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Le omelie di padre Aldo Bergamaschi
22 aprile 2012

Pronunciata il 25aprile 1982


Luca 24,35-48

In quel tempo, di ritorno da Emmaus, i due discepoli riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho”. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: “Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”. Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: “Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni”.

Ecco vediamo di passare a un discorso più liberamente cattolico che non sia collocato in una istituzione, ma che sia il messaggio di Gesù, se riusciamo a reperirlo. Voi direte: il passo di s. Luca di oggi sembra abbastanza chiaro ed evidente per dimostrare la Risurrezione. Proprio perché vuole dimostrare troppo rischia di far perdere il significato autentico della Risurrezione..

S. Luca, dunque, non è presente ai fatti, insite sulla realtà corporea del Risorto, forse in polemica con altri modi di interpretare la presenza di Gesù ai suoi. Poi culmina con il richiamo delle scritture. Già anche questo aprire gli occhi sulle scritture che diversamente resterebbero opache probabilmente non parlanti.

Beh, per dimostrarvi adesso quanto sia delicato il problema, io vi citerò un passaggio di Popper che mi ha stupito, pensando appunto a questo passo evangelico.

Questo epistemologo della scienza, più che grande scienziato è uno studioso del fenomeno scientifico. Certamente uno dei cervelli più interessanti della nostra epoca. In un volumetto che ha per titolo Scienza e filosofia si occupa dello scopo della scienza, in quanto attività razionale. Se non fosse attività razionale si potrebbe dire che non ha scopo alcuno, evidentemente, ma poiché giustamente, dice Popper, la scienza è un’attività razionale, allora non vi è dubbio che qualche scopo dovrà avere.

E allora ecco la prima affermazione: non ha molto senso il chiedere una spiegazione di uno stato di cose che può rivelarsi del tutto immaginario. Es. i dischi volanti, viene proprio, diciamo, a pennello ciò di cui abbiamo bisogno, non è la spiegazione dei dischi volanti, ma quella delle apparizioni dei dischi volanti. Tuttavia se i dischi volanti esistessero davvero, non ci sarebbe più bisogno di altre spiegazioni di tali resoconti.

Non ho mai trovato una spiegazione così lucida del problema. Se Gesù fosse stato un cadavere rianimato, e la Risurrezione fosse stata questa, specifico ancora, un Gesù con l’identico corpo di prima, non ci sarebbe stato bisogno di tutti questi resoconti. Ma quei resoconti, mi riferisco soprattutto a questo di s. Luca che è il più compromettente, ma probabilmente che già rappresenta una tendenza, un modo cioè di concepire la Risurrezione, come un cadavere rianimato.

E allora accade uno strano fenomeno, da un lato fanno fare a Gesù ciò che forse Gesù non ha fatto, come per esempio il mangiare, e di fatti in s. Giovanni questo non accade, è Lui che dice agli altri: mangiate, fate, ma Lui non mangia; e dall’altro lato se esaminiamo come racconto i fatti, dobbiamo dedurre che non è un cadavere rianimato e tanto meno lo è quanto più si sforzano, s. Luca in specie, di provare che è tale partendo appunto dal fatto che lo è, eppure egli ai fatti non era presente.

Come mai tutto questo sforzo per dire che è Lui se è un cadavere rianimato? Sarebbe perfettamente illogico e perfettamente inutile. Come mai, anche qui proprio dove,c’è un passaggio, un progredire fino al punto in cui Gesù dice: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho”, come mai qui proprio in questo testo si aggiunge poco dopo Gesù dice: “Quando ero ancora con voi”. Nell’atto in cui egli racconta ciò che vuol dimostrare cita delle parole che dimostrano il contrario di quello che egli vuole dimostrare, dunque adesso è in un'altra dimensione, non è vero che sia in quel corpo in carne ed ossa identico a quello di Gesù. Quando ero ancora con voi, questa è la fonte autentica, ma il resto probabilmente è una maggiorazione fatta da s. Luca. Con una buona intenzione, si capisce, di dimostrare ciò che è già dimostrato, ma dimostrare una sua opinione, una opinione già di una corrente viva nella Chiesa; di una opinione che pensava che la Risurrezione consistesse nella rianimazione del cadavere di Gesù.

Questi segnali, questo farsi presente di Cristo ai suoi discepoli, non sono realtà di cui si poteva avere una percezione, capace di identificarlo senza dover fare atto di fede. L’atto di fede lo voglio fare io, ma voglio sapere come debbo farlo, se l’atto di fede hanno dovuto farlo anche loro alla stessa maniera cioè i fondatori. Se così fosse, o fosse stato, bisognerebbe dire che la Risurrezione cade totalmente sotto il controllo dei sensi e della storia. E questa è un’altra prova contro questa rigidità del passo.

