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www.ildialogo.org 16 giugno 2013,di p. Aldo Bergamaschi

16 giugno 2013

Pronunciata il 15 Giugno 1986


di p. Aldo Bergamaschi

Luca 7,36-8-3

In quel tempo uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò ne11a casa del Fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del Fariseo venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi indietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciuga va con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e che specie di donna è colei che lo tocca: é una peccatrice”.

Gesù allora gli disse: “Simone, ho una cosa da dirti”. Ed egli "Maestro di pure.”Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?”. Simone rispose “Suppongo a quello cui ha condonato di più”. Gli disse Gesù :”Hai giudicato bene”. E volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco ama poco”. Poi disse a lei:" Ti sono perdonati i tuoi peccati". Allora i commensali cominciarono a dire tra sé:" chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?". Poi disse a lei: “La tua fede ti ha salvata, va in pace”.In seguito egli se ne andava per le città e per i Vi11aggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C'erano con lui i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.

Negli anni passati abbiamo già esplorato a fondo il senso di questa frase: le sono rimessi molti peccati perché ha molto amato. Quel molto amato, non riguarda l'amore di lei in quanto donna perduta, ma ha come soggetto la novità scoperta. Perché ha molto amato la verità scoperta.

Se questo equivoco dovesse restare, allora il perdono dei peccati nella Chiesa cattolica, nel cattolicesimo, nel cristianesimo sarebbe il giochetto già annunciato da Mark Twain, al quale era stato chiesto: Ma lei é capace di smettere di fumare? si rispose il comico scrittore, io ho smesso cinquanta volte. Ciò vuol dire che aveva ripreso a fumare quarantanove volte.

La interpretazione che avete nel vostro foglietto, che é tipica di un certo clericalismo, la quale all’inizio ci dice che la coscienza di essere peccatori non ci deve allontanare da Dio e dall'Eucarestia, ma ci deve maggiormente portare a lui, perché solo lui é capace di guardare più alla nostra umiltà e a un nostro atto di amore che ai nostri peccati. No, mi dispiace, questo discorso non può essere fatto a dei credenti. Dei credenti che avessero bisogno di questo discorso, sarebbero paragonabili alla Maddalena peccatrice, la quale, dopo essere stata perdonata da Gesù, non sarebbe entrata nell'ordine della conversione, ma sarebbe diventata una cristiana come tanti di noi dove si fanno sistematicamente dei peccati ogni mese, tanti ogni anno, tanto ci si va a confessare, poi il giorno dopo allegramente si riprende la vita di prima!

Se alla base del discorso non c'é la conversione, allora siamo anche troppo nell'area del nostro grande Davide che è oggetto della prima lettura, il quale appunto, poteva continuare a tenersi l'harem e l'unico errore è stato quello di andare attorno ai diritti degli altri, ma egli potrebbe in ogni caso continuare a godersi l'harem con la benedizione di Dio e dei profeti.

Quando si discute di problemi sociali si insorge, e il primo a insorgere é l'operaio contro la cosiddetta robotizzazione, sempre alla catena di montaggio, otto ore sempre quei bulloni sempre quel trapano e cosi via. Più o meno la vita del lavoro é questa. Il lavoro non può essere il fine dell'esistenza, guai a noi se dovessimo stabilire che il lavoro é il fine dell'esistenza nostra. Possono esserlo le altre attività gratificanti? Nessuno riesce a pensare il lavoro come attività eternizzata, se uno mi dicesse che nel regno dei cieli farai sempre il falegname o farai sempre il meccanico e cosi via, voi capite, getterebbe in una profonda afflizione, ma vi é una larga percentuale di uomini che per es. giocano e accetterebbe di giocare all'infinito.

Aristotele ha scoperto nell'attività contemplativa il vero fine dell'homo sapiens, perché quell'attività, é la sola ad essere amata per se stessa e veramente perfettiva del soggetto, mentre le altre attività hanno un fine alienato. Esemplifichiamo: noi lavoriamo per essere poi in libertà e agiatezza, lavoriamo per mantenere i figli e la famiglia, ma il motivo fondamentale é questo: facciamo la guerra per essere in pace, purtroppo non abbiamo altre alternative al punto in cui siamo. Ci sposiamo per esercitare il sesso, oppure per lo stesso motivo, non ci sposiamo e adottiamo altre forme di convivenza al di fuori del matrimonio, comunque troviamo sempre qualcuno sulla nostra strada e lo riduciamo a strumento. Solo l'attività contemplativa potrebbe essere esercitata all’infinito perché a differenza delle altre attività gratificanti e dilettevoli non implica la strumentalizzazione dell'altro. Tutte le altre attività infatti, se sono dirette a fine, annullano il paradiso riducendo l'altro a mezzo e le cose a idoli. Questo sarebbe l'inferno in cui viviamo, dove appunto c'e' questo capovolgimento dei mezzi che diventano fini.

Senofonte, nel libro terzo dei Detti Memorabili di Socrate, parla dell’incontro del filosofo con una famosa meretrice di alto rango che si chiama Teodota. Guardate ironia della sorte, se ben analizzo il nome: Zeus vuol dire Dio, e Doda vorrebbe dire dono. Quindi voi capite la contraddizione del dono, questa Teodota voleva perseguire il dono di Dio, oppure donata da Dio se vogliamo fare una traduzione più corretta. Questa donna riduce a merce il proprio corpo e quello altrui. Socrate la raggiunge con i suoi discepoli. Aveva sentito decantare la sua bellezza, osservate come nel testo evangelico é la donna che va a Gesù, qui é il filosofo che tenta di guadagnare alla ragione una che é deviata dalla ragione. La raggiunge, la trova mentre proprio posa per un pittore.

