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Le omelie di Padre Aldo Bergamaschi
20 novembre 2011

Pronunciata il 22.11.1987


Matteo 25,31-46

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno unite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dag1i altri, come il pastore che separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e ti abbiamo visitato? Rispondendo il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, 1o avete fatto a me.

Poi dirà anche a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma eg1i risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l' avete fatto a me. E se ne andranno, questi nel supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.

Vediamo di chiarire subito l'equivoco iniziale. Vogliamo chiamarla parabola o vogliamo chiamarla esemplificazione di un concetto. L'equivoco é questo: guardiamoci bene dal credere che questo racconto o parabola sia rivolto ai credenti, perché per loro, per noi c’e’ qualcosa di più pesante.

Questo racconto riguarda coloro che non credono. Vogliamo ri1eggere dall' inizio? “Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli si siederà sul trono della sua gloria, saranno riunite davanti a lui tutte le genti”. Chi sono le genti? Sono coloro che sono al di fuori della Sua Verità. E badate, lo anticipo, Egli non le condannerà perché non credono, come siamo soliti fare e dire noi, ma perché non hanno raggiunto lo zoccolo minimo che in ogni religione si deve raggiungere.

Direte: allora noi credenti non siamo in causa, purtroppo siamo in causa indirettamente, come dire, se ogni uomo per salvarsi deve almeno essere in ordine con le teoriche sociali che sono nascoste in questo racconto, coloro che credono hanno ben altri compiti: quello di fare si che tutti questi errori non ci siano. Ma, se da duemila anni, ci sono ancora questi orrori, allora sì. ecco la tragicità del discorso, ci mettiamo anche noi in fila e “genti” siamo anche noi. Ecco l'aspetto drammatico.

Ma io ho voluto fin dall' inizio chiarire questo equivoco, per tutti quei predicatori che vanno prendendo questo capitolo di Matteo, come una specie di bandiera per dire ecco bisogna fare… Ma come, se questo discorso lo si fa ai cristiani, vuol dire che cristiani non sono, vuol dire che non abbiamo capito nulla di quello che é invece il messaggio evangelico, il quale, era volto a rendere inutile queste cinque piaghe. Circa poi tutto l'operato descrittivo, non metterei le mani sul fuoco per dire che tutte le parole siano di Gesù. Per esempio avrei qualcosa da ridire su questa minaccia “lontano da me maledetti nel fuoco eterno”. Ho l' impressione che questa sia già catechesi e che il pensiero di Gesù sia certamente drammatico, come dire: la storia non finirà nella metampsicosi, la storia finirà certamente con un giudizio e dobbiamo tenere distinti bene i buoni dai cattivi.

Ma circa poi queste maledizioni, questo fuoco eterno, bisognerebbe fare un altro tipo di discorso. Credetemi non c'é bisogno di riconoscere queste immagini, perché potrebbero anche terrorizzarci, invece é sufficiente fermarsi a questo pensiero profondo di cui ho parlato: che certo ci sarà una discriminazione fra i buoni e i cattivi e che è un’illusione moderna, probabilmente, il desiderare l' annullamento tra il bene e il male. Perché questo é il sogno segreto dell’Adamo storico tentare, tentare la eliminazione fra il bene e il male, più tentiamo, più dobbiamo costruire carceri, e allora ecco il significato del racconto o della parabola.

Altra annotazione, caso strano, i giusti, non cristiani, non aventi Cristo come riferimento interiore della propria etica, sono come sorpresi perché dicono di non averlo visto, è vero infatti. Mi pare fosse Eraclito che diceva che l'uomo animale ha gli occhi e non vede, ha cervello e orecchi e non capisce. Questo é l'uomo animale, (il discorso di Eraclito andrebbe sviluppato naturalmente). I non credenti non sospettavano che il prossimo fosse Gesù Cristo, Dio in persona a spasso per questa terra, perché non hanno conosciuto questa identità sul piano dottrinale, ma i credenti lo sanno, debbono saperlo come primo principio del loro essere cristiani.

