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www.ildialogo.org 4 marzo 2012,

Le omelie di padre Aldo Bergamaschi
4 marzo 2012

Pronunciata il 3 marzo/1985


Marco 9,2-10

Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè che discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!”. Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!”. E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.

Avevamo un conto aperto da domenica passata sul tema della confessione, cerchiamo di chiuderlo oggi. Vi avevo fatto notare, come nel secolo sesto dopo Cristo, un monaco di nome Colombano, venuto dall'Irlanda, avesse dato una svolta a questo discorso. Mentre nella prima Chiesa vi era la penitenza pubblica, adesso tutto si privatizza, se io commetto un peccato, vado dal sacerdote, lo confesso, una piccola penitenza e tutto è come prima. In origine la confessione voleva dire Confessione di fede e talvolta era molto pericolosa, anzi era foriera di martirio. Si doveva confessare la fede di fronte al persecutore, cioè di fronte a colui che vedeva nel cristiano un nemico pubblico.

Adesso invece, a partire da questa epoca, la confessione viene fatta al confessore, che non é più il confessore della fede, ma uno che ascolta quello che io gli racconto e tiene in mano un catalogo, e si limita ad addizionare le tasse corrispondenti a ciascun peccato. Il repertorio varia naturalmente in rapporto al penitente, altro é che io abbia come penitente un monaco, altro é che abbia un chierico e altro che abbia un laico, un bambino, un anziano e cosi via. Sentite alcune battute di questo repertorio: Il chierico, che devia completamente e diventa padre di un figlio, digiunerà per sette anni a pane a acqua in qualità di pellegrino. Un altro comma: colui che lascia cadere l'Eucarestia digiunerà un anno; colui che la vomita perché é ubriaco e perché ha mangiato troppo digiunerà a pane e acqua per tre quaresime. E così, di seguito.

Ma è questa la Chiesa, che noi pensiamo come originata da una metànoia? Il cristianesimo é diventato un impero che conquista territorialmente, opuure doveva essere l'unione di coloro che si convertono liberamente. Questa é la brutta amarezza che coinvolge anche i sistemi politici. Ma allora, dov’è la rivoluzione? La rivoluzione é avvenuta in maniera estrinseca, condotta da parte di un gruppo di persone, ma non é una acquisizione delle coscienze. Un cristianesimo che si espande a colpi di decreti legge, non é diverso da un movimento politico che occupa il potere.

Il penitenziale di Beda, il venerabile vissuto nell'ottavo secolo, consacra almeno quaranta paragrafi alla fornicazione, c’è da chiederesi se la Chiesa amministrava la conversione o la suburra. Scusate se insisto, ma dove sono le belle pagine della Chiesa dei primi tre secoli, dove si faceva l'apologia dei cristiani. Giustino lo diceva chi sono i cristiani: quella persona che fino a ieri si comportava in un modo, ora non è più così. Questa era l'apologia dei cristiani, poi si dovette fare l'apologia del cristianesimo, che é una cosa totalmente diversa, ci si batte per difendere i principi, quelli veri, ma i cristiani che li praticano non ci sono più. E allora apologia del cristianesimo non più apologia dei cristiani.

Ma ciò che qui é in causa é il potere della Chiesa, la penitenza tariffata organizza il regno della paura, la colpevolezza minuziosamente coltivata a proposito del sesso, per esempio, mantiene la massa dei laici nella paura dell’inferno, e la soggezione del clero, il quale appunto amministra le due porte, qui c'é l’inferno e qui c'é il paradiso. Ditemi se questa non é una maniera di trattare con delle persone che pregiudizialmente dovrebbero essere dei Convertiti.

Sicché il clero chi è? é colui che assicura, e la gestione del perdono, e la definizione della colpa.

San Colombano aveva emesso un principio che verrà ripreso poi in maniera clamorosa dai gesuiti: che nessuno osi giudicare da solo, il solo compito é di ubbidire, diceva san Colombano, e cioè la Chiesa allora propone agli uomini la felicità di essere sottomessi.

Il grande inquisitore dirà a Gesù Cristo, relativamente alle famose tre tentazioni: “Tu, disprezzando la prima proposta di Satana, mettesti la libertà al di sopra di tutto, mentre accettando i pani avresti soddisfatto l'eterno desiderio dell’umanità, il quale desiderio si esprime così: dateci un padrone,

abbiamo bisogno di un padrone”. E lo dico a quei cristiani che non sono capaci di organizzarsi da soli per eliminarlo nel rapporto di lavoro. Abbiamo bisogno di un padrone, uno che ci parli perché vogliamo liberarci da tutti gli altri fastidi. Vogliamo un’autorità che ci permetta di poter peccare, in attesa di eliminare un giorno l’uggiosa differenza che continua a sussistere tra il bene e il male.

