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www.ildialogo.org L'omelia del 1 settembre 2013  ,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia del 1 settembre 2013  

Pronunciata il 28 Agosto 1977


di p. Aldo Bergamaschi

Luca (14,1.7-14)

Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. 0sservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, passa più avanti”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” .

Disse poi a colui che l'aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. AI contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti” ricompensa alla risurrezione dei giusti”.

Direi che tutta la nostra vita privata e sociale è una specie di comica, vediamo qui la comica della situazione. Gesù, personaggio discusso, entra in casa di uno dei capi dei farisei, ed entra per pranzare. La gente lo osserva, segue le sue mosse perché sono molto importanti, giacché egli ha la fama di essere un profeta, segue le sue mosse e naturalmente anche le sue parole, molto importanti sempre da questo punta di vista. Anche Gesù, segue le mosse degli invitati, controlli vicendevoli, si tratta di vedere chi sarà colui che fa una lettura corretta della situazione. E subito egli di questi comportamenti, scopre la radice: behaviorismo in anticipo, si direbbe dal punto di vista tecnico.

Oggi per toglierci da questo impiccio, abbiamo legalizzato tutto, mettiamo i cartellini, Poi deleghiamo una persona a mano a mano che i personaggi entrano a farli stare nel loro stallo. Al primo posto il sindaco, o se vogliamo il parlamentare della regione, poi il prefetto, poi il vescovo, nell'ipotesi che si tratti di un pranzo fatto in sede laica, poi il questore, poi l'arma dei carabinieri e giù, giù.

Quando il palcoscenico oramai è tutto pronto, il teatro è disposto, ecco la prima legnata di Gesù, rivolta agli invitati, una accolta di brava gente, ma tutte malate di arrampichismo, sociale. É nella logica della situazione che uno desideri avvicinarsi il più possibile al parlamentare o al prefetto, magari per discorrere con lui di cose importanti o concernenti i propri problemi, i quali sono tutti naturalmente improntati all'interesse personale. Io immagino la scena. Tutti, finalmente, sono al loro posto e c'è come un invito tacito perché il rabbi dica qualche parola. Egli alla fine era come al centro dell'attenzione.

Bene, dopo la parabola un principio: “chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.

Attenzione, l'esaltarsi e l'umiliarsi dipende da noi. Chi si umilia, non chi è umiliato, chi si umilia, chi si esalta. L'essere umiliato o l'essere esaltato dipende da qualcuno che è più grande di noi. Allora facciamo attenzione a questo principio. Perché tutto ciò ripeto, tutta questa dinamica dell'essere esaltato e umiliato, non è automatico, perché dobbiamo ricordarci che sarebbe il colmo della ipocrisia utilizzare il principio per ottenere ciò che Gesù condanna. Per esempio se io dicessi: io non mi esalto, io mi umilio cosi sarò esaltato, io frantumerei tutto il principio.

Posso citarvi un esempio storico clamoroso. Voi ricorderete che quando Ottaviano Augusto prese il potere, prima rivendicò la morte di Cesare, con il quale era imparentato, poi cominciò, dopo avere sistemato alcune cose, a dire di fronte al senato che lui aveva compiuto la sua missione e quindi voleva ritirarsi. No dissero i senatori: tu sei proprio l'uomo giusto per noi. Va bene allora io mi assoggetterò, poi dopo qualche mese ritorna alla carica: io ho tanti titoli cosi e cosi, li voglio rinunciare, disse lui. No non devi rinunciare, tu sei proprio l'uomo giusto per noi. In breve egli assommò poi tutti i poteri e diventò il sommo Cesare Augusto sotto il quale nacque Gesù. Tattica sublime, si capisce, in mano a un pagano, psicologicamente corretta direi, ma che però non attacca con il principio di Gesù.