Nel mondo classico abbiamo il famoso racconto di Filemone e Bauci che si trova nelle metamorfosi di Ovidio, credo si traduca ancora nei licei. Bauci é la moglie, Filomene il marito, i due sposi accolsero nella loro capanna Zeus ed Ermete, due divinità del mondo pagano che viaggiavano in incognito e non avevano trovato ospitalità altrove. Gli unici dunque ad accogliere questi due pellegrini, in tutto il paese, che erano delle divinità in incognito, furono questi due vecchietti. Tutto il resto del paese fu punito con il diluvio; fu risparmiata solo la capanna dei due vecchietti, i quali avevano chiesto di finire i loro giorni insieme, per cui furono alla fine trasformati in due alberi davanti al tempio, perché quella casa che aveva ospitato quelle divinità in incognito fu trasformata in un tempio. I due deliziosi sposi, queste anziane figure dedite alla carità, coi loro occhi non avevano visto che si trattava di Zeus ed Ermete, eppure li avevano ospitati, considerando il prossimo come un dio (Homo Homini Deus).

Ed ecco allora qui la condanna tremenda, se per ipotesi mi fossi fatto vedere in quanto tale, cosa avreste fatto? E allora avremmo... qui sta il punto, vuol dire allora che l'animo non é pulito, vuol dire che dentro al vostro cuore, tutto quello che fate è per delle motivazioni segrete, per ricavare dei benefici, oppure per la paura di qualche castigo, oppure per la dipendenza servile a quello che é il più potente.

Anche alcuni cristiani dicono, se noi fossimo stati contemporanei di Cristo... Prendo la risposta da Kierkegaard: Non siete stati contemporanei dei malati, dei bisognosi, delle vittime del sistema, che cosa avete fatto per loro? Vedete Kirkegaard si rivolge alla comunità cristiana, che é poi nella pratica una comunità pagana, perché se invece si fosse attuato il messaggio di Cristo quegli orrori non ci sarebbero più.

Gesù si rivolge a chi é fuori dal messaggio e dice loro: almeno siate altruisti a livello personale. Io non vi condanno perché non avete creduto in me, ma ricordiamoci bene che il giudizio ultimo sarà fatto su questa materia, anche se questo non é il meglio per poter strutturare una nuova società. Io vi dico come obbiettivamente si svolgerà il giudizio indipendentemente dalla religione assunta. Signori miei é perfettamente inutile andare in giro a dire la vera religione é questa. Quella che propone dei riti, certo il discorso é facile con tutte le sette che oggi stanno pullulando il nostro mondo.

Filomene e Bauci andranno esattamente nel regno dei cieli perché hanno accolto comportandosi da veri uomini, senza sapere che quello era Zeus e quell'altro era Ermete, andranno certamente nel regno dei cieli, ma quaggiù sono due stupidi poverini, perché 1oro sono due persone e il mondo cammina per la sua strada, e le ingiustizie sono senza fine.

Ecco allora cosa voleva dire Gesù quando ha inteso fondare la Chiesa, l'idea che Gesù ha della Chiesa é proprio una convivenza in cui, come conseguenza della santità dei singoli, dovranno sparire tutte quelle piaghe; le elenchiamo: gli affamati, gli ignudi, i malati non assistiti, i prigionieri, perché credo proprio che in una ecclesia non avrebbe più significato l'esistenza di una prigione e meno che meno politica; poi i forestieri, che vuol dire che un gruppo ignora l'altro .

Il problema non é quello di ricondurre tutti i popoli alla unità di un unico culto, la festa di Cristo Re sotto questo profilo é deviante, non l'ho presa di petto perché avrebbe coinvolto un allargamento del discorso. Noi dobbiamo predicare una verità - ecco quella metanoia di cui continuamente io vi parlo - che azzeri, che riduca al nulla tutti i culti e renda capaci gli uomini di risolvere ciò che é irrisolto. E ciò che é irrisolto é ahimè, lì, sono quei cinque bubboni

Dunque il problema non é quello di andare a divulgare il culto e nemmeno Cristo come personaggio di salvezza, é il suo Messaggio che va divulgato. Non si deve dire di diventare cristiani, sottointeso come noi (lo dico a coloro che sono impegnati nelle missioni in questi giorni qui a Reggio Emilia), perché tutti questi predicatori partono dal presupposto che sono loro i maestri del cristianesimo e devono attirare gli altri all'interno della Chiesa.

La Chiesa é quella che ha definito Gesù, diventare cristiani significa togliere le contraddizioni della convivenza anzitutto nel proprio seno.



Sabato 19 Novembre,2011 Ore: 15:43
 
 
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