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Le omelie di padre Aldo Bergamaschi
12 febbraio 2012

Pronunciata il 14/2/1982


Marco 1,40-45

In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi guarirmi!” Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, guarisci!”. Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: “Guarda di non dir niente a nessuno, ma va', presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro”. Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

Affrontiamo subito il discorso. “Il Signore disse a Mosé e ad Aronne” (prima lettura), se é il Signore che dice a Mosé e ad Aronne di ordinare ai lebbrosi di coprirsi la barba, di andare con le vesti strappate, di gridare immondo immondo e di essere isolati fuori dall'accampamento, fuori dall'abitato. Bisogna lasciarli là i lebbrosi, non c'é che una strada per loro: l'autoguarigione, e infatti non c' erano altre strade. Se avveniva l'autoguarigione, dovevano appunto dimostrarlo andando dalle autorità accreditate, in questo caso i sacerdoti, e così rientrare nella comunità.

Se questo é un ordine di Dio perché Gesù contravviene a quest'ordine? È un grosso problema teologico e anche di interpretazione della scrittura. Se veramente é Dio che manda quella malattia, dobbiamo guardare con un occhio diverso l'ammalato, perché deve avere commesso chissà quali peccati, quindi é reietto. In ogni caso, l'aspetto drammatico, che io non accetto, dal punto di vista teologico, é che nella redazione dell'Antico Testamento si dica che “il Signore disse a Mosé”, quando invece, é mia opinione e credo anche di molti, che questa sia una decisione della comunità.

È vero, tutte le comunità umane hanno preso dei provvedimenti contro la malattia, anche noi facciamo la quarantena, ma l’attenzione alla persona é assai diversa da quella che viene invece prospettata qui: l’isolamento totale. Escludo che ci sia una legge che viene da Dio, c'é invece una legislazione umana, che come tutte le legislazioni umane, eccetto in questi tempi di laicismo esasperato, tentano poi di chiedere la firma a Dio stesso.

Gesù inviando il lebbroso ai sacerdoti aderisce alla legge, accetta la legge perché é scritto che il Signore ha detto a Mosé, oppure é una riformulazione da parte della comunità cristiana di credenti, travagliata da questo problema del rapporto fra Gesù e la legge? In tutti e due i casi deve avere influito la preoccupazione di evitare che l'accogliere e il guarire il lebbroso, nonostante la trasgressione della norma di segregazione, venisse interpretato come segno di non curanza e come segno di sfida per l’autorità.

Questa guarigione doveva apparire come una autoguarigione, ecco allora il motivo per cui Gesù dice “guarda di non dir niente a nessuno” perché le cose qui si vanno complicando, violando la legge della segregazione e toccandoti sarei diventato impuro. Io credo che Gesù contesti il sistema socio-religioso che isolava il malato come se fosse un segnato da Dio. Questa é la novità di questo “miracolo”.

Purtroppo i teisti e in specie i cristiani, hanno la brutta malattia del miracolismo. Tengono d’occhio la onnipotenza di Dio e trascurano la sua volontà, senza sapere che non é quella di accettare la malattia secondo una certa mentalità religiosa, ma di cominciare a combattere contro la malattia laddove noi possiamo e dobbiamo combatterla.

Dice il lebbroso : “Se vuoi puoi” non dice: puoi, dunque devi. Certo nella testa del teista e di noi credenti c'é questa idea di Dio onnipotente che può fare tutto, può togliermi il male in un istante, può guarirmi in un istante, e non ci rassegniamo alla idea che Egli non lo voglia fare. Ho esasperato la posizione perché sia ben chiara. “Se vuoi puoi…”. Prima di appellarsi alla onnipotenza divina e nell'atto in cui vi si appella, non solo riconosce, ma acconsente alla divina volontà. Forse anche il lebbroso viveva in questo errore, pensare che la malattia dipendesse dalla volontà divina.

Anche in questo errore é la forza del credente rispetto al non credente. Il lebbroso non é indifferente tra malattia e guarigione, nessuno di noi può esserlo tra l'una e l'altra, perché la salute é la vera vocazione dell'uomo, ma nella preghiera rivolta al Signore é implicita l'accettazione di un ordine di bene che può venire raggiunto anche nella malattia, e in questo allora, il credente è colui che impara a impiegare la malattia.