Una esemplificazione ancora più carina, è quella della madre che aveva insegnato al suo bambino che, quando si riceve un dolce o una mela, bisogna dividerlo cristianamente. Ma mamma, cosa vuol dire dividere cristianamente? Vuol dire tagliare la mela in quattro parti, tenersene una e dare una parte al prossimo. Arriva la sorellina e arriva la mela, si tratta di dividere cristianamente con la sorellina. E il bambino dà la mela alla sorellina e dice: dividi cristianamente. La madre cristiana, dovrà intervenire perché c'è qualche errore nell'indicare la maniera cristiana di dividere. Però vedete, come nella zucca dei bambini era subito nata la teoria del profitto e addirittura ricavata e coltivata sotto l'ombrello della verità più fulgida del cristianesimo che è l'amore. Quindi corruzione di tutto il principio. Attenzione, è supremamente ipocrita utilizzare i principi cristiani anziché attuarli. Il cristiano deve attuarli i principi cristiani, nell'ipotesi che principi siano, non deve mai utilizzarli per qualche cosa per ricavarne un profitto per sé, diversamente li annulla nell'atto in cui li utilizza.

Se gli altri sono pedine del sistema il capo dei farisei ne è il perno vitale; ed è giusto che Gesù vada attorno al perno piuttosto che non alle pedine. Ed ecco un discorso diretto, ecco un linguaggio proprio, non più fatto per parabole ma direttamente costruito. E fra costoro non c’erano solo gli amici e i parenti, ma i ricchi vicini, che avranno siglato certamente la morte di Gesù. Quando offri un pranzo, non invitare costoro, perché tu lo fai per il contraccambio, lo fai per interesse e obblighi, ecco il momento della malvagità. Al contrario, Gesù dice tutto il rovescio, invita gli emarginati sociali dai quali non avrai il contraccambio, solo così riceverai la ricompensa. Come dire: solo così entrerai nell'ordine delle persone che avranno un diritto minimo a entrare nel Regno dei cieli.

Gesù non dice di fare i pranzi per i poveri, ma dice: quando vuoi fare un pranzo, specifichiamo, perché hai deciso di essere, non di parere un altruista, quando hai deciso in parole più semplici, cerca di esserlo fino in fondo, fino a correggere i rapporti socioeconomici, in modo che non ci siano quegli zoppi quei poveri quegli emarginati.

Ecco cosa dice il capitale: io faccio lavorare. Gesù domanderebbe: lo fai per amore o per il tuo tornaconto? È vero che il capitale fa lavorare, ma crea il circolo dei tornaconto, che lascia fuori sempre qualcuno dopo averlo azzoppato e accecato. Mi diceva un ladro: io pure sono utile alla società, perché faccio lavorare i giornalisti, che possono scrivere delle mie imprese e guadagnare, gli avvocati guadagnano, i carabinieri ci fanno carriera, i politici possono inveire contro la malavita e parlare in parlamento e guadagnarsi dei danari. O si rivede tutto, o diversamente è ipocrita quella impostazione che dice: ma alla fine fa lavorare. Attenzione al sofisma, il capo dei farisei fa il pranzo si, ha dato da lavorare a un mucchio di persone e le ha rese schiave del proprio tornaconto. E dalla distribuzione equa della ricchezza egli ha lasciato fuori coloro che ne hanno bisogno. Ma egli questo fariseo non può fare altrimenti, quegli storpi, quegli zoppi quei poveri sono il truffo eterno della teoria del tornaconto, la quale dice io alla fine do da lavorare a qualcuno.

Gesù scopre la radice dei comportamenti di chi fa i pranzi, fa lavorare, ma è sempre lui a tirare le fila, per nascondere la mietitura legale delle ricchezze. Allora, lo fai perché vuoi il contraccambio o perché ami. Se lo fai perché ami, allora il sistema va cambiato, perché nell'amore non c'è più spazio, né per quei poveri, né per quegli storpi, né per quegli zoppi, né per quei ciechi.




Domenica 01 Settembre,2013 Ore: 08:34
 
 
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