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www.ildialogo.org L'omelia del 18 agosto 2013  ,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia del 18 agosto 2013  

Pronunciata il 14 Agosto 1977


di p. Aldo Bergamaschi

Luca 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso! C'é un battesimo che devo ricevere e come sono angosciato, finché

non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portarvi la pace sulla terra? No vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera".

Diceva ancora alle folle: “Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia e cosi accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che é giusto?".

Sono venuto a portare il fuoco sulla terra. Naturalmente se si trattasse del fuco delle mitragliatrici ne avremmo già abbastanza, ma mi viene proprio il sospetto che stia crepitando il fuoco delle mitragliatrici proprio perché i cristiani non hanno acceso il fuoco portato da Gesù. E la responsabilità è sempre loro.

Non a caso la civiltà occidentale inizia con il mito di Prometeo, che ha fatto compiere all'uomo un salto di qualità, dandogli una potenza senza limiti: il fuoco, sottraendolo naturalmente alla folgore celeste. Non è qui il caso di studiare i rapporti della tragedia greca fra la divinità e Prometeo. Sarebbe interessante vedere come i grandi tragediografi abbiano concepito questo rapporto fra l'uomo e la divinità. Esiodo, racconta le tappe di questa rivoluzione prometeica, che ha fatto dell'uomo un essere ragionevole. All'inizio gli uomini - dice lui - guardavano senza vedere.

Ce ne sono molte delle persone che guardano senza vedere, non parliamo poi di quelle che non sanno leggere i segni dei tempi. Gesù li chiama ipocriti, vivevano nel disordine e nella confusione, per esempio non conoscevano la casa, grande conquista anche questa, il lavoro del legno, vivevano sulla terra dice Esiodo, come delle formiche agili. Facevano tutto senza ricorrere alla ragione.

Ecco perché Gesù si presenterà come il Logos, come la ragione, come la completezza della cosiddetta ragione umana, che pure all'epoca illuminista ha avuto della pretese molto grosse, quella di fondare addirittura la verità prendendo se stessa come fondamento.

Ora, la rivoluzione di Prometeo è esattamente quella di dare il fuoco agli uomini, perché gli uomini per il tramite del fuoco riuscissero finalmente in tutte le altre rivoluzioni.

Ad esempio, ci sono dei cibi come i fagioli o le patate, che allo stato crudo sono immangiabili, ma se si mettono al fuoco diventano dei cibi eccellenti. Se il fuoco è cosi essenziale per la nostra nutrizione, vi lascio pensare quale sia la sua importanza nell'ambito della ricerca scientifica. Ecco perché Gesù non è venuto a predicare la pace se non la pace nella verità. Quando il fuoco viene applicato all'acqua o al ferro scatena una guerra, cioè non lascia in pace i suoi oggetti.

Non poteva predicare la pace lasciando le cose così come erano. Noi la pace la concepiamo con l’essere lasciati in pace. Mi direte che poi l'errore si rivolta e vuole distruggere la verità; cosa assolutamente impossibile, purtroppo siamo noi dei grami rappresentanti sia dell'errore che della verità.

Ecco perché Gesù non è venuto a portare la pace o l'accomodamento, ma la rottura e la divisone di ciò che è stagnante nell'errore. “D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre”. Il cristiano non è contro nessuno, egli ha come stile invece l'attuazione della verità. Mi pare che nella seconda lettera di san Paolo venga chiarito con esattezza questo punto. Il cristiano è colui che attua la sua fede tenendo fisso lo sguardo su Cristo che ha sopportato contro di se una cosi grande ostilità dei peccatori.

Gesù non si è sognato di partire contro nessuno, egli ha affermato la verità e ha attuato la verità e da questa attuazione si è scatenata la ribellione, la contestazione dell'errore nei confronti della verità.

Facciamo presto qui a fare la lettura ragionevole.

Allora tre contro due vuol dire che i due sono diventati cristiani e i tre non possono sopportare questo schema di vita. E due contro tre in questo caso invece sono tre quelli che sono diventati cristiani e gli altri si mettono contro. Il caso più tipico è quello di san Francesco di Assisi. Non è che san Francesco fosse contro suo padre no, egli attua il messaggio evangelico e suo padre si mette contro di lui. Avete in questo caso la spiegazione successiva il contro figlio. Si potrebbe dire che non sono cristiani né gli uni né gli altri, o il cristiano è sempre all'opposizione come il fuoco o diversamente guai se egli viene contestato in quanto difensore dello statu quo.

