- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (300) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Omelia del 20.08.2000,di P. Aldo Bergamaschi

Omelia del 20.08.2000

di P. Aldo Bergamaschi

Vangelo: Giovanni (Gv 6,51-58)

In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui.

Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.

Avete udito? Saranno tutte di Gesù queste parole? Non è mio compito decidere quali sono di Gesù e quali sono dell’evangelista. Io cercherò di capire il significato sconvolgente, rivoluzionario, di queste affermazioni. Sono di quelle che mi convincono che in realtà Gesù è Dio.

Primo ragionamento; noi uomini e donne, quando dico uomo intendo sempre uomo e donna. L’uomo è forse l’unico caso di moto perpetuo di primo grado in cui la forza impiegata per esternizzarsi è anzittutto nel sistema e non è mai superiore a quella ottenuta.

Per esempio, un uomo (ed una donna, naturalmente) che mangia un poco di proteine e un poco di vitamine produce, poniamo, la Divina Commedia (ci avete mai pensato?) oppure produce la nona sinfonia (Beetowen), oppure produce il telegrafo senza fili (Marconi), ci avete mai pensato? Oppure produce una diga e tutti gli alimenti. Vedete il discorso dove lo sto trascinando, attenzione!

Facciamo una parentesi; ho pietà di quelle persone, dopo avervi citato tutto quello che vi ho detto: la Divina Commedia, la nona sinfonia, il telegrafo senza fili, ho pietà di quelle persone che nella loro vita mangiano, bevono, dormono e non sono capaci di scrivere una poesia, non dico lunga, ma di due righe.

Ecco ciò che fa grande l’uomo. Questo sistema, questo moto perpetuo primario che è capace di produrre qualcosa più grande di lui o per lo meno più grande degli elementi che lo costituiscono. Avete mai pensato? Pensateci, per favore. Questo per capire il passo evangelico.

Ora, mentre per la ricarica organica abbiamo a disposizione tutti i cibi della terra, beati coloro che si accontentano di quelli necessari, tanto per essere critico nei confronti dei mangioni e dei bevoni (uno dei motivi per cui il mondo va male è anche questo, naturalmente); per la ricarica spirituale abbiamo bisogno di mangiare e di bere Gesù Cristo. Ecco, così ho riassunto.

Voi mi direte; allora lei ci dice di fare la comunione tutti i giorni? Io non ho citato l’Eucarestia, la conversione di San Francesco non è avvenuta dietro una serie di comunioni! E’ avvenuta con il contatto Evangelico dove c’è il pensiero di Gesù o, se voi volete, Gesù tradotto in pensiero, se è vero che Gesù è il Logos.

Ora, chi meglio di un Logos può alimentare la parte più nobile di noi, qui! Questo cervello. Per favore, allora vi prego, soprattutto voi altre donne, prima di morire scrivete una poesiola di due righe e darete prova di essere quello che noi continuiamo a definire l’uomo, cioè un animale razionale. Se voi non mi scrivete due versi, rischiate di essere nel mucchio degli animali non razionali.

Questo è l’assunto, diciamo, scandaloso se non è capito a dovere. Infatti poi nel testo evangelico si dice che molti discepoli abbandonarono Gesù quando Gesù ebbe il coraggio di fare questo discorso molto crudo e molto esplicito, molto chiaro anche per i bevoni e per i mangioni, tanto per intenderci.

Ancora portiamo un esempio: la benzina. Adesso diventa il cruccio dell’occidente. Questa benzina opera all’interno del motore e ottiene la meraviglia del moto. Chiaro? Più o meno il congegno lo conoscete anche voi ed ecco qui come un liquido da origine a un moto che raggiunge delle altezze incredibili. Non si butta la benzina sulla macchina ma dentro, cioè deve fare tutto quel piccolo percorso dal carburatore … su su finchè arriva poi nel pistone, la scintilla e via via l’origine…. Ma la si butta, appunto, dentro. Non posso dire fai la comunione e poi vedrai! Come dicono molti confessori. Ma io no! Io no! Perché questo è un buttare la benzina sulla macchina. No! La benzina va messa dentro al motore. Ecco! Ed allora dunque quel cervello deve essere esattamente preparato per percepire e per trasformare quella energia in moto; per cui Gesù blocca ogni strumentalizzazione estrinseca quando dice, e queste credo siano sue parole: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui” Stop! Vorrei che fosse percepita bene questa affermazione: stop!

C’è tutto per ogni novità. Dimoro io in lui e lui in me, quindi c’è tutto per la novità e anche le proteine. Adesso finisco il discorso in maniera tragica, spero di essere capito, e anche le proteine e le vitamine, che sono servite a Dante per scrivere la Commedia e a Beetowen per scrivere la nona e a Marconi per scoprire il Telegrafo senza fili, anche queste vitamine saranno prodotte in un nuovo rapporto di lavoro. Ci avviciniamo al tema, perché non è accettabile che in un cosmo, parliamo più facilmente, che in una Terra che può mantenere quattro miliardi di uomini non si riesca a sfamarne neanche cinque o sei cento milioni.