Prima osservazione di Socrate: dobbiamo essere obbligati a Teodota, perché ci ha mostrato la sua bellezza, oppure lei deve essere obbligata a noi perché l'abbiamo rimirata. Sentite la sottigliezza di Socrate. A chi è più utile lo spettacolo, ne ricaviamo un maggiore bene noi o lei? Forse lei perché faremo propaganda della sua bellezza. Poi Socrate, sempre con l'occhio del filosofo, vede in lei, le sue serve, già, perché prostitute di questa categoria hanno la casa bella e grandiosa, le serve, poi nella casa ornamenti sontuosi. Domanda a Teodota: hai dei poderi, degli appartamenti in affitto, degli schiavi? Risposta: no. Il f1osofo disperato domanda: e dove hai il necessario per vivere?

Vedete non siamo molto lontani da quell'epoca. IL mio reddito, risponde la donna, dipende dal bene che mi fa chi si e fatto mio amico.

E Socrate: che bello avere un gregge di amici anziché pecore, buoi, capre, un gregge di amici - voi capite, l'ironia - di quella specie. Ella ha una rete che più di ogni altra inviluppa gli uomini: il suo corpo. E l'uomo é una fiera, vale a dire un animale, un animale selvaggio che si piglia con il beneficio e con il piacere. Ecco quale é il rapporto di lei con gli altri uomini. Breve, l'incontro di Teodota con Socrate si risolve in una sfida tra la filosofia dei fini e dei valori e la prassi innalzata a fine. Ecco come si conclude l'incontro, Teodota invita Socrate a casa sua e questo potete immaginare cosa significa. Socrate a sua volta invita Teodota a casa sua, e questo potete immaginare cosa significhi, a casa della filosofia, a casa della redenzione, cioè Socrate si rifiuta di essere tirato verso di lei per quelle motivazioni che sappiamo, ma vuole che lei venga a lui, perché allora entrando nella saggezza si ricomporrà la struttura dei valori

Non può adeguarsi la sofia a pragma, ma viceversa, se vogliamo avere una polis a misura d'uomo. Questo é il messaggio socratico, ma purtroppo la filosofia non é un’arte, é una vocazione e può essere invece sconfitta dall'arte di allettare gli uomini. Dove cioè la razionalità è totalmente perduta.

E adesso vi dirò brutalmente cosa pensano le prostitute moderne: meglio il marciapiede della fabbrica e cito da un passo di giornale, una discendente di Teodota, ripeto: meglio il marciapiede della fabbrica, la vera prostituzione è fare la commessa a seicentomila lire al mese, il marito poi, se vogliamo guardare al matrimonio, non e' altro che un cliente fisso.

Dunque che cosa avrà capito quella peccatrice, al cospetto di Gesù, che il suo corpo era opera di Dio e che amando Lui come persona non può più trasformarsi in una semplice merce di scambio, uno strumento di affari. Aveva capito che il sesso ci é stato dato per esercitarlo, ma che lo si esercita per un fine degno e che il regno dei fini implica responsabilità e rendiconto. Responsabilità davanti agli uomini rendiconto davanti a Dio.

Simone condanna la Maddalena, perché costei infrange la legge, ma non si preoccupa del fatto che una persona perda colpi esistenziali, e fa ciò che fa perché c'é in lei un vuoto esistenziale assai pericoloso per tutta la comunità. E i soldi per vivere dove li prendi, domanda Socrate; dunque quattrocento anni prima di Cristo, se ne era accorto anche lui che i peccati personali incidono su tutta la società. Simone é pronto a condannare, ma non fa nulla per salvarla, anzi, dentro di sé magari desidera peccare con lei, diciamo anche questo. Gesù, invece, osa dire: le sono perdonati i suoi peccati. Ci sono i peccati certo, solo che le sono perdonati, perché ha molto amato, dove il molto amato, non si riferisce all'amore mondano. Come molti registi vogliono far credere nei loro film e anche nella vita di Cristo del famoso Zeffirelli, c’è questa ambiguità di fondo, non si riferisce all'amore mondano, perché poi la prostituta in quanto tale, non ama e lo sappiamo, ma ha il vero amore per la persona di Cristo.

C'é un punto in cui viene meno l'amore a una persona e questa persona é Dio, e allora si pecca,

ma il peccato é male perché spezza un rapporto trascendente della persona con un altra persona, e non perché viola una legge. Vorrei gridarlo per tre o quattro volte perché entri a memoria. La legge é infranta come conseguenza di un vero male e il vero male é la povertà di amore e una definalizzazione dell'esistenza. Ti sono perdonati i tuoi peccati, quel “tuoi” ha un significato, i tuoi personali, quelli che tu hai commesso con gli altri, e la rovina morale che tu hai compiuto negli altri. E gli altri venendo da te si sono moralmente corrotti, questi peccati non posso perdonare.

Gesù a lei: “La tua fede ti ha salvato”. Ti ha salvato l’avere guadagnato il fuori sistema, salvezza per la fede e non per le opere. Recuperate tutto san Paolo. Dunque l'avere riscoperto il fuori sistema e l'essere entrata in una nuova dimensione, dentro alla quale tu ti sei resa capace di costruire una nuova vita sociale. Non a caso, guardate la chiusura del testo evangelico, troviamo che attorno a Gesù ci sono delle donne, le quali hanno rinunciato alle loro ricchezze per mantenere e per sostenere questo nuovo “rivoluzionario”. Finalmente un caso in cui la bontà personale si trasforma anche in una riforma sociale.




Sabato 15 Giugno,2013 Ore: 17:12
 
 
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