Un problema è il sepolcro vuoto, ma ciò che conta è il modo in cui quel sepolcro è stato trovato vuoto, poi una risposta viene proposta a quel sepolcro vuoto con le apparizioni di cui qui abbiamo un esempio. Gesù c’è ancora, questo è il punto. È vivo ma è in un’altra dimensione! E si sforza di dimostrare che il Lui di adesso è il Lui di prima. Discorso questo che può essere capito solo da parte di chi vuole fare il raccordo.

Se la fede non è il recupero del messaggio di Gesù storico, partendo dal Gesù risorto, la fede diventa presto, la maggioranza del sentimento religioso, il quale si riempie inglobandolo di un elemento nuovo: credere Cristo così come altri dicono credo in Maometto, o in Budda, ma non fa mai diventare creature nuove. Questo è il dramma in cui viviamo entro cui è inserito il nostro cristianesimo attuale.

Se la fede è il recupero del messaggio e la sua trasformazione in vita, il cristiano allora non entra in polemica con chi non crede. Il cristiano comincia a comportarsi secondo il senso dato ai fatti e comincia a discorrere e a ragionare con il metro universale di Gesù, un Gesù universalmente guadagnato, ecco la Risurrezione, e con il metro universale di Gesù che ha consacrato con quella risurrezione, il messaggio di quando Egli stava camminando in Palestina, camminando e pregando in Palestina. Se veramente ci amiamo e vogliamo dimostrarlo, dobbiamo allora ragionare in maniera nuova e indipendente dall’attuale assetto del mondo.

Occorre riassorbire il concetto di nazione, il concetto di patria il concetto di Stato nazionale. Al mondo, dal punto di vista della Risurrezione di Gesù, non esistono né italiani, né inglesi, né argentini, né russi, né americani o simili. Questi aggettivi denotano la presenza nel mondo di uomini mostruosi o di mostri di uomini. Queste cose noi le lasciamo passare a livello anche di scuola. Molte persone, qui sono impegnate nella scuola, compito gravissimo il vostro, nel momento in cui vi accingete ad insegnare, poniamo la lingua italiana, in cui vi accingete a insegnare la storia italiana..

Occorre ricercare un mezzo unico di comunicazione, alludo alla lingua per rendere possibile il dialogo universale. Non dico che quella sarà la strada, ma dico che dobbiamo renderci conto, se vogliamo veramente amarci che dobbiamo dare a tutti lo strumento che ci renda possibile il dialogo universale.

Allora voi capite con quale sofferenza al cuore io vedo tutti questi predicatori di dialetti o di località di questa specie, ma questa è una regressione, ma noi dobbiamo andare avanti, trovare uno strumento di comunicazione universale.

Riguardo la possibile guerra delle Folkland, bisogna che le radici religiose si pronuncino in modo chiaro. Non è sufficiente dire di dialogare e volerci bene. Le due religioni che stanno dietro le navi: i cattolici, i protestanti, ci saranno dei protestanti in Argentina, ci saranno dei cattolici in Inghilterra, bene, costoro a livello di gerarchia, la mia proposta è semplice per dare un saggio di come va concepita la visione cristiana del mondo dovrebbero ritirare i cappellani militari. Cominciamo a ritirare quelli per dimostrare che là a combattere non ci vanno certamente i cristiani.

Mi raccordo con la resurrezione, per dichiarare quelle isole: né mie, né tue. Ecco qui la piccola impennata utopica, il primo territorio o seme della comunità mondiale, in cui tutti possano andare ad iniziare un nuovo codice di convivenza. Cominciamo con quello, poi via, via, si allarga, e tutti i popoli dovrebbero far decadere il loro concetto di patria, di nazione, di Stato nazionale e finalmente ritrovare quella unità che è prevista appunto da Gesù.

O il problema lo prendiamo da questa distanza, oppure Zama sarà sempre dietro l’angolo. Zama è lo scontro tra i romani e i cartaginesi, fra Scipione e Annibale, ma è lo scontro di due mentalità.

O la fede nella resurrezione recupera questo Gesù universale, oppure il messaggio di Gesù sarà sempre una esportazione ipocrita a volerci bene, rivolta a due o più lupi senza aver detto prima loro che il vero male appunto è nell’essere lupo.



Sabato 21 Aprile,2012 Ore: 15:52
 
 
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