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www.ildialogo.org 8 aprile 2012,

Le omelie di Padre Aldo Bergamaschi
8 aprile 2012

Pronunciata il 3 aprile 1988


Giovanni 20,1-9

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si recò al Sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto. Uscì allora Simon Pietro insieme con l'altro discepolo e, si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario che gli era stato posto su1 capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro e vide e credette.

Non avevano infatti ancora compreso la scrittura che egli doveva risuscitare dai morti.

Il Cristo storico, quello che camminava; mangiava beveva lo abbiamo visto all'inizio della Quaresima, é tentato di riunire tutti gli uomini mediante il miracolo e l'autorità, mediante il mistero e il dominio. Dì a queste pietre che diventino pane; gettati dal pinnacolo del tempio; prostrati adorami e avrai il dominio di tutta la terra. La storia biblica e la storia profana, é sotto la logica di questa tentazione. Gli uomini riuniti in gruppi etnici - uso queste parole per non offenderli - successivamente gli uomini riuniti in gruppi etnici e in religioni hanno tentato il dominio di tutta la storia, con la buona intenzione di raggiungere la pace e di raggiungerla mediante una vittoria.

Ho l’impressione che il buon Pietro avesse lui pure questo errore nella testa, a meno che non sia stato qualcuno dei suoi segretari ad aggiungere parole nefaste della lettura che abbiamo fatto prima.

Oggi siamo alle medesime, in campo ci sono tutte le ideologie dislocate nei vari stati nazionali, afflitti nelle loro politiche e poi, il filo rosso delle religioni che attraversa tutto l'emisfero terrestre. Tra queste religioni ahimè c'é anche il cristianesimo storico, il cui spessore porta confusione anziché chiarezza. E la prima confusione é quella di assimilarsi e di annoverarsi tra le religioni. Questo é il primo peccato compiuto dal cristianesimo dopo tre secoli di tentazioni. Fratel1i 1o dico oggi che é Pasqua: non é vero che le religioni credono tutte nello stesso Dio. Le religioni esprimono la lettura pluralistica della realtà, aggiungo, invisibile.

Dio é unico, é il grido comune, ma se tale lo concepissimo, non sarebbero le religioni in contraddizione fra di 1oro e fra di loro nemiche e attualmente abbastanza tolleranti per opportunità, ma non per convinzione, giacché la loro stessa definizione, il loro esserci, é un atto di guerra contro l'umanità. C'é dunque qualche passaggio sofistico nel movimento della psiche e anche, ahimè, nel movimento del nostro pensiero e del nostro intelletto, quando questo pensiero e questa psiche si muovono verso l'alto. La psiche elabora per proprio conto l'idea di Dio e si fraziona in gruppi, i quali poi, hanno la pretesa di portare la verità, la pretesa soprattutto di imporla agli altri.

E anche il cristiano che così dovesse concepire Gesù Cristo, non lo avrebbe concepito come Egli di fatto é, vale a dire risorto, passato appunto in una dimensione in cui, l'universalismo è possibile.

Ora Dio tra l'altro, é bene che 1o diciamo, non é una cosa, purtroppo é un'idea e questa idea cade sotto la maledizione del cartesianesimo. Se noi riconosciamo le nostre idee, abbiamo perduto le conoscenza della realtà, questa é la maledizione delle religioni. E il cristianesimo storico é maledetto nella misura in cui si é riabbassato al rango di religione, perché Gesù non é mai venuto a fondare una religione, perché se tale fosse la sua qualifica, Egli non sarebbe appunto risorto. Sicché Dio non é una cosa, e quindi non può cadere sotto il controllo scientifico basato su altri elementi scientifici.

Non c'é dunque, diciamolo chiaro, speranza, sia pure mediante le successive falsificazioni di cui la scienza ci ha eruditi, di costruire una definizione indiscussa di Dio, come quella per esempio dell'acqua. la qua1e definizione é precisa H2O. E questo è vero a Pechino é vero a Parigi é vero in Africa é vero ai due estremi dei poli.

Ma purtroppo ogni anno muoiono per aver bevuto acqua inquinata dieci milioni di uomini. O bevete H2O o siete perduti, ed é vero altresì che nel mondo molte migliaia di uomini ogni anno muoiono, esattamente per non avere di Dio una definizione comune omogenea.

Questo é un dato di fatto, se veramente Dio si rivela, non mediante un miracolo, come afferma il cristianesimo originario, ma mediante una Incarnazione prima e mediante una risurrezione poi, risurrezione del Figlio, allora questa verità non deve essere imposta alle altre verità, ma deve risolvere in chi la crede, tutti i problemi irrisolti dalla natura umana, o dalla nostra natura, dal momento in cui tale fu e tale é stata.

