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www.ildialogo.org 17 marzo 2013  ,di p. Aldo Bergamaschi

Le omelie
17 marzo 2013  

Pronunciata il 20 Marzo 1983


di p. Aldo Bergamaschi

Giovanni 8,1-11

In quel tempo Gesù si avviò verso il Monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, seduto, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e postala nel mezzo gli dicono: “Maestro questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè nella legge ci ha comandato di lapidare donne come queste. Tu che ne dici?”. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora le disse: “Donna dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch'io ti condanno; va e d'ora in poi non peccare più”.

Questo passo evangelico si potrebbe chiamare una “pericope” (breve passo, quasi ritagliato), è ignorato dai padri greci. Non domandatemi perché. Dovrei fare un'analisi sociologica un poco severa; mentre è conosciuta dai padri latini a partire dalla fine del secolo quarto. Per esempio sant'Ambrogio lo conosce, sant’Agostino pure.

Insomma questo passo evangelico viene trascritto ai margini, poi viene attribuito a san Giovanni, probabilmente perché era l'unico modo di inserirlo, ma non appartiene allo stile di san Giovanni, sembra piuttosto di san Luca. Insomma in alcuni codici c'è in altri no, c'è una specie di esitanza, perché la rigida disciplina ecclesiastica, verso questo periodo era passata da una ecclesia che si regge nell'ambito della coscienza e dell'amore, a una società, infarinata della stessa mentalità della società civile laica. Stato e chiesa, una chiesa concepita come lo Stato, dove si emettono leggi, dove non c'è più al fondo delle scelte dei singoli la metanoia.

Quando cominciano le leggi, non abbiamo più dei cristiani, ma abbiamo degli animali che hanno bisogno appunto di leggi. Quando c'è una legislazione ecclesiastica, già pesante contro l'adulterio, allora i copisti erano esitanti, insufflati da coloro che li facevano scrivere. Quindi il fatto dell'adultera, poteva prestarsi ad una valutazione meno severa dello stesso peccato, quando invece, è proprio qui la specificità di Gesù, di aver detto che quel tipo di scelta, è un peccato, il quale peccato non andrà mai perseguito per legge.

Come avrete notato qui, Mosè è legislatore, ma da parte di Dio? Mosè ha detto appunto che donne di questa specie bisogna condurle alla lapidazione. Si comprende il momento delicato dell'inserimento del discorso di Gesù, il quale scavalca Mosè e riattinge le zone del divino in assoluto. Mosè allora - questo non ci deve sfuggire - quando dice che bisogna lapidare l'adultera e anche le prostitute, aderisce alla tentazione di essere presente nella vita sociale, con le caratteristiche del cristiano.

So che in questi giorni, tra ieri e oggi qui a Reggio Emilia, vi sono dei cristiani riuniti per discutere la loro presenza nel sociale. Discorsi che facciamo da una quarantina d'anni. Io non sono andato unicamente perché sono a pezzi fisicamente, non riesco più a reggere una fatica di quel genere, ad ascoltare poi discorsi di quella specie, la mia pressione rischia di raggiungere 200, 250 e allora è meglio che stia a casa. Ma questo non vuoi dire che io sia in contestazione col mondo ecclesiale di Reggio Emilia, e quello che dirò è per il grande amore della chiesa e per il dispiacere che ho nel vedere i miei fratelli cristiani che probabilmente camminano verso strade già percorse purtroppo nell'errore, nei secoli passati.

Mosè vi è presente nella vita sociale con una legislazione. Voi capite il segreto pericolo in cui si trova il cristiano e di colui che suggerisce di entrare appunto nella vita politica per fermentarla secondo le categorie cristiane. Suggerisce a costui di fare quello che ha fatto Mosè, il quale arriva a ipotizzare la pena di morte, contravvenendo alla concezione di Dio stesso, dopo aver fissato la tabella del bene e del male, secondo si capisce, categorie antropologiche.

Gesù, invece, riguadagna la strada cristiana. Ecco la diversità fra lui e Mosè, Gesù, distingue certo il bene e il male, lo distingue a livello coscienziale e nel profondo, là dove sta veramente, e predica agli uomini la conversione, cioè l'adesione dell'anima al bene, e l'adesione dell'anima al bene vuol dire dare all'uomo la capacità dell'autocritica secondo cui io dico, questo è essere uomo, questo non è essere uomo.

