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www.ildialogo.org 28 aprile 2013  ,di p. Aldo Bergamaschi

Le omelie
28 aprile 2013  

Pronunciata il 1 Maggio 1983


di p. Aldo Bergamaschi

Giovanni 13,31-33.34-35

Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete,ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri"

Il precetto più alto dato agli uomini tutti, era questo: “Ama Dio con tutto il cuore, il prossimo tuo come te stesso”. Il punto di riferimento in questo comando, che comando non è perché l'amore non si può comandare, ma è soltanto una dichiarazione che, chiunque si comporta in questo modo, guadagna il vertice della perfezione umana, il punto di riferimento dicevo è ed era l'io. Questo io che ben conosciamo, che ci portiamo dietro dalla nascita, questo io che amiamo.

Circa poi il conoscere fino in fondo che cosa è questo io, circa poi l'individuare il senso preciso dell'amore che dobbiamo avere verso noi stessi, questo è per il momento del tutto secondario. In ogni modo con quel precetto Gesù aggancia il mio modo di amare me stesso, al modo di amare gli altri. Ma i cristiani tra di loro - vi prego di notare la distinzione - come conseguenza di una conversione che deve essere alla radice del loro essere cristiani, hanno un comandamento speciale da osservare, “matevi gli uni gli altri”. Ma come? Non più come noi stessi, ma “come io ho amato voi”.

E poi vi prego di considerare l'ultima battuta di Gesù: da questo tutti, tutti, coloro che cristiani non sono, sapranno che siete miei discepoli. E non delle persone che hanno assunto me come bandiera, o me come fede. Miei discepoli, se avrete questo tipo di amore gli uni verso gli altri. Ecco il brevetto di Gesù Cristo.

Come interpretare, o meglio come dare un volto all'amore di Cristo per noi? Vi rendete conto di tutto il dramma interpretativo. Qualcuno dice che dobbiamo amarci con fede, oppure dobbiamo amarci con spirito di carità, e cosi con queste belle parole ci si sottrae al pronunciamento pratico e ognuno comincia a mettere dentro a queste parole ciò che egli vuole, o ciò che egli desidera. Bene, io voglio uscire da questa ambiguità: come Cristo ci ha amati? Mi guarderò bene dal dirlo in positivo, perché io non conosco gli abissi del suo amore, voglio dirlo soltanto in maniera negativa, tanto che il discorso sia chiaro e inequivocabile per tutti.

Gesù Cristo, diciamo pure la parola fatidica, ci ha amati senza “profitto” alcuno, fino a dare la vita per salvarci. Dunque non solo non ricava profitto, ma addirittura egli va in perdita, perché dà la vita per salvarci. Credo che questa mia affermazione, benché negativa del comportamento di Cristo, credo sia dal punto di vista teologico, inoppugnabile. Lo so che questa parola profitto, può dare fastidio, ma è l'unica che possiamo capire con una certa precisione.

Però adesso ho l'obbligo di puntualizzare successivamente il discorso. Ci sono due luoghi, o due punti della nostra esistenza, nei quali è quasi impossibile superare il muro del profitto. Il primo riguarda l'incontro uomo donna, perché da questo incontro nasce la società e la prima cosa che Dio ha fatto è esattamente questa dicotomia. Dunque pare che sia una programmazione divina, ma mi domando, un uomo e una donna anche quando decidono di sposarsi, se il loro amore è privo di profitto, oppure questa parola maledetta circola anche li dentro.

Il primo punto riguarda l'incontro uomo donna, l'altro punto o luogo, dovreste indovinarlo per chi ascolta le mie prediche, è il rapporto di lavoro. Qui ci sarebbe da chiedersi come viene concepito da Dio, il quale ha creato l'uomo e la donna per ottenere un certo progetto: moltiplicatevi, poi ha detto all'uomo - non lo ha detto a Tizio o Caio o a Sempronio, perché la struttura piramidale è opera nostra naturalmente - domina e conquista, domina e coltiva l'universo.