Signori, io questo disordine me lo sento addosso come un macigno, e di questo do colpa ai cristiani e a me stesso prima di tutto, perchè abbiamo trascurato di dirvi che il cristianesimo non consiste nell’andare a strimpellare delle chitarre in giro o nei campi ma nel cambiare il rapporto di lavoro! Si! Si! … Io non credo che la a Roma ci siano un milione e mezzo, due milioni di cristiani. No, non ci credo! Non ci credo come non credevo che in Russia ci fossero duecentocinquanta milioni di comunisti, perché se ci fossero stati quelli, se veramente erano lavoratori, dovevano dare da mangiare a tutta la terra. Ma vi rendete conto cosa vuol dire duecentocinquanta milioni di uomini al lavoro? Al lavoro produttivo! Ed invece ecco il mio dramma; io non credo che questi giovani tornando a casa si mettano in gruppi per vedere di risolvere, appunto, il problema del rapporto fra capitale e lavoro.

Vi ho già tormentato l’anima e chiudo con un episodio che non so quante volte mi capiterà di ripeterlo nella mia predicazione. Il caso di Santa Monica, la madre di Sant’Agostino e vedrete che tutto è in ordine con quello che vi stavo dicendo e per molti sarà finalmente una chiarificazione.

Questa donna quando era piccina, quello che vi dico lo prendo dalle confessioni di Sant’Agostino, suo figlio, al quale la madre confidò questo passaggio delicato della sua vita. La bambina, poniamo a otto dieci anni, era stata delegata dalla famiglia a prendere il vino per il pranzo: andare giù in cantina, prendere il vino, portarlo in tavola perché, farei così anch’io, si suppone che i bambini non abbiano la propensione a bere il vino perché il vino è una cosa amara. Il sottoscritto è uno che basta! Che ha chiuso la vicenda da piccolo perché per me il vino era una cosa amara e questo va bene per gli adulti. Ed è ovvio che i miei genitori potevano mandarmi in cantina ed io naturalmente non ne avrei approfittato.

Va a finire che questa bambina, dai un giorno, dai due, tratta con il vino – l’altro aspetto dei bambini: la curiosità – andiamo a sentire com’è questo vino che io tutti i giorni sballotto, metto dentro una caraffa per portarlo in tavola. Fatto sta che la bambina, bevi un goccio, bevi due, oramai era arrivata a scolarsene un bel bicchiere prima di arrivare in tavola.

Un giorno ebbe una discussione con la sua nutrice (la famiglia era benestante, quindi avevano la nutrice) e questa bambina, un po’ arrogante (badate Santa Monica, la futura Santa Monica) dice tu smettila! Zitellona… le piccole offese di questo genere. Allora la nutrice disse: “E tu, piccola ubriacona, chiudi il becco! Perché io ti ho visto ed è un mese che ti segue, tu bevi il vino” e così via. Vi rendete conto? La bambina riceve una doccia fredda, è sconvolta. Dice S. Agostino che da quel giorno cominciò la sua conversione.

Agostino fa poi dei ragionamenti interessanti. Dice: “Io non so con quale animo quella nutrice abbia detto quelle parole. Posso anche supporre che fosse cattiveria e che lei davanti a Dio abbia commesso un peccato, però il fatto è questo, che quello fu lo strumento che finalmente scosse mia madre e, piena di vergogna, la piccina riconobbe e si mise a piangere ecc. ecc. Da quel giorno basta, non ha più toccato vino”.

Concludiamo così: immaginate che la madre di S. Agostino non avesse avuto quell’intervento divino. Cosa sarebbe successo? Sarebbe successo quello che accade a molti di noi – e questo lo direi a quei giovani che sono andati a Roma – e cioè la donna sarebbe diventata un’ubriacona, potenziale prima e radicale poi. Avrebbe continuato e sarebbe andata a messa tutte le domeniche, perché era una cristiana, avrebbe fatto la comunione tutte le domeniche. Si sarebbe confessata, voi dite? No! Di quel peccato non si sarebbe confessata, perché peccato per lei non era.

Ve lo dico con rossore; coloro che cadono in questo dramma non hanno più il senso del peccato. Chiaro? Per cui mettono d’accordo l’ubriachezza – che S. Paolo qui condanna, avete sentito – mettono d’accordo il sacramento della comunione, e dunque mettono d’accordo la cosa più delicata e più dirompente di cui Gesù ci ha parlato e, distruggendola, la trasformano in un rito religioso.



Venerd́ 17 Agosto,2012 Ore: 15:56
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info