Ne ho degli amici cristiani che sono impegnati nel politico, saranno anche in buona fede, ma discutiamo seriamente di questi problemi, ammettono che bisogna rivedere tutto. Gesù non si è rivolto al mondo politico, né ha tentato di convertire Erode, per farlo diventare cristiano. Gesù ha fondato una ecclesia punto e basta. In positivo ha insegnato a tutti coloro che aderiscono al suo messaggio, come ristrutturare tutti i rapporti umani, a partire da quelli di fondo, che sono di intonazione socioeconomica. Se questo punto è guadagnato, allora avremo la novità sociale, ma come conseguenza, non come prospettiva, non come progetto. Perché come progetto è esecrabile così come è esecrabile il progetto marxista. Il progetto cristiano è esecrabile allo stesso modo,

perché condiziona la storia, perché ipoteca la storia e la ipoteca dall'esterno con una legislazione o con una conquista sul tipo politico.

Il politico Mosè, è entrato nella vita politica a dispetto di Dio, procede a colpi di legge perché, ahimè gli uomini non conoscono altro verbo. Se non ci fossero le leggi, nessuno pagherebbe le tasse, nessuno osserverebbe il codice stradale, Gesù procede a colpi di conversione, mai e poi mai a colpi di leggi!

Ricordiamo che da Costantino in su, i cristiani erano nel sociale e avevano tutto in mano e purtroppo abbiamo fatto quello che abbiamo fatto. Sentite sant'Agostino: “Togliete le meretrici dal consorzio umano e avrete turbato tutto con lo scatenamento delle passioni”. Chi vuole sapere dov'è la trova nel Teorges II,IV. Questo per dire che chi comanda tollera giustamente certi mali per non impedire del bene, o anche per non andare contro a mali peggiori. Egli fonda la tolleranza sul piano dei culti religiosi, salvo poi uccidere gli eretici, mentre invece le prostitute e anche l'adulterio hanno trovato il suo status all'interno della civiltà cristiana. Al concilio di Costanza, e anche al concilio di Trento, vi erano le prostitute con un loro labaro.

La tentazione del cristiano è quella di trasbordare nelle leggi la sua visione del mondo, ma Gesù non chiederà mai al potere che egli contesta svuotandolo, di fare delle leggi contro l’adulterio. Leggi né pro né contro. La disciplina del sesso è uno dei tre cardini portanti della persona e della società, e occorre nella visione di Gesù, sanarli a livello di conversione, non a livello di legislazione. Questo è il momento difficile per il cristiano, entrare in questa dimensione per ripeterla agli altri uomini. Del resto nasce il desiderio maledetto di entrare nelle strutture sociali per manipolarle con delle leggi e mettere l'etichetta che era quella di Mosè, la quale, faceva sì che quegli uomini, i quali in fondo erano tutti adulteri, si sentissero puliti e poi manovrassero l'uccisione di quella donna all'interno di un peccato che era tanto il loro come il suo.

E concludiamo: “neanch’io ti condanno”, dice Gesù. Loro non ti condannano a morte, perché ho dimostrato che sono sporchi anche loro, ma io che sono pulito, ecco la divinità di Gesù, non ti condanno a morte, perché voglio salvarti dalle tenebre del peccato. Non peccare più. Dunque il peccato c'è, ed è questa la parola che il mondo laico e socialista non vuole accettare.

Se si accetta la teoria che è peccato, come il drogarsi, ci si potrà salvare, se si accetta la teoria che è una malattia, non ci si salva più, oppure si crede che si possa guarire da elementi esterni alla nostra volontà. Non peccare più dunque, c'è la caduta della persona, la mercificazione della persona. Gesù dice è male, perché è peccato, non perché c'è una legge che lo proibisce. Ma una società sta in piedi anche con l'adulterio, ma con questo asserto, la società non sarà mai né giusta né in pace.




Sabato 16 Marzo,2013 Ore: 09:08
 
 
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