Ecco, questo é l'altro piccolo gradino che dobbiamo raggiungere. Allora più che adeguarsi alla volontà di Dio, (vi faccio notare che a questo erano arrivati anche gli stoici) il cristiano trasforma questo limite in un valore pur sapendo che il limite c'è, è per il peccato, è per la ignoranza, non per volontà divina. Il cristiano al1ora, non prega per ottenere ciò che desidera, ma per fare fronte con serenità a un uragano che deriva da fattori fisici sfuggiti al controllo della intelligenza umana. La volontà divina allora é la lotta contro il peccato e contro i suoi effetti, e Gesù mandato dal Padre come Salvatore, é esattamente colui che tocca il lebbroso.

Allora questo toccare, o se volete questo miracolo che non é il miracolo che intendiamo noi, che viene dal di fuori della logica del sistema, perché immaginiamo che sia Dio onnipotente, questo gesto, in ciò il miracolo, ma è un dire: mettersi a studiare non a pregare chiedendo dei miracoli. Certo, in una situazione storica in cui non siamo riusciti a vincere la malattia, é una cosa deliziosa che il malato credente allunghi la mano al suo Dio, per trovare la forza di sostenere questo urto, che non é volontà di Dio, ma é puramente situazione storica dovuta alla nostra ignoranza. Dio è venuto in terra esattamente per allearsi con noi, ma non attraverso il miracolo così inteso, ma attraverso il miracolo del piegare la schiena allo studio, per potere vedere dentro alla realtà, onde capire che non c’é concordismo fra noi e la realtà.

Il sole, è quella cosa meravigliosa che Francesco di Assisi ha cantato, ma il sole deve stare là, la mia testa deve stare coperta dal sole. Domani può darsi che la scienza, utilizzi i virus del cancro come dei soldati addestrati, per combattere dentro all'organismo umano le “buone battaglie”, ma per fare questo si esige studio. La fede é il richiamo a questo studio.

Vi citerò ora un episodio clamoroso. Nell'isola di Delo c'erano dei greci afflitti dalla peste, allora andarono in delegazione presso il tempio di Delfo e chiesero cosa fare perché la peste si allontani dalla città. L'Oracolo disse: voi dovete raddoppiare il cubo dell'altare. C'era un altare a Delfo fatto a forma di cubo, bisognava raddoppiare quel cubo, mantenendo la forma di cubo. È ovvio che con gli strumenti matematici conosciuti all'epoca non si poteva fare una operazione di questo genere, sicché tutti i cervelli scientifici, gli architetti dell'epoca ,si misero all'opera. Insomma questo cubo non riuscivano a raddoppiarlo, allora disperati si rivolsero al filosofo che tutti Platone. Platone disse: Signori guardate che avete sbagliato tutto nell'interpretazione delle parole dell’oracolo. Il Dio non ha bisogno né di altari né di preghiere, il Dio vuole che vi mettiate a studiare le matematiche e la geometria, perché quando voi avrete scoperto la struttura dell'universo e avrete scoperto che 1 'universo, come dice Galileo, é fatto di cubi e di triangoli e di tutte le figure geometriche, quando voi avrete scandagliato il fondo dell’universo, avrete anche scoperto da dove viene la peste.

San Francesco da il bacio al lebbroso, facciamo l’ipotesi che pensasse che quella lebbra fosse mandata da Dio, egli di fronte alle opere di Dio si inginocchiava, ecco in che cosa é delizioso questo santo, in che cosa é grande, è grande nella coerenza. É opera di Dio, mi metto in ginocchio, amo la mia malattia amo la sua malattia, io lo bacio quell'uomo, mentre gli altri invece sono incoerenti. Di qui dico la grandezza di questa gesto che già adombra un fare qualche cosa, perché se pensavano che quella fosse opera di Dio, non dovevano segregarli, tenerli lontani, ma pensavano che quello fosse un castigo di Dio e allora ecco tutte le derivazioni.

I medici cattolici dovrebbero assistere chi soffre, ma la vera volontà di Dio é quella di consumare la nostre energie per andare a scoprire i segreti dell'universo e dunque la struttura dell'universo, così come Dio l'ha fatta per tenerci immuni da ciò che è male nell’ordine morale e nell’ordine fisico.



Domenica 12 Febbraio,2012 Ore: 10:57
 
 
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