Affermati questi principi che ci servono per leggere il testo evangelico vi porterò una esemplificazione storica clamorosa. L’apologeta san Giustino, inizia la seconda apologia con dei fatti avvenuti a Roma. Un certo Urbico, che era prefetto della città, aveva messo a morte alcuni cristiani, perché erano stati scoperti come cristiani. Allora Giustino prende la penna e si rivolge al senato romano. Dice: “Io parlo nell'interesse vostro, perché voi siete della stessa nostra natura e fratelli nostri, anche se lo ignorate, anche se voi non volete esserlo fratelli nostri per l’alta dignità vostra. Voi credete di essere chissà che cosa, perché siete romani, ma attenzione, siamo fratelli secondo il messaggio di Gesù. Ecco qui per ogni dove, ad eccezione di coloro che hanno fede nella punizione del fuoco eterno, quanti vengono ripresi dal padre o da un vicino o da un fratello, o un figlio, o amico, o marito o moglie per via di una mancanza, per l'ostinazione e l'inclinazione ai piaceri e la riluttanza a dedicarsi alla virtù, aizzano i magistrati, dal diavolo posseduti, a condannarci a morte. Ma eccomi ad esporre i fatti onde chiarirvi la causa di tutto l’avvenuto per via di Urbico”, questo prefetto che ha cominciato a mettere a morte i cristiani.

Ecco l'episodio e vedrete che siamo alle medesime anche oggi. Una donna conviveva con un uomo lussurioso, lussuriosa la era anche lei, ma ella conobbe gli insegnamenti di Cristo, si corresse e ttò di indurre a emendarsi anche il marito, spiegandogli quelle massime e ammonendolo della pena dell'eterno fuoco riservata a chi vive nelle libidini e contro sana ragione. Egli invece si ostinava nelle sue dissolutezze fino ad alienarsi l'animo della moglie.

Costei, ritenendo una empietà giacere ancora nello stesso letto con un uomo tutto dedito alla ricerca di piaceri contro natura e contro diritto, voleva separarsene. Senonché, esortata dai suoi a rimanere ancora nella speranza di un ravvedimento del marito, facendo forza a se stessa, restò. Quando però venne a sapere che il marito, recatosi ad Alessandria, si comportava anche peggio, per non rendersi complice della sua iniquità e delle sue nefandezze col rimanergli congiunta e con avere in comune casa e letto, si separò mediante il ripudio.

Quella perla di marito, invece di rallegrarsi che ella avesse cessato le sue tresche di un tempo con servi e mercenari, accusò la moglie, separatasi contro sua voglia, di essere cristiana. Ella allora presentò all’imperatore una petizione chiedendo che le si fosse accordato di sistemare i propri affari, dopo avrebbe risposto all'accusa. Il marito non potendo agire contro di lei, volse tutta la sua ira contro un certo Tolomeo che aveva insegnato ad essa la dottrina cristiana e lo fece condannare da Ubico in questa maniera.

Certo, finché marito e moglie sono tutti e due lanciati in un certo modo nella concezione dell'esistenza, potranno anche andare d'accordo, ma il loro modo di andare d'accordo non è certamente fondato sulla verità, ecco perché allora il messaggio di Gesù è sempre all'attacco, perché vuole creare la divisione, in questo caso, per tentare di trovare una unità che sia fondata sulla verità.

Gesù che non è “né protestante”, “né cattolico”, ahimè no, da Costantino in qua dice a chi vuole essere suo discepolo che pace vera, dico pace nella verità, non ci può essere finché il suo messaggio non è attuato. E questo lo dice, sia al Vaticano, come lo dice a noi e a tutti quanti, ripeto, a tutti quanti. Guai a quei cristiani che non sono perseguitati perché attuano il vangelo, ma perché utilizzano il vangelo per difendere i propri interessi.




Sabato 17 Agosto,2013 Ore: 20:15
 
 
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