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www.ildialogo.org 2 giugno 2013  ,di p. Aldo Bergamaschi

Le omelie
2 giugno 2013  

Pronunciata il 1° giugno 1986


di p. Aldo Bergamaschi

Luca 9,11-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta”.

Gesù disse loro: “Dategli voi stessi da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: “Fateli sedere per gruppi di cinquanta”. Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

Oggi festa del Corpus Domini. Forse siamo andati troppo lontani e abbiamo confuso il significato della Eucarestia con i suoi possibili effetti. Ma vediamo di affrontare il tema su di un piano più generale. Oggi circola una certa obiezione, e da parte del mondo religioso, e da parte del mondo laico, ed é questa: Dio avrebbe legato il messaggio alla cultura occidentale; diciamo la Chiesa che avrebbe legato il messaggio alla cultura occidentale. Abbiamo sovrapposto i nostri schemi al vero messaggio di Gesù. Il messaggio di Gesù é universale e noi lo abbiamo ristretto nella località.

Ed ecco il caso più clamoroso. L'Eucarestia è celebrata con il pane e con il vino. Domanda: ma siamo sicuri che il pane e il vino siano cibi universali e non cibi della civiltà mediterranea? Ancora: noi diciamo: ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, cosa intendiamo dire ? Intendiamo che Gesù Cristo toglie i peccati del mondo; ma questa espressione agnello che cosa potrà significare per un eschimese il quale non conosce certamente gli agnelli?

Agnello é un linguaggio figurato che oramai é diventato linguaggio comune o linguaggio addirittura proprio. Tutta la nostra vita di gente loquace é fatta di linguaggi figurati che sono commisti ai linguaggi propri. Per esempio: se io dico questo é il col1o della bottiglia, più nessuno si meraviglia, perché nessuno pensa che questo sia 1inguaggio figurato e pensa che sia un linguaggio proprio. Quando si va in passeggiata si dice ecco siamo arrivati ai piedi del monte, i monti non hanno dei piedi naturalmente, eppure é diventato questo un linguaggio proprio.

Coloro che vogliano vedere le cose con maggiore sottigliezza vadano a vedere sul vocabolario la parola catatacresi e vedranno che si tratta esattamente di questo linguaggio figurato che é diventato linguaggio proprio. Per noi dire: ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, é diventata la cosa più normale del mondo, ripeto, immaginate quale impressione potrà fare a un eschimese una espressione di questo genere. Il linguaggio proprio dovrebbe essere questo: ecco Colui che espia per noi i peccati del mondo, questo é un concetto chiaro non contaminato dal linguaggio figurato. Il problema allora non é quello di adattare ai singoli sistemi culturali il messaggio ma di vederlo il più possibile privo di agganci culturali nativi per elevarlo ai vertici di un linguaggio assoluto, valido per qualunque cultura fondata in ogni caso sul pensiero razionale dell'uomo.

Pensate alla materia della consacrazione. Catechismo: vino e pane, poi stranamente abbiamo detto pane azzimo. Voi vedete allora che già il concetto di pane ha la sua variante. Gli ortodossi consacrano il pane normale, ed é vero anche che se io consacrassi un pane preso dal fornaio, anche quello sarebbe valido, e poi anche lecito. Una volta si diceva valido ma non lecito e cosi via.

Il vino, il vino é una bevanda universale? Lo sapete anche voi che non la é, non è una bevanda universale, un cristiano avrebbe potuto consacrare il corpo e il sangue di Cristo se avesse fatto un viaggio in Cina, o se fosse andato nel cuore dell'Africa? O lui sta senza Eucarestia o si porta dietro dei barili di vino. Per cui, Gesù si é trovato là, ma se si fosse trovato, ipotesi, nel nord Europa, avrebbe preso della birra e avrebbe detto: questo é il mio sangue. Se si usa una bevanda universale che é dappertutto, allora resterebbe soltanto l'acqua.

Non a caso, ve lo dico come parentesi, se voi andate nei paesi musulmani, Maometto ha tagliato le viti. Una delle motivazioni per cui Maometto probabilmente ha tagliato le viti facendole sparire - é vero che egli non vuole che il musulmano beva vino - ma c'é qualcuno che dice che Maometto ha tagliato le viti per rendere impossibile la pratica dell'Eucarestia laddove arriva l'Islam.

In questi giorni leggevo l'impennata di un teologo asiatico che vuole una teologia planetaria, poi afferma che in Asia si pensa che Dio ha parlato in diversi modi come dice san Paolo.

Allora, primo punto, pretendere che i cattolici abbiano la pienezza della rivelazione, questo sarebbe problema europeo, sarebbe una fantasia che ci siamo messi in testa noi. Poi l'idea che l'uomo può salvarsi solo con l'intervento di Dio é un pensiero di San Paolo ma non del vangelo e sarebbe estraneo alla tradizione asiatica. Due punti piuttosto pesanti relativamente alla definizione di un cristianesimo quale ci sta a cuore, perché se perdiamo il punto di riferimento che Gesù é salvatore, voi capite, ci sentiamo defraudati in uno dei punti essenziali del messaggio cristiano.