Avete mai pensato se non sia questo il vero peccato originale, desiderio segreto di eliminare la distinzione fra il bene e il male?

Bene, nel penitenziale di Colombano, non é difficile buscarsi molti anni di digiuno, ogni volta che ci si confessa. Per es. commettere un atto impuro: un anno di digiuno. Avete avuto un desiderio impuro? Bene: sei mesi di digiuno, andremmo bene con l'economia, un insulto, benissimo, quaranta giorni. Sicché se uno accumula cinquant’anni… un po' come quei condannati che hanno 120 anni di carcere. Niente paura é sufficiente stabilire delle equivalenze.

Vedete che abbiamo il cervello sufficiente per sistemare queste situazioni, un anno di digiuno potrà essere trasformato - cito da uno di questi penitenziari - dodici volte tre giorni di digiuno,centocinquanta salmi, più trecento colpi di bastoni. Trecento colpi di bastone si possono prendere in pochi minuti, allora vedete che abbiamo già risolto il caso, come se il peccato fosse la violazione materiale di legge e non il sintomo di uno sbandamento esistenziale.

Alcuni furbi hanno trovato una maniera più sottile di espiare i loro peccati, introducono, il concetto di riscatto, oppure di estinzione di un debito. Il concetto può essere attuato in diversi modi, primo: pagare qualcuno per fare penitenza in vece mia! Avete capito dove arriva la legge del mercato? Secondo: pagare un prete perché celebri una o più messe, anche qui arriva la legge di mercato. Oppure pagare semplicemente, sostituire dunque la penitenza con il danaro! Il che faceva comodo anche ai chierici.

Sicché, ecco nascere dei trattati di equivalenze penitenziali che indicano le tariffe in vigore. Esempio come si soddisfa un anno di digiuno, semplice, con trenta messe, oppure con ventisei danari d'oro, oppure con il prezzo corrente di uno schiavo.

Vedete i passaggi della commutazione. Cito per non essere privo di documentazione, un testo inglese del decimo secolo di un certo re Edgardo, precisa: come un uomo ricco cui era stata data una penitenza di tre anni di digiuno, poté stipendiare 120 uomini perché facessero in tre giorni la penitenza in sua vece,120 moltiplicato per tre 360 giorni. Ecco in quale modo si possono corrompere dei concetti, ecco come la penitenza individuale inaugurata dai monaci irlandesi si svuoterà progressivamente di ogni significato e sfocerà in abusi scandalosi. Ormai eravamo vicini al mercimonio delle indulgenze, che poi provocheranno la rottura protestante.

Ora i concili tenteranno di reagire, ma invano, poi probabilmente anche loro, accettano la logica, la commutazione di cui vi ho parlato, sparirà solo nel secolo decimo secondo poco prima di s. Francesco di Assisi, quando la penitenza tariffata lascerà il posto al sistema moderno. Sistema moderno diciamo é il nostro, la confessione sarà ridotta al racconto dei peccati, seguita da una assoluzione e da una penitenza che ormai é quasi simbolica; ma che contiene il medesimo errore iniziale.

Il metodo del riscatto mediante delle messe, avrà intanto una conseguenza di vasta portata. Il clero parrocchiale allora non é più sufficiente a celebrare le messe richieste, i monaci diventeranno anche loro sacerdoti e si metteranno a dire messe in serie, così come si recita il rosario, fino a dirne venti al giorno e ciò vi spiega come le chiese si siano popolate di altari laterali per la moltiplicazione delle celebrazioni. In quel periodo, nel linguaggio corrente, vado a comperare una messa, il che certamente è disdicevole

Il povero Colombano, non conobbe tutte queste conseguenze, aveva però messo il germe e continuò a fondare monasteri disseminati in tutta l'Europa, Morirà a Bobbio, non lontano da Piacenza, se andate a Bobbio andate a vedere quella famosa Abbazia. Prima di morire, scrive al papa queste parole: “Timido marinaio quale sono io oso gridare, digiunate padre, perché già l'acqua si infiltra nella barca di Pietro e la barca stessa è in pericolo”. Ma vorrei dire, caro san Colombano, chi ha introdotto il tarlo all’interno della nave? tu mio caro san Colombano e adesso ti metti all’acqua.

Sicché tutto si ricongiunge anche con il Vangelo di oggi. Facciamo qui tre tabernacoli, che si traduce meglio: facciamo qui tre tende – dice Pietro -, una per Te, una per Mosé, e una per Elia. Trasformando il Calvario in un bivacco, voi fate l’operazione del tarlo, prima trasformate il monte Tabor in un bivacco e fermate la strada a Gesù, che deve andare sul Calvario appunto, e poi ci lamentiamo perché la salvezza é sempre in crisi.



Sabato 03 Marzo,2012 Ore: 09:14
 
 
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