Per fare questo, come ci disponiamo noi, in piramide oppure in riga. Allora voi capite il rapporto maledetto che noi andiamo instaurando gli uni nei confronti degli altri. Non troveremo mai un punto nel mondo, in cui un uomo non dica a un altro uomo: tu lavora e io ti pago e un punto in cui ognuno di noi non sia inserito in questo gioco. Ecco questi sono i due punti, maledetti storicamente, perché li abbiamo corrotti e che pure sono i punti fondamentali, i due cardini su cui si gioca tutto il nostro stare in questo mondo.

Sono i tre luoghi in cui rientra il profitto: sesso, danaro, potere. Il danaro, la grande invenzione dell'homo sapiens, ma appartiene proprio a quel gioco di quel rapporto tu lavora e io ti pago. É questa l'acqua torbida in cui è immerso l'uomo naturale. Gesù inventa il brevetto per aiutare l'uomo ad uscire dall'acqua torbida. E questo brevetto lo consegna ai suoi, non lo consegna a chi non crede in Lui, ai suoi, prima di morire, le quattro righe di san Giovanni. A questo punto nasce il dramma del cristianesimo storico, che per diffondersi è stato costretto a diventare religione e quindi ad abbandonare il tentativo di mettere in atto il brevetto di Gesù. “Amatevi come io ho amato voi”, si tratta di applicare il brevetto ai punti nevralgici del nostro stare insieme in questo mondo, giacché vi siamo costretti da quelle due componenti, dal sesso creato da Dio per ottenere taluni scopi e dal rapporto fra di noi per poter aggredire la conquista dell'universo.

Prendiamo il matrimonio, momento fondante della società, anche se ho visto in un sondaggio televisivo che solo il cinquanta per cento crede nell'istituto matrimoniale. Voi mi direte: ma con che cosa lo vogliamo sostituire, già c'è proprio bisogna che ne parli io, non avete abbastanza fantasia da sapere con che cosa si possa sostituire, non posso sostituirmi in questo genere di discorsi. Bene, la chiesa discente, quella che pilota il messaggio, sostiene che il matrimonio è monogamico e indissolubile. Direi che il comandamento di Gesù è ancora più radicale perché anche per gli sposi vale esattamente questo principio: “Amatevi come io ho amato voi”. Voi capite che siamo ben più nel profondo che non dire che deve essere monogamico e indissolubile.

Non abbiamo una prova nel Vangelo in cui Gesù istituisca il matrimonio cristiano, per il motivo semplice che il suo brevetto è questo: “Amatevi come io ho amato voi” e questo brevetto deve estendersi in tutti i settori dell'esistenza e in primis esattamente al matrimonio. Non solo la chiesa ha controllato il matrimonio fino a volerlo, in teoria, fra soli cristiani. E il diritto canonico è molto rigido sulle condizioni relative alle celebrazioni di matrimoni misti, vale a dire là dove c'è la disparità di culto oppure la disparità di religione.

E per quanto concerne il rapporto di lavoro, l'altro momento portante della vita sociale, ovunque due o tre si uniscono per progettare l’aggressione del capitale naturale, che è il cosmo fatto da Dio, allo scopo di ricavarne capitale finanziario, come costoro si disporranno fra di loro? Storicamente sono disposti così: tu lavora io ti pago. Il capitale cioè rende sempre schiavo il lavoro.

O attuiamo un progetto con diverse capacità, eliminando il concetto di padrone, e facciamo si che il profitto si disponga come l'acqua nei vasi comunicanti, fermo restando che il lavoro, deve sempre pilotare il capitale e non essere pilotato dal capitale. O seguiamo le indicazione di Gesù o diversamente quel brevetto, quel precetto, non ha applicazione alcuna nel mondo. O il brevetto di Gesù, arriva alla radice dei nostri rapporti e li sana, li corregge, oppure il suo messaggio è esortazione religiosa non diversa da quella di tutte le religioni del mondo, le quali, lasciatemi dire una battuta un poco velenosa, sono ben pasciute per consolare chi soffre a causa della cattiveria degli uomini.

Allora terminiamo. Il concorso è aperto: “cercasi gruppo di cattolici capace di dimostrare al mondo come si applica l'amatevi come io vi ho amati, nel rapporto di lavoro, in modo tale che tutti, tutti anche quelli che non credono, vedano - dice Gesù - la specificità del mio messaggio".




Domenica 28 Aprile,2013 Ore: 09:07
 
 
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