Purtroppo la dottrina sociale della chiesa, faccio un salto sul piano storico, non é la terza via tra capitalismo e collettivismo. Ecco, questa é la confessione più clamorosa del fallimento sociale del cristianesimo storico. La confessione più clamorosa del fallimento del cristianesimo storico allora vuol dire che non è vero che noi crediamo in Cristo risorto, lo proclamiamo tale, lo abbiamo costruito come una bandiera da opporre alle altre bandiere, quando invece bandiera non è: é soltanto la soluzione dei problemi umani che ci affliggono.

Allora il problema é di sapere se il fallimento oltre che essere del cristianesimo storico é anche di Cristo. E se per trovare una speranza, e per ridare speranza, diciamo a coloro che in Lui credono, non sia ancora il caso di vedere in che cosa consista la sua risurrezione.

Cristo non si é gettato dal tempio, Cristo non é sceso dalla croce per dimostrare che era Dio. Sarebbe stata questa una prova discutibile fatta al laboratorio, anche se molti lettori della Passione, specie giovani, hanno sognato in cuor loro di vederla realizzata in quel modo. Io credo che Cristo non sia sceso dalla croce, perché esservi andato in quel modo e per quel motivo costituiva la prova che Egli era più che un uomo. E perché Gesù Cristo é andato in croce, é andato in croce per avere contestato la definizione di Dio che tutte le religioni danno di Lui. E per avere contestato il rapporto istituzionale e rituale che le religioni creano fra un Dio inventato e la convivenza umana. Ecco il motivo preciso per cui Gesù Cristo é andato in croce.

Ed ecco allora la grossa tentazione soprattutto dei giovani. Parlo agli adolescenti e ai giovani perché sono storicisti per costituzione. Ed ecco come la passione di Gesù é pensata, spesso ripeto dall’adolescente e dal giovane, dai neofiti altamente acritici in chiave manichea, cioè come una delle mancate fatiche di Ercole. Gesù sarebbe dovuto scendere dalla croce, avrebbe dovuto vibrare una gragnuola di ceffoni agli immediati servi del sistema, poi avrebbe dovuto fare quattro salti, andare a palazzo, sfasciare con due spallate la residenza dei capi politici e religiosi e venire finalmente acclamato come simbolo della vittoria del bene sul male.

In questo modo la passione di Cristo non sarebbe più l'immagine di Dio Salvatore, sarebbe invece l’immagine di Dio partigiano. Ora nella visione cristiana autentica del mondo, Gesù salva tutti gli uomini nella misura in cui li sottrae alla logica del Dio degli eserciti, il quale si schiera con i buoni contro i cattivi. Dopo avere dichiarato buoni quelli che sono da questa parte e cattivi quelli che sono dall'altra. Ora l'unico vero miracolo di Cristo é, lo ha detto lui stesso, il segno di Giona la Sua risurrezione, la quale tra l'altro, non dilacera nulla, neanche la sindone e meno che meno scaglia la pietra del sepolcro contro il crocefisso.

Dunque, non si deve ricercare l'unità del genere umano attraverso la vittoria dei buoni, noi, contro i cattivi gli altri, ma attraverso la rinuncia a voler essere chicco di grano, refrattario sia alla zolla, sia alla macina. Quando il chicco non muore, e sono parole di Gesù, frutti non ce ne saranno mai! Non avremo né il frumento, né il pane, nulla di tutto questo.

Chi vuole affermare se stesso cosi come é, vuoi come singolo vuoi come gruppo, deve ipotizzare un nemico da distruggere oppure da sottoporre. Solo la rinuncia di sé nel senso più vasto della parola é la condizione per far emergere quei beni che noi riteniamo essere valori, e primo fra tutti il bene della unità del genere umano. Il che vuol dire, speranza di pace. E la pace nel mondo ci sarà quando il cristianesimo storico prosciugherà se stesso come religione e tornerà ad essere, se mai lo fu, una memoria storica di risorti, potremmo dire una presenza, che ripete agli uomini, i quali sono vestiti di panni e mangiano cibi, uomini in carne ed ossa, che non esiste religione come settore separato della vita, e che i fondatori di religioni sono i più malvagi degli uomini, perché compiono un istinto dalle radici oscure.

E se la risurrezione di Cristo ci ripete che non deve esistere una religione come settore separato della vita, ciò vuol dire che la vita tutta deve diventare una novità nei singoli suoi aspetti espressivi.

Vi prego di riflettere perché in poche parole ho concentrato molte idee, ma una fondamentale.

Il Gesù risorto non é nemmeno più un rabbi, perché un rabbi é una categoria specifica del sacro, ed é questa la lotta, ed é questo il concetto contenuto nella risurrezione. Gesù non é più nemmeno un rabbi, ma é, dopo la resurrezione, via via un ortolano un viandante, un pellegrino, un pescatore un datore di pace. Perché d’ora innanzi Dio si deve adorare in Spirito e Verità, non più in luoghi specifici, non più con dei riti illusoriamente concepiti come produttori di salvezza.



Sabato 07 Aprile,2012 Ore: 16:21
 
 
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