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www.ildialogo.org 2 settembre 2012,di Padre Aldo Bergamaschi

Le omelie
2 settembre 2012

Pronunciata il 31 agosto 2000


di Padre Aldo Bergamaschi

Marco 7,1-8. 14-15. 21-23

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate – i farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fini al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame – quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?”. Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti come ha scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando precetti di uomini”. Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: “Ascoltatemi e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece cose che escono dall’uomo a contaminarlo”. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: prostituzioni, furti, omicidi,, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo”.

Sono Vangeli piuttosto duri. Gesù continua la sua battaglia contro la religione. Gli apostoli, non lavandosi, vanno contro le tradizioni degli antichi, perché quelle tradizioni si erano sovrapposte alla legge divina. Si parte dalle abluzioni delle mani e dei bicchieri, poi si arriva a puntare il dito sul cuore dell’uomo. La parola cuore rappresenta il nucleo centrale che ci rende esseri ragionevoli; l’aspetto che ci distingue dagli animali. Faremo poi l’elenco delle parole che nascono dal cuore, e il cuore (teniamo questa parola) sarebbe il mediatore di tutte le intenzioni e le definizioni della realtà.

Gesù chiama intorno a sé la turba e annuncia un nuovo principio di vita, si rivolge all’intelligenza, si tratta di un concetto a cui tutti devono accedere. “Non c’è nulla di esteriore all’uomo che possa contaminarlo”, aggiungo spiritualmente. Oggi noi siamo del parere che ciò che entra dalla bocca contamina l’uomo, ma non spiritualmente. Il passo evangelico mi sembra sublime per quello che afferma. A questa frase dobbiamo dare il valore che ha all’interno di quella specificazione che vi ho fatto: ciò che entra dalla bocca non può contaminare l’uomo spiritualmente. Resta vero che se si ingurgita troppo vino ci si ubriaca e si commette un peccato gravissimo.

Gesù dice che quello che procede dall’uomo, solo quello, può contaminare l’uomo. Egli usa delle parole veristiche, diremmo alla Don Milani. Ma non capite – dice Gesù – che tutto quello che entra nell’uomo non lo può contaminare, perché non gli entra nel cuore, ma nel ventre e va a finire come sappiamo. Questo è il linguaggio più verista che troviamo in tutto il Vangelo. Qui a Reggio c’era un monsignore, Mons. Saccani, che era famoso per le sue battute. Un giorno una signora va a prendere la Comunione con in braccio un bambino di due anni il quale allunga la manina e vuole la Comunione. Mons. Saccani gli dice: non fa per te, cacca. Dicendo quelle parole il bambino capisce subito che non è per lui, anche se per noi è una bestemmia.

S. Marco annota: così Gesù dichiarava puri tutti gli alimenti. Ciò non vuol dire che uno sia legittimato ad abbuffarsi. Questa è la risposta a quei Cattolici che affermano che Gesù qui avrebbe sbagliato, è un problema che coinvolge tutta la Rivelazione. Ai vostri bambini sugli otto anni dovete dire che loro sono i capi del governo, i presidenti della repubblica, i re secondo la vecchia concezione dello stato, dire loro che sono tutti questi personaggi relativamente al loro corpicino: il cervello, il cuore, i polmoni, il fegato e tutte le parti del corpo. Quando ci si alimenta si è responsabili di tutti questi organi che dipendono dal cervello. Quindi non ci si deve abbuffare perché si va a disturbare e a rompere la quiete dei sudditi che sono gli organi del corpo. Responsabilizzazione dunque per quello che mettiamo nel nostro corpo.

Poi: la fabbrica del male è dentro, dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive. Esse sono dodici: tre riguardano il sesso, tre il danaro e tre il potere. Le leggo, settore sesso: prostituzione, adulterio, impudicizia; settore denaro: furti, cupidigie, inganni; poi invidia, calunnia, superbia per i giochi del potere. Le altre tre: omicidi, malvagità e stoltezza, si potrebbero collocare in ciascuno dei tre e diventerebbero tre per quattro. Tutta questa mappa non esiste in natura in sé, ma è originata dal pensiero, dietro la spinta della definalizzazione. O noi vediamo le cose con l’occhio di Gesù Cristo, o diversamente saremo noi a mettere sulle cose le nostre etichette.

Sesso, mi metto dalla parte dell’uomo, nel mio pensiero cosa scatta? O io quella creatura – la donna – la vedo con l’occhio di Dio, faccio il percorso e mi chiedo se può essere mia madre, o mia sposa, fatta da Dio come Dio ha fatto me. Gesù dice: “Chiunque guarda una donna per possederla …” si è già compiuta la definalizzazione radicale e questo ha già sconquassato per un terzo la vita sociale.

Denaro: è la più grande invenzione dell’Homo sapiens, perché ci dà la possibilità di avere delle cose lontane e diverse. L’analisi che vi faccio la prendo da Aristotele, il filosofo è accreditato a pronunciarsi su tutta la realtà e quindi anche sul denaro. Il denaro è un simbolo, lo si faceva d’oro, poi si è smesso, perché quando arrivava la bella moneta il furbacchione prendeva una lima e ne toglieva alcuni grammi. Il denaro, dice Aristotele, è un simbolo, non è una cosa, riducendolo a cosa operiamo sul denaro come se fosse una realtà. I signori che lavorano nelle banche sanno che il denaro cresce sul denaro e non sul lavoro, creando gli sconquassi sulla realtà che ogni mattina vediamo dalle borse e dalle valute. Nonostante questo volume enorme di denaro, un miliardo di persone continua a morire di fame, la motivazione profonda è la definalizzazione, è una grandissima invenzione, però pericolosa, perché è un medium che avete messo tra voi e la realtà.

Vi dò il modello del ragionamento che qualifica la bontà o meno di una azione: ogni nostra azione possiede un rapporto tale con il suo oggetto e col suo fine per cui, se questo rapporto è corretto, l’azione è buona, se non corretto è cattiva. Esempio, prendiamo l’azione fondamentale della nostra vita: il mangiare. L’oggetto del mangiare è il cibo e il cibo deve essere buono. Non posso mangiare un fungo velenoso o una pietra. L’oggetto dell’azione deve essere buono e buono il fine. Il fine del mangiare (bisogna insegnarlo ai bambini) è nutrire. Si parte dalla golosità, quella piccola deviazione, predico anche a me stesso che sono goloso di dolci. Se il fine è quello di nutrici e mi appassiono al mezzo, trovo gusto nel mangiare stesso, gusto che sarebbe in funzione del fine, io capovolgo il fine e ho distrutto il significato della cosa fuori di me e rischio di distruggere la mia stessa persona. Metto lei che è spirito al servizio di una cosa che è materia.



Marted́ 28 Agosto,2012 Ore: 20:48
 
 
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