Se dovessi solo sospettare, al punto in cui sono arrivato oggi, che il cattolicesimo é la vittoria egemonica di un gruppo umano su altri, dal punto di vista della concezione religiosa del mondo,

me ne staccherai immediatamente. Avete udito la prima lettura sono poche righe, è disastrosa: il Dio altissimo che ti ha messo in mano i tuoi nemici… e poi: oracolo del Signore siedi alla mia destra affinché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi. Ma dove sono i nemici di Dio, dove sono? Ci saranno i nemici di Dio, ma Dio non ha nemici di alcun genere, ed ecco dove poi i nemici di Dio diventano i nostri nemici, gli amici degli amici, i nemici dei nemici ed ecco la situazione attuale. Il cristianesimo, il cattolicesimo, dovrebbe essere il fior fiore di questa interpretazione, o diversamente, io vi saluto.

L'eventuale Cattolico, non chi ha la pienezza della rivelazione, voglio tenere il linguaggio di quel teo1ogo, ma è colui che crede che tale pienezza sia di Cristo e credendo in questo si conforma in conseguenza. Questo vedete é un principio universale, si crede o non si crede; non si tratta di agnello o di foca, si tratta di un concetto che non paga il dazio alla singola cultura. Allora, il cattolico, nell'ipotesi, é colui che entra nella verità, non é colui che la impone, non é colui che la assimila a tal punto da trasformarla nella sua cultura e poi ha la pretesa di imporla agli altri.

Questo discorso dovrebbe essere fatto a taluni gruppi di cattolici, i quali sono lanciati in questo genere di apostolato che io chiamo l’apostolato dell’egemonia, i più forti, i più grandi, i più numerosi e cosi via, e la verità intanto non emerge da nessuna parte. Se il riconoscere che questo é Dio e mediatore universale per la salvezza di tutti gli uomini, se questo significa costituire un gruppo di uomini che si credono privilegiati rispetto agli altri, e poniamo, ne approfittano per imporre agli altri il proprio modello entnocentrico, allora non si é capito niente del messaggio evangelico. Siamo ancora all'anno zero.

Il quale messaggio riconfermo, é appunto la dichiarazione che siamo tutti eguali, vale a dire, egualmente bisognosi di salvezza, e dichiarare che fare chiesa é tenere aperto questo discorso, e non diventare un gruppo legiferante sugli altri in nome di Cristo. Del resto, saremmo da capo nell'ebraismo, laddove Dio privilegia un popolo su altri popoli, e questa é la più obbrobriosa spaccatura mai esistita all'interno del genere umano, ed ecco il motivo per cui Gesù é morto.

Quindi, privilegio di un popolo su altri popoli, e Dio ne diventa il capitano per condurlo alla conquista di tutto il mondo. Questo é il vecchio Testamento, questa é la concezione che di Dio ha l'ebraismo.

Adesso voglio chiudere facendo l'analisi di quello che é il nostro rapporto di singoli con la verità conosciuta. Attenzione bene, perché probabilmente siamo in una fase in cui il sacramentalismo é in lievitazione e credo che la psiche popolare ami questo genere di ritualismo. Ciò che la psiche popolare non ama é la conversione, il passaggio all’universalismo. Allora prendiamo la posizione dei tifosi di fronte all'evento partita, in quale posizione si trovano i tifosi di fronte all'evento. Intensa unione con l'oggetto, squadra, anzi immedesimazione dell'oggetto e forse consumazione della persona nell'oggetto. Ma ahimè, é una unità strana, ogni singolo vive perdutamente il proprio oggetto e vi si perde, vi si aliena, ma non fa con gli altri partecipanti all'evento che gli stanno accanto se non una unione estrinseca.

Ora l'unione con l'oggetto non produce assolutamente l'unione fra di loro, ognuno resta quello che é. Assorbe l'oggetto o si fa dominare dall'oggetto, lo consuma, come si consuma un pezzo di pane. Egli é teso é loquace, addirittura si arriva alle bestemmie e alla violenza. Tanto é vero che anche due che si odiano possono vedere con la stessa intensità psicologica la partita che si sta giocando.

Bene, ecco che cosa dovrebbe essere e non essere l'Eucarestia. Ogni credente dovrebbe amare Gesù Cristo con la stessa intensità, badate dico intensità non dico qualità, intensità con cui il tifoso ama la partita, una settimana, un giorno, un'ora, questa é l'intensità con cui si vive l'evento, ma tale amore dovrebbe trasformare l'amante in una creatura capace di amare anche il prossimo, e questo é il punto che quel genere di amore lascia assolutamente scoperto. Diversamente fratelli miei é un rito religioso, che soddisfa o crea l'illusione di avere preso un ricostituente senza trasformare colui che partecipa al rito.

Ecco il pericolo, forse abbiamo trasformato l'Eucarestia in una specie di partita del Mundial. Se così fosse cerchiamo di tornare indietro, perché questo é il luogo delle pazzie soggettive e non della trasformazione che Gesù vuole invece avvenga in noi nell’atto in cui lo mangiamo e lo beviamo.




Sabato 01 Giugno,2013 Ore: 09:11
 
 
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