappongono fra il nostro pensiero e la realtà. Ebbene la struttura interna di questa macchina prodigiosa, ha sì una sua pluralità di ruoli, ma purché siano gerarchizzati a un fine: al fine posto dall'ingegnere. Non gerarchizzati gli uni agli altri, come l'esempio portato da Gesù, dove il contadino diventa via via un pastore, poi diventa un cuciniere, poi diventa uno sguattero, poi diventa un lustrascarpe.
Sul piano storico è perfettamente inutile elencare la scansione ricco povero, poi lo schiavo in epoca antica e servo della gleba in epoca medioevale e proletariato in epoca moderna. Se una tale gerarchia si gonfiasse fino a creare un classismo sociale, se il motore, tanto per stare all'esempio, rendesse schiavi tutti gli altri pezzi della macchina e li piegasse al proprio servizio, la macchina non sarebbe più un prodigio per l'umanità, perché non sarebbe più vittoriosa sulla distanza. Sarebbe una società tra altre società, in continua gara per avere il predominio del mercato antropologico, senza mutare da nessuna parte la natura umana e senza mostrare da nessuna altra parte la vittoria sull'uomo naturale.
Cari Apostoli, non dovete chiedere l'aumento della fede, che credete di avere, voi dovete mettervi in ginocchio e chiedere finalmente al Signore: Signore dacci la fede perché noi siamo carichi di religione, ma siamo privi di questa novità che hai introdotto nel mondo.



Venerdì 04 Ottobre,2013 Ore: 18:54
 
 
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